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8. UNO STATO MODERNO E ASSOLUTO?

Per indicare la tipologia di formazione territoriale di gran parte dell’Europa della 1ma età moderna si utilizzano le

categorie di Stato moderno o di Stato assoluto. La prima si riferisce all’ambito cronologico, mentre la seconda, che

utilizza il lemma assoluto, sottolinea la natura del potere esercitata dal detentore, sciolta da ogni vincolo nei confronti

di altre stanze superiori. Il lemma stato era regno dei regimi monarchici e signoria e in quelli di base repubblicana.

Elementi tipici dello Stato furono gli eserciti permanenti, gli apparati burocratici e diplomatici ed un sistema fiscale

nuovo. Le guerre hanno accentuato la nascita di uno Stato moderno con il rafforzamento del potere nelle mani del re

e la riduzione del potere delle grandi casate aristocratiche. Le elite locali percepivano lo Stato ed il sovrano come re e

distributore di ricchezze, cui tributavano fedeltà per mantenere la loro condizione.

Da qui lo sviluppo di fenomeni come la corruzione, nepotismo, favoritismo. La corte non fu solo un luogo di

frivolezze e di inganni, ma anche centro del potere e di incivilimento e disciplinamento delle aristocrazie.

CAPITOLO 6: LE GUERRE DEL RE, LE GUERRE DEI POPOLI

1. LE DIFFICOLTA’ DEGLI ASBURGO, LA RIPRESA DELLA FRANCIA.

Il 600 si aprì all’insegna della pace.

- Nel 1598 Filippo II così fine i conflitti con la Francia (Vervins),

- Nel 1604 Filippo III stipulò la pace con l’Inghilterra e

- nel 1609 una tregua di 12 anni con le Province Unite, a seguito di alcuni insuccessi militari.

Agli inizi del seicento la Castiglia appariva fortemente provata e priva di risorse, nonché di uomini (nel 1601 pestilenza

fece 600mila morti, a ciò, si aggiunse l’espulsione dei moriscos). Tra intellettuali e gli uomini di governo si fece viva la

consapevolezza che la monarchia era ormai giunta ad un punto morto, in netto declino. Degli economisti, detti

arbitristas (da arbitrios= consiglio), ossessionati dal forte calo della popolazione, indicarono quali fossero i problemi

da risolvere ed alcuni rimedi per risolverli. Ma questi loro consigli dovettero far i conti con il partito militarista ( che

portò la Spagna ad affrontare nuove guerre). Finché non furono sottoposti alla prova delle guerre il prestigio politico e

la potenza militare della Spagna rimasero intatti.

- Diversa fu la situazione per quanto riguarda la famiglia degli Asburgo.

A Ferdinando I, fratello di Carlo V, succedettero Massimiliano II, Rodolfo II e Mattia. Tra questi il più rilevante fu

il secondo: egli si servì di artisti, scienziati, alchimisti ed era noto per la sua personalità stravagante. Spostò la sua

residenza da Vienna a Praga, la quale si arricchì di chiese e residenze nobiliari; visse un periodo di splendore, a

differenza di Ferdinando II, che invece visse una forte lotta contro i protestanti. Queste complicazioni fecero sì che la

Francia tornasse ad un posto primario all’interno della situazione internazionale.

- Con Enrico IV di Borbone, la Francia si riprese dai danni che le erano stati provocati dalla guerra. Molti però non

avevano dimenticato il passato da ugonotto del re, che nel 1610 venne infatti ucciso. L’assassinio del re sembrò

interrompere la ripresa della Francia.

Invece, a soli 9 anni, con la reggenza della madre Maria de Medici, salì al trono Luigi XIII. La situazione francese

cambiò quando Luigi divenne maggiorenne ed entrò nel Consiglio di Stato il duca di Richelieu. Questi emarginò

totalmente la regina madre ed operò sempre in nome di Luigi XIII: andò contro l’anarchia della nobiltà, favorì

l’esportazione nei nuovi territori nell’America settentrionale, sottrasse agli ugonotti diverse piazzeforti ( drammatico

fu l’assedio a La Rochette tra 1627 e 1628) e preparò la Francia alla guerra contro la Spagna. Vi fu anche un

cambiamento per quanto riguarda gli apparati dello Stato. Nacquero infatti intendenti, funzionari con competenze di

polizia/ giustizia/ finanza, e nel 1635 venne istituita l’Accademia di Francia, che fece sì che venisse rinnovato anche

l’aspetto culturale.

2. I PAESI EMERGENTI: LE PROVINCE UNITE E LA SVEZIA

- Nell’Europa delle grandi monarchie, a poco a poco si fecero spazio le Province Unite (Paesi Bassi). Nonostante

fossero una piccola realtà, essi avevano battuto la corona spagnola e ottenuto nel 1648 l’indipendenza, riuscendo ad

imporsi come potenza egemone sui mari, in grado di costruire un vasto impero ed erano al centro del sistema

finanziario ed economico dell’Europa. Di particolare importanza apparì la situazione olandese. Qui, si erano

sviluppate vetrerie, cartiere, tipografie, industrie tessili e cantieri navali, tutte attività che davano vita ad i ceti

imprenditoriali.

In più qui l’agricoltura era molto sviluppata e fra i suoi prodotti vi erano il lino, la canapa, luppolo e fiori. Notevoli

erano anche capacità olandesi della pesca, aiutate dal possesso della più grande flotta mercantile al mondo. Essi

praticavano il cosiddetto “country trade” ( trasportavano e commerciavano qualsiasi tipo di prodotto, anche non

destinato al mercato nazionale).

La sua città più importante era Amsterdam, sede della Borsa ( in sostituzione di Anversa) e della Compagnia delle

Indie Orientali (1602). Gli olandesi entrarono in contatto con la Cina, il Giappone; a Manhattan e ad Amsterdam

giungevano tutti i prodotti delle colonie, frutto di questi rapporti internazionali. Questo forte sviluppo fu dovuto anche

alle difficoltà degli altri paesi europei, oltre ad una classe politica ed imprenditoriale che approfittò delle difficoltà del

paese e ci costruì sopra un impero. Il paese, nonostante fosse eretto dagli Stati generali, vide l’emersione delle figure

degli stadders, dei capi militari e dei gran pensionario, ossia il presidente degli Stati provinciali dell’Olanda che

presto acquisì una forte influenza su tutte le Province Unite.

- Un altro paese che ebbe un ruolo di primaria importanza nella scena europea dell’epoca fu la Svezia. Essa aveva un

ordinamento monarchico e si stendeva su un territorio immenso, nonostante la popolazione fosse scarsa. Era inoltre

ricca di miniere di rame e di ferro e la sua struttura sociale era basata su una massa di contadini liberi e su una nobiltà

fedele (poiché venivano distribuite loro terre ecclesiastiche). Il re Gustavo II Adolfo lanciò il paese nella guerra dei

Trent’anni, che permise loro di ottenere nuovi territori in Germania potendo contare su un esercito ben addestrato.

Infatti la Svezia e la divisa in distretti, ognuno di essi doveva fornire 1 soldato ogni 10 adulti maschi, e guadagnava

denaro grazie a i dazi imposti nel Baltico. La potenza svedese durò pochi decenni dovendosi scontrare con Paesi Bassi,

Russia e Prussia.

3. LA MACCHINA MILITARE

Gli eserciti del tempo erano multinazionali, contavano al proprio interno non solo elementi che provenivano da una

monarchia, ma anche militari arruolati in altre località. Molti erano volontari a cui si aggiungevano carcerati e banditi,

cui era stata promessa la remissione della pena o l’immunità e prigionieri di eserciti nemici. Molti militavano per la

gloria e da altri per usufruire dei privilegi riservati ai soldati, come il porto d’armi o l’esenzione fiscale.

L’arruolamento era affidato ad imprenditori che ricevevano dal sovrano la licenza per arruolare ed incaricavano degli

ufficiali di scovare nelle campagne soldati degni. Il più famoso fu

- Albrecht Wallenstein, un nobile boemo cattolico che formò un esercito privato con 70.000 uomini. La presenza di

guerre interminabili non assicurava rifornimenti continui agli eserciti, specie se si combatteva lontano. Per ovviare a tali

difficoltà fu adottato un sistema che prevedeva di sottoporre le zone conquistate a forti contribuzioni in denaro o si

permetteva loro di saccheggio delle loro risorse. I soldati non indossavano l’uniforme non disponevano di un

armamento standardizzato, mentre aumentò l’importazione delle armi da fuoco sia leggera che pesanti.

- Si deve a Maurizio di Nassau introduzione di nuove tecniche di combattimento, che prevedevano l’utilizzo di

battaglioni di fucilieri schierati su 10 file ( la prima sparava e poi si ritirava dietro la 10ª per caricare l’arma e così via).

Questa riforma prevedeva un forte autocontrollo e la coordinazione nei movimenti, i fucili però erano ancora molto lenti

ed imprecisi nel tiro e l’esercito spagnolo previde l’impiego di una forza mista fra picchieri e fucilieri. L’impiego delle

armi da fuoco aumentò la mortalità dei soldati sui campi di battaglia, le ferite da pallottole erano molto più

difficilmente immaginabili rispetto a quelle da taglio.

4. LA GUERRA DEI 30 ANNI

Nel corso del seicento si svolse in Europa una sequenza impressionante di guerre. La prima, e sicuramente la più

sanguinosa, fu quella che iniziò in Germania nel 1618 e che durò trent’anni. Viene definita come la guerra dei

Trent’Anni e va dal 1618 al 1648.

Fu combattuta per varie cause. Prima fra tutte il contrasto tra i principi tedeschi di religione protestante e quelli di

religione cattolica, appoggiati dall’imperatore Ferdinando II d’Asburgo, e poi di conseguenza fra il potere imperiale

le autonomie territoriali germaniche. Le diverse vicende belliche si svolsero in Germania, nei Paesi Bassi e in alta

Italia.

Infatti, come visto precedentemente, la pace di Augusta ( 1555) la Germania, che faceva parte dell’impero, si era

divisa tra territori governati da principi protestanti e territori governati da principi cattolici. Dopo questa divisione

religiosa, l’imperatore cattolico non esercitava quasi nessun potere sugli Stati tedeschi protestanti. Sostenendo gli

Stati cattolici, l’imperatore cercò di riaffermare il proprio potere su un’intera Germania, ma, come vedremo, senza

successo.

Quindi, riassumendo, le cause furono:

- lo sviluppo del calvinismo in Germania,

- La controffensiva della controriforma in Baviera e nei territori austriaci,

- la volontà degli Asburgo tedeschi di ampliare il proprio potere nell’impero e di quella degli Asburgo spagnoli di

porre fine al loro contenzioso con le Provincie Unite, dove stava per scadere la tregua dei 12 anni.

Vi furono due unioni:

- nel 1608 i principi protestanti si riunirono in un’alleanza politico- militare, l’Unione evangelica.

Essi erano appoggiati dai regni scandinavi ( il regno di Danimarca e Norvegia e il regno di Svezia), che avevano

abbracciato la religione riformata, dall’Olanda e successivamente dalla Francia, che pure era uno Stato

tradizionalmente cattolico e nemico degli Asburgo.

- l’Unione o Lega cattolica, sostenuta dall’Imperatore, dagli Asburgo, dalla Spagna e dai duchi di Baviera.

La guer

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
44 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Helen90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Spagnoletti Mario.