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Estratto del documento

Germania con le merci d'Oriente e il punto di raccordo di questi scambi era Venezia. Già allora si

parlava di un commercio internazionale ben oltre quelle che potevano essere le considerazioni

morali di una diversa appartenenza religiosa. Venezia resta a metà di questo percorso con i suoi

colori e con le sue decorazioni orientali, ma nello stesso tempo fortemente attaccata alla tradizione

europea. L'importanza delle merci d'oriente, soprattutto delle spezie, oggetti di arredamento, letti

eccetera, rimase una delle prerogative particolare del gusto tedesco. Lo scambio fu anche di culture

perché in realtà il business non era interessato né a questioni di carattere religioso né sociale. I

mercanti commerciavano e non erano interessati ad altro. I Fugher agli inizi del 500 cambiarono un

po' rotta ai loro affari, si trasformarono in mercanti dediti alla speculazione finanziaria, acquistando

miniere d'argento tedesche. Miniere d'argento perché in quel periodo non esisteva la carta moneta.

Per coniare le monete quindi serviva l'argento. C'era anche il lazzerone specializzato nel grattare

l'argento dalle monete in modo da poter ricavare l'argento per i suoi usi personali e quindi c'era tutta

un'attività fervida. Chi alterava le monete poteva essere anche condannato alla pena di morte. I

Fugher quindi creano questa sorta di opifici per la coniatura di monete d'argento e questa iniziativa

fu uno dei fattori che mutò il corso dell'economia europea.

Nello stesso tempo abbiamo un altro grande fenomeno che coincide con il dirottamento dal

Mediterraneo all'Atlantico del commercio delle spezie orientali. Nel momento che i Fugher

cambiano la loro strategia commerciali, si assiste anche a questo secondo fenomeno. Nel frattempo i

portoghesi hanno scoperto il percorso che da Lisbona passa ai mercati di spezie più importanti. Le

navi portoghesi erano estremamente pesanti e molte di queste non tornavano anche per il fatto che i

marinai non venivano pagati in denaro, bensì con uno spazio all'interno della stiva, che permettesse

loro di raccogliere una quantità di oggetti che avrebbero venduto al ritorno. Nella strategia

portoghese non ci fu mai l'ansia di acquisire spazi territoriali in oriente ma c'erano due fattori

importanti:

erano grandi portatori della parola di Cristo;

• erano interessati ad occupare delle piazzeforti commerciali.

Le spezie dunque non arrivano più a Venezia ma a Lisbona. Qui però intervengono i mercanti

tedeschi che portavano queste merci da Lisbona ad Anversa. Quindi Anversa era diventato il

mercato principale di spezie in Europa di metà 500.

Dopo la morte di Carlo il temerario, le fiandre erano passate in eredità a Maria di Borgogna moglie

di Massimiliano I. proprio per questa vocazione fiamminga al commercio, anche altre località

d'Europa che fino ad ora erano ai margini, assumono un valore significativo come ad esempio l'area

del mar Baltico. Dal qui provenivano legno e pece per costruire le navi e perciò, Cristiano II di

Danimarca pensa bene di poter ingrandire il proprio regno a discapito della Danimarca e della

Norvegia per arrogarsi il controllo dello stretto del Sud, asse fondamentale che porta verso il mar

Baltico. Cristiano II fornisce ai paesi dediti al commercio con l'oriente, navi legno e materiale utile

a questo tipo di economia.

La politica di realizzazione di un impero immenso attraverso accordi matrimoniali degli Asburgo

Massimiliano I si sposa con Maria di Borgogna che ha il merito di portare in eredità le Fiandre.

Però gli Asburgo intimoriti dalla potenza del Re di Francia, pensano di imparentarsi con i Re

cattolici di Spagna e allora il figlio di Massimiliano I, Filippo il bello sposa Giovanna la pazza che

però ha il merito di essere la figlia amata di Ferdinando il Cattolico e Isabella di Castiglia. Gli

Asburgo si imparentarono con Luigi II Iagellone Re di Boemia, Ungheria e Portogallo. Quando

nasce un bambino a Filippo il Bello e Giovanna, ossia Carlo, su questo bambino vanno a ricadere le

grandiose eredità di quattro nonni importanti. Carlo eredita il ducato delle Fiandre. Nel 1516 eredita

i domini della colonna d'Aragona alla morte di Ferdinando il Cattolico e con questa i Regni di

Napoli, Sicilia e Sardegna. Da Isabella di Castiglia eredita anche i domini spagnoli d'America.

Quando Carlo si trasferisce dalle Fiandre in Spagna, viene seguito da un corteo di mercanti,

banchieri e speculatori fiamminghi e quindi in questo suo nuovo ruolo, il giovane sovrano si rende

conto che il destino del suo stato dipenda soprattutto dai modi e da come riuscirà a gestire questa

immensa fortuna attraverso anche il contributo di questi banchieri. Carlo ha bisogno del denaro dei

banchieri anversani ma nello stesso tempo i banchieri esigono rendite ingenti del proprio regno e

quindi non sono i banchieri ostaggio di Carlo V ma è il sovrano e la Spagna che entrano nel gioco

finanziario dei banchieri di Augusta e Anversa. Nel 1519 muore Massimiliano e Carlo entra in

possesso anche dei domini ereditari degli Asburgo e quindi Austria, Tirolo e Trieste. A questo punto

Carlo che aveva un ottima opinione di sé, molto ambizioso, decide di offrire la propria candidatura

al trono imperiale cosi come era sempre valso nella storia degli Asburgo. Ma di fronte a lui trova

degli avversari agguerriti come Enrico VIII e Francesco I di Francia a cui si aggiunge anche il Duco

di Sassonia Federico il saggio. A questo punto i Fugher si scatenano e questa candidatura viene

sponsorizzata da questa famiglia, addirittura arrivano ad arruolare un esercito intimidatorio e grazie

alla forte influenza e alle grandi capacità mediatrici, nel 1520, Carlo viene eletto anche Imperatore

del Sacro Romano Impero. A questo punto il giovane sovrano dirà la famosa frase: sul mio impero

non tramonta mai il sole.

Carlo però è legato alla vicende dei possedimenti della nonna Maria di Borgogna: Carlo voleva il

Ducato di Borgogna che i predecessori del re di Francia Francesco I, avevano sottratto per costruire

il proprio regno. Le mire di Carlo V su Milano provenivano invece dall'ansia dell'imperatore di

trovare una via d'accesso attraverso l'Italia per congiungere i possedimenti asburgici ai domini di

Carlo V ossia Napoli Sicilia e Sardegna. L'idea fondamentale, sia per vendicare i disastri della

perdita del Ducato di Borgogna, sia per costruire una via d'accesso ai domini italiani asburgici, il

suo obbiettivo primario è quello di strappare a Francesco I il Ducato di Milano. Si apre lo scontro

tra Francesco e Carlo combattuto prevalentemente in Italia.

Possiamo dividere la lotta in due fasi:

Nel 1521: attento sistema di alleanze che Carlo costruisce intorno a sé. Riesce a convincere

• Enrico VIII a stare dalla sua parte. Allora era pontefice Leone X de Medici, uomo

ambizioso. I cambiamenti dell'alleanza però sono dovuti alla morte nel 1523 di Adriano VI

di Uthret era molto vicino a Carlo V essendo stato uno dei suoi maestri. Clemente VII che

sostituisce Adriano fino al 1534. Nella battaglia di Pavia nel 1525, dove i due sovrani si

scontrano, le truppe imperiali avranno la meglio e Francesco I viene preso e catturato. Ci

saranno alcuni mesi di trattativa difficile ma nel 1526 si arriva alla pace di Madrid dove

Francesco I è costretto a firmare un documento secondo il quale doveva rinunciare al ducato

di Milano e soprattutto deve rinunciare alla Borgogna. Carlo V finalmente rientra in

possesso della Borgogna. Per cercare di sistemare la situazione, il Ducato di Milano, anziché

passare agli Asburgo, viene concesso a Francesco II Sforza, figlio di Ludovico il Buono e

però nonostante questa concessione, il ducato rientra sotto il protettorato militare di Carlo V.

Francesco I appena viene liberato, rifiutò di cedere la Borgogna a Carlo V e cosi riprende la

• guerra. Ancora una volta genialità nel sistema di alleanze: Francesco I crea attorno a sé un

sistema di alleanze quasi perfetto, la Lega di Cognac. Enrico VIII passa dalla sua parte come

Clemente VII. Venezia e Firenze si alleano con il re di Francia, come Genova e Francesco II

Sforza duca Di Milano. Carlo V raduna un grandissimo esercito e scende in Italia. 1527 le

truppe dell'imperatore arrivano a Roma. Ma mettere a ferro e fuoco la capitale della

cristianità è un atto che ha significati su molti piani. Dimostra come il papa non sia

vulnerabile e affronta la religione cristiana. Rinvigorito da questa vittoria Carlo pensa a

come poter proseguire la campagna in Italia. Ma a questo punto è il sistema di alleanze di

Francesco che condiziona le scelte dell'imperatore e l'esito della guerra. Francesco I decide

di occupare Napoli come risposta all'arrivo delle truppe tedesche fino a Roma, ma nel

momento in cui tenta di mettere in atto questa decisione, l'ammiraglio della sua flotta

Andrea Doria, sceglie di passare dalla parte di Carlo V e vanifica l'atto temerario di

Francesco. Si arriva cosi, dopo lunghe trattative al 1529 e a quella che viene chiamata la

pace delle due dame, di Cambret: sono due signore che stipuleranno la pace, Luisa di

Savoia, madre di Francesco I e dall'altra Margherita d'Austria, zia di Carlo V. Carlo per

ottenere la pace, deve rinunciare alla Borgogna, anche se nel 1530 gli viene riconosciuta la

corona di imperatore da Clemente VII insieme alla designazione di Re d'Italia. Inoltre il

Ducato di Milano passò direttamente agli Asburgo dopo la morte di Francesco II Sforza.

Carlo restituì al pontefice Ravenna e a Firenze i Medici.

Firenze, la Repubblica e i Medici

Nel 1527 c'era stato il Sacco di Roma che rende assai più insicuro il dominio di Clemente VII su

Firenze assieme alla sua dinastia. A quel punto approfittando di questo periodo difficile si decise a

Firenze, di restaurare la Repubblica Fiorentina e in un primo momento, questo progetto sembra

guadagnare il favore degli ottimati locali ossia delle famiglie fiorentine che appartenendo

all'aristocrazia cittadina avevano una posizione di rilievo.

Abbiamo l'episodio dell'assedio di Firenze, con il comportamento eroico di alcuni personaggi, come

un mercante che si trasforma in leader militare, Francesco Ferrucci, che morirà nella battaglia di

Gavinana. Michelangelo disegnò strutture difensive per le porte e combatté durante l'assedio.

L'imperatore permise il ritorno dei Medici a Firenze e favorì l'investitura di Alessandro de Medici,

nipote di Clemente VII, a duca di Firenze.

Martedì 26 Novembre

Nel 1530 Carlo viene incoronato da Clemente, papa mediceo, re d'Italia e Imperatore del Sacro

romano impero. Un riconoscimento cosi importante fu anche il prodotto di una concessione di

Carlo, che si impegnava a restituire allo stato della chiesa una porzione di territorio importante,

ossia Ravenna. Da que

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A.A. 2013-2014
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher balconi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Sodini Carla.