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(INFORMALITà) PER LE SCIENZE PIù SISTEMATICHE E CODIFICATE, E
VERSO L'ALTO (FORMALITà) PER LE ATTIVITà SOCIALI NON
CATALOGATE COME SCIENTIFICHE. Le lingue speciali si differenziano inoltre
in diastratia intesa però come categorie professionali.
Lessico = monosemia --> CORRISPONDENZA BIUNIVOCA --> i signficanti
hanno un solo significato e il significato è portato da un solo significante --> per
necessità precisione DENOTATIVA --> puntualizzazione semantica per la quale i
referenti devono essere individuati in modo esatto, senza rischi di ambiguità + tipico
delle lingue scientifiche è inoltre la neutralità emotiva che comporta l'esclusione dei
valori CONNOTATIVI legati alle singole voci + riluttante alla sinonimia (ma la
possiamo trovare in medicina, e nelle scienze umanistiche) che però è tipica delle
lingue speciali non scientifiche ed è tanto più frequente quanto più ci si avvicina alla
comunicazione divulgativa.
è possibile, dunque, operare una distinzione tra TECNICISMI SPECIFICI e
COLLATERALI. i primi individuano in maniera univoca e precisa i concetti propri
di un certo settore: la loro sostituzione con parole diverse non può che generare
ambiguità, compromettendo il rigore della comunicazione. gli altri, invece, possono
anche essere usati in maniera interscambiabile rispetto a unità lessicali differenti,
senza dispersione di significato.
imponente è il ricorso a codici stranieri, soprattutto anglicismi. nelle lingue speciali
ricorre tutta la tipologia del PRESTITO: voci integrali, adattate 'missaggio', calchi
strutturali 'disco rigido' e semantici 'sito'. Pressione anche del francese. ricorso al
latino che ha i suoi campi elettivi nel linguaggio giuridico e in quello medico. +
ricorso a materiali preesistenti in lingua: i neologismi si realizzano con innovazioni
semantiche di voci già esistenti in lingua con altri valori e ricorrendo a maccanismi
innovativi della suffissazione 'stampata', della prefissazione 'ipotiroideo', della
composizione 'videoteca'. Adozione di suffissi dotati, nelle singole discipline, di
significati specifici e perlopiù monosemici es. in medicina il suffisso -ite individua
infiammazione. non mancano pero alcune incongruenze. In via di affermazione l'uso
di sigle, perlopiù foggiate in lingue straniere 'AIDS' --> la fortuna di questi acronimi
è dettata in alcuni casi dalla capacità di chi li ha creati di escogitare un significato
trasparente 'BASIC'. alcune sigle sono cosi ben inserite nella nostra lingua da
prestarsi anche a impieghi figurati 'DNA - nel senso di matrice culturale e
ideologica'. frequente è inoltre l'uso di voci di origine greca e latina che concorrono
alla formazione di famiglie di parole: es. emo- dal greco haima 'sangue' da emofilia,
emodialisi... + el. possono formare vere e proprie catene 'gastroenterocolite'. +
meccanismo della creazione di voci POLIREMATICHE 'avere la scimmia' tra le
quali anche gli EPONIMI, indicazione dell'oggetto attraverso il nome dello studioso
'morbo di parkinson' --> essi sono monoreferenziali; molto usati anche in senso
MONOREMATICO ad es. nelle unità di misura'watt'.
Molto vivo è anche il passaggio da voci specialistiche a italiano comune per lo più
attraverso spostamenti metaforici 'DNA, DOC'.
Da ultimo si verifica volentieri nelle lingue speciali un TRAVASO
TERMINOLOGICO da un settore all'altro: es. il trasporto aereo trae molto dal
linguaggio della marineria 'navigazione aerea, navetta spaziale..'
Testualità = RIPETIZIONI dovute sia alla caratteristica monosemia sia perché
arricchiscono la coesione testuale. Inoltre il dettato scientifico ha per tipologia una
dimensione DIMOSTRATIVO-ESPLICATIVA e che ricorre perciò volentieri a
espressioni introduttive, premesse, presupposti che costituiscono l'antecedente logico
dell'argomentazione, cui segue la deduzione delle conseguenze.
NOMINALIZZAZIONE: attraverso LOCUZIONI PREPOSIZIONALI e
SINTAGMI NOMINALI --> non è solo limitato l'uso del verbo ma anche quando
esso si presenta è limitato nei tempi, nelle persone e nei modi --> perlopiù presente
affiancato talvolta dal futuro, che ricorre molto per la descrizione di esperimenti
scientifici; --> perlopiù indicativo affiancato talvolta dal congiuntivo, che ricorre nel
linguaggio giuridico amministrativo e nelle dimostrazioni scientifiche, affiancato,
talvolta dal condizionale per le congetture e per le teorie non condivise da tutti;
utilizzo forme impersonali per la neutralità scientifica: SI IMPERSONALE e NOI
DI MODESTIA; --> con valore analogo, in direzione della cancellazione dell'io,
rientra anche la propensione per l'uso del passivo, anche per motivazioni testuali, in
quanto consente di porre in prima sede dell'enunciato ciò che è stato spiegato nella
fase precedente, e quindi il tema.
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LINGUA STANDARD --> espressione dotata di sostanziale stabilità (non rigidità)
grazie alla codificazione grammaticale, ha funzione unificatrice e al tempo stesso
separatrice, in grado di simboleggiare un'identità nazionale diversa dalle altre;
espressione non marcata lungo gli assi di variazione.
ITALIANO STANDARD --> ha le sue origine nel fiorentino del 300 ed è diventata
lingua letteraria nel corso del 500, ha consolidato la sua forma parlata solo negli
ultimi decennio. Il fiorentino a sua volta ha cambiato fisionomia e presenta molti
tratti divergenti dal quelli del XIV sec, alcuni dei quali accolti nella lingua nazionale:
es. 1 p. sing. imperfetto nota nel 300, insediata nel 400, ed entrata in lingua, anche
grazie al Manzoni, solo nel secondo 800.
dal punto di vista dell'oralità --> per la maggioranza degli italiani lo standard è
un'entità del tutto virtuale --> lo standard nel parlato non è patrimonio nativo di
alcun parlante ita.
dal punto di vista della scrittura -->ita standard seppur tramite sforzi è acquisito da
una parte consistente della popolazione.
ita standard esiste pur LIMITATO SULL'ASSE DIAMESICO E DIASTRATICO,
cioè è in parziale contraddizione con la definizione di standard di cui sopra : l'ita
standard è prerogativa soprattutto delle classi più istruite, concerne comunicazioni
piuttosto formali che trascurate e si manifesta nella varietà scritta e solo presso
un'esigua minoranza in quella parlata.
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tratti in espansione accettati con riserva o non accettati dalla norma grammaticale:
- lui lei loro soggetto; gli dat pl; lo pronome neutro che riprende un predicato
o una preposizione 'lo so'; ci con avere; cosa e che interrogativi a scapito di
che cosa; dimostrativi rafforzati con qui e li;
- costrutti preposizionali con il partitivo 'esco con degli amici'; impiego come
agg invariabili di voci appartenenti ad altre categorie grammaticali 'la milano
bene'; come mai interrogativo; giustapposizione di sostantivi nella quale il 2
ha valore aggettivale, prive di legame preposizionale 'cane poliziotto';
- imperfetti modali; presente pro futuro; futuro epistemico e perifrasi
sostitutive del futuro; verbi pronominali con valore di intensificazione
affettiva ovvero i DATIVI ETICI 'stasera mi vedo la partita in tv'; costrutti di
sintassi marcata e che polivalente.
costrutti in forte declino --> i prostetica; varianti sintetiche per le preposizioni
articolate di per e con 'per, col..'; vi locativa; codesto, costi, costa; ella-loro come
allocutivi; quale aggettivo interrogativo ed esclamativo, contrastato da che;
dimostrativo ciò quando ha funzione di pronome neutro.
nella parlata elisione e apocope sono molto più resistenti.
=> tutte questi elementi vanno secondo la definizione di Sabatini a definire
un 'italiano medio' diverso da standard tradizionale, ammissibile nel parlato e negli
scritti di media formalità, non interferito da varietà geografiche.
Berruto ha proposto etichetta di ita neostandard.
Si può ad oggi sottolineare la circolazione molto più diffusa rispetto al passato
dell'ita orale, pur segnato ancora oggi dalle diversità diatopiche.
Cap II: Le strutture dell'italiano
1
FONO: minima entità fonico-acustica della lingua. studiati dalla FONETICA.
rappresentazione fonetica --> []
FONEMA: minima entità linguistica con valore distintivo --> capace di distinguere
due parole dal punto di vista semantico, cioè del significato. pane-cane = COPPIA
MINIMA. FONOLOGIA --> settore dello studio della lingua che tratta dei fonemi.
rappresentazione fonologica --> //
ogni fonema è anche un fono mentre non tutti i foni sono fonemi.
i segni grafici che riproducono foni e fonemi sono lettere o GRAFEMI, il cui
insieme costituisce il sistema alfabetico.
concetto di fonema --> elaborato da linguistica STRUTTURALISTA --> teoria
della DOPPIA ARTICOLAZIONE di Martinet --> MORFEMI (unità minima
portatrice di significato) a loro volta articolati in unità linguistiche non datate di
significato autonomo, ovvero i fonemi. Es. nel verbo andavamo i fonemi /a/ /m/ /o/
formano il morfema -amo portatore del significato di 1 p. pl.
secondo De Saussure sia la parola si il morfema rappresentano dei SEGNI
LINGUISTICI, cioè i segni di cui è composto il CODICE della lingua: ogni segno
linguistico è composto dal significante, l'immagine acustica, la forma esteriore, e dal
significato, il contenuto concettuale, che si riferisce all'oggetto reale, detto
REFERENTE. l'unione di significato e significante è perlopiù convenzionale, non
motivata.
il sistema fonologico dell'ita si basa sul fiorentino ed è composto dal 30 FONEMI: 7
VOC, 21 CONS, 2 SEMICONS. definiamo V un fono pronunciato senza che l'aria,
uscendo dal cane orale, incontri ostacoli e con la vibrazione delle corde vocali. i
foni nell'articolazione dei quali le corde vocali entrano in vibrazione si dicono
SONORI.
voc TONICHE ordinate sec grado di apertura e p. della bocca con cui vengono
articolate
anteriori o posteriori o
palatali* i ° u velari•
e o
ɛ ɔ
aª
*lingua sollevata verso parte anteriore della bocca
•lingua sollevata verso parte posteriore bocca e velo palatino
ªvocale di max. apertura
°vocali di max. chiusura
in posizione ATONA le vocali sono 5.
definiamo C un fono prodotto dal passaggio non libero dell'aria attraverso il canale
orale: l'aria incontra un ostacolo o nella chiusura totale temporanea del canale orale,
o nel suo forte restr