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RINASCITA CULTURALE E NUOVE ESPERIENZE RELIGIOSE
La rinascita carolingia nata dal proposito di Carlo Magno di elevare il livello d'istruzione
del clero franco, svolge soprattutto il recupero del patrimonio letterario classico e della
lingua latina; con la crisi della dinastia carolingia centri culturali diventano abbazie e
grandi cattedrali, presso le quali si continua lo studio e l'insegnamento in mezzo a
difficoltà crescenti provocate dalla dissoluzione dell'ordinamento pubblico e dalle
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devastazioni di Ungari, Normanni, Saraceni. Nel X secolo la Germania continua idealmente
la tradizione carolingia, soprattutto con Ottone I, che porta con sé dall'Italia grammatici e
teologi, ma già nell'XI secolo si fa sentire l'influenza francese, attraverso Cluny e Citeaux,
ed esperti del clero si recano a studiare nelle scuole della Francia settentrionale. Verso la
metà dell'XI secolo è vivace l'attività culturale in Italia meridionale, in contatto diretto coi
mondi arabo e greco. L'Occidente in realtà entra in contatto col mondo arabo già verso la
fine del X secolo, tramite i viaggi in Spagna di Gerberto d'Aurillac (futuro papa
Silvestro II): grazie a lui s'inizia lo studio della medicina nelle scuole di Chartres, Reims,
Montpellier, anche se è Salerno il centro di studi medici e filosofici più importante. In Italia
settentrionale si verifica la rinascita del diritto romano, soprattutto a Bologna, ma hanno
grande risonanza anche l'opera del grammatico lombardo Papia e i testi di musica di
Guido d'Arezzo. La Francia dell'XI secolo è in ripresa culturale in tutti i campi: nelle arti
liberali (divise in trivio e quadrivio), filosofia, teologia e pratica della poesia in latino e in
volgare. Gerberto d'Aurillac, nel X secolo, insegnava logica, retorica, aritmetica,
geometria e astronomia nella scuola della cattedrale di Reims. Berengario di Tours, fino
alla morte nel 1088, è impegnato nella controversia sulla reale presenza di Cristo
nell'eucarestia e fonda le sua riflessioni sulla dialettica, cioè sull'argomentazione logica.
Nel XII secolo la rinascita culturale ha una forte accelerazione. Nell'XI secolo sono i
monasteri a svolgere il ruolo di centri di cultura: Montecassino che trascrive opere di autori
classici, Bec in Normandia con la scuola diretta dagli abati Lanfranco e Anselmo, Cluny
che entra in decadenza nel 1156 dopo la morte di Pietro il Venerabile. A metà del XII
secolo sono in piena fioritura i nuovi ordini religiosi il cui obiettivo è l'ascesi spirituale, non
l'attività intellettuale: san Bernardo infatti è un mistico e non un uomo di studio. Nel XII
secolo quindi diventano fervidi centri di vita intellettuale le cattedrali, pienamente inserite
nelle città in piena crescita economica e sociale: soprattutto in Francia (Orléans, Chartres,
Reims, Laon, Parigi) ma anche a Canterbury in Inghilterra e a Toledo in Spagna, dove si
incontrano cultura cristiana e musulmana. Il prestigio delle cattedrali è legato ai loro
maestri e anche le loro scuole sono sottoposte al controllo dei vescovi, che rilasciano la
licentia docendi agli insegnanti. Manca però un programma di studi, esami finali e il
conferimento di titoli riconosciuti.
Rodolfo il Glabro, monaco di Cluny e cronista degli avvenimenti tra il 980 e il 1044,
scrive che nei primi anni dopo il Mille in tutto il mondo le chiese vengono rinnovate,
soprattutto in Italia e in Gallia: la gran parte conserva ancora la struttura originaria, che
viene indicata come arte romanica x i suoi collegamenti con l'arte romana e perché diffusa
nei paesi di lingua romanza. È considerata espressione di grande vitalità religiosa e civile
ma presenta grande varietà di forme da una regione all'altra, anche se con elementi
comuni, quali l'uso delle volte sostenute da pilastri, la divisione dello spazio in 3 navate, la
cripta sotto l'altare maggiore.
Le università sono una creazione originale del XII secolo: all'inizio sono semplici
associazioni di studenti e professori, simili alle corporazioni di arti e mestieri, che mirano
ad ottenere il riconoscimento dell'autorità civile ed ecclesiastica e la concessione di
privilegi giuridici ed economici, a volte minacciando di abbandonare la città; si cerca poi di
fissare i programmi di studio, i compensi ai professori, le modalità x sostenere gli esami e
conseguire la laurea (licenza di insegnamento). Il termine universitas in origine indica solo
la struttura corporativa che si occupa dell'organizzazione didattica (studium), suddivisa in
4 facoltà, governata ciascuna dall'assemblea dei maestri: quella delle Arti (del trivio e del
quadrivio), le facoltà superiori di diritto (civile e canonico), medicina e teologia. Nel XII
secolo è operante uno stretto collegamento tra medicina e filosofia, espresso in molti
trattati di insegnanti scritti x i loro studenti, che insieme ai testi di Aristotele fanno risalire
tradizionalmente la prima università alla Scuola medica di Salerno. Le prime lauree
vengono conferire dopo le Costituzioni di Melfi emanate nel 1231 da Federico II, secondo
cui il candidato, dopo aver superato a Salerno un esame pubblico, si dovrebbe presentare
all'imperatore o a un suo rappresentante x ottenere la licenza. A Bologna l'università nasce
nell'ambito delle scuole laiche di diritto verso la metà del XII secolo x iniziativa degli
studenti, e si divide in 2 Universitates scholarium, quella degli Ultramontani (stranieri) e
quella dei Citramontani (italiani), che fissano i compensi dei professori, i piani di studio, i
prezzi degli alloggi e dei libri. L'università di Parigi nasce all'interno della scuola cattedrale
di Notre-Dame x iniziativa dei professori, che formano l'universitas magistrorum, x ridurre
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il potere del cancelliere vescovile che interviene anche in ambito dottrinale. L'università di
Oxford nasce dopo il 1167 quando vengono richiamati in patria gli studenti che studiano a
Parigi. Bologna è la madre delle altre università: quella di Padova nasce nel 1222 dalla
secessione di alcuni maestri bolognesi, mentre nel 1224 quella di Napoli nasce x volontà
di Federico II che chiama a insegnarvi maestri bolognesi x formare personale da inserire
nell'amministrazione del Regno di Sicilia. Il suo esempio verrà ampiamente seguito, da
sovrani e da pontefici, tanto che nel Trecento le università si ritrovano completamente
sottoposte ai pubblici poteri.
Le università mantengono una loro autonomia organizzativa, pur con alcuni elementi
comuni dovuti al fatto che le più giovani si modellano su quelle più antiche di Bologna e
Parigi. I corsi si tengono nelle case dei maestri, dato che non esistono edifici o aule
universitarie, mentre assemblee, esami, dispute solenni si svolgono nelle chiese o nei
conventi. L'insegnamento si basa su lectio, cioè lettura e commento delle opere degli
autori fondamentali x la disciplina, e disputatio, l'aspetto più interessante
dell'insegnamento scolastico, secondo cui il maestro sceglie un tema (quaestio), dà
l'incarico al suo assistente (baccelliere) di presentarlo agli studenti e il giorno dopo fa la
determinatio, la sintesi della discussione e la sua tesi. Le cosiddette quaestiones
quodlibetales sono dispute su qualsiasi argomento organizzate 1-2 volte l'anno alla
presenza di tutti i membri della facoltà; nelle facoltà di Arti si aggiungono esercitazioni
pratiche. Al termine degli studi alcuni studenti diventano maestri, mentre i più fanno
carriera nell'organizzazione ecclesiastica o nell'amministrazione pubblica. Dopo 6 anni di
studio nella facoltà di Arti si può conseguire il baccalaureato, cioè il titolo di baccelliere;
dopo altri 2, se superato un esame, si può ricevere dal cancelliere la licenza. Per diventare
maestro in Arti lo studente deve sottoporsi a 2 dispute con i baccellieri e i maestri della
facoltà alla presenza del cancelliere arcivescovile, con l'obbligo poi di offrire un sontuoso
banchetto a tutti i presenti. Il percorso di studi x diritto e medicina è tra 6 e 8 anni, x
teologia ben 15. all'inizio la sede universitaria più rinomata x medicina è Salerno, dopo il
200 e il suo declino lo diventeranno Montpellier, Bologna, Padova. Filosofia e teologia
hanno il loro centro principale a Parigi, dove si elabora la cultura filosofica detta Scolastica.
L'elemento unificante di queste facoltà è l'influenza esercitata dal pensiero di Aristotele,
conosciuto soprattutto grazie ad Averroè (1126-1198), in cui si cerca una risposta ai nuovi
problemi ma che è difficilmente conciliabile con la dottrina cristiana, x cui a Parigi, dal
1215 al 1252, è proibita l'utilizzazione delle sue opere scientifiche e metafisiche. 2 sono i
filosofi e i teologi che tentano di conciliare la filosofia aristotelica col pensiero cristiano:
Alberto Magno (1205-1280) e Tommaso d'Aquino (1225-1274), la cui Summa
Theologica tenta l'unione della scienza con la fede.
Bologna è l'università di diritto più rinomata x tutto il Medioevo: qui i maestri s'impegnano
per trovare nella legislazione e nella giurisprudenza romane i principi che rispondano ai
problemi politici del tempo. Le glosse sono le loro riflessioni riportate ai margini dei
manoscritti da loro utilizzati, x cui questi primi giuristi vengono detti glossatori: il più
famoso è Irnemo, seguito dai “4 dottori” Bulgaro, Ugo, Martino, Jacopo; ai primi del
'300 vi si aggiungono i cosiddetti commentatori. Finora i libri sono oggetti di lusso, prodotti
negli scriptoria dei monasteri e delle chiese cattedrali, e sono detti codici, vere opere
d'arte di amanuensi e miniatori. Nell'ambito universitario però è necessario disporre di
molte copie della stessa opera, leggere, maneggevoli, economiche, dove poter fare
annotazioni. All'inizio studenti e maestri si procurano da soli i testi rivolgendosi al libero
mercato, dove operano dei librai-editori detti stationarii; ben presto, da Parigi a Bologna,
gli organismi direttivi delle università introducono il sistema della pecia: una commissione
di professori approva i testi ufficiali (exemplaria) che vengono forniti agli stationarii in
peciae, cioè fascicoli, in modo che possano lavorare più copisti contemporaneamente.
Viene a formarsi un libro tipico, con ampi margini x i commenti, l'uso di iniziali e di divisioni
del periodo x evidenziare parti del testo, sistemi sintetici di citazioni. Si utilizza ancora la
pergamena ma comincia a diffondersi la carta. La scrittura gotica è ampiamente diffusa,
sia x i documenti che x i libri, ma ora si utilizzano tipizzazioni grafiche, dette litterae