Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 46
Storia dell'integrazione europea Pag. 1 Storia dell'integrazione europea Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'integrazione europea Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'integrazione europea Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'integrazione europea Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'integrazione europea Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'integrazione europea Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'integrazione europea Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'integrazione europea Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'integrazione europea Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'integrazione europea Pag. 46
1 su 46
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

EUROPEI;

− Viene riformata la COMMISSIONE;

− viene modificato il sistema di maggioranza qualificata.

− Viene semplificata la procedura della COOPERAZIONE RAFFORZATA (con la previsione di

un numero minimo di 8 stati al posto dei 9 che istituiva il trattato di Amsterdam).

La carta dei diritti, inserita nell’ambito del trattato istitutivo, divine un vero e proprio documento

giuridico che prevede il rifiuto della pena di morte, il diritto all’istruzione, la prevenzione delle

discriminazioni sessuali, ecc.

Per quanto riguarda la commissione, vengono estesi i poteri del presidente che da questo

momento in poi può essere votato a maggioranza qualificata (e non più all’unanimità) e può

scegliere i vicepresidenti e stabilire le competenze dei commissari. Anche la disciplina della

composizione cambia:

La proposta più ambiziosa, desiderosa di attribuire alla Commissione un carattere tipico dei

governi, consisteva nel lasciare libero il Presidente nella scelta della squadra, senza guardare

troppo alla provenienza dei commissari. La soluzione adottata dal Trattato di Nizza va

parzialmente in questa direzione, nel senso che "il numero dei membri della Commissione sarà

inferiore a quello degli Stati membri": un commissario per nazione fino a un max di 27 poi, per

non eliminare completamente il sistema della spartizione nazionale, si è escogitata una rotazione

tra i commissari.

si decide che ogni paese contribuisce con un commissario fino però a un max di 27 paesi. Poi,

superata tale soglia, sarebbe stata definita all’unanimità un’ulteriore modifica. Si definisce poi

che, raggiunti il n. di 27 paesi membri, il parlamento avrebbe avuto 723 membri. Per quanto

riguarda il Consiglio vengono ristabiliti i pesi e il n. di voti con l’Italia, la Germania e la Francia

che passano da 10 voti a 29 voti. In conseguenza di questo nuovo bilanciamento, prevedendo

l’ingresso di nuovi paesi e i voti a questi assegnati, la maggioranza qualificata si attestava intorno

al 74%. Il voto a maggioranza qualificata era poi esteso a nuovi settori ma sempre con chiare

eccezioni (per esempio rimane la necessità di unanimità per immigrazione, fino al 2004).

Con la firma del trattato di Nizza, l'insieme del diritto comunitario si fondava su otto trattati cui

si aggiungevano oltre una cinquantina di protocolli ed allegati. I menzionati trattati non si sono

limitati a modificare il trattato CE originario ma hanno creato altri testi che hanno integrato il

medesimo. L'aggiunta di questi vari trattati ha reso la struttura europea sempre più complessa e

ben poco trasparente per i cittadini europei.

Pur essendo stato firmato da tutti i paesi membri, il trattato trovò il forte problema della ratifica.

Le riforme del Trattato di Nizza furono accolte favorevolmente dagli stati (e dai cittadini) in

procinto di aderire mentre non destarono interesse per i cittadini comunitari. Infatti il referendum

di ratifica in Irlanda porta ad un secco no. Il problema era che non si affrontavano nuovamente in

modo deciso le questioni più importanti di carattere politico e istituzionale.

I left-overs di Amsterdam non potevano non essere affrontati, in particolare il problema del

sistema di voto in seno al Consiglio, la composizione della Commissione e del Parlamento in

37

vista del prossimo allargamento. Le soluzioni trovate a Nizza sono però esse stesse transitorie,

tant'è che nelle dichiarazioni finali annesse al Trattato si trova delineata la procedura che "al più

tardi nel corso del Vertice di Laeken/Bruxelles del dicembre 2001" dovrà concludersi per dare

alle istituzioni europee la capacità di accogliere i nuovi paesi.

Il Vertice di Nizza doveva preparare le istituzioni europee ad accogliere l'ingresso dei paesi

destinati ad iniziare, a partire dal 2004, l'allargamento dell'Unione. Nelle speranze dei più

ottimisti questo doveva significare una generalizzazione del voto a maggioranza (semplice e

qualificata) in seno al Consiglio; il superamento del principio di eguale rappresentanza degli

Stati nell'ambito della Commissione e una riponderazione della rappresentanza nazionale nel

Parlamento europeo.

In parte il nuovo Trattato ha risposto a queste esigenze, ma si può affermare, con buona pace dei

suoi negoziatori, che non si è andati al di là dello stretto indispensabile.

Per quel che riguarda l'estensione del voto a maggioranza, questo è stato contenuto al massimo e

non ha interessato il nodo cruciale della PESC, mentre, per quel che riguarda la politica

commerciale, il nuovo articolo 133 continua a richiedere votazioni unanimi del Consiglio.

Correlativamente, il sistema di ponderazione necessario a determinare le nuove maggioranze

qualificate è un esempio di rara complessità (in sintesi l’Italia, la Germania e la Francia che

passano da 10 voti a 29 voti. In conseguenza di questo nuovo bilanciamento, prevedendo

l’ingresso di nuovi paesi e i voti a questi assegnati, la maggioranza qualificata si attestava intorno

al 74%).

L’articolo 23 del trattato, comunque, prevedeva l’istituzione di una CIG (CIG 2000) per discutere

sulle questioni istituzionali più importanti, sulla riorganizzazione dell’ordinamento europeo, sul

modo di avvicinare l’UE ai cittadini. In questo senso, la dichiarazione sul futuro dell'Europa,

allegata all'atto finale della conferenza intergovernativa (CIG) 2000, specifica le tappe necessarie

per giungere ad un nuovo trattato di riforma. Questa dichiarazione segna pertanto l'effettivo

primo passo verso la Costituzione.

Il passo successivo, in concreto, si ebbe però con l’atteso consiglio europeo di LEAKEN del

dicembre del 2001 in cui si da mandato a una CONVENZIONE COSTITUENTE di elaborare

una costituzione europea, dopo aver ascoltato, discusso e pensato delle soluzioni/proposte sui

principali problemi esistenti in seno all’UE (sono proprio queste le 3 fasi che caratterizzano i

lavori della convenzione costituente). La convenzione, organo straordinario e temporaneo

dell’UE è guidata da un personaggio già noto, per esser stato presidente francese alla fine degli

anni 70: GISCARD D’ESTAING (uno dei 2 vicepresidenti è invece l’italiano Giuliano

AMATO). La scelta del modello della Convenzione segna una svolta essenziale in materia di

revisione dei trattati poiché traduce la volontà di abbandonare le riunioni a porte chiuse tra i soli

responsabili dei governi.

Gli output della convenzione potevano essere RACCOMADAZIONI (in caso di parere unanime)

o INDICAZIONI (in caso di più soluzioni). L’organizzazione della convenzione era molto

complessa: 105 membri in rappresentanza dei paesi, della commissione, del parlamento fino a

rappresentanti di paesi che stavano ultimando il negoziato per l’ingresso in Europa. Vi era il

comune accordo sulla necessità di dotare l’UE di una costituzione. Inoltre Giscard d’Estaing

propone di istituire la figura di Presidente del consiglio europeo. La proposta da adito a notevoli

discussi: il presidente Giscard D’Estaing propone che il presidente dell’UE sia anche a capo della

commissione incontrando però l’opposizione dei paesi piccoli. La questione verrà

38

istituzionalizzata solo con il trattato di LISBONA del 2007, fino a quael momento coinciderà con

il presidente del paese in presidenza di turno nell’ambito del Consiglio dei ministri europeo o

Consiglio dell’UE). La convenzione, nei suoi 2 anni di lavori, accoglie gran parte dei contenuti

dei lavori della Commissione PRODI, “a project for the European Union”. Il testo finale della

COSTITUZIONE EUROPEA viene presentato (ma l’approvazione avverrà solo il 29 ottobre

2004: in questo ritardo grossa parte della responsabilità è della Spagna che, fino all’avvento di

Zapatero nel marzo del 2004, osteggia l’approvazione della Costituzione Europea) a ROMA il

18 luglio del 2003. Come previsto, successivamente al trattato si aprono i lavori della CIG che

vede un acceso dibattito attorno alla proposta francese di rivedere il sistema di voto a

maggioranza qualificata passando dalla TRIPLA MAGGIORANZA alla DOPPIA

MAGGIORANZA.

Nel frattempo il 1 maggio del 2004 l’Europa si allarga a ulteriori 10 membri (le 3 repubbliche

baltiche + Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia).

Il 29 ottobre 2004, a Roma, nella sala Orazi e Curiazi, dopo aver raggiunto un accordo, si firma il

TRATTATO COSTITUZIONALE EUROPEO, trattato che stabilisce una costituzione per

l’Europa!! È un risultato importante, segno della volontà di dare carattere politico (e non solo

economico) all’UE. Il trattato recepisce la proposta della doppia maggioranza (voto favorevole

da parte del 55% degli stati corrispondente al 65% della popolazione europea).

La costituzione confermava la composizione della Commissione così come disposto dal trattato

di Nizza e il parlamento sarebbe passato a 750 membri a partire dal 2009 (on la Germania che

essendo il paese più grande avrebbe avuto il maggior numero di seggi). Una cosa importante era

che la Costituzione recepiva e inglobava la carta dei diritti fondamentali. La costituzione, inoltre,

permetteva il superamento dei 3 pilastri di Maastricht in luogo di una riorganizzazione in senso

unitario con specifica Personalità giuridica (che significava capacità di azione internazionale).

Gli organi istituzionali previsti non cambiavano (Parlamento, Commissione, Consiglio Europeo,

Consiglio dell’UE, BCE, Corte di Giustizia Europea, corte dei conti + comitato delle regioni).

Il trattato costituzionale è suddiviso in quattro grandi comparti. Va rilevato che non esiste alcuna

gerarchia tra le varie parti del trattato costituzionale. Dopo un preambolo a carattere

costituzionale, che ricorda la storia e le eredità dell'Europa nonché la sua volontà di superare le

divisioni interne, la parte I è dedicata ai principi e obiettivi della nuova Unione europea. La parte

II del trattato costituzionale riprende la Carta europea dei diritti fondamentali. La parte III

include le disposizioni relative alle politiche e al funzionamento dell'Unione. Qui sono definite le

politiche interne ed esterne dell'Unione, ad esempio le disposizioni relative al mercato interno,

all'unione economica e monetaria, allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia nonché alla politica

estera e di sicurezza comune (PESC) e le disposizioni relative al funzionamento delle istituzioni.

La parte IV riunisce le disposizioni generali e finali del trattato costituzionale, e precisamente

l'entrata in vigore, la procedura di revisione della Costituzione e l'abrogazione dei precedenti

trattati.

Per fini di chiarezza, le principali novità introdotte dal trattato costituzionale

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
46 pagine
5 download
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gianluca.L di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'integrazione europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Arciero Angelo.