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Erasmo da Rotterdam - scritti religiosi e morali Pag. 1
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Estratto del documento

A mio parere, per quel che riguarda il libero arbitrio, quello che ci insegnano le Sacre Scritture

dovrebbe bastare. Dobbiamo credere che tutto quello che ci accade in questa vita, ci viene mandato

da lui per la nostra salvezza, e che nessuno può subire un’ingiustizia da parte di un Dio giusto per

natura, anche se a volte ci accade delle cose che ci sembra di non meritare.

Ci sono delle cose che Dio ha voluto che ci fossero del tutto ignote, come il giorno della

• nostra morte, e il giorno del giudizio finale

Alcune cose ha voluto che le intravedessimo, perché potessimo adorarlo in mistico

• silenzio

Alcune cose Dio ha voluto che ci fossero chiarissime, e a questa categoria appartengono

• le regole del bene vivere. Queste ultime cose le devono imparare tutti, le altre, è meglio

lasciarle a Dio.

Afferma Lutero, "tutto ciò che facciamo non avviene per il libero arbitrio, ma per pura necessità".

Chi potrebbe indursi ad amare con tutto il cuore un Dio che ha creato l’Inferno?

La sacra scrittura ha una sua lingua, che si adatta ai nostri sensi. In essa infatti Dio si arrabbia, si

addolora, si indigna, si infuria, minaccia, odia, e poi si commuove, si pente, cambia idea: non

perché questo genere di cambiamenti caratterizzino la natura di Dio, ma perché così è costretto a

parlare per la debolezza e la lentezza della nostra mente. La Sacra Scrittura, infatti, parla alla

maniera degli uomini, perché Dio non è soggetto a mutamenti.

Dai tempi degli apostoli fino ad oggi non c’è stato nessuno scrittore che negasse completamente il

valore al libero arbitrio, eccetto Manicheo e John Wyclif.

Innanzitutto, è innegabile che nelle Sacre Scritture vi siano molti luoghi che sembrano affermare

con chiarezza che l’uomo possiede il libero arbitrio. D’altra parte, nelle medesime Scritture, ve ne

sono altri che sembrano negarlo radicalmente. È peraltro indiscutibile che la Scrittura non può

presentare contraddizioni al suo interno, dunque, prenderò in esame i passi che confermano il mio

punto di vista, e poi cercherò disciogliere a mio vantaggio di passi che sembrano contraddirlo.

Per “libero arbitrio” intendo la forza della volontà umana, sulla quale l'uomo può fare leva per

raggiungere ciò che conduce alla salvezza eterna, oppure per seguire la strada opposta. Adamo, fu

creato in modo tale da possedere un criterio che permettesse di distinguere cosa desiderare e cosa

fuggire, ma ha anche ricevuto la volontà libera che lo mette nelle condizioni di potere, se vuole,

distogliersi dal bene e volgersi al male.

La ragione è per l'animo ciò che l'occhio è per il corpo. Essa è illuminata, in parte da una luce innata

e in parte dai precetti divini e dalle Sacre Scritture. Da ciò scaturisce per noi una triplice forma di

legge: La legge di natura: dice che è ingiusto fare ciò che non vorresti fosse fatto a te.

• La legge delle opere: E mette ordine e commina le piene. Essa prescrive ciò che non

• riusciamo a fare senza la grazia.

La legge della fede: essendo accompagnata da una grazia abbondante, prende non solo

• più facile, ma addirittura dolce ciò che di per sé è impossibile.

Libera volontà

La legge della fede lascia la possibilità di scegliere alla volontà, che egli ha creato libera di

rivolgersi verso il bene o verso il mare. Se la volontà non fosse stata libera, il peccato avrebbe

cessato di essere peccato.

Sebbene la libertà dell’arbitrio sia stata ferita dal peccato originale, non è morta, per opera della

grazia divina. È possibile individuare tre o quattro tipi di grazia:

La grazia naturale (o influsso naturale): è insita nella natura umana ed è stata viziata, ma

• non cancellata dal peccato. Essa rimane in comune a tutti gli uomini, anche a coloro che

perseverano nel peccato. Costoro sono infatti liberi di agire.

La grazia peculiare (o grazia stimolante): con la quale Dio, nella sua misericordia,

• spinge al pentimento un peccatore.

La grazia operante (grazia che rende efficace la volontà): il peccatore aiutato dalla

• grazia operante, ha disgusto di se stesso, sebbene, non si sia ancora liberato dall’amore

per il peccato.

La benignità divina fornisce a ciascuno, in questa vita, occasioni giuste tramite le quali ci si può

ravvedere. La grazia efficiente (grazia che conduce l’azione fino al suo fine): agisce in modo tale

• che nessun peccatore possa sentirsi sicuro di sé, ma che dall’altra parte nessuno arrivi

alla disperazione. Accade così che nessuno si perde se non per propria colpa.

Dio mostra ciò che è bene e ciò che è male, mostra le differenti ricompense di entrambi e lascia

all'uomo la libertà di scegliere. Sarebbe ridicolo dire “scegli” se uno non ha la possibilità di

dirigersi a piacere di qua o di là.

La Scrittura, infatti, non risuona quasi d’altro che di conversione, di impegno, di sforzarsi a una vita

migliore.

Che senso hanno tutti i comandamenti di Cristo se non si attribuisce alcuna importanza alla volontà

umana? Già soltanto per credere è necessario che nell’uomo il libero arbitrio possa esercitare

qualche funzione, poiché egli si sforza, o si rifiuta di credere.

La parola di Dio ci incita a impegnarci per non perdere la grazia di Dio, e così perdere noi stessi.

Ma, bisogna ricordarci che, se lo Spirito Santo agisce in qualcuno, lo fa in modo tale da lasciarlo

libero: la volontà dell'uomo è padrona di se stesso.

Dio ha misericordia di coloro che si pentono e permette che si indurisca il cuore di coloro che

agiscono sempre peggio disprezzando la sua bontà.

La misericordia di Dio previene la nostra volontà, la accompagna mentre lottiamo. Dio vuole

esattamente quello che prevede, ma se ciò non dovesse accadere non glielo impedisce, pur

avendone il potere. Mente, però, non si può dubitare che Dio, se vuole, non possano dare una

direzione diversa all'effetto naturale di tutte le cause secondarie.

Quanto è stato detto sembra contraddire l’uno con l’altro, ma torna facilmente ad accordarsi se si

congiunge lo sforzo della nostra volontà con l’aiuto della grazia divina.

Paolo distingue l’uomo carnale, che non è sapiente nelle cose di Dio, da quello spirituale, che

discerne ogni cosa.

Gli antichi ci dicono che alcuni germi di bene sono siti nelle menti, tramite i quali gli uomini in

qualche modo desiderano il bene, ma con l’aggiunta di passioni più terrene che spingono verso

obiettivi sbagliati.

Dunque, la volontà che può volgersi in questa o quella direzione si chiama arbitrio, e sebbene, a

causa dell’inclinazione al peccato essa sia forse più propensa al male che al bene, tuttavia nessuno è

costretto a fare il male se non con il proprio consenso.

Ma senza la grazia di Dio, nessuno può mantenere retto il percorso della propria vita. È per questo,

che tutti i giorni ci impegniamo con tutte le nostre forze.

Lutero considera infallibile quel Vangelo di Giovanni, al capitolo 15, "con ciò sia cosa che fuor di

me non possiate fare nulla". “Non fare nulla” si riferisce a chi non raggiunge ciò che si era prefisso,

sebbene spesso colui che fa uno sforzo in una direzione da qualche parte arriva. In questo senso è

verissimo che noi non possiamo fare niente senza Cristo. Noi non esistiamo, non viviamo e non ci

muoviamo senza Cristo. Ma da questo non consegue che il libero arbitrio non abbia alcun potere e

non possa essere usato dall’uomo. Il fatto che, dopo una caduta, la nostra volontà è spinta a fare di

meglio, dipende dal cielo; ma nel frattempo essa non resta inattiva. Quella che noi svolgiamo è una

parte minima, in quanto le opere umane per compiersi hanno bisogno del favore divino, Dio infatti

con la sua benevolenza garantisce il risultato finale dell’azione: “se il Signore non edifica la casa, in

vano vi faticano i costruttori”.

Dunque, la grazia e la volontà umana agiscono contemporaneamente, sebbene la grazia sia la causa

principale e la nostra volontà sia quella secondaria.

Secondo me, la chiave migliore per comprendere le sacre scritture è fare attenzione a quale sia il

problema trattato in ciascun luogo.

Dio vuole che preghiamo assiduamente, che vigiliamo, che combattiamo, che ci impegnamo per

conquistare il pegno della vita eterna. In tutto questo, egli ci assiste come un progettista assiste colui

che esegue l’opera, gli dice ciò che deve fare, mostra come lo deve fare, se ha cominciato a fare

qualcosa di sbagliato lo richiama, se manca di mezzi lo soccorre. L’opera viene attribuita al

progettista, senza il cui lavoro non si può fare nulla, e tuttavia nessuno ha mai detto che l’operaio

non ha fatto nulla.

Tutti i passi delle scritture che parlano dell'aiuto di Dio affermano contemporaneamente l'esistenza

del libero arbitrio: il fatto che dallo stesso passo sacro alcuni ricavassero un’interpretazione, e altri

un’altra è dipeso dal fatto che ciascuno aveva un problema diverso e interpretato ciò che leggeva

alla luce di ciò che aveva a cuore di risolvere.

L'uomo dipende completamente dal cenno di Dio, nelle promesse di Lui deve riporre tutta la propria

speranza e la propria fiducia.

Sono convinto che la vita scellerata che conduciamo noi cristiani non deriva da altro che da questa

nostra fede frigida e sonnacchiosa, per cui crediamo solo a parole. Alcuni pretendono infatti che in

noi agisca esclusivamente la grazia, che la nostra mente non sia in ogni cosa nient'altro che passiva.

Quelli che affermano che non esiste nessuna forma di libero arbitrio, ma che tutto avviene per

necessità assoluta, ammettono che Dio opera in ogni cosa non solo il bene, ma anche male. A me

sembra che questi raffigurano un dio quasi crudele che, per un peccato commesso da altri infierisce

su tutto il genere umano. Invece, Dio esiste e quello che fa non può non essere ottimo e bellissimo.

E contro coloro che pretendono che i loro dogmi siano importanti quanto le scritture canoniche, può

essere utile dire "l'uomo non è fatto che di menzogne”. Ma quando, alla ricerca della verità, si cerca

di porre dei punti fermi, io voto per la moderazione: un arto lussato non si cura storcendolo nel

senso opposto, va rimesso nella sua posizione naturale.

Se è evidente che la scrittura sacra, nella maggior parte dei suoi passi, o è resa oscura, oppure risulta

addirittura, a prima vista, contraddittoria, e ci costringe perciò a discostarci dal significato letterale e

a moderarne le affermazioni tramite le int

Dettagli
A.A. 2013-2014
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher beariassunti.net di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Dall'Olio Guido.