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SNODO XI LA RIPRESA ECONOMICA

Cap. 12A partire dal IX-X secolo iniziò nell'Occidente europeo una lunga fase di incremento demografico che durò fino a tutto il XIII secolo. All'ingente crescita demografica si prestò la scomparsa delle grandi epidemie, l'aumento della natalità e una durata di vita media più lunga grazie alle migliori condizioni di vita.

Uno dei metodi usati per ricavare cifre attendibili sulla popolazione inglese fu il "Domesday Book": censimento a fini fiscali degli abitanti del regno. Il fattore, però, più significativo per la crescita continua fu la fondazione di nuovi villaggi, anche se in alcune parti d'Europa la crescita fu più evidente, come in Italia, Francia e Fiandre ci fu, anche se in minor numero, in Spagna, Germania, Inghilterra e in Europa scandinava e orientale.

La crescita demografica spagnola è dovuta soprattutto ai regni cristiani che fondarono dei villaggi nelle regioni.

meridionali che avevano riconquistato. Furono invece molto importanti le migrazioni dei coloni tedeschi, fiamminghi e frisoni, guidati da signori tedeschi e dai Cavalieri Teutonici verso le regioni baltiche in quanto diedero origine a nuove città come le attuali città polacche. [stime della popolazione europea pg.196]

Con la crescita della popolazione ci fu il maggiore bisogno di risorse, soprattutto alimentari, è per questo che ci fu l'estensione delle coltivazioni, ovviamente anche grazie al miglioramento naturale del clima europeo che ha vantaggio le coltivazioni in quasi tutte le regioni europee, ma soprattutto quelle del centro-nord grazie della maggiore piovosità. I campi si estesero nei boschi, sugli sterpi e sui pantani, le zone incolte furono le prime ad essere dissodate con il disboscamento. [foreste risorse e produzioni pg. 198]

Si diffuse il fenomeno di occupazione delle terre e venne fatta la bonifica dei terreni paludosi. Negli ambienti disabitati si

misero a coltivare nuovi terreni sviluppandosi così nuovi centri di insediamento con sempre maggior lavoro da parte dei contadini in quanto gli fu promessa l'esenzione fiscale. All'espansione dell'agricoltura contribuirà il miglioramento ovviamente anche degli strumenti di lavoro e di nuovi sistemi di coltivazione, i principali progressi furono il collare rigido da mettere ai buoi e ai cavalli al posto delle cinghie, gli aratri diventarono più pesanti e si munirono di vomere e versoio, inoltre iniziò la rotazione triennale delle terre. Anche se ci furono tutti questi rinnovamenti l'espansione agricola conobbe dei limiti: il primo era l'approvvigionamento alimentare, un altro problema fu la maggiore esposizione del sistema economico locale alle annate sfavorevoli. L'estensione determinò anche grandi trasformazioni nella struttura della proprietà e nell'organizzazione del lavoro agricolo, le aziende si trasformarono e i.

Campi furono concessi in affitto. L'affitto faceva sì che i contadini producevano di più e lavoravano meglio e questo permetteva al proprietario di aumentare la propria rendita fondiaria, questo portò però a un divario ancora più accentuato della società rurale, infatti i coltivatori più ingegnosi approfittarono dell'aumento della produzione agricola e della sua commercializzazione in modo da accumulare ricchezze e poter consolidare i propri diritti sulla terra che lavoravano maturando un diritto di possesso. I contadini più agiati consolidarono invece quelle élites rurali che nel XII secolo cominciarono ad andare verso le città dove promossero le imprese di colonizzazione e dissodamento commercializzando il surplus prodotto.

[le trasformazioni della società rurale pg. 202]

Fino a tutto il X secolo, il sistema di organizzazione agraria nell'Occidente europeo era stato quello curtense. Dopo il Mille le

Le campagne furono attraversate da molte trasformazioni che erano anch'esse un segno della crescita della società europea. Il consolidamento dei poteri signorili, trasformando tutti i coltivatori in dipendenti, modificò i concetti di proprietà e di libertà nelle campagne, colpendo soprattutto i piccoli proprietari. Il livellamento delle condizioni fu favorito anche dalle forme di coltivazione collettiva, imposte dal calendario dei lavori agricoli e dalla conformazione del territorio, benché la proprietà della terra restasse individuale. Tra i grandi proprietari si diffuse l'uso di sostituire alla compravendita la concessione delle terre in feudo, che divenne il modo abituale con cui la terra passò di mano tra gli aristocratici, i piccoli proprietari continuarono invece a cedere e ad acquistare liberamente le terre in piena proprietà. Le grandi proprietà erano rammentate in innumerevoli parcelle possedute tutte dal medesimo proprietario.

ma affidate a un gran numero di coltivatori diversi, i quali, a loro volta, coltivavano appezzamenti separati e spesso lontani tra loro e talora appartenenti a padroni diversi. Per molti secoli i contadini abitarono principalmente tutti insieme in villaggi. Dal XII secolo nelle aree meno popolate i cistercensi accorparono le proprietà intorno a un centro di gestione padronale, attraverso il sistema delle grange. Dal XIV secolo anche la proprietà urbana avrebbe promosso l'accorpamento delle tenute in poderi. Le concessioni fondiarie erano di solito a lunga o a lunghissima scadenza, e pertanto destinati a una progressiva svalutazione. A partire dal XIII secolo, alcuni proprietari, soprattutto quelli urbani, iniziarono a introdurre contratti a più breve scadenza, che consentivano di attenuare gli effetti dell'inflazione. Nel complesso la condizione dei contadini peggiorò rispetto al periodo del sistema curtense. Anche l'alimentazione peggiorò.specializzazione delle colture che si affermò dopo il Millecentrata su quelle cerealicole, ridusse invece la varietà degli alimenti: finì col prevalere un solo prodotto, il pane. La nuova dieta favorì l'insorgere di malattie legate alla denutrizione: l'ergotismo, che conobbe due grandi ondate nel 994 e 1089 nella Francia settentrionale e nelle Fiandre, per poi propagarsi per tutto l'Occidente. Con l'aumento delle rendite fondiarie le famiglie aristocratiche cominciarono a domandare beni e servizi di lusso che portarono così alla nascita di nuovi settori di produzione come quello della manifattura e della loro commercializzazione, quindi da un'economia basata sulle rendite agrarie si passò ad un'economia basata sullo scambio. I grandi signori investirono in infrastrutture che favorirono lo sviluppo commerciale delle campagne, proprio per questo si cominciarono a ristrutturare le vie di comunicazione sia terrestri che

acquee.Lungo queste vie e nei vari villaggi e borghi si crearono luoghi dove vennero fatti mercatiperiodici.

L'espansione degli scambi fu sostenuta da una crescente disponibilità di moneta, infatti ci fu una vera e propria emissione di denaro a base d'argento, nell'Europa del Nord la domanda di moneta fu soddisfatta grazie ai giacimenti d'argento ritrovati nelle miniere della Sassonia.

Per far fronte alla così crescente domanda si dovette svalutare la qualità metallica della moneta, questo segnò l'avvio dell'economia commerciale anche in occidente.

Con la nascita delle città ci fu una crescita della popolazione e dell'urbanizzazione, quest'ultimo fattore dipese in gran parte dalle eredità romane.

Infatti sia in Francia meridionale che in Italia gli insediamenti, che non vennero mai meno, fecero sì che le città continuarono ad avere una superiorità indiscussa rispetto al territorio circostante.

mentre la Francia settentrionale le Fiandre e la regione del Reno ebbero una rinascita urbana grazie alle sedi vescovili romane che continuavano a starci. Più tardi ci fu lo sviluppo urbano minore in Germania meridionale, e ancora più minore fu quello in Inghilterra dove si svilupparono centri di piccola o media dimensione. Le maggiori città europee furono costruite nelle Fiandre e in Italia settentrionale, infatti i loro commerci a lungo raggio raggiunsero livelli elevati di produttività agricola. Inoltre i centri urbani lombardi e toscani erano distribuiti lungo assi di comunicazione che permettevano l'incontro delle attività manifatturiere e commerciali locali in una rete di traffici a lunga distanza. Con lo sviluppo urbano sia i mercanti che gli artigiani acquisirono maggior peso politico arrivando fino ai livelli dell'aristocrazia legata alla terra, grande differenza rispetto alle città romane che ebbero un'aristocrazia dei grandi.proprietari fondiari. Il continuo sviluppo delle città fu anche e soprattutto dovuto all'immigrazione urbanistica: emigrarono contadini poveri per trovare condizioni di vita migliori e prospettive di libertà, ma anche i contadini più agiati e i piccoli e medi proprietari fondiari. Ci furono profonde differenze tra le città italiane del nord e del nord Europa, infatti le prime si svilupparono intorno a borghi, porti e mercati ed erano abitate esclusivamente da mercanti e artigiani detti borghesi, per giunta la popolazione italiana comprendeva anche i proprietari fondiari titolari di diritti signorili, giudici e notai mentre le città del nord furono quasi sempre isole protette da privilegi economici fiscali e amministrativi, ma separate dal territorio circostante. Le città italiane trasformarono la propria influenza sulla campagna in un dominio territoriale costituendo veri e propri stati cittadini. I progressi tecnologici riguardarono anche altri.

Settori oltre a quello agricolo, infatti si cominciarono a costruire edifici in pietra, ma anche chiese, strade o ponti, si sviluppò anche l'estrazione di metalli e la loro lavorazione e venne scoperto il mulino ad acqua e anche i mulini a vento. Nelle città si svilupparono gruppi di artigiani specializzati che erano organizzati in corporazioni, il settore più diffuso e forte fu quello tessile soprattutto della lana e in Sicilia, introdotta dagli arabi, si diffuse invece la lavorazione del tessuto di seta che poi si estese in molte aree italiane, in Francia e in Germania, così come la produzione di carta e la lavorazione dei metalli che svilupparono il settore minerario. Questa grande disponibilità di beni incrementò le attività commerciali e quindi gli scambi locali e regionali, ma anche i commerci furono aiutati da nuovi metodi e strumenti come carovane di muli e cavalli, bussole e portolani soprattutto per la navigazione.

marittima.Così che diverse regioni europee si trovarono ad essere collegati fra loro da scambi

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Publisher
A.A. 2021-2022
20 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ele-ele2002 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi della Tuscia o del prof Zorzi Andrea.