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Nobiltà e cavalleria: il definirsi culturale e giuridico di un ceto

egemonico

L'aristocrazia per molti secoli esprime il proprio predominio sociale in forme aperte e fluide: è

solo tra XII e XIII secolo che si definisce come ceto giuridicamente chiuso a base ereditaria. La

<<nobiltà di fatto>> si evolve in <<nobiltà di diritto>>, secondo l'efficace terminologia di

March Bloch. La frammentazione del potere pubblico dei secoli X-XI si traduce

nell'assestamento signorile locale grazie alla continua volontà di affermazione di famiglie e

gruppi parentali che per prevalenza fondiaria, per abitudini di vita guerriera sono nettamente

distinti dalla generalità del popolo. L'assestamento signorile spinge al rafforzamento dei legami

di consanguineità e delle relazioni familiari nelle aristocrazie, proprio nel momento in cui tali

legami e le relazioni si allentano. La cavalleria pesante nel secolo XI è ormai il nucleo

fondamentale e decisivo degli eserciti. L'addobbo mento i ludi cavallereschi si generalizzano.

La turbolenza dei <<milites>> adusi a un costume di vita violenta provoca ancora nel secolo

XII instabilità ai vertici della società e nell'intera convivenza civile. Ma l'azione della Chiesa

non si risolve in mera chiave difensiva. Vi sono al tempo stesso gli interventi rivolti a

socializzare un mestiere affatto provano quale quello delle armi, cercando di incanalarne

l'aggressività verso obiettivi di ordinamento interno e di espansione esterna della cattolicità. La

cultura ecclesiastica interpreta la professione cavalleresca come sostitutiva della spalla del

principe nella protezione dei popoli e della fede cristiana. L'ideologia ecclesiastica dei tre

ordini: oratores, bellatores, laboratores fornisce un supporto tecnico all'approfondimento del

solco che tradizionalmente divideva i bellatores dai laboratores. Eppure non viene meno la

forte autonomia laica, l'identità laica della cavalleria, la cui specializzazione professionale

sembra essere l'elemento socialmente dinamico capace di far convergere in un ceto chiuso la

classe di antica collocazione ai vertici dei regni e delle realtà regionali. La chiusura istituzionale

della nobiltà come nobiltà di sangue è sollecitata dalla concorrenza di altri gruppi sociali,

soprattutto dalle pressioni della borghesia cittadina in ascesa. È il risultato della idealizzazione

e istituzionalizzazione della militia.

Prestiti culturali e autonome espressioni intellettuali e religiose

Le accresciute relazioni dell'Europa con i mondi islamico e bizantino consentono alla cultura

occidentale di ampliare le proprie conoscenze: in particolare, conoscenze delle elaborazioni

filosofiche e scientifiche del pensiero greco classico e degli sviluppi che essi avevano avuto

presso l'arabi. In Spagna, nella Francia meridionale e nella penisola italiana si intensifica, nel

corso del secolo XII l'attività dei traduttori.

I processi di acquisizione delle novità sono sufficientemente rapidi, se nei primi decenni del

secolo XIII ormai sono noti il <<corpus>> aristotelico, le opere complete di Euclide,

l'astronomia di Tolomeo: prodotti di tradizioni culturali estranee al cristianesimo. I tratti delle

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Publisher
A.A. 2011-2012
2 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher storia92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Benvenuti Anna.