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CAPITOLO TERZO: IL CONTRASTATO CINQUECENTO, CADUTA E RIPRESA
• L’Europa contro Venezia: la svolta di Agnadello (1509)
Il 10 dicembre 1508, il pontefice Giulio II si fa promotore di una lega antiveneziana. La Santa
Sede avrà la Romagna, Luigi XII (re di Francia) la Lombardia, Ferdinando II (re d’Aragona) i
porti pugliesi, Massimiliano I (Imperatore del Sacro Romano Impero) tutto il Veneto, il Friuli,
l’Istria, Gorizia, Trieste e Rovereto, ad Alfonso I (duca di Ferrara) il Polesine, a Francesco II
(duca di Mantova) le città di Peschiera, Asolo e Lonato e al Regno d’Ungheria la Dalmazia. È
una lega fortissima: tutta l’Europa si è coalizzata contro Venezia. Perché la Serenissima non ha
deciso di evitare la guerra? Il dibattito in Senato fu lungo e acceso. La decisione fu di affrontare
la lega poiché c’era la convinzione che Venezia potesse vincere anche questa volta. A Oriente,
infatti, c’era la pace con gli Ottomani e questo voleva dire un maggior impiego di forze
sull’Occidente. Inoltre la rinuncia alla guerra avrebbe comportato la perdita della Romagna, da
sempre patria dei grandi mercenari (brisighelli). Si decise quindi di intraprendere la guerra.
Nella primavera del 1509 giunse a Milano il re francese, Luigi XII. Per vincere, Venezia doveva
cercare di affrontare i singoli eserciti separatamente. Il 14 maggio, due esercii si affrontarono
sull’Adda; le truppe veneziane erano sotto il comando di Alviano e di Orsini. La battaglia iniziò
quando le truppe francesi attaccarono un avamposto veneziano. L’evento decisivo avvenne a
Agnadello quando l’Alviano decise di attaccare le truppe francesi prima dell’arrivo della
cavalleria ma Orsini decise di non muoversi, i francesi accerchiarono le truppe dell’Alviano
sterminandole. Dopo la vittoria, Luigi XII decise di fermarsi sul Mincio, dopo aver conquistato
la Lombardia veneta, Crema, Cremona, Bergamo e Brescia. Dopo la sconfitta, Venezia decide di
sciogliere il vincolo di fedeltà con le sue città, alcune città accettano quindi i nuovi
conquistatori, altre, come Padova e Treviso, combattono contro i nuovi conquistatori,
dimostrando a Venezia la propria dedizione.
• La ripresa: la guerra della Lega di Cambrai (1509-1516)
Matura in tal modo la riscossa veneziana. È proprio il doge, Leonardo Loredan a prendere
l’iniziativa pronunciando al Maggior Consiglio un discorso epico che diede una svolta al
conflitto. Dopodiché il doge invitò i concittadini a pagare le tasse per aumentare la forza
militare. La riscossa iniziò con la riconquista di Padova che, insieme a Trevico, costituiva
l’avamposto militare di Venezia. A capo delle truppe c’è Andrea Gritti. Dopo quarantadue
giorni, Padova torno sotto il dominio veneziano. Un altro fatto positivo per la Repubblica è la
cattura del marchese di Mantova nel 1509. Il 15 settembre 1509, l’imperatore cercò di
riprendersi Padova, si accampa davanti alla città ma la notte tra l’1 e il 2 di ottobre, abbandona
l’impresa. Il trauma della sconfitta di Agnadello è in parte superato. Inoltre il papa Giulio II, nel
dicembre 1509, si allea con Venezia per scacciare i francesi dall’Italia. La guerra continuerà per
anni. Nel 1513, truppe spagnole e imperiali cercano nuovamente di impossessarsi di Padova ma
l’assedio fallisce ancora. La pace viene sancita a Noyon il 19 aprile del 1516, Venezia,
attraverso la sua abilità diplomatica, si vede riconosciuto il dominio su quasi tutti i territori già
posseduti ad esclusione di: i porti pugliesi vengono dati alla Spagna, la Romagna al papa,
Cremona e la Ghiaradda a Milano (adesso in mano francese), Rovereto, Cortina, Gorizia, Trieste
e le miniere di Indria all’Austria.
• La Lega di Cognac: l’ultima occasione per Venezia di rivestire un ruolo attivo in Italia
1. La situazione della Repubblica dopo Agnadello
La guerra è stata persa ma ha dimostrato la solidità di Venezia. Nel 1517, il sultano di
Costantinopoli conquista Egitto e Siria; ora le vie del mondo sono bloccate per Venezia
tanto a Oriente, tanto a Occidente.
La diplomazia veneziana arriva all’apice nel XVI secolo e, anche se stanno nascendo
nuove potenze, la flotta veneziana è tuttora la prima del mondo occidentale per quanto
riguarda l’arsenale, gli uomini, le costruzioni, gli ufficiali. Inoltre c’è una grande solidità
dell’impianto statale, il popolo veneziano riteneva di essere libero e per quanto riguarda
le città conquistate, un’accorta prassi amministrativa sapeva conservare le autonomie
locali. Anche se nuove rotte dei traffici marini si stavano aprendo, l’Europa centrale
continuava a dipendere in larga misura da Venezia.
2. La Lega di Cognac
Carlo d’Asburgo era salito al trono come Carlo I re di Spagna e Carlo V imperatore del
Sacro Romano Impero. L’unico ostacolo al suo potere era la Francia di Francesco I. il
conflitto tra le due superpotenze scoppia del 1521, Venezia si allea con i francesi. Nel
1522, i franco-veneti vengono sconfitti dai lanzichenecchi di Carlo. Nel 1523, viene
eletto doge Andrea Gritti che preferisce uscire dal conflitto. Il 24 febbraio 1525 la
cavalleria francese viene sconfitta dalla fanteria imperiale e il re viene fatto prigioniero.
Contro lo strapotere ispano-imperiale si forma un’alleanza comprendente Parigi,
Venezia, Roma e l’appoggio di Firenze. È la lega di Cognac (1526) voluta proprio dal
doge Gritti. Gli esordi del conflitto sembrano essere favorevoli alla lega: i turchi
sconfiggono gli ungheresi, i veneziani allora conquistano Lodi e Cremona ma non
riescono a sfruttare l’occasione per conquistare Milano. L’11 novembre 1526, i
lanzichenecchi arrivano nella pianura Padana e durante un conflitto muore Giovanni
dalle Bande Nere, comandante delle truppe della lega. È una perdita importantissima e a
farne le spese è Roma che viene saccheggiata dai lanzichenecchi. I francesi scelgono di
muovere verso Napoli e la flotta veneziana li affianca. Ma la spedizione termina in
Campania quando muore il generale francese Lautrec e soprattutto perchè il genovese
Doria passa al servizio imperiale. Crolla la lega. Venezia cerca comunque di difendere i
porti pugliesi conquistati ma è tutto inutile, il 5 agosto 1529 Francesco I firma la pace
con Carlo V e Venezia è obbligata a riconsegnare i porti; d’ora in avanti, la Repubblica si
limiterà a difendere i propri domini.
• Venezia contro Solimano (1537-1540)
Dopo la pace del 1503, Venezia aveva adottato una politica inoffensiva nei confronti dei turchi.
Nel 1537, Solimano il Magnifico manda un emissario a Venezia con la proposta di un patto di
alleanza comprendente anche la Francia. Il Senato rifiuta. La diplomazia franco-ottomana
ritiene allora che Venezia sia più incline ad allearsi con l’impero. I turchi decidono quindi di
muovere su Corfù. L’isola dispone però di buone difese e per due volte riesce a respingere
l’attacco. A questo punto però Venezia si allea con la lega ispano-pontificia. Le flotte si
radunano quindi a Corfù ma mancano quelle genovesi di Doria. Il 10 agosto, le flotte pontificie
attaccano. Finalmente l’8 settembre, il Doria arriva a Corfù. L’aggancio tra le due flotte avviene
il 27 settembre. Non c’è una vera e propria battaglia quindi neanche una vera e propria vittoria,
semplicemente una predominazione turca sul Mediterraneo. Venezia, dopo lunghe trattative,
firma la pace con Solimano che le assicura i commerci a Oriente.
• Dopo la pace di Bologna: la nuova politica veneziana e la nascita del “mito”
Nel 1492 viene scoperta l’America.
Nel 1494 Carlo VIII scende dalla Francia percorrendo tutta la penisola e conquistando Napoli.
Nel 1501 i portoghesi scoprono una nuova rotta per l’India.
Nel 1509 nella battaglia di Agnadello, viene battuta in poche ore la potenza veneziana
Nel 1517 Martin Lutero inizia una protesta che strapperà alla Chiesa di Roma metà Europa.
Nel 1517 i turchi conquistano l’Egitto
Nel 1527 l’imperatore Carlo V manda i lanzichenecchi a devastare Roma e a impiccare il papa.
Nel 1530 quello stesso papa e quello stesso imperatore si abbracciano a Bologna.
Gli anni compresi tra il XV e il XVI secolo, sono anni caratterizzati da un susseguirsi di
scoperte, alleanze, rotture. Da potenza dinamica, spregiudicata, imperialista, Venezia vuole
fornire di se una nuova immagine. Questa svolta politica coinvolge tutti i settori della società e
sarà accompagnata da una riforma della struttura militare.
• La svolta militare, da macchina offensiva a difensiva
La strategia diventa da offensiva a difensiva, le truppe si fanno stanziali e nascono grandi
strutture di architettura militare entro le quali si muovono i reparti. A Oriente, nel 1593, viene
completata Palmanova, la città-fortezza creata dal nulla. Questa struttura, creata dall’ingegnere
Michele Sanmicheli era talmente temuta che mai nessun esercito osò assalirla: la sola presenza
costituiva il miglior deterrente.
• L’impresa delle bonifiche
Nella bassa pianura veneta l’acqua prevaleva sulla terraferma. Poi ecco la grande impresa delle
bonifiche messa nel 1556. Perché le bonifiche non furono messe in atto prima? Qualche
tentativo ci fu ma fino quando non cessarono le guerre ogni tentativo era vano. Quando, con il
congresso di Bologna del 1530, la pace venne assicurata per quasi due secoli, gli investimenti
immobiliari vennero incentivati. Inoltre il progressivo aumento dei prezzi dei cereali che
accompagna tutto il Cinquecento, l’aumento demografico e l’inflazione dovuta alla scoperta
dell’America, spinsero lo Stato a fare le bonifiche.
Lo sviluppo dell’agricoltura fa si che il capitale venga investito nella forza rurale, abbiamo di
conseguenza una valorizzazione qualitativa della terra che porta alla diffusione del mais e della
superficie a risaia. I veneziani tornano quindi alle origini, ovvero riscoprono l’arte
dell’agricoltura, creano delle unità produttive, le ville, che incorporano il riposo e lo studio alle
attività di produzione. Le principali ville venete vengono costruite da Palladio che riesce a unire
all’interno dello stesso edificio, la parte economica e la parte culturale, affiancando alla dimora
padronale le barchesse.
• Il rafforzamento dello Stato
La pace di Cateau-Cambresis e il concilio tridentino, furono dei limiti che comportarono un
pericoloso restringersi della libertà culturale, ma allo stesso tempo divennero garanzie politico-
sociale. La solidarietà instauratasi dopo Agnadello tra Venezia e le popolazioni delle campagne
non resse a lungo. Lo Stato, dopo i guasti della lega di Cabrai, rafforzò il suo controllo sul
territorio; tutto il Cinquecento &egr