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Il progresso e i dieci elementi di progresso secondo Robertson
Robertson (e tutto il filone inglese) condivide con il filone francese l'idea di progresso e individua dieci elementi di progresso: le Crociate. Per Robertson sono un progresso perché mentre i feudatari sono alle Crociate, chi resta si apre nuovi spazi (ad es. i mercanti). Inoltre dall'incontro con paesi e popolazioni più colte e civili ci fu uno scambio di conoscenze e una caduta di pregiudizi senza dubbio positivi. La storiografia più recente invece non condivide questa visione e attribuisce la nascita del fondamentalismo islamico proprio alle Crociate, cioè il fondamentalismo nasce come reazione. Prima delle Crociate c'erano elementi molto deboli di conflitto tra Occidente ed Oriente, anche perché i Crociati avevano un livello molto inferiore di civiltà (ad es. non rispettavano i pellegrini islamici).
La nascita dei liberi Comuni
La nascita dei liberi Comuni significa la rinascita di un elemento molto importante della vita sociale: l'urbanesimo. Nelle
città la vita è regolata dalle convenzioni, dagli uomini e non dalla natura. Grazie ai liberi Comuni nascono il potere politico rappresentativo e le libertà civili; nasce la rappresentanza politica, che è quella dei ceti e delle corporazioni (gli speziali, gli artigiani, gi ebanisti, ecc.), cioè la rappresentanza politica, fondamentalmente, come rappresentanza di interessi. L'affrancazione della servitù della gleba, che è vista come un indice di civiltà, al punto che evidenziando su una cartina i territori dove era ancora in vigore è possibile fissare dei "confini di civiltà": ad est del fiume Elba (territori tedeschi e polacchi) la servitù della gleba è sopravvissuta praticamente fino alla 1° guerra mondiale; in Russia è stata formalmente abolita solo dopo la guerra di Crimea (1860). Nell'Italia del nord è stata abolita già nel Medioevo e sostituita dalla
mezzadria.l'amministrazione regolare della giustizia. Nel Basso Medioevo si ricorreva alla faida, al giudizio di Dio,ecc. Il ritorno all'amministrazione regolare della giustizia si deve per il punto seguente:perché si afferma il diritto canonico, i cui elementi cardine sono due: il riconoscimento della proprietà privata e il riconoscimento della sicurezza personalescientificizzazione del diritto. Significa che il diritto romano viene studiato in maniera organica: sorgonocosì le scuole e le università (1100).Nascono gli ideali cavallereschi, evento visto come premessa dell'Umanesimo. Il cavaliere non è più un barbaro, ma uno che lotta per l'ideale: la giustizia, la protezione dei deboli, l'affermazione del cristianesimoe l'amor cortese (l'ideale dell'amore viene basato sulla passione, non più sulle regole sociali). Di conseguenza nasce la letteratura cavalleresca, i trovatori, ecc. e poi la
satira (Don Chisciotte, ad esempio). Il progresso scientifico e il progresso letterario. Il progresso del commercio. È importante perché i mercanti sono coloro che riescono a superare il pregiudizio culturale, sono coloro che riescono a comprendere l'Altro. Ad esempio, gli ebrei vivono meglio a Venezia e a Genova, città mercantili, piuttosto che nelle realtà rurali dove sopravvivono i pregiudizi.
- Edward Gibbon (tra il 1776 e il 1788 pubblica Storia del declino dell'Impero romano). Dal punto politico culturale ideologico non aggiunge molto. Nella sua opera c'è un parallelismo implicito tra impero romano e impero britannico. Quando gli ordinamenti politici interni diventano dispotici, quando perde la libertà politica, l'impero romano entra in decadenza: fine della libertà politica = decadenza.
Seconda periodizzazione - '800. Inizia con l'opera di Johann Herder, sebbene risalga ancora alla fine del '700.
Herder appartiene al secondo periodo perché non è più un illuminista, ma già un romantico. Nell'opera di Herder emerge già implicitamente un problema che sarà tipico della storiografia dell'800: se la storia d'Europa deve essere una storia di civiltà o una storia di stati nazionali. In Herder non c'è ancora un'opzione decisa verso la nazione rispetto alla civiltà, ma il dilemma c'è. Herder riprende temi tipici della storiografia settecentesca, come l'importanza delle Città definite "accampamenti permanenti di cultura"; sono cioè qualcosa di transnazionale, qualcosa di uguale al di là della nazione (ad es. le famiglie di banchieri di Firenze svolgono le stesse funzioni di quelle di Bruges, di Augusta, ecc. ed altre tipiche città europee). La rottura fondamentale con la storiografia del '700 e che provoca il passaggio vero da una storiografiasettecentesca come idea cosmopolita d'Europa, verso la storiografia dell'800 come Europa basata più sulle nazioni, è la rivoluzione francese e le reazioni alla Rivoluzione francese e in particolare la reazione tedesca. È proprio la reazione tedesca che determina l'uso del termine "nazionalità". A proposito, è un libro fondamentale del prussiano Jahn (1808) che conia il termine Volkstum (nazione nel senso di appartenenza quasi etnica). In altre parole per i tedeschi la nazione è qualcosa di ascritto, è un destino; mentre per i francesi è qualcosa di acquisito o da acquisire, un progetto piuttosto che un destino. Quello francese è un criterio di cittadinanza politico, mentre quello tedesco etnico (quello tedesco si basa sull'agens, quello francese sulla civitas). In questo contesto viene riprodotto come conflitto la distinzione tra civilisation (ideale settecentesco) e Kultur (nel senso di cultura).Appartenenza ad una tradizione o anche a qualcosa di astratto, come lo "spirito nazionale", un'essenza spirituale, qualcosa che si rifà a specificità irriproducibili). Questa contrapposizione attraverserà tutto l'800 fino al 1945.
In questo periodo (inizio 800) viene anche operata una costruzione ideologica della differenza tra oriente ed occidente, ricorrendo ad una scienza, la filologia classica, e reinterpretando i greci come europei ed occidentali, quindi come popoli liberi rispetto ai persiani, visti come orientali e dispotici.
Ideologicamente i greci vengono visti come i progenitori dei tedeschi (popolo libero) mentre i persiani degli slavi. Quindi viene costruita l'idea dell'europa come mito, ricollegandosi a quello greco e diventa fondamento ideologico della nozione tedesca di kultur.
Riassumendo: l'interpretazione dei greci come occidentali è una costruzione della filologia tedesca dell'inizio 800 proprio
‘per identificare i tedeschi come popolo libero. La contrapposizione tra civilisation e kultur appare chiara nell’opera di due storici, uno francese, sostenitore della civilisation, e uno tedesco, sostenitore della kultur: Francois Guizot (Storia della civiltà moderna – 1829-1832) che riprende in termini di nazionalismo francese i temi classici della storiografia del ‘700. In pratica si parla di civiltà europea ma si dice che la culla è la Francia. A Guizot risponde Leopold Von Ranke che sostiene che la storia europea è una lotta inevitabile per il primato delle nazioni e che le nazioni sono reciprocamente irriducibili. Sua famosa affermazione è: le nazioni sono pensieri di Dio (idea metafisica molto forte della nazione). In questo contesto di contrasto tra civilisation e kultur di inizio ‘800 nasce la professionalizzazione e politicizzazione della storia. Usare la storia per fondare argomenti politici di parte. Nasce la scuola di
massa in cui si insegna la storia nazionale. Questo sarà il fondamento, la base del terzo periodo storico, quello del '900. Questo apparato propagandistico, ideologico, diventa la base per giustificare la 1° guerra mondiale. La Guerra si combatte non solo al fronte ma anche sui manifesti degli intellettuali. Tra i libri fondamentali del periodo vi sono, in campo tedesco, quelli di Werner Sombart (Haendler und Helden - 1915) in cui contrappone i tedeschi, che sono gli eroi (Helden), ai francesi e soprattutto agli inglesi, definiti come un popolo di bottegai (Haendler) per giustificare la superiorità spirituale dei tedeschi. Friedrich Naumann, (Mitteleuropa - 1915) conia il termine Mitteleuropa (europa di mezzo): indica una regione che va dal Baltico all'Adriatico e che si differenzia sia dai latini (gli europei meridionali e occidentali, in pratica italiani e francesi) sia dagli slavi che abitano ad est. In campo opposto la riflessione principale èdi Henry Pirenne (Storia d'Europa dalle invasioni barbariche al XVI secolo - 1917-18) Nel 1914 il Belgio, neutrale, viene invaso dai tedeschi, scatenando peraltro l'intervento in guerra degli inglesi. La giustificazione culturale e storica dell'invasione è che i belgi non erano una vera nazione perché divisi nei due gruppi etnici dei valloni e dei fiamminghi. Pirenne si rifiuta di continuare ad insegnare e viene internato in Germania. Si mette a scrivere ed elabora un'idea molto potente per il '900: l'idea di civiltà europea è riservata esclusivamente all'Europa occidentale, dall'Elba all'Atlantico, in pratica l'Europa di Carlomagno, l'Europa carolingia (Francia, un po' di nord-est della Spagna, Germania occidentale - più o meno l'ex Repubblica Federale Tedesca, Belgio, Olanda, Italia centro-settentrionale), cioè un'Europa ristretta. A giustificazione della sua teoria,Pirenne porta: - la servitù della gleba ad est dell’Elba è stata abolita tardissimo, quindi una cultura tedesca poco attenta al tema della libertà; - la configurazione geografica dell’est europeo (numerose pianure senza limiti) ha fatto sì che tutte le guerre scoppiate in quelle zone siano state guerre di sterminio; - in riferimento alla Germania, Pirenne parla di “nazione ritardata”, nel senso che il nazionalismo è arrivato relativamente tardi, negli anni ’60 dell’800. La caratteristica della nazione ritardata è che non c’è un collegamento stretto tra idea di libertà politica e idea di nazione. Mentre la Francia e l’Inghilterra prima scoprono l’idea di libertà politica e poi costruiscono la nazione, in Germania, così come in Italia, prima viene la nazione e poi si dispongono le idee di libertà politica. Esistevano prima i francesi e gli inglesi poi la Francia e l’Inghilterra.mentre primavengono la Germania e l'Italia e poi i tedeschi e gli italiani. Quindi, per le nazioni ritardate, la nazione finisce con lo svolgere una funzione pedagogica ed autoritaria. Pirenne è famoso anche per il li