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Estratto del documento

FORMA SCRITTA secondo il “VOLGARIZZAMENTO” (SI TRADUCE DAL LATINO AL VOLGARE).

-Tra i fenomeni caratterizzanti dell’XI secolo si ricordano:

1. ASPETTI DELLA STORIA DELLA CHIESA:

• “RIFORMA” DELLA CHIESA”

• Definizione dei RAPPORTI TRA PAPATO E IMPERO (si tratta di una questione politica, sul problema

delle investiture ecclesiastiche)

• SCISMA D’ORIENTE, 1054 (dissenso su questioni dottrinarie, non dogmatiche)

• ACCORDO DI MELFI, 1059 (accordo politico tra Papa e Normanni, che diventano VASSALLI DEL

PAPA-> significa proteggere il papa militarmente; in cambio essi hanno il riconoscimento della

sovranità sull’Italia meridionale appena conquistata).

STORIA MEDIEVALE 5-12-2013

-I TEMPLARI: è un ORDINE MONASTICO-CAVALLERRESCO (si uniscono due ambiti completamente diversi e

separati tra loro). Compirono straordinarie imprese guerresche, ebbero un’immensa ricchezza.

FIGURA DEL MERCANTE: si inquadra all’interno della città, dove si svolgono tutta una serie di funzioni tra

cui quella ECONOMICA (rimane sempre il centro della diffusione e degli scambi commerciali e del mercato).

Diverse fonti dimostrano come tra le varie città ci fossero sempre scambi e mercati, anche in tempi di crisi +

nell’XI secolo no è più un mercato isolato o di iniziativa di un singolo mercante, ma si tratta di un MERCATO

CHE SI STRATIFICA, CHE DIVENTA UN VERO E PROPRIO SISTEMA ECONOMICO con tutte le sue regole e i suoi

caratteri peculiari e la cui figura principale è proprio quella del MERCANTE, o meglio CETO MERCANTILE

(contribuì alla stessa creazione comunale, o in modo diretto o mediato). Questo ceto si esprime attarverso

la FONDAZIONE DELLE ARTI CHE TUTELANO E PROTEGGONO QUESTE ATTIVITA’ MERCANTILI + i mercanti in

agiscono anche nel fenomeno delle crociate, in quanto sono veicolate dall’aspettative di creare nuove

piazze economiche e nuove vie commerciali + il mercante è dotato di una MENTALITA’ PRATICA e

profondamente RAZIONALE. Più difficile è ricostruire la figura del mercante mediante fonti che mercantili

non sono; moltissime opinioni relative ai mercanti ci derivano da FONTI soprattutto NARATIVE E

LETTERARIE spesso composte da RELIGIOSI.

La MERCATIO non prevede alcun tipo di lavoro; in un primo momento il lavoro assunse una valenza

assolutamente negativa, come espiazione del peccato di tutta l’umanità (i nobili non lavorano, al massimo

combattono); nell’XI secolo ci fu una riabilitazione positiva del concetto di lavoro, anche soprattutto per le

rivisitazione di questo concetto da parte dei teologi della Scolastica, il lavoro contribuisce all’UTILITA’ DEGLI

ALTRI, AL BENE COMUNE. Inoltre, il lavoro diventa un mezzo per SCONFIGGERE L’OTIUM CHE CONDUCE AL

PECCATO E CONSISTE ORA NEL NON FAR NIENTE. Secondo l’ottica cristiana è l’utiltas, ma anche la CARITAS,

fondamento che legittima l’attività economica, fa circolare ricchezze, merci e prodotti di cui gode tutta la

comunità. In realtà, lo scopo principale della mercatio è il lucro, il guadagno e questo lucrum nell’ottica

cristiana diventa un esasperato desiderio di guadagno, è la cupiditas, l’avidità e non bada al bene comune.

Nell’economia della moneta, tutto ciò che è legato al denaro è in discordia con i canoni della Chiesa, ad

esempio il mercante è additato come avaro ed è una condizione individuale, avaro è colui che accumula,

capitalizza e rompe il circolo, le ricchezze sono improduttive perché sottratte al circolo economico e sono

beni di cui la comunità non può usufruire. La NATURA DELLA RICCHEZZA è una natura spesso non ottenuta

in modo onesto e distribuita in modo DISEGUALE E GESTITA ANCHE IN MODO IMPROPRIO, o viene

ostentata eccessivamente o viene tesaurizzata e accumulata + è un ‘attività fondata sull’INGANNO

MEDIANTE L’USO IMPROPRIO DELLA PAROLA (“mala locutio”, peccato professionale tipico del mercante).

La bona locutio è invece il “Verbo”, cioè Dio. La figura del mercante è inoltre molto vicina a quella

dell’USURAIO, il peggiore dei mercanti poiché VENDE CIO’ CHE NON E’ COMMERCIABILE, ovvero il TEMPO

CHE NON E’ MISURABILE ED APPARTIENE SOLO A DIO + la vendita del tempo è legato anche all’uso

improprio del denaro. Secondo l’ottica cristiana, si ha la figura del buon mercante quando è utile al bene

comune e collettivo della comunità + quando richiede un guadagno equo come stipendio e quando le

ricchezze in eccesso sono elargite in elemosina in un sistema caritativo .

STORIA MEDIEVALE 7-11-2013

-Callisto II: con Enrico V, sigla il concordato di WORMS, che definisce e conclude ma solo sulla carta il

problema della LOTTA ALLE INVESTITURE.

-GREGORIO VII (monaco Ildebrando di Soana) ED ENRICO IV: LOTTA PER LE INVESTITURE ECCLESIASTICHE;

egli è un monaco, è dotato di cultura, e soprattutto di una GRANDISSIMA PERSONALITA’-> egli RIVENDICA

LA SUPREMAZIA DELLA SEDE ROMANA, del PAPA SIA ALL’INTERNO DELLA CHIESA a contatto con i vescovi

indisciplinati sia con IL RE. Egli, intorno al 1075 (anno in cui convoca un concilio per trattare il problema

delle investiture-> si vieta la concessioni di investiture, cioè di diritti di natura pubblica, a vescovi,

arcivescovi e abati da parte di laici, si vieta, inoltre, a vescovi di consacrare qualsiasi ecclesiastico che abbia

ricevuto un’investitura da parte di un laico e la lotta alle simonie e al concubinato ) scrive un documento

molto particolare, il “DICTATUS PAPAE”, IL DETTATO, IL VOLERE DEL PAPA. In questo documento ribadisce

la concezione del PRIMATO PAPALE, espressa al suo massimo livello-> estende la giurisdizione pontificia a

tutti gli ambiti temporali e si attribuisce la facoltà di destituire non solo i vescovi, ma anche lo stesso

IMPERATORE-> il Papa diventa una sorta di re di tutta la Chiesa, con poteri anche temporali. Si tratta di 27

DISPOSIZIONI, e si trovano nei REGISTRI DI GREGORIO VII + sono come degli indici con la natura di titoli in

cui si afferma il primato della Chiesa di Roma e del papa ( si pensava fosse l’abbozzo di un trattato che poi

non è stato scritto, di fatto sono solo titoli + è la PRIMA COLLEZIONE DEDICATA QUASI ESCLUSIVAMENTE AL

PAPA E ALLE PREROGATIVE PONTIFICIE). Sono questioni che riguardano il rapporto papa-episcopato, cioè

papa- vescovi (erano molto indisciplinati) e si richiama molto all’ordine e alla subordinazione dei vescovi, ci

sono poi questioni dottrinarie e questioni sui rapporti papa-imperatore. Ad esempio il primo titolo richiama

all’APOSTOLICITA’ della Chiesa di Roma + un altro, il diciottesimo all’INGIUDICABILITA’ della Chiesa + gli è

lecito deporre l’imperatore perché egli lo incorona e per questo lo può anche destituire come si afferma nel

dodicesimo articolo + il pontefice può sciogliere i sudditi dalla fedeltà verso gli “iniqui”, cioè l’imperatore.

-Antagonista di Gregorio VII è ENRICO IV (1056-1106): viene affiancato all’inizio dalla madre, nel 1081 è re

d’Italia e nel 1084 viene incoronato IMPERATORE DA UN SUO PAPA, CLEMENTE III, un “antipapa”. In

risposta al concilio di Roma del 1075, Enrico IV, volendo rivendicare il proprio potere nei confronti di Roma,

convoca una DIETA (ASSEMBLEA DI NOBILI ED ECCLESIATICI) a Worms nel 1076, in cui DEPONE IL PAPA,

avvalendosi della propria facoltà di giudicare il papa e dalla sua parte ha tutto l’episcopato tedesco e buona

parte dei vescovi lombardi. -> Gregorio VII nel 1076 SCOMUNICA a sua volta TUTTI I VESCOVI CHE

AVEVANO SOSTENUTO ENRICO IV nella dieta e SCOMUNICA L’IMPERATORE, sciogliendo dal vincolo di

sudditanza e dal dovere di fedeltà i sudditi dell’imperatore. Questi due poteri si stanno ora sfacciatamente

opponendosi per MOTIVI PURAMENTE POLITICI. Enrico IV, a questo punto, si reca a Canossa, nei

possedimenti di Matilde, marchesa di Tuscia e contessa di Contessa, dove fa un gesto pubblico di

penitenza: nel gennaio del 1077, raggiunge Canossa dove per tre giorni e tre notti sta in posizione supina

sul ghiaccio di fronte a papa Gregorio VII che li si trovava e fa ciò come gesto di estrema penitenza, al fine di

REVOCARE LA SCOMUNICA. Se, in un primo momento il papa concesse il suo perdono all’imperatpre,

revocando la scomunica, in seguito, a causa della ripresa delle iniziative e ostilità con il pontefice, tale gesto

non ebbe gli effetti sperati tanto che Enrico IV fu SCOMUNICATO UNA SECONDA VOLTA NEL 1080:

CONVOCA DUE CONCILI, uno a MAGONZA dove depone Gregorio VII e un altro a BRESSANONE dove fa

eleggere da suoi vescovi degni un NUOVO PAPA, CLEMENTE III, L’ “ ANTIPAPA”; nel 1081 arriva a Roma

direttamente e la assedia per tre anni (1081-1084)-> alla fine riesce ad entrare in città e si fa nominare

IMPERATORE. Intanto Gregorio VII fugge a Salerno presso i Normanni dove nel 1085 muore.

STORIA MEDIEVALE 10-12-2013

-Ogni fonte è la rappresentazione di qualcosa. La domanda principale che bisogna sempre porci è “perché”

un fenomeno accade?

-In questo caso si rappresentano le modalità con cui le città presentano se stesse. Innanzitutto COME LA

CITTA’ COSTRUISCE LA PROPRIA CATTEDRALE; ad esempio si pensi alla diversità artistico-culturale tra Pisa

e Siena. Piazza del Duomo a Pisa: è espressione d una cultura mediterranea e dietro la sua costruzione c’è

un PROGETTO e si costruisce con dei moduli che sono ben poco medievali. Ci si ispira alla “ROMANITAS

PISANA”, che ha un fondamento culturale più alto, di natura POLITICA e che fa capo al COMUNE,

richiamandosi alla romanità. La facciata della cattedrale è orientata verso il mare (Pisa ha un impero

fondato sul mare + è orientata verso Gerusalemme). Pisa testimonia questo progetto di costruire questa

sua piazza nel momento in cui è all’acmè del suo sviluppo (metà XI secolo) e del suo imperialismo

espansionistico (tutto questo prima delle crociate). Fu un secolo ricco di avvenimenti politici e militari e che

ha la sua concretizzazione nella realizzazione del Duomo.

Epigrafe o “scritture esposte”: sono strutture scritte su materiali difficilmente deperibili, sono fonti

monumentali, hanno il compito di mantenere la memoria, sono fonti uniche poiché non c’è una fonte

uguale all’altra + hanno un’ampiezza spaziale e temporale + rispetto ad altre fonti, non sono imprescindibili

dal contesto. Esiste una tipologia di epigrafi diversi, le più diffuse sono quelle sepolcrali, ma anche quelle

“sacre”; ci sono poi le lapidi “civiche”, quelle apposte nell’edilizia pubblica o privata.

Cosa scrivono i pisani

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
15 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fred10 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Iannella Cecilia.