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Caratteristiche della cultura umanistica

Riscoperta del mondo classico greco-latino (si studiano le lingue classiche, si ricercano antichi testi da interpretare in maniera filologica, erudita, razionale e critica: ad es. i testi degli antichi vengono analizzati attraverso il confronto fra i vari codici). La preoccupazione è quella di stabilire l'esatto testo degli autori antichi, non più accettati nella lezione tradizionale medievale. Umanista non è solo -come nel Medioevo- lo studioso di retorica e di grammatica, ma un soggetto di "nuova umanità", cioè non solo nel senso che studia poesia, retorica, etica e politica (humanae litterae), senza più fare riferimento alla teologia scolastica, ma anche nel senso che lo studioso non è soggetto a una tradizionale autorità, essendo capace di autonomia critica e di senso storico, dovuto alla sua altissima cultura. L'umanista imita, stilisticamente, Cicerone nella prosa.

Virgilio nell'epica, Orazio nella lirica: cerca addirittura di riproporre i loro problemi e di imitarli nelle loro virtù morali e politiche, nel loro razionalismo e naturalismo. Il Medioevo invece si era più che altro preoccupato di "ribattezzarli" secondo le esigenze della religione cristiana. Chi sono dunque gli umanisti? Sono intellettuali al servizio di una corte signorile, sono ricercatori eruditi e collezionisti di codici antichi, studiati in maniera filologica, al fine di stabilirne l'autenticità, la provenienza, la storicità (ad es. Lorenzo Valla dimostrò che la Donazione di Costantino è un falso medievale dell'VIII sec. elaborato per giustificare le pretese temporali del papato). Alcuni metodi di critica testuale o filologica sono validi ancora oggi: ad es. il carattere disinteressato della ricerca, per "amore" della verità. Grazie a loro nascono le prime biblioteche (quella Malatestiana a Cesena).È del 1447-52) e nuove figure professionali: mercante di codici, libraio, tipografo... L'Umanesimo, riscoprendo il valore dell'autonomia creativa dell'uomo, superando i concetti tradizionali di autorità, rivelazione, dogma, ascetismo, teologia sistematica, tradizione con l'esigenza prioritaria di una riflessione personale, critica. Rompendo in sostanza l'unità enciclopedica medievale, inizia il processo di autonomia delle singole discipline, permettendo all'uomo di conoscere e dominare le leggi della natura e della storia. La riscoperta dell'autonomia della natura, con le sue leggi specifiche, porta allo sviluppo delle scienze esatte e applicate. Leonardo da Vinci traduce in scienza applicata le sue intuizioni nel campo dell'ottica, della meccanica, della fisica in generale. Architetti e ingegneri passano dalla progettazione di singoli edifici a quella di intere città. Geografi e cartografi saranno di grandissimo aiuto ai.

Il Rinascimento fu un periodo di grande fermento culturale e scientifico in Europa. Durante questo periodo, l'umanesimo divenne un movimento intellettuale dominante, che si concentrava sull'individuo e sulla sua capacità di ragionare e comprendere il mondo.

Gli umanisti credevano nell'importanza dell'educazione e dell'apprendimento, e promuovevano lo studio delle arti liberali, come la letteratura, la filosofia e la storia. Questo approccio all'istruzione si basava sull'idea che l'uomo dovesse sviluppare tutte le sue facoltà intellettuali e morali per raggiungere la sua piena umanità.

Il Rinascimento fu anche un periodo di grande scoperta scientifica. Gli studiosi si interessarono alla natura e all'universo, e cercarono di comprendere i fenomeni naturali attraverso l'osservazione e l'esperimento. Questo approccio scientifico portò a importanti progressi nelle scienze, come la medicina, la botanica, l'astronomia e la matematica.

Parallelamente, si svilupparono anche nuove tecnologie e conoscenze nel campo delle costruzioni navali, che permisero agli esploratori di intraprendere viaggi sempre più lontani e di scoprire nuovi mondi.

Tuttavia, l'umanesimo non era privo di contraddizioni. Se da un lato affermava la dignità e l'autonomia dell'uomo, dall'altro spesso si limitava a essere un'attività elitaria, riservata alla borghesia e alla nobiltà. Gli umanisti si consideravano una casta intellettuale al di sopra del popolo, e la cultura era spesso utilizzata come forma di pubblicità o di evasione per le Signorie.

Inoltre, l'umanesimo si sviluppò in un contesto politico complesso, caratterizzato dalla dittatura delle Signorie e dalla mancanza di una dinamica politica democratica. Mentre l'umanesimo esaltava lo spirito critico e la ricerca della verità, la dinamica politica del Comune, che promuoveva la partecipazione e l'autogoverno dei cittadini, veniva soffocata.

Infine, l'umanesimo acquisì il senso della storia quando l'Italia venne tagliata fuori dal grande processo di formazione degli stati nazionali. L'unità politica e territoriale dell'Italia venne compromessa dalle lotte tra le diverse Signorie e dalle invasioni straniere, e l'umanesimo si trovò a dover affrontare una realtà politica frammentata e instabile.

degli Stati nazionali. Paradossalmente, l'umanesimo, senza saperlo, prende a modello il mondo classico mentre la società borghese del '400 si stava avviando alla decadenza. Esso afferma degli ideali di rinnovamento socio-culturale, ma l'intellettuale resta isolato dalla società: ama la solitudine, rivaluta la tranquillità della campagna, usa il latino quando scrive, rinunciando al volgare (che tutti possono capire), tende all'idillio in letteratura, esaltando il valore della bellezza e dell'armonia formale. Non dimentichiamo che l'umanista è anche colui che giustifica l'idea secondo cui il successo rende leciti i mezzi con cui lo si consegue. Essendo fondamentalmente individualista, l'umanista considerava la soddisfazione delle esigenze dell'individuo un fine in se stesso. Sotto questo aspetto, le personalità che più si dovevano stimare - secondo l'umanista - erano quelle "emergenti" per ricchezza.cultura e potere. Gli umanisti non furono contrari al cristianesimo ma alla scolastica medievale: furono anzi i primi a evidenziare una notevole autonomia di giudizio, eppure non ebbero mai la forza di creare un movimento di riforma religiosa analogo a quello protestante. Perché queste contraddizioni? Perché pur esistendo in Italia, a quel tempo, l'esigenza di superare la tradizione medievale e il particolarismo locale, non si aveva la sufficiente forza per realizzare questa esigenza di unificazione nazionale. Il termine "umanesimo" viene da "studia humanitatis" ed è sorto in contrapposizione agli studi teologici, della Scolastica, e all'esperienza cristiana medievale. Gli umanisti hanno voluto far credere che lo sviluppo autonomo della personalità umana sia iniziato solo a partire dalla sconfitta dell'idea di teocrazia, al punto che si è considerato tutto l'arco del Medioevo come una sorta di esperienza e di

pensiero oscurantista. E gli storici, i critici letterari, artistici, ancora oggi, credono vera l'interpretazione che gli umanisti hanno dato della loro svolta storica. In realtà è assurdo sostenere che nel Medioevo non vi fu sviluppo della personalità. Il fatto di essere legati alla produzione agricola, alla terra, alle tradizioni rurali, alla filosofia del buonsenso e del senso comune, a una concezione religiosa della vita, non significa che si fosse in presenza di una civiltà arretrata, sottosviluppata ecc. Il fatto che gli intellettuali di estrazione borghese ad un certo punto abbiano cominciato a parlare di "umanesimo", in contrapposizione all'ecclesiologia, non significa affatto che tale "umanesimo" fosse davvero "umano", cioè "democratico", "egualitario", "pluralista". Umanesimo e Rinascimento furono modi di vivere e di pensare di una determinata classe: quella borghese, soprattutto

quella intellettuale. La stragrande maggioranza della popolazione rimase rurale e cristiana, benché in forme e modi sempre più distanti da quelli dell'ufficialità della chiesa romana. Gli intellettuali borghesi (in Italia prima che altrove) furono sì "umanisti", ma non "popolari", furono sì "laici" ma non "democratici". Questi intellettuali, in Italia, non seppero mai convogliare le loro idee verso quel movimento popolare di contestazione religiosa che in Europa settentrionale prenderà il nome di Riforma protestante. Non seppero mai porre le basi per uno sviluppo "democratico popolare" della "democrazia borghese". Come d'altra parte non vi riuscì la stessa Riforma, il cui risvolto più conseguente: la Guerra dei contadini, venne tragicamente represso dalle forze più retrive del tardo feudalesimo con l'avallo degli stessi riformisti. Gli intellettuali borghesiitaliani fu più di natura teorica che pratica. Tuttavia, va sottolineato che l'Italia ha avuto una rivoluzione artistica e letteraria che è stata un'innovativa "pratica estetica estilistica". La Chiesa romana, con la Controriforma, è riuscita a mettere a tacere gli intellettuali italiani prima che scoppiasse la Riforma. Possiamo dire ciò che Marx disse degli idealisti tedeschi, che hanno fatto una rivoluzione del pensiero mentre i francesi hanno fatto una vera e propria rivoluzione politica, anche dei nostri intellettuali nel confronto con i teologi protestanti. Non a caso, la Chiesa ha scelto come principale aiuto secolare le dinastie aragonese e borbonica, che rappresentavano quanto di più arretrato vi fosse nell'Europa post-feudale. Con ciò, non si vuole sostenere che non ci fosse una profonda crisi del clericalismo e dell'idea di teocrazia, o che tale utopia antistorica non dovesse essere superata, ma si vuole semplicemente dire che l'alternativa attuata dagli umanisti italiani è stata più di natura teorica che pratica.(e dairinascimentali) non va considerata come l'unica possibile (non a caso altrove, in Europa, furono fatte la Riforma e la Guerra dei contadini), l'unica che ci abbia permesso di allargare i confini della democrazia fino a quelli attuali. In realtà non è ancora nata una vera alternativa laico-democratica all'esperienza religiosa medievale. Da circa mezzo millennio noi, in Europa occidentale, stiamo sperimentando semplicemente un'alternativa di tipo "borghese". L'unica vera alternativa può essere soltanto quella del socialismo democratico. L'UMANESIMO LETTERARIO L'Umanesimo è un movimento culturale che si afferma in Italia nel 1400, cioè in un periodo storico in cui tutti i tentativi di creare uno Stato unitario (almeno nell'Italia centro-settentrionale) erano falliti; cinque Stati regionali avevano imposto a tutta la penisola una politica di equilibrio e di spartizione delle zone d'influenza (Milano, Venezia,Firenze, Roma e Napoli). L'Umanesimo nasce per primo in Italia perché qui, prima o più che altrove, esistevano le condizioni favorevoli alla nascita dei rapporti economici capitalistici. Nei secoli XIV e XV l'Italia era uno dei paesi più progrediti del mondo. Già nel XIII sec. le città italiane avevano difeso vittoriosamente, nella lotta contro l'impero tedesco, la propria indipendenza. Verso la metà del XIII sec. in molte città-stato repubblicane era avvenuta l'emancipazione dei contadini dalla servitù della gleba, anche se a ciò non corrispondeva quasi mai un'equa distribuzione della terra. La libertà conquistata dai contadini era più che altro "giuridica", il che non poteva impedire loro di trasformarsi in operai salariati nelle fabbriche di panno (opifici) o in braccianti, sfruttati da artigiani arricchiti, i quali consegnavano loro la materia prima o semilavorata ricevendo incambio il prodotto finito; dai maestri delle corporazioni, che spesso li costringevano a restare garzoni e apprendisti per sempre; da mercanti-imprenditori, che li utilizzavano
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Publisher
A.A. 2011-2012
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Novadelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Storiche Prof.