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La Gloriosa Rivoluzione del 1688
I Tories e i Whigs chiamarono come nuovo sovrano (1689-1702), statolder d'Olanda e Guglielmo III d'Orange, Zelanda e marito di Maria, figlia dello stesso sovrano inglese Giacomo II. Campione del protestantesimo militante, accettò di difendere la chiesa riformata inglese e sbarcò in Inghilterra con un piccolo esercito. Fra l'acclamazione popolare, marciò su Londra, dove non ebbe bisogno di combattere perché Giacomo II fuggì presso la corte di Luigi XIV. Fu una gloriosa rivoluzione in quanto si compì senza spargimento di sangue. Nel 1689 il parlamento proclamò Guglielmo III e sua moglie Maria nuovi sovrani d'Inghilterra, difensori della libertà religiosa e garanti del Parlamento, e sancì il sistema costituzionale con la sottoscrizione regia della Bill of Rights. Il sistema di governo che veniva a profilarsi vedeva l'attività legislativa in mano al parlamento, mentre il potere esecutivo spettava al sovrano.Venne emanato anche il Toleration Act, grazie al quale si promuoveva una specie di tolleranza religiosa e si dava la possibilità a tutti i dissidenti protestanti, eccetto i cattolici, di aderire ed educare i propri figli secondo la propria fede. (Ma resta in vigore il Test Act). Infatti, non si può parlare di tolleranza vera e propria perché lo scopo principale era quello di colpire i cattolici, considerati traditori. Tuttavia, il cattolicesimo non si estinse. Nel 700 si assiste a una crescita demografica pari a oltre il 50% rispetto al secolo precedente. I motivi di questa crescita (con conseguente sviluppo economico) sono da ricercare in una serie di fattori: - Scomparsa delle epidemie di peste (anche se si ebbero due nuove esplosioni nel 1708-11, in concomitanza con la "guerra del nord" e nel 1720 nella Francia meridionale); - Abbassamento del tasso di mortalità (anche se si presentano nuove malattie come la dissenteria, il tifo, il vaiolo... queste)malattie non aprivano vuoti massicci nella popolazione, che quindi ebbe comunque un trend positivo. Inoltre, bisogna ricordare che ci fu un sensibile miglioramento delle conoscenze mediche, che poté ridurre i rischi di infezione); Attenuazione delle crisi alimentari (la diminuzione della frequenza delle carestie e l'introduzione di nuovi prodotti alimentari significò una maggiore soddisfazione della domanda di cibo. In particolare in Inghilterra e in Olanda ci fu un aumento della resa dei cereali, che addirittura raddoppiò nella seconda metà del secolo). Verso la metà del 1700 le imprese mercantili e finanziarie, per consolidare le loro fortune, compresero che la circolazione delle merci non avrebbe dovuto essere ostacolata dai dazi e privilegi feudali, anzi, doveva essere facilitata da un agile sistema di comunicazione. Occorreva anche che il lavoro umano fosse acquistabile come merce dagli imprenditori per incrementare i loro profitti. Ma tutto questoera al potere). Questi conflitti portarono a cambiamenti territoriali e politici significativi, ma non furono in grado di destabilizzare l'ordine sociale ed economico esistente. Durante il Settecento, si assistette anche a importanti sviluppi culturali e intellettuali. L'Illuminismo, un movimento filosofico e intellettuale che promuoveva la ragione, la scienza e la libertà individuale, ebbe un impatto significativo sulla società europea. Filosofi come Voltaire, Rousseau e Montesquieu diffusero idee di uguaglianza, libertà e diritti umani, influenzando le rivoluzioni politiche che si sarebbero verificate successivamente. In conclusione, il Settecento fu un secolo di cambiamenti e trasformazioni in Europa. Dalla crescita economica alla diffusione delle idee illuministe, questi sviluppi avrebbero gettato le basi per i cambiamenti radicali che si sarebbero verificati nel secolo successivo.combatté per far riconoscere la propria corona). Infatti, il problema della successione costituì un pretesto per scatenare guerre di egemonia in Europa, specialmente nei territori più deboli e poco organizzati. Questo nuovo equilibrio durerà per decenni grazie ai legami dinastici stretti tra queste potenze. In particolare, l'Inghilterra riuscì a evitare che le altre potenze europee interferissero negli affari interni: infatti, alla morte della regina Anna ci sarà l'approvazione dell'Act of Settlement, che fa rientrare la successione nelle prerogative del parlamento. Inoltre, il fatto che la corona passasse a Giorgio I d'Hannover creò un'unione personale con la Germania settentrionale, ma ciò non portò la Gran Bretagna a una subordinazione di uno stato continentale. Dopo il 1750, la formazione di un nuovo sistema di alleanze porterà allo scontro noto come Guerra dei Sette anni, che sancirà
La supremazia coloniale della Gran Bretagna. Le colonie inglesi in America settentrionale erano favorite dall'aumento di popolazione derivato dall'esilio delle minoranze religiose. La guerra franco-inglese (guerra dei 7 anni 1756-1763) ebbe importanti ripercussioni sull'equilibrio degli imperi coloniali americani. Le due potenze europee, infatti, si schierarono anche nel continente americano dove, tra vittorie e insuccessi, la Gran Bretagna ottenne la vittoria, riuscendo a strappare al dominio avversario i forti di Ticonderoga e di Niagara e, la ben più importante, fortezza di Québec nel 1759 (battaglia in cui morirono entrambi i comandanti - Wolfe, inglese / Montcalm, francese); nel 1760 con la presa di Montreal ottenne tutto il Canada, finché nel 1763 con la pace di Fontainebleau la Francia cedette anche la Florida orientale e occidentale al dominio inglese (in realtà era colonia spagnola, ma le fu ceduta in cambio della Louisiana francese).
Inoltre, la pressione espansionistica inglese metteva in seria difficoltà i domini spagnoli che, con il trattato dell’Asiento (1713), godevano di diversi privilegi e, dunque, di lauti guadagni per le compagnie. Infatti, la Compagnia britannica delle Indie Occidentali aveva il diritto di trasportare nelle colonie spagnole 4800 schiavi neri e poteva far giungere anche la propria nave commerciale nei porti ispano-americani: il famoso navio de permissione annual ship (o navio de permiso).
Anche i Caraibi furono coinvolti nella guerra dei sette anni, perché in quel mare si combatterono le flotte dei due fronti, con evidente disastro dell’alleanza franco-spagnola, che cedette alla Gran Bretagna i domini di Guadalupa, Martinica, Tobago e altre isole francesi (tra cui la stessa Avana, considerata per anni fortezza inespugnabile).
Nella penisola indiana, dopo una prima sconfitta subita dai francesi, gli inglesi si rivalsero con la guerra dei sette anni e, sebbene permisero
ai francesi di mantenere i propri possedimenti, fu loro impedito di fortificarli. L'egemonia inglese sul territorio fu fortificata grazie alla guida di Robert Clive, funzionario della Compagnia delle Indie orientali. Infatti, il nababbo del Bengala, Siray al Daulah, aveva tentato di cacciare gli inglesi da Calcutta. Nel 1757, Robert Clive, non solo riconquistò la città, ma, nella battaglia di Plassey, annientò l'esercito bengalese e impose il dominio inglese. Quando il nababbo del Bengala cercò nuovamente di ribellarsi, ordinando nel 1763 il massacro di tutti gli inglesi residenti a Patna, venne attaccato e sconfitto a Baksar, sancendo definitivamente la supremazia inglese. La Gran Bretagna iniziò, dunque, ad espandersi in India, puntando su pochi possedimenti diretti e su una serie di alleanze con i principi indiani (nel 1765 anche il Gran Moghul di Delhi accettò l'alleanza con la Compagnia inglese, dopo qualche tentativo di resistenza). Infine,anche le Filippine furono coinvolte nella guerra dei sette anni. Sebbene fossero dominio quasi esclusivo della Spagna e il loro ruolo economico fosse quello di base di scambio dei commerci tra la costa asiatica e americana nel Pacifico, questa zona presentava due problemi in particolare: il ribellismo indigeno e l'afflusso poco gradito dei mercanti cinesi. Nel 1762 una flotta britannica conquistò facilmente Manila; ma, una parte dell'esercito continuò la guerra, finché anche la capitale venne assediata. Con la pace di Parigi (1763), però le Filippine tornarono sotto il controllo spagnolo. Alla morte di Guglielmo III d'Orange (1702) e di Maria Stuart (1701), l'Inghilterra vedeva all'orizzonte il rischio di una crisi di successione, poiché i defunti sovrani non lasciavano figli. All'epoca, la Gran Bretagna è ancora un paese diviso in tre regni: Inghilterra, Scozia, Irlanda. L'ascesa al trono di GuglielmoD’Orange aveva temporaneamente unito l’Inghilterra e l’Olanda, unione che, seppur limitata, aveva creato una svolta in senso antifrancese della politica estera inglese. Inoltre, il breve regno D’Orange era sempre minacciato dal ritorno armato degli Stuart cattolici e dei loro sostenitori (i giacobiti). Così, la monarchia costituzionale, che era ben lontana dalla teoria dell’origine divina della monarchia, decise di risolvere il problema della successione al trono con un atto interno: nel 1701 il parlamento promulgò l’Act of Settlement, secondo il quale il trono, in assenza di eredi, sarebbe spettato solo ai sovrani protestanti di casa Stuart. In questo caso la successione spettò alla cognata di Guglielmo III, cioè Anna (1702-1714), figlia di Giacomo I e principessa di Hannover. Nel 1707 l’Atto di Unione diede vita alla Gran Bretagna, poiché, dopo lunghi negoziati, Inghilterra e Scozia (precedentemente unite comeLe monarchie inglese e scozzese (che erano separate dalla figura del re) furono finalmente unite anche dal punto di vista istituzionale nel parlamento inglese, dove venne inserita una congrua rappresentanza degli scozzesi e ai quali venne riconosciuta anche la piena legittimità della loro chiesa nazionale presbiteriana.
Nel 1714, alla morte della regina Anna e dopo il fallimento di una rivolta giacobita per riportare al trono gli Stuart cattolici, la corona passò a Giorgio I d'Hannover (1714-1827). Nonostante il nuovo re creasse un legame con l'Europa continentale, il potere inglese era destinato ad accrescersi e, in particolare, quello del parlamento. Infatti, l'assenteismo di Giorgio I e il suo disinteresse per la vita politica favorirono l'accentuazione del ruolo del parlamento e, dal 1721 al 1742, il governo fu in mano della maggioranza politica dei Whigs. Si andava profilando il passaggio dalla monarchia costituzionale alla monarchia parlamentare.
I contemporanei whigs e tories
insistettero molto su una contrapposizione tra i rappresentanti del denaro, e i landed interest, esponenti del terrieri, ossia fra gli interessi del denaro e quelli terrieri. In effetti, entrambi gli esponenti dei gruppi parlamentari appartenevano alla vecchia aristocrazia.