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A mio parere, per quel che riguarda il libero arbitrio, quello che ci insegnano le Sacre Scritture
dovrebbe bastare. Dobbiamo credere che tutto quello che ci accade in questa vita, ci viene mandato
da lui per la nostra salvezza, e che nessuno può subire un’ingiustizia da parte di un Dio giusto per
natura, anche se a volte ci accade delle cose che ci sembra di non meritare.
Ci sono delle cose che Dio ha voluto che ci fossero del tutto ignote, come il giorno della
• nostra morte, e il giorno del giudizio finale
Alcune cose ha voluto che le intravedessimo, perché potessimo adorarlo in mistico
• silenzio
Alcune cose Dio ha voluto che ci fossero chiarissime, e a questa categoria appartengono
• le regole del bene vivere. Queste ultime cose le devono imparare tutti, le altre, è meglio
lasciarle a Dio.
Afferma Lutero, "tutto ciò che facciamo non avviene per il libero arbitrio, ma per pura necessità".
Chi potrebbe indursi ad amare con tutto il cuore un Dio che ha creato l’Inferno?
La sacra scrittura ha una sua lingua, che si adatta ai nostri sensi. In essa infatti Dio si arrabbia, si
addolora, si indigna, si infuria, minaccia, odia, e poi si commuove, si pente, cambia idea: non
perché questo genere di cambiamenti caratterizzino la natura di Dio, ma perché così è costretto a
parlare per la debolezza e la lentezza della nostra mente. La Sacra Scrittura, infatti, parla alla
maniera degli uomini, perché Dio non è soggetto a mutamenti.
Dai tempi degli apostoli fino ad oggi non c’è stato nessuno scrittore che negasse completamente il
valore al libero arbitrio, eccetto Manicheo e John Wyclif.
Innanzitutto, è innegabile che nelle Sacre Scritture vi siano molti luoghi che sembrano affermare
con chiarezza che l’uomo possiede il libero arbitrio. D’altra parte, nelle medesime Scritture, ve ne
sono altri che sembrano negarlo radicalmente. È peraltro indiscutibile che la Scrittura non può
presentare contraddizioni al suo interno, dunque, prenderò in esame i passi che confermano il mio
punto di vista, e poi cercherò disciogliere a mio vantaggio di passi che sembrano contraddirlo.
Per “libero arbitrio” intendo la forza della volontà umana, sulla quale l'uomo può fare leva per
raggiungere ciò che conduce alla salvezza eterna, oppure per seguire la strada opposta. Adamo, fu
creato in modo tale da possedere un criterio che permettesse di distinguere cosa desiderare e cosa
fuggire, ma ha anche ricevuto la volontà libera che lo mette nelle condizioni di potere, se vuole,
distogliersi dal bene e volgersi al male.
La ragione è per l'animo ciò che l'occhio è per il corpo. Essa è illuminata, in parte da una luce innata
e in parte dai precetti divini e dalle Sacre Scritture. Da ciò scaturisce per noi una triplice forma di
legge: La legge di natura: dice che è ingiusto fare ciò che non vorresti fosse fatto a te.
• La legge delle opere: E mette ordine e commina le piene. Essa prescrive ciò che non
• riusciamo a fare senza la grazia.
La legge della fede: essendo accompagnata da una grazia abbondante, prende non solo
• più facile, ma addirittura dolce ciò che di per sé è impossibile.
Libera volontà
La legge della fede lascia la possibilità di scegliere alla volontà, che egli ha creato libera di
rivolgersi verso il bene o verso il mare. Se la volontà non fosse stata libera, il peccato avrebbe
cessato di essere peccato.
Sebbene la libertà dell’arbitrio sia stata ferita dal peccato originale, non è morta, per opera della
grazia divina. È possibile individuare tre o quattro tipi di grazia:
La grazia naturale (o influsso naturale): è insita nella natura umana ed è stata viziata, ma
• non cancellata dal peccato. Essa rimane in comune a tutti gli uomini, anche a coloro che
perseverano nel peccato. Costoro sono infatti liberi di agire.
La grazia peculiare (o grazia stimolante): con la quale Dio, nella sua misericordia,
• spinge al pentimento un peccatore.
La grazia operante (grazia che rende efficace la volontà): il peccatore aiutato dalla
• grazia operante, ha disgusto di se stesso, sebbene, non si sia ancora liberato dall’amore
per il peccato.
La benignità divina fornisce a ciascuno, in questa vita, occasioni giuste tramite le quali ci si può
ravvedere. La grazia efficiente (grazia che conduce l’azione fino al suo fine): agisce in modo tale
• che nessun peccatore possa sentirsi sicuro di sé, ma che dall’altra parte nessuno arrivi
alla disperazione. Accade così che nessuno si perde se non per propria colpa.
Dio mostra ciò che è bene e ciò che è male, mostra le differenti ricompense di entrambi e lascia
all'uomo la libertà di scegliere. Sarebbe ridicolo dire “scegli” se uno non ha la possibilità di
dirigersi a piacere di qua o di là.
La Scrittura, infatti, non risuona quasi d’altro che di conversione, di impegno, di sforzarsi a una vita
migliore.
Che senso hanno tutti i comandamenti di Cristo se non si attribuisce alcuna importanza alla volontà
umana? Già soltanto per credere è necessario che nell’uomo il libero arbitrio possa esercitare
qualche funzione, poiché egli si sforza, o si rifiuta di credere.
La parola di Dio ci incita a impegnarci per non perdere la grazia di Dio, e così perdere noi stessi.
Ma, bisogna ricordarci che, se lo Spirito Santo agisce in qualcuno, lo fa in modo tale da lasciarlo
libero: la volontà dell'uomo è padrona di se stesso.
Dio ha misericordia di coloro che si pentono e permette che si indurisca il cuore di coloro che
agiscono sempre peggio disprezzando la sua bontà.
La misericordia di Dio previene la nostra volontà, la accompagna mentre lottiamo. Dio vuole
esattamente quello che prevede, ma se ciò non dovesse accadere non glielo impedisce, pur
avendone il potere. Mente, però, non si può dubitare che Dio, se vuole, non possano dare una
direzione diversa all'effetto naturale di tutte le cause secondarie.
Quanto è stato detto sembra contraddire l’uno con l’altro, ma torna facilmente ad accordarsi se si
congiunge lo sforzo della nostra volontà con l’aiuto della grazia divina.
Paolo distingue l’uomo carnale, che non è sapiente nelle cose di Dio, da quello spirituale, che
discerne ogni cosa.
Gli antichi ci dicono che alcuni germi di bene sono siti nelle menti, tramite i quali gli uomini in
qualche modo desiderano il bene, ma con l’aggiunta di passioni più terrene che spingono verso
obiettivi sbagliati.
Dunque, la volontà che può volgersi in questa o quella direzione si chiama arbitrio, e sebbene, a
causa dell’inclinazione al peccato essa sia forse più propensa al male che al bene, tuttavia nessuno è
costretto a fare il male se non con il proprio consenso.
Ma senza la grazia di Dio, nessuno può mantenere retto il percorso della propria vita. È per questo,
che tutti i giorni ci impegniamo con tutte le nostre forze.
Lutero considera infallibile quel Vangelo di Giovanni, al capitolo 15, "con ciò sia cosa che fuor di
me non possiate fare nulla". “Non fare nulla” si riferisce a chi non raggiunge ciò che si era prefisso,
sebbene spesso colui che fa uno sforzo in una direzione da qualche parte arriva. In questo senso è
verissimo che noi non possiamo fare niente senza Cristo. Noi non esistiamo, non viviamo e non ci
muoviamo senza Cristo. Ma da questo non consegue che il libero arbitrio non abbia alcun potere e
non possa essere usato dall’uomo. Il fatto che, dopo una caduta, la nostra volontà è spinta a fare di
meglio, dipende dal cielo; ma nel frattempo essa non resta inattiva. Quella che noi svolgiamo è una
parte minima, in quanto le opere umane per compiersi hanno bisogno del favore divino, Dio infatti
con la sua benevolenza garantisce il risultato finale dell’azione: “se il Signore non edifica la casa, in
vano vi faticano i costruttori”.
Dunque, la grazia e la volontà umana agiscono contemporaneamente, sebbene la grazia sia la causa
principale e la nostra volontà sia quella secondaria.
Secondo me, la chiave migliore per comprendere le sacre scritture è fare attenzione a quale sia il
problema trattato in ciascun luogo.
Dio vuole che preghiamo assiduamente, che vigiliamo, che combattiamo, che ci impegnamo per
conquistare il pegno della vita eterna. In tutto questo, egli ci assiste come un progettista assiste colui
che esegue l’opera, gli dice ciò che deve fare, mostra come lo deve fare, se ha cominciato a fare
qualcosa di sbagliato lo richiama, se manca di mezzi lo soccorre. L’opera viene attribuita al
progettista, senza il cui lavoro non si può fare nulla, e tuttavia nessuno ha mai detto che l’operaio
non ha fatto nulla.
Tutti i passi delle scritture che parlano dell'aiuto di Dio affermano contemporaneamente l'esistenza
del libero arbitrio: il fatto che dallo stesso passo sacro alcuni ricavassero un’interpretazione, e altri
un’altra è dipeso dal fatto che ciascuno aveva un problema diverso e interpretato ciò che leggeva
alla luce di ciò che aveva a cuore di risolvere.
L'uomo dipende completamente dal cenno di Dio, nelle promesse di Lui deve riporre tutta la propria
speranza e la propria fiducia.
Sono convinto che la vita scellerata che conduciamo noi cristiani non deriva da altro che da questa
nostra fede frigida e sonnacchiosa, per cui crediamo solo a parole. Alcuni pretendono infatti che in
noi agisca esclusivamente la grazia, che la nostra mente non sia in ogni cosa nient'altro che passiva.
Quelli che affermano che non esiste nessuna forma di libero arbitrio, ma che tutto avviene per
necessità assoluta, ammettono che Dio opera in ogni cosa non solo il bene, ma anche male. A me
sembra che questi raffigurano un dio quasi crudele che, per un peccato commesso da altri infierisce
su tutto il genere umano. Invece, Dio esiste e quello che fa non può non essere ottimo e bellissimo.
E contro coloro che pretendono che i loro dogmi siano importanti quanto le scritture canoniche, può
essere utile dire "l'uomo non è fatto che di menzogne”. Ma quando, alla ricerca della verità, si cerca
di porre dei punti fermi, io voto per la moderazione: un arto lussato non si cura storcendolo nel
senso opposto, va rimesso nella sua posizione naturale.
Se è evidente che la scrittura sacra, nella maggior parte dei suoi passi, o è resa oscura, oppure risulta
addirittura, a prima vista, contraddittoria, e ci costringe perciò a discostarci dal significato letterale e
a moderarne le affermazioni tramite le int