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AGGETTIVO QUALIFICATIVO

L'aggettivo qualificativo può avere tre funzioni:

Funzione attributiva---> si collega direttamente ad un nome [un ragazzo

o

allegro];

Funzione predicativa---> si collega a un verbo [quel ragazzo è allegro];

o Funzione avverbiale---> usato al posto di un avverbio [gli piace guidare

o

veloce].

Può esprimere il grado in cui la qualità è posseduta e può essere:

Positivo;

• Comparativo [uguaglianza "è grande come te", maggioranza "è più grande di te",

minoranza "è meno grande di te"];

Superlativo [relativo "Marco è il più simpatico dei suoi fratelli", superlativo assoluto

"Marco è simpaticissimo"].

Aggettivo relazionale: sottocategoria dell'aggettivo qualificativo. È derivato da un nome

ed esprime una relazione stabile con il nome da cui derivano [mensile].

Posizione: è spesso collocato dopo il nome. Si può mettere l'aggettivo anche davanti al

nome, in casi in cui l'aggettivo abbia un valore più di ornamento [pallida luna] dove

l'aggettivo esprime un qualità estrinseca all'oggetto.

Aggettivi determinativi

Negli aggettivi determinativi rientrano:

Possessivi [il mio cane];

• Dimostrativi [questo cane];

Aggettivi dimostrativi: determinano un oggetto o una persona in relazione allo spazio, al

tempo o al discorso. La funzione è quella di mostrare che viene chiamata deittica.

[questo, codesto, quello]

Indefiniti [alcuni cani];

• Interrogativi [quel cane?];

• Esclamativi [che cane!];

• Numerali ordinali [due cani].

Pronome

Pronome---> indica una parola che sta al posto del nome. Le sue funzioni sono:

Sostituire un nome, una parola diversa dal nome, una frase;

• Funzione di indicare qualcosa o deittica [dammi questo];

• Congiungere due proposizioni [la casa che ho comprato è molto grande].

Si distinguono diversi tipi di pronome:

Personale [loro sono parenti];

16.

Prima e seconda persona singolare----> "io" e "tu" forme del soggetto; "me" e "te"

forme per il complemento oggetto [lo sai anche te]. Situazioni in cui al posto di "io" e "tu"

bisogna usare "me" e "te":

♣ dopo come e quanto [sono stanca come te] [è contento quanto me];

♣ esclamazioni [povera me!];

♣ dopo la congiunzione "e" [io e te andiamo d'accordo].

Seconda persona singolare---> insieme alla prima ha funzione deittica.

Terza persona singolare---> può avere funzione deittica quando indica una persona

presente nella situazione comunicativa, ma anche funzione anaforica, quando riprende

un soggetto precedentemente espresso [il ministro è andato in Cina...Egli risolverà la

situazione...].

Differenza nell'uso per il registro: Lui, lei, loro, sono più tipiche del parlato e

dell'espressione, anche scritta informale, mentre nei testi formali prevalgono le forme più

tradizionali, egli, essa, essi, esse.

Differenze nell'uso per la grammatica: lui, lei, loro per indicare una persona presente

nella situazione reale.

Si usano sempre:

♣ dopo come e quanto;

♣ nelle esclamazioni;

♣ per mettere in rilievo il soggetto ed è posto dopo il verbo [l'ha detto lui];

♣ contrapposizioni [lui ama il cinema, lei la musica];

♣ pronome da solo nelle risposte [chi ha suonato? Lui];

♣ dopo la congiunzione "e" [io e lui non ci conosciamo];

♣ dopo anche, neanche, nemmeno, pure, neppure.

Sé stesso: quando il pronome di terza persona ha valore riflessivo.

Pronomi forti o tonici: con accento fonico proprio. In funzione di complemento

oggetto o di complemento indiretto si usa sempre il pronome tonico, quando lo si

vuole marcare.

Pronomi atoni o clitici: privi di accento proprio. Possono essere:

Proclitici---> appoggiati alla parola che precede [ti parlo];

o Enclitici----> appoggiati alla parola che segue [parlarti].

o

Alcune considerazioni sul pronome atono del complemento di termine per la terza

persona:

♣ Gli----> limitato al maschile singolare, si usa sempre più spesso al plurale;

♣ Loro---> si trova posposto al verbo, ma con possibile anteposizione rispetto a un

participio presente o passato [ho loro detto che saresti venuto];

♣ Gli---> anche al femminile [ho incontrato Maria e gli ho detto di venire].

Nella lingua scritta e nel parlato formale è bene usare "gli" solo per il maschile

singolare, mentre nel parlato informale si tollera "gli" al posto di "loro".

Allocutivi---> tipo particolare di pronome personale. Sono i pronomi usati nel rivolgersi a

qualcuno. Si distinguono così le forme:

Tu---> forma confidenziale;

 Lei---> forma di cortesia;

 Voi---> utilizzato al posto del più formale e sostenuto loro;

2. Dimostrativo [quello non va bene] :

Questo/i;

• Quello/i;

• Ciò---> poco usato nella lingua parlata, e anche in quella scritta, è sempre più

facilmente sostituito da "Questo" e "Quello" [ciò/ questo è vero].

3. Interrogativo [chi è arrivato?] si distinguono sull'asse diatopico:

Che cosa ---> al Nord preferiscono "cosa" a discapito del "che cosa". Al Sud si

preferisce il "che".

Cosa ;

• Che .

4. Relativi [la casa che ho comprato è piccola]---> consentono di collegare 2

proposizioni tra loro:

Che----> può avere funzioni di soggetto [la donna che cucina è bella] e quella

di complemento [il cane che ho trovato è spaventato];

Il/la quale/i---> quando è ambiguo per indicare soggetto e complemento indiretto;

• Cui---> con o senza preposizioni (complemento di specificazione collocato

tra articolo e sostantivo).

Che indeclinato---> per indicare impropriamente i complimenti indiretti. Rientra nella più

ampia fenomenologia del che polivalente, che comprende usi di "che" estesi rispetto alle

sue funzioni canoniche:

Funzione di congiunzione o connettivo [causale: copriti che fa

freddo; consecutivo: corri che riesci a prendere il treno];

Collegamento tra due segmenti di frasi scissa [è con lei che sono

andata al cinema];

"Che" esclamativo pleonastico o reduplicato [chissà che crisi che

verrà];

Uso pleonastico del "che" quando accompagna un'altra congiunzione

di per sé sufficiente e autonoma.

Che, pronome relativo, oltre che come soggetto e complemento oggetto, si può usare

al posto di "in cui" o "nel quale" con funzione temporale, non delle forme "a cui" "di cui" o

"del quale".

Verbo

Le funzioni del verbo sono:

Indicare un'azione svolta dal soggetto;

• Indicare uno stato del soggetto;

• Indicare una relazione tra il soggetto e il nome del predicato.

Le forme del verbo sono determinate dalle categorie del:

Modo--> indica l'atteggiamento del parlante verso la propria comunicazione

a.

e il tipo di comunicazione che egli instaura con il suo interlocutore [certezza,

dubbio, comando]. È condizionato dalla struttura sintattica della frase, che a

seconda delle congiunzioni e dei verbi che lo introducono, richiedono l'indicativo

o il congiuntivo.

♣MODI FINITI---> la persona determina la flessione della forma e

sono: Indicativo;

• Congiuntivo;

• Condizionale;

• Imperativo.

♣MODI INDEFINITI---> sono:

Infinito;

• Participio;

• Gerundio.

2. Tempo--> indica il rapporto cronologico tra l'azione espressa dal verbo e il

momento in cui viene proferito l'enunciato o tra un'azione e l'altra con rapporto di

relatività tra due azioni. Alcuni tempi, come il trapassato prossimo o il futuro anteriore,

sono per definizione relativi.

Tempo relativo: usato in relazione a un'azione collocata in un

momento diverso.

È opportuno distinguere il tempo fisico e il tempo linguistico.

Tempo fisico: è il tempo reale in cui accade l'azione;

• Tempo linguistico: è il tempo espresso grammaticalmente e molto spesso non

coincide con il tempo fisico (o reale). È espresso anche dagli avverbi e dagli altri

indicatori temporali, che si associano al verbo.

L'indicativo possiede 8 tempi ( presente, passato prossimo o perfetto composto,

imperfetto, trapassato prossimo, passato remoto o perfetto semplice, trapassato

remoto, futuro semplice, futuro anteriore).

Il congiuntivo possiede 4 tempi (presente, imperfetto, passato prossimo, trapassato o

piuccheperfetto).

Il condizionale possiede 2 tempi (presente o semplice, passato o composto).

L'imperativo possiede 2 tempi (presente e futuro).

3. Persona---> determina la flessione morfematica delle forme verbali.

4. Diàtesi (attiva, passiva)---> detta anche voce, esprime il rapporto logico del

verbo con il soggetto e con l'oggetto.

Attiva--> il soggetto grammaticale coincide con l'agente dell'azione;

o Passiva--> il soggetto grammaticale subisce l'azione;

o Riflessiva--> il soggetto e l'oggetto coincidono.

o

5. Aspetto--> categoria del verbo che esprime i diversi modi di osservare la

dimensione temporale interna alla situazione descritta dal verbo stesso.

Aspetto perfettivo---> si descrivono eventi conclusi (passato prossimo, passato

remoto);

♣perfetto aoristico---> l'azione non ha riflessi sul presente [passato remoto];

♣ perfetto compiuto---> gli effetti dell'azione perdurano nel presente [passato

prossimo];

Aspetto imperfettivo--> eventi visti nel loro svolgersi (imperfetto).

• ♣ aspetto progressivo [mentre mangiavo, ha telefonato]. Tipico della

perifrasi stare+ gerundio [stavo dormendo, quando è rientrato];

♣ aspetto continuo [da giovane, andavo al cinema].

PUNTO DI VISTA SINTATTICO

Classificazione dei verbi in base alla funzione, quindi sotto un profilo sintattico:

Predicativi---> la funzione predicativa è propria delle forme finite del verbo, cioè

17.

quelle che presentano le desinenze personali. Indicano un'azione svolta dal soggetto o

uno stato di esso [Paolo esiste; la verità esiste]. Usati anche con soggetto sottinteso

[mangio] o in forma impersonale [piove].

Copulativi ---> collegano il soggetto con un aggettivo o un nome, c

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A.A. 2016-2017
54 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescacaropreso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Dell'Anna Maria Vittoria.