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Il problema è che Wulfila e i suoi seguaci sono adepti di una dottrina cristiana che nel 325 il
concilio di Nicea ha respinto come ariana. Nel credo di Nicea, che si recita tutt’ora, ci sono diversi
riferimenti al fatto che Gesù è consustanziale del padre, Dio da Dio, Dio vero da Dio vero, che
servono a specificare che gli ariani, che credono che Gesù sia sottoposto a Dio padre (gerarchia
all’interno della Trinità), non sono all’interno della comunità cattolica. Questo è importante perché
vuol dire che le chiese dei Goti rimangono separate da quelle dei Romani.
Nel frattempo si passa dall’editto di Milano (313) di Costantino, con il quale il Cristianesimo era
diventato religione di Stato dell’impero romano, all’editto di Tessalonica (380) di Teodosio, con il
quale il Cristianesimo diventava l’unica religione consentita nell’impero.
V secolo
Nella penisola Iberica arrivano invasori, che in parte sono germani, come i Suebi e i Vandali, ed in
parte no, come gli Alani che erano una popolazione iranica (popolazione barbarica, ma non
germanica). I Vandali presto diventano egemoni, ma i Visigoti, che dopo il sacco di Roma si sono
stanziati nella Gallia meridionale, vengono incoraggiati a spostarsi in Spagna scacciando i Vandali, i
quali si rifugiano nell’Africa romana (odierna Tunisia con un parte dell’Algeria).
Così facendo si creano le premesse per il regno vandalico d’Africa che terrorizzerà il Mediterraneo
e che nel 455 sarà in grado di lanciare una spedizione di saccheggio a Roma, che era già stata
saccheggiata nel 410 dai Visigoti. Questo secondo sacco dei Vandali è meno importante, ma
evidenzia che Roma nel corso del V sec. diventa una città meno sicura e perciò le istituzioni più
importanti e la corte imperiale vengono spostate in una città strategicamente meglio difendibile e
che ha un porto importante rivolto verso l’impero d’oriente, Ravenna. Se la situazione si fa difficile
si sale sulle navi e si va a Costantinopoli.
I Germani hanno in questo periodo difficoltà a navigare, l’unica eccezione saranno i Vandali, che
arrivati in Africa troveranno una flotta ampia, perché la Tunisia era diventata il nuovo granaio di
Italia e da lì partivano navi cariche di grano, e loro trasformano questa capacità marinaresca della
Tunisia facendone un regno di pirati che terrorizzano il Mediterraneo fino a che non verranno
annientati.
Nel V sec. si verifica una invasione simbolo: gli Unni di Attila, nel loro avanzare, stravolgono la
cartina geografica dell’impero romano d’Occidente, annientano città che erano importanti prima,
come Aquileia, che poi come potenza dell’Adriatico sarà soppiantata da Venezia, la cui fondazione
è più tarda. Proprio a partire dal massacro degli abitanti di Aquileia si fa ricondurre nella leggenda
la fondazione di questa città su isolette, dove quindi i barbari non sarebbero potuti arrivare.
La sconfitta degli Unni nel 451 ai Campi Catalaunici è il capolavoro politico del generale
romano Ezio, che è in grado di suscitare una vasta coalizione comprendente popolazioni barbariche,
tra cui i Visigoti, che pochi decenni prima si erano stanziati in Gallia meridionale e da lì avevano
intrapreso la conquista della Penisola iberica come potenza importante che ricerca una sua
coesistenza con le strutture imperiali e non è più in contrapposizione, arrivano addirittura a voler
difendere queste terre da invasori molto più selvaggi. Gli Unni portavano con sé anche gruppi di
Ostrogoti. La battaglia di Campi Catalaunici è una battaglia in cui barbari combattono contro
barbari, però ci sono barbari romanizzati che si riconoscono nella civiltà e cultura romana e barbari
che ancora vivono di rapine, sono ancora nomadi e vengono egemonizzati da questa nuova potenza
unna, che avrà breve durata proprio perché potenza nomade che non riesce a trasformarsi in un
impero organizzato. Così vediamo la transizione tra un impero romano che crolla e strutture
romano-barbariche che ancora cercano di mantenere l’ordine della civiltà romana e il benessere di
cittadini.
Nel 476 Odoacre depone l’imperatore bambino Romolo Augustolo, ponendo fine all’impero
romano d’Occidente e proclamandosi re. Di fronte a questo gesto, l’imperatore di Costantinopoli
reagisce senza poter inviare un’armata sua, ma dirigendo barbari contro barbari, secondo quella che
è la strategia del tardo impero romano, in cui ormai le strutture dell’esercito non sono sufficienti a
fronteggiare le minacce e allora si gioca mettendo i barbari l’uno contro l’altro, strategia che
funziona molto bene, perché nel 493 il re degli Ostrogoti, Teodorico, invade e conquista Ravenna,
dopo aver invaso l’Italia e ucciso Odoacre. Si sostituisce a lui formalmente come inviato
dell’impero romano d’Oriente, in teoria sarebbe un suddito dell’imperatore, ma agisce in realtà
come un re in senso proprio e questo si vede anche perché la sua gente non è cattolica ed instaura un
regno che ha lo stesso difetto di quello vandalico d’Africa: ha una elite che è anche dal punto di
vista religioso diversa dal resto della popolazione dominante. Le differenze di lingua e cultura
possono essere facilmente assorbite, perché la gente dell’impero romano era abituata al
multiculturalismo, ma nel momento in cui si parla di religione, la chiesa ariana non può pretendere
che la popolazione si converta e quindi si crea una perenne instabilità tra chiesa e altare, che il
medioevo risolverà.
Negli anni in cui Teodorico fonda questo regno destinato a essere instabile, il re dei Franchi,
Clodoveo, si converte al cristianesimo cattolico (496).
Non è un caso che i Franchi parlassero una lingua germanica occidentale del gruppo del tedesco e
che si convertissero al cristianesimo cattolico e non ariano: evidentemente l’arianesimo diventa
bandiera per le pop. germaniche ma con più facilità per quelle germaniche occidentali. Le pop.
Germaniche orientali parlano già una lingua molto diversa. Di conseguenza, il regno franco avrà il
vantaggio enorme di avere una unica religione che unisce i barbari che governano al resto della
popolazione di origine romana che viene governata e così facendo il regno dei Franchi potrà
espandersi rapidamente e fortemente, mentre gli altri si dibattono i tutti i loro problemi.
L’arrivo di questo V secolo tumultuoso costringe i Romani a lasciare sguarnita la provincia della
Britannia romana. A questo punto arrivano gli Anglosassoni come mercenari, che una volta arrivati
in Britannia conquistano il paese organizzandosi in 7 regni divisi secondo quelle che sono
tradizionalmente le etnie principali legate al popolo anglosassone: Angli, Sassoni e Juti.
Tutte popolazioni germaniche occidentali stanziate in origine tra il nord della Germania e la
penisola che oggi fa parte della Danimarca e che allora non era occupata da popolazioni scandinave,
ma da popolazioni germaniche occidentali.
In questo stesso V sec. l’Irlanda si converte al cristianesimo. Lo stesso San Patrizio, patrono degli
Irlandesi, è in realtà proveniente dalla Britannia romana, il che non vuol dire che sia inglese, perché
è uno dei profughi che viene cacciato e che va a riscoprire il suo passato celtico e a convertire al
cristianesimo e alla civiltà romana le popolazioni non ancora romanizzate dell’Irlanda e delle altre
celtiche (Galles, Scozia, e in un primo momento anche Cornovaglia che poi verrà conquistata).
I tre regni anglici sono la Northumbria, Mercia e East Anglia. La Northumbria con la sua capitale
York diventa più importante, perché York diventa capitale ecclesiastica del nord dell’Inghilterra
quando questi si convertono.
I tre regni sassoni sono: Wessex, Essex e Sussex, mentre nell’angoletto a sud-est dell’Inghilterra c’è
quello che veniva chiamato ‘angoletto cantium’ e che diventa il Kent, con la città di Canterbury che
svolgerà un ruolo importante nella storia religiosa d’Inghilterra.
La futura capitale Londra, che è tuttora una città importante per i traffici grazie alla sua ottima
posizione, si trova alla confluenza tra 3 aree dialettali diverse, cosa che poi servirà a Londra per
imporre un modello linguistico comprensibile anche per chi si trova in aree diverse.
Questa eptarchia rimarrà sempre fondamentale nella storia dell’Inghilterra, che nel V sec. ripiomba
nel paganesimo: la Britannia romana era ormai una provincia cristiana, come tutto l’impero romano
d’occidente e invece ritorna il paganesimo, con quello che questo comporta.
VI secolo
Il VI secolo vede un tentativo di riconquista da parte di un imperatore romano d’oriente
particolarmente intraprendente, come Giustiniano. La sua vasta operazione di conquista avrà un
risultato immediato nell’annientare i Vandali d’Africa. Il regno vandalico d’Africa dura quasi un
secolo e viene interrotto da Giustiniano. La sconfitta degli Ostrogoti d’Italia (555) sarà più
complessa, perché era una terra più ampia ed importante. Ci vorranno 20 anni per soggiogarli e
l’Italia ne uscirà devastata. Quando Teodorico l’aveva conquistata era ancora una provincia romana,
relativamente ordinata e stabile. Invece le guerre tra i Goti e Bizantini, guerra greco-gotica, propria
a segnare che gli italiani sono soltanto il campo di battaglia, la lascerà devastata. Quindi quando
arriveranno i Longobardi di Alboino 568-569 non ci saranno energie né morali né materiali per
opporsi ed i Longobardi si presenteranno come continuatori degli Ostrogoti anche dal punto di vista
religioso.
Sarà un Papa particolarmente energico a resistere a questo tentativo di invasione culturale, Papa
Gregorio Magno, che si troverà a fronteggiare l’arrivo di questi eretici privi di rispetto per tutto
quello che era cattolico. Nel frattempo il VI sec. vede l’espansione franca sempre tumultuosa, grazie
all’allenza trono-altare propria della Francia, che le conferisce un enorme vantaggio rispetto
all’Italia longobarda.
I Longobardi si trovano a dover conquistare città per città, borgo per borgo, campagna per
campagna, perché non ci sono più strutture statali intere. Quando Teodorico aveva attaccato e
conquistato Ravenna e ucciso Odoacre, automaticamente tutto il regno era stato suo. Tutto questo
adesso non è più così perché i Longobardi fanno fatica a espandersi in Italia, nel frattempo il Papato
ha preso il controllo di questa terra così devastata e ha cominciato a stabilire possedimenti
territoriali, embrione del futuro Stato