vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il fondamento del diritto civile e l'uomo come essere sociale
La maggior parte degli studiosi del diritto, nel ricercare un fondamento al diritto civile, affermano che l'uomo è un animale atto per nascita alla società. L'uomo, o per natura o in quanto è uomo, trova sin dalla nascita spiacevole la solitudine e desidera aggregarsi l'uno con l'altro; ma le società civili non sono semplici aggregazioni naturali, bensì alleanze strette mediante patti e fede. Questi patti restano però ignoti ai bambini e agli ignoranti e questa loro esclusione permette di affermare che l'uomo è reso atto alla società non dalla nascita (altrimenti ne sarebbero coinvolti anche i bambini e gli ignoranti senza distinzione) ma dall'educazione. Ogni unione spontanea è supportata dal bisogno reciproco o dal desiderio di gloria: coloro che si uniscono ricercano onore e stima presso l'altro. Onore e gloria sono classificabili come piaceri dell'animo e non dei sensi e pertanto non si tratta di beni utili.Il cuore della società civile non risiede però nella benevolenza degli uomini, ma nel timore reciproco.La causa di questo timore consiste nell'uguaglianza naturale di tutti gli uomini e nella volontà di nuocersi l'un l'atro. Tutti gli uomini sono uguali fra loro, la differenza è introdotta dalla legge civile.Ciascun uomo è portato a desiderare ciò che per lui è un bene e a fuggire il male (ovviamente il male peggiore è rappresentato dalla morte); perciò non è assurdo né irragionevole che si ci adoperi per preservare il corpo dai mali e dal dolore.Ciò che rispetta i canoni della retta ragione *= atto di ragionare proprio di ciascuno (proprio come evitare i mali per perseguire il bene) è detto diritto: il diritto non è altro che una libertà che ciascuno ha di usare le proprie facoltà naturali secondo la retta ragione .Il fenomenoultimo della ragione naturale è difendere la propria vita per quanto è il proprio potere. Avendo però ciascuno il diritto di conservarsi, ciascuno deve avere anche a disposizione tutti i mezzi per poterlo fare. Queste sono le premesse che Hobbes pone prima di passare alla descrizione dello Stato di natura. La natura ha dato a ciascuno il diritto a tutte le cose e ciò ha comportato che nello stato di natura sia lecito a tutti possedere tutte le cose; l'unità di misura dello stato di natura è l'utilità. Per gli uomini non è stato un bene avere tale diritto perché si è creata una situazione di grave disordine. L'effetto del diritto su tutte le cose è che non esiste alcun diritto: ogni uomo può dire di possedere una tal cosa e questa stessa cosa può essere contemporaneamente posseduta da altri uomini. Appare evidente che lo stato in cui vivevano gli uomini prima di riunirsi in una
società era uno stato di guerra di tutti contro tutti: tale guerra ovviamente non avrebbe avuto mai fine e non avrebbe avuto vincitori a causa dell'uguaglianza dei contendenti. Il desiderio di superare questo stato di guerra è però comune poiché ciascuno desidera il proprio bene e nessuno pensa che la guerra sia un bene. Per paura reciproca, allora, l'uomo decide di uscire dallo stato di guerra cercando dei soci affinché si combatta insieme. Cercare degli aiuti quando si ricerca la pace e non la si può ottenere senza è la prima legge naturale e da essa derivano tutte le altre. Le altre leggi naturali, oltre che prescrivere i modi in cui procurare la pace o la difesa, prescrivono di non conservare certi diritti ma di trasferirli o abbandonarli. Chi non recede, perciò, un proprio diritto contro le ragioni della pace, agisce contro la legge naturale. Un uomo che recede da un proprio diritto vi rinuncia in assoluto (dichiara)diritto e lo concede a qualcun altro. Questo può avvenire tramite un atto di cessione o di vendita, dove il titolare del diritto lo trasferisce a un'altra persona. Il trasferimento di un diritto può avvenire anche per successione, ad esempio quando una persona eredita un diritto da un parente defunto. È importante sottolineare che il trasferimento di un diritto non comporta solo la cessione del diritto stesso, ma anche delle eventuali obbligazioni ad esso collegate. In altre parole, chi trasferisce un diritto si libera anche degli eventuali doveri e responsabilità ad esso legati. In conclusione, il trasferimento di un diritto è un'operazione che permette a una persona di concedere il proprio diritto a un'altra persona, che ne diventa il nuovo titolare.