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SEDIZIONI
Cause interne che dissolvono lo Stato:
In uno Stato i cui cittadini sono in agitazione, vi sono due cose da considerare:
- dottrine e passioni contrarie alla pace
- persone che eccitano e dirigono chi è già disposto a prendere le armi
1. la conoscenza, il giudizio del bene e Nello stato naturale è dottrina vera, ma nella
società civile è falsa. Bisogna stimare come
del male spetta ai singoli buono ciò che il legislatore ha comandato e
come cattivo ciò che ha proibito.
2. i sudditi peccano quano eseguono Peccato è ciò che si fa contro coscienza, ma
bisogna distinguere. Se agisco credendo di
ordini che sembrano loro ingiusti peccare, pecco. Ma se agisco credendo di
peccare per un ordine altrui, non pecco. Se
servo in guerra per ordine dello Stato credendo
la guerra sia ingiusta, non sto peccando, anzi
pecco se mi rifiuto di servire in guerra, perchè
mi arrogherei la conoscenza del giusto.
3. il tirannicidio è lecito
4. colui che detiene il potere supremo è Lo Stato non può obbligarsi verso se stesso
(nessuno è obbligato se non verso qualcun
sottoposto alle leggi civili altro) nè verso un cittadino (le singole volontà
dei cittadini sono comprese nella volontà unica
dello Stato). I cittadini possono a volte
chiamare in giudizio lo Stato e agire legalmente
nei suoi confronti, con riguardo non a ciò che lo
Stato può fare ma a ciò che ha voluto fare con
una determinata legge.
5. il potere supremo è divisibile Alcuni lo dividono e assegnano pace terrena a
uno e salute dell'anima ad altro, oppure potestà
di guerra e pace ad un uomo e diritto di esigere
denaro ad altro. Gli uomini sono in tal modo
distolti dall'obbedienza alle leggi.
6. fede e santità non si acquistano con lo E allora perchè giudichiamo ciò che si deve fare
e non fare in base ai precetti di chi ha il potere e
studio e la ragione, ma sono infuse o non in base alla propria ispirazione ? Si
ispirate per via soprannaturale tornerebbe a conoscenza privata di bene e male
7. i singoli cittadini hanno dominio Nello Stato naturale nessuno ha qualcosa per
diritto, tutte le cose sono comuni a tutti. Nella
assoluto sulle cose che possiedono società civile si è ceduto il proprio diritto allo
Stato: la proprietà viene dallo Stato.
8. non essere in grado di distinguere il Il popolo è uno, ha volontà unica, regna in ogni
Stato (nella monarchia è il popolo che ha
popolo e la moltitudine assegnato il potere ad un solo uomo). La
moltitudine sono i cittadini, i sudditi.
1. miseria Mancanza di cose necessarie a conservare vita e
dignità. Non è colpa del governo dello Stato:
imposte e tributi sono il salario di chi vigila. Chi
si lamenta imputando la povertà agli stipendi
pubblici è come se dicesse di essere divenuto
povero per saldare i propri debiti.
2. chi gode di ozio e manca di cariche L'ozio induce a discutere della cosa pubblica.
Essi si ritengono preparati ad amministrare gli
affari più importanti. Ma poichè non sono ciò
che credono di essere e anche lo fossero non
tutti vengono chiamati perchè son moltitudine,
desiderano esito infelice delle decisioni
pubbliche e attendono per introdurre novità.
3. speranza di vincere Sono necessarie: numero, strumenti (armi e
approvvigionamenti), capo cui si obbedisce
spontaneamente e fiducia reciproca.
4. eloquenza Sommuove passioni dell'animo, intesse il
discorso da opinioni già accolte, è l'arte della
(ha accezione duplice ! Da non confondere retorica, il suo fine è la persuasione e la vittoria.
con l'eloquenza intesa come esposizione È quasi sempre disgiunta dalla saggezza. È il
chiara di pareri e concetti, che parte da carattere di coloro che eccitano e spingono il
principi veri, che segue una logica, il cui fine è popolo alle innovazioni. Legano i maldisposti
la verità e che non è mai disgiunta dalla ad una fazione o cospirazione e li spingono
saggezza). all'azione, a volte impadronendosi della
repubblica ma più spesso lacerandola e
suscitando una guerra civile.
Doveri di chi ha il potere supremo
Il potere supremo può essere considerato in base a:
- diritto: legittimità delle decisioni prese e delle azioni compiute
- esercizio: modo diretto o indiretto di esercitarlo. Il modo diretto è in prima
persona mentre il modo indiretto è mediante giudici, funzionari, ministri.
Massima dei doveri
La salute del popolo è la legge suprema.
Chi ha il potere supremo non è soggetto a leggi e comandi, ma è suo dovere
obbedire alla retta ragione, quindi alla legge naturale.
Egli deve agire in vista della pace e della salute. Colui che detiene il potere supremo
e non lo usa per la salute del popolo agisce contro la legge naturale.
Il termine popolo non va inteso come la persona civile unica dello Stato, ma come
una moltitudine, una pluralità di cittadini che sono governati.
Poichè ciascuno ha un'idea particolare e diversa del proprio bene e della propria
salute, questa idea va considerata dal sovrano in base a leggi universali, sforzandosi
in ogni modo di far sì che si trovi bene il maggior numero di cittadini, e per quanto
più a lungo sia possibile. Inoltre, a volte conviene per la salute della maggioranza,
che capiti qualche male a colui che è malvagio.
La salute non riguarda solamente la conservazione della vita, la sopravvivenza, ma
una vita per quanto possibile felice. È questo lo scopo degli stati istitutivi. Gli uomini
si sono riuniti spontaneamente al fine di vivere in modo piacevole. Chi ha il potere
deve procurare ai cittadini tutti i beni necessari non solo alla vita ma anche al
diletto. Quelli che invece hanno conquistato il potere con le armi – origine naturale
– devono fornire non solo i mezzi idonei per vivere ma anche quelli per mantenersi
forti, in modo da essere eventualmente capaci di combattere.
Per quanto Hobbes parli di dovere del sovrano di mantenere delle condizioni di
benessere, poi in realtà la condizione sulla quale si gioca la tenuta del sovrano è la
sua capacità o meno di garantire le condizioni minime vitali. È questo il motivo
stesso per cui gli uomini si sono uniti, stringendo un patto. È questo che spinge gli
uomini ad uscire dallo stato di natura ed è il punto su cui si gioca tutta l'obbedienza.
Prescrivere agli uomini il modo in cui essere felici è ambiguo: il sovrano garantisce il
diritto ad essere felici ma è egli stesso che decide il modo in cui esserlo.
Vantaggi dei cittadini
Difesa dai nemici esterni
• Conservazione della pace eterna
• Prosperità e ricchezza, sempre compatibile con la sicurezza pubblica
• Libertà innocua, che non nuoce agli altri
•
1. Difesa
Tra i vari Stati vi è perennemente uno stato di guerra, quindi lo stato naturale.
Quando due stati cessano di combattere non si parla di pace bensì di tregua.
Per la difesa del popolo sono necessarie due cose : essere preavvisati e premuniti.
Spie : è necessario che vi sia chi spia e preveda i piani e le mosse di tutti coloro
• che possono nuocere allo Stato. Le spie sono paragonate alla funzione dei
raggi di luce per l'anima umana. Chi ha il potere, senza avere spie, non può
venire a conoscenza di quello che occorre alla difesa dei suoi sudditi.
Premunizioni : se si vuole che lo Stato sia salvo, si devono raccogliere soldati-
• armi-denaro in tempo di pace, per il tempo di guerra. Premunirsi significa
avere pronti un esercito stabile e addestrato, le armi, la flotta, le fortezze, il
denaro. Non solo è per i cittadini lecito inviare spie, mantenere soldati,
costruire fortezze, esigere denaro per queste cose: è anche illecito non farlo.
2. Conservazione della pace
mediante le opinioni : tra le cose che turbano la pace vi sono le dottrine
• perverse. È quindi dovere di chi ha il potere supremo sradicare queste
dottrine dagli animi degli uomini per insegnare quelle contrarie. Poichè le
opinioni non possono essere imposte all'animo comandando, bensì
insegnando, occorre introdurre la dottrina sana iniziando dalle università.
mediante eguali oneri pubblici : tra le cose che turbano la pace vi è la
• miseria, che è fattore destabilizzante. Secondo Hobbes questa miseria non
può sempre venire imputata a coloro che governano lo Stato. Ciò può essere
fatto solamente quando gli oneri dello Stato vengono distribuiti tra i cittadini
in maniera ineguale: se molti si sottraggono, diviene per altri pregiudizievole.
Gli uomini non sopportano la diseguaglianza. È dovere di chi ha il potere
distribuire gli oneri pubblici in modo eguale. Sorge il problema dell'equità
fiscale: tutti godono ugualmente della pace ma i benefici derivanti dalla pace
sono diversi. Hobbes pone l'alternativa tra tassare le persone, in modo che
contribuiscano in rapporto alla ricchezza, oppure tassare le cose stesse, in
modo che ciascuno contribuisca in base alle cose che consuma. Tra i due
predilige il secondo metodo, perchè il primo penalizza chi è più parsimonioso
rispetto a chi dissipa con prodigalità.
ricompense per gli obbedienti / pene per faziosi : tra le cose che turbano la
• pace vi è l'inquetudine dell'animo che deriva dall'ambizione (ricerca di onori).
Alcuni uomini credono di essere più saggi di altri e più competenti nel
governare rispetto a coloro che governano nel presente. Non si può estirpare
dall'animo dell'uomo ambizione e brama di onori. Il dovere dello Stato è
favorire i cittadini obbedienti mediante ricompense e reprimere con il potere i
faziosi. In nessun altro modo si può conservare potenza pubblica e quiete.
sciogliere fazioni : tra le cose che turbano la pace vi sono le fazioni, gruppi di
• cittadini uniti da patti, senza l'autorizzazione di colui che detiene il potere
supremo. È una sorta di stato nello Stato, e in quanto tale rischia di
compromettere l'unità della Repubblica. I vari stati si trovano tra di loro nello
stato naturale, nello stato di guerra. In questo senso, i sovrani che
permettono le fazioni è come se accogliessero entro le mura un nemico.
3. Prosperità e ricchezza
Hobbes individua quattro fattori in grado di determinare la ricchezza dei cittadini: il
lavoro, la parsimonia, il prodotto naturale della terra e dell'acqua, le armi. Solo i
primi due fattori sono però necessari, in quanto consentono di prosperare in
assenza di altre risorse. Il sovrano deve utilizzare le leggi per promuovere le arti ch