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Estratto del documento

Alessandro VI era pronto a riprendere il paganesimo. Alessandro VI vive la scoperta del nuovo

mondo, del nuovo continente. Le due maggiori potenze del periodo (Spagna e Portogallo) vogliono

subito stabilire le linee del colonialismo. Il Portogallo preme affinché sia stabilita la spartizione dei

territori e la chiesa viene chiamata a fissare una linea che garantisca l’occupazione dei territori. Nel

1493 questa linea prende come punto di riferimento le isole Azzorre, a sinistra della linea sarà della

Spagna, a destra del Portogallo. Alessandro VI interviene con un documento papale, con una bolla

redatta su pergamena (pelle di pecora) con sigillo di piombo con il nome del papa e il simbolo è di

San Pietro e di San Paolo. Il sigillo di piombo in latino è detto “bulla”. La bolla prende il nome

dalle prime parole del testo, questa si chiama “intercetera, tra le altre cose”. Inchiostri delle bolle

sono indelebili, non si sciolgono mai. Il sigillo ha il cordone di seta per le bolle più importanti, per

le meno importanti il filo era di semplice spago. I colori del filo sono giallo e rosso, cioè i colori di

Roma (origine). Il pericolo delle bolle è che sono fatte di pelle e possono essere mangiate dai topi.

Con Girolamo Savonarola maturerà lo scontro con Alessandro VI. Intanto Savonarola doveva

sconfiggere il mondo laurenziano, il mondo dell’umanesimo fiorentino imbevuto di classicità.

Savonarola era un grande predicatore, usava figure retoriche, disse che Firenze sarebbe stata

distrutta da un angelo sterminatore mandato da Dio. Il re di Francia Carlo VIII stava preparando una

spedizione in Italia, nel 1494 scese in Italia, con l’appoggio di Milano, con un forte esercito perché

rivendicava diritti su Napoli. Carlo VIII aveva molta artiglieria e cannoni agili trasportati da cavalli.

Si avvicina alla Toscana inviato come ambasciatore. Piero de’Medici si spaventa di fronte

all’esercito di Carlo VIII. Al momento di attraversare la Toscana, dove doveva lasciare delle truppe

di retroguardia che garantissero le comunicazioni, Piero tentò la via della neutralità. All'invasione

della Toscana egli tentò di creare una resistenza, ma da Firenze non ricevette aiuti, per l'influenza di

Girolamo Savonarola. Piero fu costretto alla resa davanti all'esercito di Carlo, ormai vicino a

Firenze, una resa però incondizionata, alla quale Piero non pose nessuna condizione e accettò tutto

quello che Carlo chiedeva. Carlo ottenne il libero passaggio in terra di Toscana, oltre a quattro

piazzeforti in zone di confine e strategiche. I cronisti più oppositori ai Medici riportarono anche di

come Piero si sarebbe inginocchiato davanti al re baciandogli le babbucce, una notizia forse frutto

di eccessiva fantasia denigratoria, ma comunque ebbe l'effetto di infiammare a Firenze la folla che

invitò i Medici a fuggire. Nel 1494 c’è un rivolgimento politico, i Medici fuggono e palazzo Medici

è saccheggiato dalla popolazione, questo è il coronamento del sogno di Savonarola. Carlo VIII è

visto come l’angelo sterminatore invocato da Savonarola. In questo periodo ci sono tre partiti

politici a Firenze: partito mediceo o pallesco perché i Medici hanno lo stemma caratterizzato da

palle (è un partito debole), partito savonarolesco o dei piagnoni e partito degli arrabbiati. Si

diffonde una nuova malattia dalla Spagna, la peste dei marrani ( = erano ebrei e arabi convertiti al

cattolicesimo, però si dubitava ancora di loro e quindi si diceva che avevano diffuso la malattia). Gli

italiani la chiamavano la malfrancese, perché secondo loro l’avevano portata i francesi, invece in

Francia la chiamavano la malnapoletana. Girolamo Fra Castoro era un medico di Verona che

studiò questa malattia descrivendola in termini mitologici. Raccontava di Sifilo, un pastore che non

aveva onorato gli dei e quindi fu punito, da Sifilo prende il nome la sifilide. Numero di casi si

moltiplica, forse si diffuse con la scoperta del nuovo mondo. La sifilide si cura solo con la

penicillina scoperta da Fleming nel 1928. Forse nel nuovo mondo erano presenti medicamenti per

curare questa malattia. Si credeva agli influssi degli astri sull’individuo. Quattro umori erano

considerati alla base dello sviluppo del corpo (sangue, flemma, bile, bile nera) e corrispondevano

alle disposizioni generali del corpo. Forza = sanguigno, calma = persona flemmatica, invidia =

carattere bilioso, tristezza/sofferenza = carattere di bile nera, nero si dice melan in greco e bile si

dice cole, quindi melancole, cioè malinconia, il malinconico ha la bile nera dominante. Il medico

del passato doveva osservare l’umore dominante. Cosa potevano fare per la sifilide? Si credeva che

Dio avesse creato un modo per capire le malattie. Si guardava la corrispondenza tra la forma di erbe

e radici con le parti del corpo, il muschio che cresceva veniva associato ai capelli, bisognava

bagnare la testa e applicarci il muschio sopra. Per il cuore c’era il limone, quindi si davano limonate

ai cardiopatici. Nella sifilide la pelle si alterava, pensavano che il rimedio fosse la corteccia della

pianta del guaiaco (albero americano), questa corteccia in realtà fa sudare, non serviva per la

sifilide, ma per loro era il legno santo. Savonarola ora voleva distruggere il potere di Alessandro VI.

Tramite Annio da Viterbo arrivò a Roma. Alessandro VI reagì e invitò Firenze a prendere posizione

che fu quella di appoggiare Savonarola con il partito dei piagnoni. La chiesa attaccò Savonarola con

l’ordine dei francescani. Iniziò a Firenze un duello oratorio, Savonarola predicava in San Marco e in

Santa Croce, i francescani ricorsero a Domenico da Ponso. Savonarola fece stampare un testo con le

sue prediche che così potevano anche essere lette. Quando predicava, c’era chi trascriveva quello

che diceva, stamperie. Numero degli ascoltatori di Savonarola era molto maggiore. Francescani

sfidarono Savonarola ad un giudizio di Dio, cioè doveva dimostrare le sue tesi camminando sul

fuoco, se non si bruciava Dio era d’accordo con lui. Fu allestito tutto in piazza della Signoria.

Bastava designare un domenicano di Savonarola, ma i domenicani chiesero che lo facessero anche i

francescani. Il primo che metteva i piedi e se li bruciava aveva torto. Chi doveva iniziare? Entrambi

sapevano che si sarebbero bruciati, litigarono e alla fine nessuno camminò sul fuoco, perché iniziò a

piovere e il fuoco si spense. “Ecco il segno” disse Savonarola. Dio non aveva dato il suo giudizio.

Popolazione inferocita contro Savonarola che non aveva fatto il miracolo. Il convento di San Marco

fu preso d’assalto e Savonarola arrestato. Nel 1498 Savonarola fu impiccato in piazza della Signoria

e il cadavere bruciato, non doveva rimanere nessuna traccia. Le ceneri furono spazzate e buttate in

Arno. Firenze mantiene una repubblica indipendente antimedici. Giovanni de’Medici è l’esponente

più importante. Machiavelli e Guicciardini sono personalità importanti del periodo. Machiavelli è

un giovane diplomatico, incontra il figlio di Alessandro VI, Cesare Borgia che possiede il ducato di

Valentinois in Francia, è detto il “valentino”. Machiavelli si rende conto che la politica non tiene

conto della morale, analizza i comportamenti di Cesare Borgia. Machiavelli è il primo sostenitore

della politica, disciplina che non può tenere conto della morale. Cesare Borgia aveva fatto uccidere

esponenti della Romagna. Machiavelli scrive le sue osservazioni. Si consolida il ruolo della politica

spregiudicata. Propaganda politica (grandi teorici come Machiavelli, grandi artisti come

Michelangelo Buonarroti). Nel 1501 deve scolpire il simbolo dello stato, realizza il David (1501-

1504), il David è l’eroe del popolo ebraico, esaltazione della Bibbia, è un piccolo uomo che

combatte e uccide il gigante Golia con un’arma semplice, cioè una fionda. Repubblica fiorentina è

un piccolo stato che vuole combattere contro i tiranni. Scultura viene messa all’ingresso di Palazzo

della Signoria, sede del governo fiorentino. Nel 1503 muore Alessandro VI Borgia. Sale al trono

papale Giulio II della Rovere, nemico dei Borgia. Giulio II vuole consolidare il potere temporale

della chiesa, riconquistare le Romagne dove Cesare Borgia ha il suo impero e creare un nuovo

simbolo per la cristianità. Giulio II pensa ad una nuova Basilica di San Pietro, quella vecchia era

troppo piccola. Chiede a Bramante il progetto della nuova San Pietro che deve essere la più grande

del mondo. Vecchia San Pietro viene distrutta. Giulio II rimane fino al 1513. Il cardinale più vicino

a Giulio II è Giovanni de’Medici. Michelangelo realizzerà per Giulio II la cappella sistina. Giovanni

de’Medici acquista grande peso nella curia. Giulio II è nemico di chi ha sostenuto Savonarola,

quindi nel 1512 c’è una spedizione militare a Firenze. Deve essere ripristinato il potere mediceo, la

spedizione deve spaventare i fiorentini, le truppe papali attaccano Prato che è debole, ci sono

saccheggi, stupri (anche di monache) e i fiorentini si arrendono per non subire quello che ha subito

Prato. 1512 crolla repubblica savonaroliana e ritorno dei Medici. Vengono esiliati tutti quelli che

hanno contribuito alla repubblica, Machiavelli esiliato a Sant’Andrea (San Casciano). Nel 1513

muore Giulio II, c’è il conclave e il nuovo papa è Giovanni de’Medici, il sogno di Lorenzo si

avvera. 02/03/2007

Le più grandi opere di Machiavelli nascono nel periodo dell’esilio. In una lettera all’amico Vettori

svela il suo modo di vivere (10 dicembre 1513). Gli racconta come passa le giornate, va nel bosco,

legge Dante, Petrarca, Tibullo. Un ambasciatore importante come lui era ridotto a fermare la gente

di campagna per strada per chiedere loro notizie del loro paese. I suoi amici sono fornai e macellai.

La sera si riunisce con il mondo che veramente gli appartiene, cioè la classicità. Nel suo scrittoio

entra nelle corti degli antichi e parla con loro e loro gli rispondono, “Discorsi sulla prima decade di

Tito Livio”. Farà anche riflessioni politiche, la politica per lui è una scienza che non ha legami con

la morale. Un principe deve essere volpe e leone, e come un centauro, metà uomo, metà animale. La

politica è una realtà con proprie regole, non spirituale. Nasce nel 1513 “Il principe” che segna la

nascita di una nuova visione dello stato e della politica. Si riferisce al valentino. Machiavelli

rivaluta la civiltà etrusca perché loro governavano con il principio delle città stato e delle

federazioni, presenti in Svizzera, sono un modello secondo Machiavelli (“il fine giustifica i mezzi”

dal Principe). Si introduce la scrittura di lettere. Nel 1500 non esist

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A.A. 2007-2008
23 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pazzina1985 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Cipriani Giovanni.