Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Svevia attraverso un accordo diplomatico con l’Egitto, ma poiché lui in quel momento è
scomunicato dal papa ciò non può essere accettato e quindi i cristiani perdono l’ultima
possibilità di riprendere la città.
La Quarta Crociata del 1204 avviene quando è papa Innocenzo III, il quale decide di
gestirla personalmente chiamandola per la prima volta crociata e stabilendo le divise e gli
stendardi a sfondo bianco con una croce rossa: vuole mandare i crociati contro
Gerusalemme anche per darsi il merito di averla riconquistata. I crociati vengono, quindi,
mandati a Venezia per imbarcarsi ma Venezia in cambio delle navi pretende che i crociati
conquistino Zaara per i veneziani: il problema è che Zaara in quel periodo era sotto il
dominio dei re di Ungheria, fortemente cristiani e cattolici, e questi si ritrovano contro le
mura di Zaara un esercito messo insieme dal papa pronto ad espugnarla. Conquistata Zaara,
contro il volere di Innocenzo III, Venezia concede ai crociati le navi per la missione in terra
santa: ma durante l’assedio di Zaara i crociati sono stati raggiunti da una congregazione
bizantina guidata dal principe della dinastia degli Angeli, il quale pretende in cambio
dell’aiuto nella conquista di Zaara che loro eliminino gli altri contendenti al trono
dell’impero di Bisanzio. Così i crociati occupano Costantinopoli e mettono sul trono il loro
aiutante: i bizantini si ribellano ferocemente contro i crociati, i quali minacciati di morte,
chiedono aiuti e saccheggiano pesantemente la città depredandola di reliquie di ogni genere.
La chiesa di Costantinopoli viene assoggettata al volere del papa e i veneziani si fanno
consegnare le reliquie prelevate in oriente per rivenderle in occidente (fra cui i famosi
cavalli di San Marco a Venezia). Dopo tutte queste vicende, l’iniziale proposito della
crociata per la riconquista di Gerusalemme viene dimenticato e si dichiara quasi concluso il
fenomeno delle crociate.
Quando i crociati in terra santa non ci sono più, che fine fanno gli ordini religiosi
cavallereschi?
L’ordine dei templari decide di tornare in Francia e si dedica all’amministrazione dei
beni e il re di Francia, approfittando di un momento di crisi del papato, sottrae i beni
ai templari e obbliga il papa a chiudere questo ordine.
I cavalieri ospitalieri si spostano a Cipro ma il sovrano non li vuole e quindi decidono
di strappare a Bisanzio l’sola di Rodi e lì si insediano, diventano cavalieri di Rodi e lì
restano fino agli anni ’20 del ‘500, quando i Turchi conquisteranno Rodi,
costringendoli a lasciare l’isola e Carlo V imperatore assegna loro l’isola di Malta per
svolgere il ruolo di sentinelle per i possibili attacchi dei musulmani verso l’Italia
(oggi si trovano a Roma e incarnano una parte dell’estremismo religiosi cattolico).
L’ordine dei teutonici è tornato in Germania, ma poiché questa in quel periodo aveva
ancora aperto il fronte dei territori pagani sul baltico ancora da evangelizzare: i
cavalieri teutonici fanno da supporto alle così dette Crociate del nord o Crociate
baltiche: contrariamente a quanto avvenuto in quelle medio-orientali, queste crociate
si proposero fin da subito l'obiettivo della conversione dei conquistati, che subirono
il battesimo successivamente alla sconfitta militare dei loro eserciti da parte di
crociati principalmente tedeschi, danesi e svedesi. Altri di questi cavalieri si dirigono
in Spagna, dove da tempo è in corso la riconquista da parte dei cristiani: ci sono una
serie di battaglie e la più importante è la battaglia Las Navas de Tolosa, che porta a
dividere la Spagna in due zone, a nord la Catalogna, le Asturie… in mano ai cristiani
e l’Andalusia in mano ai musulmani.
L’assedio di San Giovanni d’Acri (noto anche come caduta di San Giovanni d’Acri) fu un
evento bellico che ebbe luogo nella primavera del 1291 e si concluse con la conquista della
città da parte dei musulmani, che la strapparono ai Crociati. L’episodio segnò la fine
delle Crociate in Oriente e il crollo del regno di Gerusalemme, a cui seguì l'estromissione
dei Franchi dalla Terrasanta. 15/10/18
La nascita dei comuni in Italia, le peculiarità dell’esperienza comunale e l’arrivo di
Federico I Barbarossa
Nel corso della lunga crisi Carolingia fino all’XI secolo il potere delle città in Europa passa
in mano ai vescovi, che quindi hanno sia il ruolo di pastori dei cittadini sia di governatori
delle città, dal punto di vista dell’economia, della difesa, dell’amministrazione,
dell’approvvigionamento.
Inoltre, il fatto di avere questo ruolo importante in città, essendo ormai duchi, conti e
marchesi nei loro castelli in campagna, porta i vescovi a grossi scontri di potere con il
papato e l’impero, potenze che volevano controllare l’elezione dei vescovi essendo questi
governatori delle città, così da controllare le città a loro volta. Questo scontro, avvenuto tra
papa e imperatore per il controllo dei vescovi, ha causato una progressiva diminuzione del
potere stesso dei vescovi, rendendo praticamente vano lo scontro perpetratosi per molto
tempo e risolto solo con il concordato di Worms quando ormai era tardi. Lo scontro tra
papato e impero aveva favorito l’incertezza e ogni volta che bisognava eleggere un vescovo
la cosa si prolungava nell’indecisione di scegliere uno dei candidati del papa o
dell’imperatore: si originano così dei vuoti di potere che mettono in crisi il potere vescovile.
Inoltre, il vescovo per governare una città non lo poteva fare da solo, soprattutto perché non
poteva trasmettere la propria eredità agli eredi, e quindi vi erano molti scontri tra le famiglie
potenti che volevano accaparrarsi la carica di vescovo per un membro della propria famiglia
così che i beni poi non andassero persi. Con questa debolezza di fondo, il vescovo si
ritrovava a governare la città con personaggi, con famiglie che lo attorniavano e che
governavano assieme a lui: il compito di governare le città era divenuto tra X-XI e inizio
XII secolo molto complesso, perché le città erano cresciute nell’economia e nella
popolazione, erano più ricche e potevano pagare più tasse ma essendo più popolose si
potevano scatenare delle ribellioni difficili da gestire i vescovi avevano elaborato un
sistema di governo altomedievale, non adatto alla gestione di tanta popolazione.
Il vescovo governa con varie famiglie che hanno vari rapporti, vassallatici, signorili, con
altre famiglie, avendo così potere sia in campagna che in città. Nell’aiutare il vescovo
nell’amministrazione, man mano che la città cresce, le famiglie si specializzano: alcune
nella finanza, alcune nella difesa… rendendosi sempre più necessarie al vescovo; a questo
va aggiunto il problema che quando il vescovo muore questo non viene immediatamente
sostituito a causa dello scontro tra papa e imperatore e tra le famiglie locali per la scelta del
candidato. Di conseguenza, le famiglie che hanno aiutato il vescovo nel governare finiscono
col monopolizzare la città: alcune famiglie diventano talmente potenti da subentrare nel
governo della diocesi alla morte del vescovo, e sono dette vice-comites/visconti perché
governano l’amministrazione episcopale durante i periodi di vacanza vescovile, cioè assenza
del vescovo, e queste famiglie fanno di tutto per prolungare questa vacanza, e quando poi il
vescovo arriva, si ritrova a non poter fare niente senza queste famiglie.
Quando avviene che questa erosione del potere vescovile si trasforma in una forma di potere
alternativo a quello del vescovo? In ogni città la nascita del comune è avvenuta in tempi
diversi che a noi sono noti a grandi linee grazie a dei documenti che attestano che la prima
documentazione che prova l’esistenza di quel comune risale a quel determinato anno, e
automaticamente sappiamo che la nascita del comune risale a prima ma non ci è noto l’anno
esatto. Comunque, grazie a questi documenti, sappiamo che ad un certo punto tra le alpi e
l’Italia centro-settentrionale compresa una parte della Provenza alcune città si dotano di
magistrati di governo chiamati consules/consoli = si tratta di assemblee che hanno un potere
esecutivo e giudiziario, cioè fanno applicare le leggi e gestiscono la difesa della città: la
legge viene data da consuetudini basate sulle caratteristiche della vita comune di quella città
in base ad esempio alla sua collocazione (sul mare, sul fiume, in montagna…), legge che poi
16
viene scritta da notai; il breve è un tipo di documento da cui sono state ricavate le leggi
comunali e si tratta in genere di un giuramento dove i consoli giurano in prima persona di
rispettare le consuetudini, che vengono elencate, di quella determinata città. Il vescovo in
linea teorica non viene cacciato, perché risulta utile nei rapporti esterni alla città sia col papa
e l’imperatore ma anche con la popolazione rurale che riconoscono l’autorità solo nella
figura del vescovo, ma dal punto di vista pratico viene indebolito all’interno delle mura
della città.
I consoli si occupano di tutte le questioni di cui erano incaricate le varie famiglie che
aiutavano il vescovo nel governo della città: trattandosi di un collegio le decisioni devono
essere prese di comune accordo, ma presto cominciano numerose lotte interne al collegio, ad
esempio, per accaparrarsi il potere lasciato vuoto da un console morto rappresentante una
determinata famiglia, potere che se veniva preso da uno dei consoli lo rendeva
16 Il «Breve della Compagna» del comune di Genova del 1157: tramite i consoli tutta la cittadinanza
detentrice di beni fondiari partecipa al comune, impegnandosi in un giuramento di mutuo soccorso e di
obbedienza. A Genova, dove il comune, sorto fra XI e XII secolo, assume il nome di «Compagna», tale
giuramento veniva ripetuto ogni quattro anni e conteneva di fatto lo statuto originario del comune, definito
«Breve».
Il «Breve» dei consoli di Pisa del 1162: alla metà del XII secolo il comune è ormai «decollato» e nelle città
maggiori consta già di un notevole apparato burocratico, come si può vedere nel caso di Pisa a proposito del
«Breve» giurato dai consoli. Infatti, come i cittadini – nel caso di Genova – giurano di osservare lo statuto
del comune, così anche i consoli prestano giuramento di adempiere i loro compiti, contenuti nel «Breve»
relativo al loro ufficio.
automaticamente più potente degli altri. Queste lotte interne tra fazioni di famiglie, si
proiettano in lotte esterne con altre citt