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PRODUZIONE
1.2.La disuguaglianza e il predominio di alcuni uomini sugli altri
Nelle società agricole del tempo la scarsità era causata non solo
dall’arretratezza delle tecniche e delle tecnologie ma anche dalle società
agricole diseguali nelle quali vi era una classe dirigente che non solo viveva del
lavoro degli altri ma spesso si appropriava della loro produzione. Esse erano le
società tributarie(dove la popolazione pagava determinate quantità di beni o
merci ai dirigenti), schiavistiche(dove i padroni usufruivano degli schiavi come
degli animali con voce) , feudali( dove i padroni esercitavano un egemonia sugli
uomini che li permetteva di vivere con la rendita feudale).
2
2.L’EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE NELLE SOCIETA’ AGRARIE
2.1.Il modello demograTico antico
Tutta la storia dell’umanità si può inquadrare in due modelli demogra@ici
(l’antico ed il moderno) intersecati da un periodo di transizione. Il modello
demogra@ico antico corrisponde all’insieme delle società preindustriali. I suoi
indicatori demogra@ici erano: nati (35-40%,dipendente da fattori culturali),
morti (30-35%,dipendente da fattori aleatori ed economici), nuzialità,
migrazioni.
2.2.Il tetto malthusiano (o trappola malthusiana)
La limitazione che la carenza di alimenti impone alla crescita demogra@ica è
stata oggetto di studio da un autore inglese di @ine Settecento, Thomas
R.Malthus, che espose la sa tesi nel “Saggio sulla popolazione” (1798).
La sua idea fondamentale è che la popolazione di una determinata area è
limitata dalla quantità di alimenti di cui può disporre: il limite è il cosiddetto
tetto malthusiano. Inizialmente si ha un aumento della produzione che ne
consegue un aumento demogra@ico e causa: una disponibilità pro capite
crescente, un aumento delle natalità e una diminuzione delle morti. Ma quando
le società si avvicinano al tetto malthusiano (senza raggiungerlo) entrano in
atto dei fattori che causano l’arresto della crescita della popolazione e la sua
diminuzione. Questi sono chiamati freni compulsivi (come la
sottoalimentazione, le epidemie, le guerre) funzionano automaticamente e
incrementano la mortalità, mentre i freni preventivi (come il ritardo del
matrimonio, l’aumento della singletudine) funzionano a seconda dei momenti
e dei costumi delle società e riducono la nuzialità e le natalità. Entrambi i
fattori arrestano la fase positiva e determinano la diminuzione della
popolazione nella cosiddetta fase negativa (o di ritorno).
2.2. Le grandi tappe dell’evoluzione della popolazione preindustriale
Nell’antico regime la popolazione europea venne colpita dall’epidemia della
Peste Nera tra il 1348 e il 1351 provocando la morte di circa un terzo della
popolazione europea. Con la Rivoluzione Industriale si dette il via ad un
processo di modernizzazione. Con il sistema industriale infatti dopo una
crescita demogra@ica seguita da: assenza di catastro@i, progresso tecnologico,
crescente disponibilità pro capite e progresso igienico si è arrivati ad una
stabile crescita economica.(No crescita economica senza una crescita
demogra@ica alla base)!
3.CARATTERISTICHE DELL’AGRICOLTURA TRADIZIONALE
3.1.Lavoro e produzione/3.2.L’organizzazione della produzione
Per diventare un’attività economica rimunerativa e stabile l’agricoltura dovette
attuare dei cambiamenti. Il valore da ricercare stava nella qualità e
nell’ubicazione dei terreni da coltivare e nelle innovazioni delle tecniche e delle
tecnologie.
3
3.3.Le società feudali
Il feudalesimo è il sistema politico, sociale ed economico predominante in
Europa @ino alle società industriali. Nel sistema feudale: la terra era
scarsamente sfruttata e lavorata ed era concentrata nelle mani di pochi ricchi
padroni, il capitale era scarso, il lavoro era tanto ma bastava solo per
sopravvivere.
3.4.Le forme di proprietà e di possesso della terra
Terre comuni= terre nelle quali il padrone lasciava la disponibilità di
raccogliere liberamente alla comunità (boschi, laghi) escluse le riserve(non si
sopravvive)
Uso comune della terra= terre lasciate in concessione ai contadini(si
sopravvive)
4.LA CRESCITA AGRARIA
Perché si arriva a recintare la propria terra (proprietà privata)?
Perché il singolo investe nella propria terra, per produrre per sé (surplus),
vendere e guadagnare. Da questo momento la sopravvivenza diventa mercato
(attività imprenditoriale). E chi acquisisce altre terre può scegliere se:
scambiarle, comprare le terre di mezzo per unirle, venderle.
4.1.La rivoluzione agraria
Si veri@ica, dunque, attività di mercato. Nasce una moneta comune. Vengono
attuate la rivoluzione agraria (sociale) che stabiliva la nascita della proprietà
individuale e sanciva nuove condizioni sociali, la rivoluzione agricola
(tecnologica) che presentava attrezzi innovativi e quella agronomica che
proponeva nuove tecniche per trattare al meglio le terre. 30/09/16
CAP.2.L’ECONOMIA URBANA PREIDNUSTRIALE
Tra il 500’ e il 700’ nella storia economica mondiale si è veri@icata una fase di
transizione che ha modi@icato: il rapporto tra città e campagna, il commercio a
lunga distanza, la produzione organizzativa (società) e tecnologica (strumenti),
il sistema feudale in capitalistico.
2.1.Città e Campagna
La città causa immigrazione ed economia (prime derrate, ingresso di materie
prime-commodity, mercato). Si genera così “surplus”. Un buon metodo di
cooperazione tra città e campagna è il mercato (più surplus si ottiene nelle
campagne= più produzione nelle città). Aumenta la specializzazione e di
conseguenza anche la produttività.
2.2. Il commercio a lunga distanza
Caratteristiche del commercio a lunga distanza:
prodotti di lusso (altrimenti non sarebbe stato conveniente)
• commercio lento e pericoloso
• necessità di comunicazione
•
4 trasporto costoso
•
Questo tipo di commercio implicava cambiamenti strutturali, cioè da una
dimensione estensiva si virò verso un’ef@icienza effettiva (esempio navi cinesi-
navi di Colombo). In Europa si registrò un forte aumento di produzione (dal
1651). L’Inghilterra (che aveva il predominio sui mari al tempo) si sentì in
dovere di attuare i cosiddetti “navigation acts” per protezionismo. Il
commercio, tuttavia, non diventa di massa ma si espande su scala.
La crescita e l’espansione del commercio non sarebbero state possibili senza le
azioni di una serie di istituzioni, strumenti e tecniche che ne hanno
migliorato l’organizzazione, ridotto i rischi, facilitato il credito e agevolato il
controllo degli affari. Fu stabilita una moneta comune di qualità e secondo
delle regole (cartamoneta). Furono @issati mercati e Tiere (punti d’incontro
prestabiliti tra venditori e compratori) che rappresentarono le prime
istituzioni importanti per il miglioramento del commercio. Per la crescita
mercantile, inoltre, furono essenziali gli apporti di credito e banca (ossia le
operazioni di cambio, deposito e prestito). Comparve la “tratta” (carta che ha
un impegno monetario) e le prime regole furono stipulate dalla Banca
d’Inghilterra (la più antica banca mondiale fondata nel 1694). Accanto alla
banca va citata anche la Borsa (prima la mondo= Anversa 1487): prevedeva
uno scambio (non @isico) di merci, segnato su tratta.
Si crearono forme di associazione e assicurazione che erano di fatto società
anonime sulla base di accordi di assicurazione. Nascono le prime società in
accomandita formate da un socio capitalista e da un socio gestore nelle quali il
primo apportava il denaro o le merci ed il secondo si occupava di portarle al
punto di vendita per tornare con i denari o altre merci; il capitalista si
riservava i ¾ del guadagno, pero se vi erano perdite andavano a suo carico.
2.3.Recupero e crescita della produzione artigianale
Le sinergie positive tra la città e la campagna fecero crescere l’attività
manifatturiera urbana. Gli artigiani si specializzarono e si associarono in
corporazioni. Da quel momento vi furono due tipi di realtà diverse: urbana (che
operano per il monopolio, per limitare la concorrenza, per aumentare la
qualità, per la mutualità) e di campagna (che operano per un mercato povero e
locale, per i contadini, per ciclicità). Ma quando città e campagna entrarono in
relazione ed iniziarono a cooperare (in Inghilterra) si gettarono le basi per lo
sviluppo della Rivoluzione Industriale e dunque per la costruzione delle prime
fabbriche.
2.3.5L’organizzazione della produzione
Il mercante diventa imprenditore; dalla campagna si emigra verso la città.
Le corporazioni in città producono poco ma con elevata qualità, mentre i
contadini ora iniziano a produrre enormi quantità con bassa qualità così il
mercante comprando da quest’ultimi riduce i costi, vende maggiormente e non
deve pagare i dazi delle porte della città.
5 Mercante diventa Imprenditore
Pregi:
Integra mercati: urbani/rurali, locali/internazionali
Circolazione moneta
Quantità maggiore/ Meno costi
Flessibile
(Caratteristiche della logica mercantile)
Difetti:
Qualità minore
Irregolarità nel tempo di produzione del prodotto
Produttività minore (Tecnologie arretrate)
Fattore di rischio 03/10/16
In molti posti d’Europa l’industria rurale non superò questo stadio di contadini
artigiani a tempo parziale, ma nelle zone di più intensa attività molte famiglie
arrivarono a tenere la produzione artigianale come attività principale
integrando i loro redditi lavorando la campagna solamente nei momenti di
maggiore domanda. E’ la cosiddetta protoindustrializzazione (cambiamento
mentalità contadina). Conseguenze sono: salari più bassi ma più numerosi,
specializzazione, incremento demogra@ico. Le aree che subiscono le maggiori
specializzazioni sono quelle appartenenti all’industria tessile (lana e cotone).
2.4.La transizione dal feudalesimo al capitalismo
Le trasformazioni economiche sono legate a doppio @ilo con una serie di
cambiamenti sociali e politici:
→ passaggio dalla fase preindustriale a quella industriale è anche un passaggio
dal feudalesimo al capitalismo
→ transizione lunga e lunga convivenza fra i due sistemi
2.4.1.Ascesa della borghesia e abolizione feudalesimo
L’ascesa della borghesia possiamo caratterizzarla in 3 tappe:
• subordinazione politica-sociale d