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Estratto del documento

Diplomatica

La diplomatica (il cui termine deriva da diploma, documento emanato da enti o personalità

pubbliche) è la scienza che studia il documento per determinarne la rilevanza storica e le sue forme.

A sua volta, il documento è una testimonianza scritta di un fatto di natura giuridica, compilata sotto

l’osservazione di specifiche norme che le danno forza e le procurano fede in prova (definizione data

da paoli nel 1895).

La diplomatica nasce dall’esigenza, nel corso del xvii secolo, in piena controriforma, dell’accertare

l’autenticità dei documenti, soprattutto all’interno delle controversie per i beni fondiari clericali, in

special modo i monasteri. L’opera fondante è il “ de re diplomatica” di jean mabillon del 1681, dove

nasce il concetto secondo cui i documenti medievali, per avere valore di veridicità, devono seguire

un preciso ordine e precise regole.

Il compito principale diplomatico è quindi quello di distinguere tra documenti veri e documenti

falsi, seguendo due punti di vista:

Storico: se il fatto descritto nel documento è accaduto o meno, quindi può essere vero o

 falso;

Diplomatico: la data ed i personaggi descritti corrispondono o no, quindi autentico o

 inautentico;

altre opere sulla diplomazia sono il “codice diplomatico longobardo” di schiaparelli, il “regista

imperii” di bohmer del 1831 ed il “regesta pontificum romanorum” di jaffé del 1851.

Formazione di un documento

Nella costruzione di un documento di deve distinguere tra il fatto, ossia ciò che produce gli effetti giuridici,

l’azione giuridica, e il ricordo scritto del fatto, cioè la stesura dell’atto. Inoltre si deve tener conto di vari

“interpreti”:

L’autore dell’azione;

 Il destinatario dell’azione (e, di norma, il destinatario del documento);

 L’autore della documentazione, che dà ordine che sia redatto il documento (e che non corrisponde

 all’autore dell’azione);

Dettatore, che redige il documento (svolgendo i due momenti del “dictare” e del “scribere”);

 Scrittore, che scrive il documento definitivo (dal x secolo per gli enti ecclesiastici operano scrittori

 professionisti);

Autenticatore, che dà pubblica fede al documento;

categorie diplomatiche

i documenti medievali si dividono in due categorie principali:

La “charta”, documento redatto in prima persona e la cui forma di prova è la sottoscrizione da parte

 dell’autore dell’azione giuridica;

La “notitia” o “breve”, documento redatto in terza persona in forma di narrazione che testimonia un

 fatto accaduto, e la cui forza è data dall’elenco dei testimoni che firmano di aver partecipato al fatto;

vi sono poi altre due categorie:

Documenti privati: redatti ed autenticati da scrittori e notai privati, dove si trova la distinzione tra

 l’autore del fatto e l’autenticatore;

Documenti pubblici: emanati da un’autorità pubblica, rispettando alcune forme caratteristiche

 proprie dell’autorità pubblica;

i caratteri delle categorie diplomatiche, ovvero le forme, più o meno fisse, di redazione e stesura del

documento, possono essere di tipo estrinseco, ossia di tipo esteriore coglibili solo nell’originale (es. tipo di

carta, sigillo e scrittura), o intrinseco, cioè il tenore del testo ed il relativo formulario.

Caratteri estrinseci

1. Materiali di supporto:

a. Fino al vii secolo: il papiro, che viene utilizzato più a lungo nella documentazione pontificia,

fino al ix secolo);

b. Dal viii secolo al xv secolo: la pergamena, ossia pelle di pecora, che viene utilizzata da tutte

le istituzioni per tutta l’età medievale;

c. Dal xiii secolo: la carta, usata però solo per i registri e per le lettere, allargandosi a tutta la

documentazione giuridica nel xviii secolo;

2. Formato dei documenti:

a. Fino al xii secolo, i documenti venivano redatti su foglio rettangolare, scritti in parallelo al

lato minore, passando al lato maggiore dal xiii secolo;

b. Fino al xiv secolo si scrive su una sola facciata, unendo, nel caso di un testo troppo lungo,

altri fogli al foglio d’inizio.

3. Sigilli: possono essere di cera o di piombo;

4. Tipo di scrittura;

caratteri intrinseci

1. Lingua:

a. Fino al xiv secolo: latino

b. Fino alla fine del xvii secolo in italia, dal xiii secolo in spagna e francia: volgare;

il latino utilizzato è comunque molto diverso dal latino letterario, e ciò è stata ritenuta la prova

dell’imbarbarimento. Dal vii all’viii secolo nasce il linguaggio burocratico latino, molto più

semplice con soli 4 casi, mentre dal xii al xiii secolo vi è la fissazione di un vero e proprio

linguaggio cavalleresco.

2. Formulario, ossia la serie di parole sancite dall’uso il cui utilizzo serve a garantire il raggiungimento

dello scopo prefissato. l’importanza del formulario si deduce dalle raccolte di modelli documentari,

come il “liber diurnus pontificum romanorum”, composto tra il vii e ix secolo, i formulari notarili del

xiii secolo e quelli cancellereschi del xii secolo, insieme ai trattati di bello scrivere del xiii secolo;

3. Struttura tipo di un documento:

a. Il protocollo, che contiene l’invocazione alla divinità (invocatio), la proclamazione

dell’autore del testo (intitulatio) e del luogo dove viene formulato il testo (inscriptio);

b. Il testo, ossia cosa si decide all’interno dell’atto, la disposizione centrale (dispositio), seguita

da minacce di multa in caso di contravvenzione alla disposizione (sanctio);

c. L’escatocollo, dove si trova l’indicazione di chi ha redatto il documento, la sottoscrizione dei

testimoni (subscritio) e la datazione del documento (datatio), e dall’viii secolo qui si

indicano anche il numero di copie del documento fatte;

tra documenti privati e pubblici vi è però una differenza nell’escatocollo, visto che in quelli privati è presente

la sottoscrizione dei testimoni (sostituita poi dalla sottoscrizione notarile), mentre in quelli pubblici non è

mai presente la sottoscrizione dei testimoni.

Il problema della cronologia

La concezione del tempo nel iv secolo è profondamente diversa da quella odierna, e non è neppure unitaria,

infatti non esiste una collocazione univoca temporale di un evento.

L’anno di partenza non è accettato in modo unanime da tutti, ed il giorno e il mese non sono coordinati con

l’anno, ma vi sono solamente accostati. Durante il medioevo la formula della data era:

giorno (calcolato in base al calendario) + anno (calcolato secondo una era, che in italia sono 4) + indizione.

Il giorno

Nel calcolo del giorno, si fa riferimento al calendario giuliano, che possiede tre sistemi diversi di

nomenclatura, e i più importanti dei tre sono i primi due:

I. Individua per ogni mese tre giorni:

a. Kalendae (1)

b. Nonae (dal 5 al 7)

c. Idis (dal 13 al 15)

Gli altri giorni sono calcolati in base alla loro distanza a questi giorni fissi;

II. Consuetudine di bologna, che divide il mese in due:

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A.A. 2014-2015
5 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Primus93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof La Rocca Cristina.