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Estratto del documento

Othman

Alì 27

successivamente si scatenarono

molti conflitti, a causa del

problema di chi doveva prendere

il posto di Alì

i khariciti: sostenevano che chiunque poteva

essere incaricato di tale compito

gli sciiti: ribadivano che l’ispirazione divina

e lo spirito del profeta sopravvivevano nei

suoi familiari, quindi doveva per forza

essere un suo discendente diretto

i sunniti: ritenevano possibile conciliare gli

insegnamenti del profeta con il consenso

della comunità 28

questa prima guerra

civile ebbe il suo

culmine nel 660 con

l’assassinio di Alì e

la vittoria di

un’aristocratico

della dinastia

omayyade, sostenuto

dai sunniti.

29

l’impero omayyade (661-750)

stabilì la capitale a Damasco

si moltiplicarono le conversioni all’Islam

la lingua araba sostituì tutte le altre

vi furono numerose conquiste anche di

terre molto lontane, durante le quali

l’impero si affacciò in Europa

30

alla morte di Omar ii

fra la popolazione vi era un forte

malcontento nei confronti della gestione

delle risorse dell’impero

dopo una guerra civile una dinastia

discendente da uno zio del Profeta, gli

Abbasidi, appoggiati dagli sciiti, riuscì a

rovesciare l’impero 31

l’impero abbaside (750-945)

fondazione di una capitale completamente nuova: Baghdad

nascita della figura del wazir: in origine semplice

collaboratore del califfo, egli divenne un capo

dell’amministrazione, dotato del compito di controllare

la burocrazia, nominare i funzionari provinciali e sedere

in alcuni tribunali

fine delle conquiste

nel ix secolo i wazir dividono in fazioni il centro

dell’impero

tra il ix e il x secolo i Buwayhidi assumono il controllo

di Baghdad, lasciando i califfi abbasidi come semplice

autorità nominale 32

massima espansione islamica

33

dai primi decenni del vi secolo il regno dei

Franchi fu attraversato da una grande

conflittualità interna

Clotario ii diede nuovo vigore alla carica di maggiordomo, che

precedentemente aveva designato il funzionario incaricato di

seguire tutte le questioni organizzative della corte regia

in questo contesto spiccano due uomini come i personaggi più

influenti dell’aristocrazia franca: Arnolfo e pipino il vecchio

(il vescovo di Metz e il maggiordomo di Austrasia)

dopo il matrimonio fra i figli di quest’ultimi nasce la famiglia

dei “pipinidi” o “carolingi”

gli esponenti di questa famiglia riuscirono a rendere la carica

di maggiordomo ereditaria, in questo modo riuscirono ad avere

accesso ai fondi regi e quindi di crearsi delle clientele militari

nel 751 Pipino il breve, nipote di Pipino il vecchio depone

Childerico iii mettendo fine alla dinastia dei Merovingi e

ponendo le basi per la nascita dell’impero Carolingio

34

dopo un’alleanza stretta con la chiesa di Roma,

Pipino il breve organizza tra il 754 e il 756 due

spedizioni in Italia contro i Longobardi

dopo la morte di Pipino il regno viene diviso

fra i figli Carlomanno e Carlo

(successivamente chiamato Magno)

con la morte di Carlomanno il fratello prende

il controllo di tutto il regno

egli conquista tutta l’Italia longobarda, che

viene inserita nei domini franchi, pur

mantenendo la propria denominazione e la

propria struttura politico-amministrativa

35

papa Leone iii aveva stava cercando di

stabilire una definitiva supremazia sulle

altre sedi episcopali, come Costantinopoli,

Ravenna e Milano

nell’anno 800 egli fu fisicamente aggredito

dagli oppositori, dunque scappò in una

delle tante sedi della corte franca, dove

sotto scorta militare fu scortato di nuovo a

Roma

li lo raggiunse Carlo Magno, il quale, la

notte di Natale fu incoronato Imperatore

dallo stesso papa: nasce così l’impero

carolingio 36

impero carolingio sotto la guida

di Carlo Magno

37

una delle soluzioni istituzionali che maggiormente

ebbero successo nel regno dei franchi e che ne

favorirono la straordinaria affermazione militare

nell’Europa dell’epoca fu la formalizzazione dei

rapporti vassallatico-beneficiari:

contratto stretto liberamente fra due

persone, una delle quali si impegnava alla

fedeltà (vassallo), e l’altra al

mantenimento (padrone)

il vassallo combatteva per il padrone

il padrone si impegnava a mantenere il

vassallo direttamente nella propria casa, o

indirettamente concedendogli fonti di

reddito quali terre o beni di altra natura

38

questo tipo di relazioni

caratterizzava l’intera

società franca ad ogni

livello: era il tipo di

relazione attraverso cui il

re si attorniava di

funzionari e capi militari,ed

era la stessa relazione

attraverso cui quest’ultimi

riuscivano a reclutare

combattenti e a crearsi una

cerchia clientelare.

39

la stessa organizzazione

economica della grande

proprietà tipica del mondo

franco, il sistema “curtense”

contribuiva a consolidare tale

situazione. le grandi aziende

(corti) tendevano ad assorbire le

piccole proprietà, assoggettando

molti ex piccoli proprietari,

uomini liberi, al rango di

dipendenti del grande

proprietario, che spesso

esercitava anche poteri di natura

pubblica.

40

il sistema curtense si sviluppa in

età merovingia: è infatti probabile

che la cessazione dell’imposta

fondiaria romana, oltre a provocare

fenomeni di regressione, abbia

messo in circolazione una quantità

maggiore di ricchezza, ponendo le

basi per lo sviluppo di questo tipo

d’economia. Fra vii e viii secolo essa

contribuì a far nascere una domanda

economica diversa rispetto a quella

della tarda antichità. questa nuova

domanda fu organizzata dalle

aristocrazie locali.

41

esso si basa sulla

compresenza di due elementi

la bipartizione delle aziende: in un settore

a conduzione diretta, la riserva padronale o

“dominico”, e uno a conduzione indiretta o

“massaricio”, formato da piccole aziende

familiari contadine

lo stretto legame fra queste due parti:

rappresentato dall’obbligo per i contadini

del massaricio di prestare “corvèes” sulle

terre del dominico, a integrazione del

lavoro degli schiavi, che vi risiedevano in

permanenza, a totale carico del padrone che

forniva loro vitto e alloggio

42

organizzazione del sistema

curtense

43

organizzazione

amministrativa

dell’impero

carolingio

44

vennero designate all’interno dei diversi regni delle

circoscrizioni pubbliche dette “comitati”, al cui

interno un funzionario regio , il conte, svolgeva il

compito di amministrare una certa regione. a seconda

della grandezza e della locazione dei territori da

controllare vennero istituiti diversi comitati:

le marche: furono create in zone di confine e governate da

un marchese, quì era molto importante l’organizzazione

militare

i ducati: territori assoggettati da poco e inglobati in

maniera non completamente stabile nell’impero

sia i conti, i marchesi e i duchi erano legati al sovrano da

rapporti vassallatico-beneficiari, quindi la loro nomina

dipendeva esclusivamente dai loro possedimenti terrieri:

infatti più terre avevano a disposizione più potevano

costruirsi una cerchia personale di fedeli. ma più potenti

erano, meno l’imperatore poteva contare sulla loro fedeltà

45

dunque a fianco dell’organizzazione

amministrativa nacque una complessa rete

di controllo:

la più immediata era quella dei missi

dominici: funzionari nominati direttamente

dall’imperatore, il cui compito principale

era quello di vigilare sui funzionari

la gerarchia ecclesiastica era centrale in

questa organizzazione: ogni vescovo divenne

missus nella propria diocesi. ciò comportò

la necessità per il sovrano di garantirsi la

presenza di uomini fedeli fra i seggi

episcopali, e quindi una forte presenza

regia alla nomina dei vescovi

46

ancora più importante come strumento di

controllo era l’istituto dell’immunità

esso comportava la concessione formale da parte del

sovrano a taluni proprietari, specialmente

ecclesiastici, di una particolare prerogativa che

rendeva le loro proprietà immuni dall’esercizio del

potere regio da parte dei funzionari pubblici

soprattutto durante il secolo ix, i diplomi di

concessione immunitaria si moltiplicarono

considerevolmente

il sistema era però estremamente fragile: il potere si

frammentò presto su scala sempre più locale, in

mano ai funzionari pubblici, agli immunisti e a quei

proprietari che, detentori o meno di diplomi di

immunità, si comportavano nei fatti come signori

47

dopo Carlo Magno (814)

Ludovico il pio: unico figlio sopravvissuto,

accentuò i caratteri sacrali dell’impero.

nell‘824 con il constutio romana vincolò la

consacrazione papale a un precedente

giuramento di fedeltà all’imperatore

nell‘817 emanò l’Ordinatio imperii, in cui

stabiliva che alla sua morte l’impero fosse

diviso fra i suoi quattro figli: Ludovico,

Pipino, Lotario e Carlo

48

alla sua morte si accese una dura battaglia fra i suoi

figli per la spartizione dell’impero, alla fine della

quale il territorio era diviso nel seguente modo:

Carlo dominava la Francia occidentale

Ludovico la Francia orientale

Lotario controllava l’Italia

49

le seconde invasioni barbariche

gli Slavi: inizialmente un popolo sedentario, dedito all’agricoltura

e all’allevamento, sono stati costretti ad emigrare a causa

dell’irruzione nei loro territori di popolazioni bellicose quali ad

esempio gli Unni. con un processo lento, gli slavi riuscirono ad

insidiarsi in tutta l’Europa orientale

gli ungari: originari delle pianure attorno agli Urali

settentrionali, apparvero improvvisamente in Occidente nella

seconda metà del ix secolo e, per circa cento anni furono

protagonisti di operazioni militari veloci e devastanti. Essi si

stanziarono in Ungheria, chiamata così dopo il loro insediamento

i saraceni: arabi o popolazioni islamizzate del nord Africa. nell‘827

conquistarono la Sicilia, e la usarono come avamposto per le

operazioni di saccheggio aventi come obbiettivo principale le grandi

abbazie

i normanni: popolazioni originarie della penisola scandinava, che a

partire dal ix secolo diedero

Dettagli
A.A. 2013-2014
65 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher angelo.scilipoti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Tocco Francesco Paolo.