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La percezione collettiva di sé

I gentili, cioè i non ebrei, i cristiani in particolare per gli ebrei erano degli idolatri allo stesso modo dei politeisti pagani; la situazione degli ebrei nella società della diaspora, rendeva però essenziale alla loro sopravvivenza materiale il rapporto con i gentili. Quindi i testi furono reinterpretati in modo da rendere lecito questo rapporto senza intaccare i principi religiosi.

Gli ebrei nonostante il loro esilio, Galut, ebbero rapporti costanti con la terra d'Israele, anche se lontani, la Palestina non è mai stata abbandonata del tutto dagli ebrei. Spesso i vecchi si recano in Terrasanta per esservi seppelliti, ma anche i giovani a studiare, a formarsi nelle accademie di Gerusalemme e di Safed. L'esistenza di un polo di riferimento come la terra d'Israele non implica la necessità di costruire una strategia di ritorno, che per il movimento resta affidata a sogni messianici, quindi gli ebrei.

hannoun'idea di provvisorietà della loro permanenza nel mondo cristiano.

L'ORGANIZZAZIONE COMUNITARIA

La comunità ebraica nasce nell'Europa medioevale, senza veri e propri precedenti nell'organizzazione politica e sociale degli ebrei nel periodo antico, essa nasce come organizzazione collettiva della vita degli ebrei dentro la società cristiana, e quindi nella diaspora.

Le comunità di riferimento sono le comunità ebraiche ashkenazite del XII secolo, quelle italiane del 400, quelle polacche del XVII secolo, quelle spagnole del 2-300, quelle seicentesche di derivazione marrana.

La società ebraica quale si è articolata attraverso il lungo periodo dal II e al XVIII secolo è stata definita col termine di società tradizionale, si tratta di un sapiente dosaggio di vecchio e di nuovo. Il fondamento giuridico di questa società è la Legge, espressa nei testi esegetici, cioè l'interpretazione.

della Torah tramandato dalla sapienza rabbinica, la legge rappresenta l'elemento di conservazione. Mentre lo strumento delle taqqanot (crediti e ordinanze) sono l'elemento di mutamento, che risente delle contingenze storiche e adegua lo strumento giuridico tradizionale al tempo e alle sue necessità. Le comunità nel mondo italiano venivano chiamate communitas hebreorum o universitas hebreorum, era però un'entità che implicava un riconoscimento esterno da parte delle autorità cristiane. L'organizzazione comunitaria prevedeva un certo numero di ebrei, che richiedeva un organismo di direzione, la creazione di una sinagoga e di un bagno rituale, di un forno e di un macello. La struttura che dirige l'organizzazione comunitaria varia a seconda del luogo e del tempo; in generale era un'assemblea nella quale aveva diritto al voto solo chi pagava le tasse comunitarie. Dopo il XIII secolo, in seguito alla tendenza rabbinica aconfini delle singole comunità portò alla creazione di organizzazioni intercomunali. Queste organizzazioni avevano il compito di coordinare le attività delle diverse comunità e di risolvere eventuali controversie tra di loro. Le organizzazioni intercomunali erano composte da rappresentanti delle diverse comunità ebraiche e avevano il potere di emettere ordinanze che dovevano essere rispettate da tutte le comunità aderenti. Queste ordinanze riguardavano principalmente questioni rituali e legali, ma potevano anche riguardare questioni amministrative e finanziarie. Le organizzazioni intercomunali avevano anche il compito di nominare i rabbini comunitari e di supervisionare il loro operato. In questo modo si cercava di garantire una certa uniformità nelle pratiche religiose e di evitare conflitti tra le diverse comunità. Tuttavia, non tutte le comunità aderivano alle organizzazioni intercomunali e alcune preferivano mantenere la propria autonomia. Questo portava spesso a tensioni e conflitti tra le diverse comunità e tra le organizzazioni intercomunali stesse. Nonostante le difficoltà, l'organizzazione intercomunale rappresentava un importante passo verso una maggiore centralizzazione e unificazione delle comunità ebraiche nel medioevo.

Il confine comunitario era però viva e trovò tra il XII e il XVI secolo uno strumento frequente nella convocazione di sinodi extracomunali in Italia, Francia, Spagna e Germania. Queste assemblee non erano prive di rapporto con lo sviluppo delle forme comunali nell'Europa cristiana, e principalmente in Italia da dove derivano modelli e ambiti di funzionalità. I decreti sinodali avevano ampie giurisdizioni e coprivano ogni sorta di ambito, da quelli rituali e comportamentali all'imposizione di tasse regionali, all'eliminazione di leggi suntuarie. (...non terminato)

La società interna all'omogeneità interna alla comunità, nel mondo ebraico dipende dalla forte mobilità naturale di questo popolo, accresciuta dalle migrazioni imposte dalle persecuzioni esterne. Questo determinò soprattutto nell'Italia del Rinascimento e nelle comunità dell'età moderna, una situazione in cui gli ebrei di diversa

origine etnica si trovavano a convivere. Tuttavia la società comunitaria generalmente presenta una certa omogeneità sociale, anche nei casi in cui la differenziazione e il conflitto erano forti. Le minacce a cui la comunità era sottoposta rendevano necessario creare la coesione e ammorbidire le tensioni interne. In Spagna ad esempio le comunità erano caratterizzate da una forte conflittualità interna, provocata dall'iniqua distribuzione della ricchezza e dalle lotte tra le famiglie. In Italia, Venezia e Roma hanno comunità assai diversificate socialmente, a Roma vi era una forte conflittualità interna, che porta a risse, violenze e furti ma anche a liti civili su affitti, eredità o affari. In generale però la coesione interna comunitaria aveva la meglio sulle spinte disgregatrici, perché il contenimento delle tensioni sociali viene ad identificarsi con il mantenimento culturale e la difesa dell'identità.religiosa. Oltre che per motivi sociali, le tensioni potevano nascere per diversità etniche interne alla comunità che implicavano conflitti culturali. Ad esempio, a Roma la comunità fu disturbata dall'afflusso dei profughi seguito al 1492, che divise gli ebrei italiani dagli ebrei oltremontani. Daniele da Pisa nel 1524 scrisse dei Capitoli che introducevano la riforma della comunità romana, distribuendo la rappresentanza degli incarichi comuni tra italiani ed oltremontani, confermando il carattere etnico dei conflitti. Tuttavia, questi capitoli promossero un'unità reale tra sefarditi ed italiani, avviando le diverse etnie verso una progressiva amalgamazione. Dopo la seconda metà del 500, i matrimoni misti divennero più frequenti, così come i patti commerciali e gli affari tra le due etnie ebraiche. Quindi, l'appartenenza alle varie sinagoghe non era rigida come potrebbe far pensare la loro denominazione di provenienza.

Cioè scola tempio (italiana), scolasiciliana, catalana, aragonese ecc. l'istituto era elastico e si sceglieva liberamente senza obblighi. (...)

LA STRUTTURA FAMILIARE

Accanto all'organizzazione politica attraverso la struttura comunitaria, è all'organizzazione sociale che veniva affidata la trasmissione dell'identità ebraica. Un ruolo fondamentale era quello della famiglia, che rappresenta il nucleo intorno a cui ruotano non solo la vita quotidiana ma anche le forme stesse della ritualità, della socialità, l'ideale di castità e molto forte, così come la del sapere. Nel mondo cristiano sublimazione della sessualità, nel mondo ebraico la castità è al contrario guardata con sospetto e la vita matrimoniale è il compimento della persona nella sua religiosità. Le alla sessualità non nascono dal perorare l'astinenza, ma dalle regole ed i divieti ebraici regole di.

impurità rituale che limitano la donna nel periodo mestruale. Si tratta di una concezione basata sul rifiuto del sangue, mentre il sistema cristiano rifiuta la sessualità. L'adempimento del marito del debito coniugale, l'onah è un obbligo rigoroso della vita matrimoniale e se disatteso può essere causa di rottura del matrimonio stesso. La famiglia ebraica è patriarcale, l'uso poligamico, consentito nella Bibbia è già nell'XI secolo, viene formalmente abolito in un'ordinanza scomparso quando emanata da Rabbenu Gershom, una delle figure più importanti del mondo ebraico tedesco. Questa universalmente adottata in Francia e Germania, fu estesa molto tardi all'area tqqanah spagnola. Il matrimonio ebraico non è indissolubile come quello cristiano ma prevede l'esistenza del divorzio, istituto che nasce come riservato all'uomo che deve get, ripudiare la moglie e quindi diviene subordinato al

consenso della moglie. Anche la donna poteva però invocare il divorzio, seguendo una dettagliata normativa che regolava i casi di rottura dell'armonia familiare definendo le modalità economiche di divorzio. Nonostante il carattere patriarcale della famiglia alla donna si garantivano sicurezze economiche ed affettive, che la proteggevano dalla situazione di moglie abbandonata. Le donne maltrattate dai mariti esistevano, ma godevano della protezione delle corti rabbiniche e del mondo ebraico circostante, a differenza del mondo cristiano, i maltrattamenti alla moglie erano considerati unanimemente riprovevoli. La donna ha nella vita ebraica una parte fondamentale, la trasmissione dell'identità ebraica è affidata alla madre. Il ruolo del padre è un ruolo giuridico, mentre quello della madre è naturale, il legame materno è considerato come indissolubile. La famiglia è al centro della ritualità ebraica, nello spazio della casa.vi è espressione religiosa, e qui il ruolo della donna è fondamentale, anche se nella vita religiosa pubblica la donna rimane subordinata. La famiglia ebraica appare come una famiglia nucleare, che comprende soltanto 2 generazioni, quella dei genitori e quella dei figli, vi è ampio spazio all'affettività, vi è una struttura interna e una morale familiare. Ci sono però dei casi ove il matrimonio era combinato e stabilito dalle rispettive famiglie, cosa che avveniva anche nel mondo cristiano, e chiaramente questa condizione dava luogo a matrimoni clandestini, osteggiati con delle ordinanze specifiche. IV GLI EBREI IN SPAGNA UNA STORIA DIVERSA Antica è la presenza di ebrei in Spagna, filtrata da miti e leggende della memoria storica, infatti venne identificata con la biblica Sefarad, probabilmente l'antica Sardi, in Asia Minore, come riferimento agli esiliati di Gerusalemme che sono in Sefars, di qui il nome di Sefarad dato in ebraico allaSpagna e il termine sefaridi, con cui tutt’ora vengono designati.
Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
65 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia Moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Foa Anna.