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LO STATO MODERNO IN FRANCIA

Anche in Francia si ritrova la complessa rete di giurisdizioni particolari che aveva caratterizzato

l'età medievale, ma con un'attenzione nuova alla gestione de beni patrimoniali e demaniali ed

una riorganizzazone politico-amministrativa.

La Francia nel XV secolo riuscì a recuperare le terre perse per mano degli inglesi. Aumentò così la

superficie del demanio: le accresciute entrate demaniali (gabelle), vennero stabilizzate e

regolarizzate (la tassa detta taille), consentendo alla monarchia di affrontare gli ingenti costi

delle guerre d'Italia del XVI secolo (nelle quali le peranza della Francia di ottenere il controllo stabile

di qualche territorio usciranno del tutto ridmensionate), ma ciò venne accompagnato da una

riorganizzazione e miglioramento della burocrazia e del fisco. Questo, sostanzialmente

attraverso 3 strumenti:

- appalto della riscossione delle entrate regie

- prestito pubblico

- vendita delle cariche

Soprattutto quest'ultima prese notevolmente piede, creando addirittura una nuova nobiltà

d'ufficio (la noblesse de robe) che affiancava la nobiltà di spada (noblesse d'epeè).

Nonostante questo ammodernamento, la carta vincente del rinnovamento dello Stato francese fu il c.d.

"governo misto": in molti territori (soprattutto riconquistati o i nuovi conquistati),

vennero mantenute le istituzioni di governo locale e di giustizia, che collaboravano e discutevano

col sovrano le decisioni. Questo modello complessissimo fu esaltato dalla giurisprudenza

dell'epoca, che riconosceva il ruolo del sovrano come garante e massima espressione del governo

misto, nel rispetto delle istituzoni particolari che a loro volta riconoscevano l'autorità regia poichè si

fondavano su di essa.

Le guerre di religione tra cattolici ed ugonotti, contribuirono a rafforzare l'autorità centrale del

sovrano: ponendosi anche come difensore di valori religiosi, diede nuova forza e nuovo significato

al suo ruolo di rappresentante dell'unità del regno. Questo fenomeno però non rappresenta una

novità, ma sembra porsi in linea con una serie di episodi negli altri regni europei, ed anzi sembra

arrivare un po'in ritardo.

Se con la pace di Cateau-Cambresis del 1559 la Francia si vedeva ridimensionata dagli Asburgo, e

riconosceva con quell'atto la loro egemonia, quella fu un'occasione fondamentale per consolidare e

rafforzare il potere dei sovrani Valois, e porre le basi per la "nuova monarchia" di Enrico IV.

CAUSE RIVOLUZIONE INGLESE

La morte senza eredi nel 1603 di Elisabetta segnò la fine della dinastia Tudor: la corona passò

a Giacomo Stuart di Scozia (protestante). Egli si trovava così a governare due paesi differenti:

- la Scozia vasta ma scarsamente popolata, dedita principalmente all'allevamento e di fede calvinista

- l'Inghilterra, molto sviluppata, governata da un Parlamento bicamerale (Lord e Comuni), con una

popolazione in crescita e un fiorente commercio, di fede anglicana, consolidatasi durante il regno di

Elisabetta.

Ai differenti climi politico-sociali di Inghilterra e Scozia si aggiunse la questione irlandese. L'Irlanda

non era indipendente e faceva parte dell'Inghilterra. La popolazione originaria era cattolica, tenuta ai

margini del potere dai c.d. "old english" cioè i coloni inglesi insediatisi dopo la conquista, fedeli

alla chiesa irlandese (anglicana come struttura, ma più vicina al calvinismo), e dai "new english"

residenti nell'Ulster.

La necessità di unificare la religione, nei progetti di Giacomo I si sommò alla sua volontà di fondere

le corone Inglese e Scozzese (una sorta di anticipazione del Regno Unito che si formerà 100 anni

dopo, ma allora veniva respinta dal Parlamento).

Rispetto all'austerità di Elisabetta ci fu un cambiamento notevole di stile: il sovrano scozzese proveniva

da una realtà provinciale, dunque i modi rozzi e scarsamente eleganti fecero storcere il naso agli

inglesi (rincuorati però dalla sua scelta di affidarsi a Robert Cecil, il ministro prediletto di Elisabetta).

Egli era inoltre molto più liberale, ma tendeva a spendere troppo e retribuire copiosamente gli uomini

che lo circondavano.

Le entrate maggiori della corona inglese erano sicuramente la rendita delle terre, gli incassi delle

dogane, i proventi di origine feudale. In tempo di pace ciò bastava, ma in tempo di guerra il sovrano si

sarebbe trovato costretto ad elaborare col Parlamento una soluzione. Il Parlamento si dimostrò restio

all'introduzione di nuove tasse.

Giacomo inoltre voleva fare dell'Inghilterra un elemento di mediazione e pacificazione nella

scena politica europea: scelta abbastanza impopolare in un Parlamento di tradizione elisabettiana,

che veeva l'ING come baluardo della lotta antiasburgica in Europa. Con lo scoppio delle guerre

religiose in Boemia, Slesia e Moravia (dopo la defenestrazione di Praga 1618), in

Inghilterra aumentarono i movimenti anticattolici, definiti "puritani" (purificare la Chiesa inglese

dal cattolicesimo).

Il matrimonio dell'erede al trono Carlo Stuart con la cattolica Henrietta Maria di Francia, fu per nulla

in sintonia con gli umori del Parlamento.

L'ascesa a corte (favorita da Giacomo I) di George Villiers, un nobilotto dell'entourage del re, che

compì una scalata sociale fino a diventare duca di Buckingham, fu totalmente impopolare nel

Parlamento.

In questo momento delicato (soprattutto nei rapporti tra corona e Parlamento) si collocò

la successione al trono di Carlo I (muore Giacomo I nel 1625). Soprattutto in politica estera si

manifestarono forti tensioni a causa dei contrasti delle idee anticattoliche del Parlamento con

quelle filofrancesi del re Carlo I.

Il ruolo del duca di Buckingham suscitava moltissime polemiche: il sovrano decise quindi

di sciogliere il Parlamento nel 1626. Verrà riconvocato dal re nel 1628 ma per dare l'appoggio

richiesto dal sovrano, la Camera dei Comuni presenterà la petiton of rights chiedendo a Carlo di

firmarla. La morte di Buckingham nel 1629 fece precipitare la situazione e il sovrano sciolse il

Parlamento con intenzione di non riconvocarlo.

Il governo di Carlo I segnò un crescente distacco tra the Court (la corte) e the Country (il paese, il

popolo). L'imposizione di nuove tasse (soprattutto lo ship money) scatenò rivolte popolari represse

duramente.

Ma ci fu anche una profonda spaccatura da punto di vista della religione, con Carlo I che spingeva

per l'uniformità di culto, anche con la repressione e la forza, con pretese anche nei confronti delle

Chiese di Scozia ed Irlanda.

In particolare l'imposizione del Common Prayer Book fu particolarmente osteggiata e finì con lo

scoppio della c.d. "guerra dei vescovi" che vide la Scozia trionfare sull'Inghilterra, costringendo il

sovrano Carlo I a concedere una certa autonomia strutturale alla Chiesa di Scozia e riconvocare il

Parlamento nel 1640.

RIVOLUZIONE INGLESE

Questo Parlamento appena convocato dopo 11 anni dall'ultima volta, verrà presto sciolto dal

sovrano a causa delle divergenze fortissime sulle richieste avanzate (verrà chiamato short

Parliament).

L'introduzuone di nuovi Canoni per la Chiesa inglese veniva fatta senza consultare il Parlamento, e

dunque contro la legge stessa.

Le trattative di pacificazione con la Scozia erano in stallo, così il sovrano riconvocò il Parlamento

sempre nel 1640: il c.d. long Parliament fece firmare al sovrano l'atto triennale (obbligo di

convocazione entro 3 anni).

Avviò un processo d'impeachment contro due lord autori dell'introduzione dei Canoni, ma quando

portò una mozione di tradimento che richiedeva la firma del sovrano per poter procedere all'arresto

senza processo del conte di Strafford, Carlo I si mostrò indeciso, ma alla fine cedette e nel 1641 il

Conte venne decapitato.

Il Parlamento stava ottenendo le sue prime vittorie nei confronti del sovrano, ed una volta

che confermò il suo ruolo nella politica inglese a discapito della corona, si creò una spaccatura al

suo interno su come procedere, e su quale dovesse essere il suo stesso ruolo nel sistema politco

inglese.

Quando in Irlanda scoppiò una rivolta cattolica, di fronte alle divergenze interne al Parlamento su

come affrontare una repressione che sembrava necessaria, Carlo I nel 1642 irruppe nelle aule

parlamentari con 400 soldati per arrestare 5 membri dell'opposizione. Questi, avvisati, erano

fuggiti, così la prova di forza del re venne messa in luce come l'ennesimo tentativo di piegare il

Parlamento. Il re decise così di rifugiarsi a York, organizzando un esercito di volontari. Era l'inizio

di una guerra civile.

L'Inghilterra era spaccata geograficamente e socialmente:

- A Nord e ad Ovest, come anche tra l'aristocrazia, s sosteneva il sovrano

- Il Sud e l'Est, (+ corporazioni di artigiani e ceti professionali) sostenevano il parlamento

Il Parlamento fomalizzò un'alleanza con gli Scozzesi che gli permise di controllare militarmente

le province settentrionali, metnre l'esercito reale avanzava nel Sud-Ovest.

Nel 1645 il Parlamento approvò una riforma dell'esercito: la c.d. New Model Army si affidava a

comandanti esperti come Thomas Fairfax ed Oliver Cromwell, e si basava sull'adesione

volontaria e retribuita; una sorta di "esercito dal basso", che in breve tempo fece crollare anche

l'ultima roccaforte realista (Oxford), mentre il re si consegnava alle truppe scozzesi nel 1645.

Si aprì un dibattito in tutta la società, oltre che sulle possibili nuove forme di govero, sul destino

della Chiesa anglicana:

- c'era chi si limitava alla via della "purificazione"

- chi invece proponeva un'omologazione al modello scozzese

- chi infine sosteneva la necessità di lasciare libere le congregazioni di fedeli all'interno di una

chiesa nazionale

- chi rivendicava la libertà di culto

Anche queste divergenze portarono ad un conflitto interno religioso, e all'affermarsi di gruppi religiosi

radicali, come i ranters ed i seekers. Il più importante fu quello dei Levellers, che

proponevano ampia tolleranza religiosa e un nuovo Parlamento, rivolgendosi soprattutto al

popolo.

I movimenti popolari spinsero la maggioranza del Parlamento a sciogliere l'esercito nel 1647,

provocando forti malumori tra le truppe, che guidate da Oliver Cromwell, avanzavano proposte

di democrazia politica modernissime per quei tempi (suffragio maschile per i maggiorenni ad

esempio).

La fuga del re nel 1647 bloccava questo processo democratico. L'invasione dell'esercito scozzese

dell'Inghilterra inoltre, costrinse esercito e Parlamento a trovare un accordo, che dopo la vittori

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A.A. 2017-2018
9 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FrancescaCong di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pira Stefano.