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Socrate
Alcibiade, tessendo l’elogio di Socrate, lo paragona ad un Sileno.
Lo avresti detto un buffone tardo e ottuso. Eppure dispiegando questo ridicolo Sileno avresti
scoperto qualcosa di divino più che domanda: un’anima straordinaria, sublime e veramente
filosofica.
Non diversamente furono Sileni Antistene, Diogene ed Epitteto.
Cristo
Cristo non fu uno stupendo Sileno? Non capisco perché chi si vanta del titolo di Cristiano non
faccia di tutto per adeguarsi al suo modello.
Perché coloro che si gloriano di quel titolo sono così distanti da quell’immagine?
Gli antichi profeti
Sileni furono gli antichi profeti: Giovanni Battista, gli Apostoli.
Fu un Sileno anche il vescovo Martino.
Ancora oggi si nasconde qualche sileno, ma sono pochi. Perlopiù gli uomini rappresentano dei
Sileni invertiti (esteriormente sono impeccabili, ma dentro sono sporchi e corrotti, dei “sepolcri
imbiancati”), ovvero l'intera classe dirigente dell’Europa cristiana: non sono accusati solamente di
desiderare ricchezza e potere, ma di eliminare il paradosso cristiano, ossia la rinuncia al mondo.
Senza tale rinuncia non si parla più di cristianesimo ma di mondanità.
Non dico che questo valga per tutti, ma di certo vale per la maggior parte.
Insomma, in ogni genere di cose l'eccellenza è in ciò che risulta meno appariscente. Nell'uomo, ciò
che è divino e immortale è l’unica cosa che non si può scorgere.
I sacramenti della Chiesa
Negli stessi sacramenti della Chiesa è lecito rinvenire una certa rappresentazione del Sileno: vedi i
simboli, ma la forza divina non la senti né la vedi.
La sacra Scrittura
È silenica la stessa sacra Scrittura: se ci si limitasse alla superficie sarebbe una semplice storia, ma
se scorgi il significato nascosto ti inchinerai alla sapienza divina.
Ciò è più eccelso, e al tempo stesso il più dissimulato e il meno accessibile, agli occhi profani.
La sfera della conoscenza
La verità essenziale delle cose è sempre nascosta nel profondo; il volgo lo so, infatti, si meraviglia e
si interessa solo di ciò che colpisce maggiormente i sensi, lasciandosi ingannare da false immagini,
da Sileni invertiti.
Sacerdoti e Vescovi
Ci sono alcuni che si presentano.
Come sacerdoti o qualche vescovo: capovolgi il Sileno e allora capirai che quell'apparenza
magnifica era soltanto una farsa.
Falsi profeti
Vi è poi un genere di persone dalla barba incolta, pallide, con il capo chino, l’espressione accigliata
e severa: vorrebbero farsi passare per un eremita, guarda bene e troverai degli impostori.
Insomma, in ogni genere di mortali vi sono persone che, a giudicarle dall’apparenza, si presentano
riguardevoli. Apri il Sileno e troverai un maiale. Per contro vi sono alcuni che giudicandoli
dall’aspetto non li diresti neppure uomini, ma nel profondo dell’anima nascondono un angelo.
Mondano o cristiano
Ecco allora la differenza tra il mondano e il cristiano: il primo apprezza e persegue soprattutto ciò
che più vi è di evidente agl’occhi, mentre il secondo solo ciò che è invisibile agl’occhi e incorporeo,
giudicando ogni cosa secondo l’aspetto profondo.
Ma: l’opinione del popolo stima colui che si è arricchito, non importa con quale mezzo; per la
nobiltà è un semidio colui che possa risalire il proprio albero genealogico fino al leggendario
Ercole. Per queste persone la struttura fisica imponente, robusta, armoniosa, potente viene prima
della cura dell'anima.
Se Paolo distinguere tre parti: la carne, l’anima e lo spirito, la più vile, quella che l’apostolo rifiuta,
è proprio quella che il volgo desidera sopra ogni cosa.
Ecco il mondo capovolto dalla moltitudine. Le opinioni capovolte generano un rovesciamento dei
vocaboli. Si chiama giustizia rispondere al mare con il male.
Nel Vangelo troviamo che Cristo non volle distinguere i suoi né con abiti né con una cerimonia né
con cibi speciali, ma si doveva riconoscere che erano cristiani dal legame del vicendevole amore;
tra noi, invece, la concordia è rarissima, al punto che neanche il paganesimo conobbe tumulti più
pericolosi.
Metti mano alla spada per difendere quell'arredo, ma per preservare l'integrità dei costumi nessuno
estrae la spada di cui parla il Vangelo.
Desidero che i pontefici siano quanto più possibile ricchi, ma del Vangelo, delle ricchezze del cielo.
Essere sacerdote è qualcosa di celeste, di superiore all’uomo. Come può colui che saluta il popolo
con l'augurio della pace farsi poi promotore di guerre? Come può colui che ha messo anima e corpo
nel denaro insegnare al popolo cristiano il disprezzo della ricchezza? In che modo ci indicherà la
strada per il regno dei cieli colui che appartiene solo al regno del mondo?
Inoltre l’esercizio del potere riesce assai meno bene ai sacerdoti che ai laici, perché generalmente il
popolo obbedisce più volentieri ai laici e perché mentre quelli si adoperano per lasciare ai propri
figli uno stato il più possibile florido, questi, avendo raggiunto il potere per lo più nella vecchiaia,
lo gestiscono solo per sé. Aggiungi che il laico giungere al governo intenzionalmente, educato a
questo scopo fin dall’infanzia.
Già è difficile svolgere nel modo migliore l’incarico del principe, molto più difficile è comportarsi
da buon sacerdote. Ricoprire entrambi i ruoli è impossibile, si finirà inevitabilmente per adempiere
né ai doveri dell’uno né a quelli dell’altro.
Vedi come risultano diverse le cose invertendo i Sileni?
Vedi a che punto siamo arrivati? L’abate sa schierare l’esercito in ordine di battaglia, eppure non sa
essere una guida nella religione. Il vescovo è bene provvisto d’armi e cannoni ma gli manca la
parola quando si tratta di istruire, esortare, consolare. È armato di lance e catapulte, ma è
completamente digiuno di sacre scritture.
Metodo per raggiungere velocemente la vera
teologia
Quando per la prima volta mi apprestavo a pubblicare il Nuovo Testamento che avevo corretto,
preparai un testo integrativo sul metodo e sulla scrittura degli studi teologici, che era breve, ma lo
giudicai troppo lungo per essere posto ad introduzione dell'opera.
Adesso affronterò lo stesso argomento in modo molto più dettagliato cosicché esso possa essere o
aggiunto, come prefazionamento, oppure letto separatamente.
Dio parla a noi nei libri sacri, sempre che prendiamo parte al colloquio con animo puro.
Paolo definisce l’annuncio della sacra scrittura, una profezia; occorre quindi che prepari il tuo
cuore, per accoglierla. Si aggiunga pure un profondo desiderio di imparare.
Non devi però pensare di aver fatto dei progressi se disputerai con acume, ma se ti sentirai
trasformare, un poco alla volta, in qualcun altro. Quando si discute, occorre mantenere una certa
sobrietà e una somma temperanza d’animo, di modo che si dia un confronto, non uno scontro.
Le abitudini di alcuni fanno sì, che, quando hanno raggiunto il vertice e gli onori di questa
professione, essi diventano arroganti. Invece, una sapienza realmente teologica, in primo luogo è
semplice, pacifica, docile.
La prima preoccupazione consiste nell'apprendere bene tre lingue: il latino, il greco e l'ebraico,
perchè è noto come tutta la scrittura ci sia stata tramandata in queste lingue e perché alcune
peculiarità della lingua non possono essere tradotte in un idioma straniero mantenendo inalterata la
stessa luce. Molti copisti credono che, per questo motivo, alcuni testi siano stati corrotti; ma per il
momento non sta a noi smascherare l’ignoranza di certa gente, quanto piuttosto è nostro compito
invitare i giovani al miglior metodo di studio.
Per gran parte delle discipline è sommamente bello richiamarsi ai propri predecessori e ai propri
maestri. Siamo solo noi (i teologi) ad esserci discostati, in ogni modo, dal principe della nostra
filosofia (Cristo).
Il fine principale dei teologi è quello, di chiarire con sapienza le scritture sacre e di infiammare gli
animi di chi legge. Il futuro teologo deve esercitarsi in queste cose fin dagli incassi degli studi.
Sopraggiungerà un po' di luce per meglio comprendere il senso delle scritture se considereremo non
solo ciò che viene detto, ma anche da chi, a chi, con quali parole, In quale momento, in quale
occasione viene detto, che cosa lo precede e che cosa viene dopo.
Spesso, infatti, la collazione dei testi scioglie il nodo delle difficoltà, poiché quanto riferito in un
luogo in maniera oscura, è rilevato altrove con più chiarezza.
Tale considerazione della varietà delle epoche in cui si svolgono i fatti dissipa l’oscurità presenti nel
testo sacro. Per prima viene l’età che ha preceduto l’epoca di Cristo
• Segue poi quella in cui le tenebre della vecchia legge si sono diradate grazie alla luce
• del Vangelo
La terza epoca dovrebbe essere quella in cui Cristo rischiarava tutto il mondo tramite i
• miracoli e il suo insegnamento
La quarta epoca fu quando la religione di Cristo si diffuse e si affermò in tutto il mondo,
• introducendo nuove leggi.
Si può già passare alla quinta epoca, quella di una Chiesa che vacilla e degenera
• allontanandosi dall’originaria forza dello spirito cristiano.
A questo punto possiamo suddividere il popolo di Cristo i tre cerchi, tutti provvisti di un unico
centro, Gesù Cristo:
Occupano il primo cerchio coloro che sono i più vicini a Cristo: sacerdoti, abati,
• vescovi, cardinali e sommi pontefici.
Spetta a loro trasmettere la purezza e la luce di Cristo
al secondo cerchio, che racchiude i principi laici.
• il terzo cerchio è da riservare al popolo comune, alla parte più rozza, ma non per questo
• meno unita al corpo di Cristo.
Questi confini servono a mutare in meglio. I pontefici prescrivono di volta in volta ciò che sembra
più utile; per questo motivo non è possibile evitare che nei loro ordini vi sia talvolta qualcosa che si
rivolga alle passioni umane. Non rifiutare subito ciò che è stato da essi prescritto, ma valuta
attentamente: per prima cosa chiediti se ciò che viene ordinato è coerente alla dottrina evangelica (è
intollerabile che vengano quotidianamente fondate nuove dottrine e che per difendere queste
dottrine combattiamo più fieramente di quanto facciamo per gli insegnamenti di Cristo); sta figure e
gli oracoli dei profeti dei testi dell’antico testamento con quelli del nuovo testamento (non vi è