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La concezione di Giustiniano e il cesaropapismo

La concezione di Giustiniano non nega l'esistenza di due poteri che governano l'umanità, ma afferma che per ben governare è necessario che entrambi siano disciplinati dall'imperatore, rifiutando in pratica l'autonomia della religione dalla politica.

Anche il cesaropapismo, tuttavia come tutti i sistemi di rapporto con la Chiesa, presuppone il mantenimento di un equilibrio in sé molto precario perché poggia su perfetto bilanciamento del potere spirituale con quello politico senza illeciti ed indesiderati sconfinamenti di un potere nei confronti dell'altro. Difficilissima soluzione che pende dalla moderazione e dall'intelligenza di coloro ai quali i dati, oltre che dal complesso delle circostanze oggettive molto spesso condizionano la riuscita o il fallimento di una politica.

Il cesaropapismo orientale non si esaurisce con Giustiniano, ma prosegue sempre più degenerandosi, identificandosi con l'assolutismo imperiale.

sovrano è imperator et sacerdos)e divenendo prassi abituale di governo. Indubbiamente con Giustiniano si di un momento di grandissima esaltazione, ma sono posteanche le premesse che porteranno ad un allontanamento della Chiesa cattolica da Bisanzio(750) e più oltre ad una separazione fra Chiesa cattolica e la Chiesa orientale (1054). Poco dopo la morte di Giustiniano nella 565, i longobardi, una popolazione nomade del centro-nord dell'Europa, invasero l'Italia conquistandola militarmente. Il loro rapporto con la Chiesa fu estremamente precario, perché i longobardi lo era costituitoda una serie di ducati molto indipendenti fra loro. La Chiesa, in altri termini, non si trovò dinnanzi a un potere politico unitario o meglio ad unsoprano col quale allacciare un sistema di relazioni valido e duraturo nel tempo. Parallelamente si accentuava il divario fra oriente e occidente. Il successo di Giustinianoinfatti non preferivano, Ivo. Da un lato il rapporto due

Poteri era cristallizzato nel modulo cesaropapistico, nel senso di una totale sottomissione della Chiesa orientale al potere politico. La Chiesa romana, dall'altro lato, pur vantando un primato d'onore nel campo spirituale, mostrava di essere una scomoda presenza, il mendicante un dualismo non praticabile e non praticato dal potere politico orientale.

Contribuivano, inoltre, a separare o, meglio, ad allontanare le due chiese le profonde divergenze in materia di fede.

Un ulteriore problema assillava la Chiesa romana: la sua profonda debolezza; essa era esposta infatti a qualunque offesa da parte di qualunque popolazione si mettesse nella penisola italiana, vedendole spesso a mancare il valido appoggio del potere politico bizantino; questo, a sua volta, per la lontananza rendeva quasi sempre tardivi gli aiuti o per la sua incapacità delle forze bizantine di opporsi validamente agli invasori, non poteva recare alla Chiesa romana l'aiuto necessario per la sua sopravvivenza e per

Il conseguimento dei suoi scopi istituzionali. Due furono gli avvenimenti che concorsero ad imprimere una svolta decisiva alla storia dellacristianità e di tutta la civiltà europea: la nascita del potere temporale dei papi da un lato e parallelamente dall'altro l'accostamento del papato ai Franchi, la maggiore potenza militare occidentale. L'inizio del potere temporale dei papi si dice risalga alla donazione di Sutri (128) fatta da Liutprando al pontefice: "in quei tempi i longobardi si impossessarono col tradimento del castello di Sutri e lo occuparono per 140 giorni. Tuttavia, per le continue lettere e le continue lagnanze inviate dal Papa al re, costumi donandolo ai tantissimi apostoli Pietro e Paolo, lo restituì e ne fece dono con molte offerte ma privo di ogni ricchezza". La donazione di Sutri rappresenta il momento iniziale della costituzione dello Stato Pontificio. Quasi contemporanea alla donazione di Sutri è una lettera di Papa.

Gregorio secondo all'imperatore bizantino Leone III Isaurico a conferma della precarietà dei rapporti fra Chiesa occidentale e Chiesa orientale; in essa Papa Gregorio rispondendo alla pretesa del monarca di essere imperator et sacerdos risponde sottolineando l'assurdità di una proposizione: "l'imperatore non ha il diritto di ingerirsi negli affari della Chiesa né di leggere e di consacrare il clero, né di amministrare i sacramenti; tu ci perseguiti militarmente e materialmente i tormenti come un tiranno".

Questa situazione difficile e precaria della Chiesa in Occidente favorì certamente il suo allontanamento dall'oriente e favorì la ricerca di una nuova e diversa potenza politica che potesse utilmente offrire un valido e più sicuro aiuto: i Franchi.

Il cesaropapismo nell'Occidente feudale

La nuova alleanza politico religiosa instauratasi tra il papato nell'Occidente europeo venne ufficialmente sanzionata con

La creazione del sacro Romano impero (800). Carlo Magno divenne sovrano non solo dei Franchi ma anche di gran parte dell'Europa occidentale per la sua grande abilità politica perché la sua genialità militare. I rapporti fra Carlo Magno e la Chiesa romana, non si discostavano peraltro dal modello, ormai ampiamente collaudato, del cesaropapismo. Al sovrano spetta il compito di difendere la chiesa dai nemici esterni e da quelli interni; ai sacerdoti spetta unicamente il compito di pregare. Come si può notare non si riscontrano differenze sostanziali fra il cesaropapismo quale era praticato nel rapporto che legava la Chiesa romana a Bisanzio e il nuovo cesaropapismo posto in essere dalle re dei Franchi. Una differenza tuttavia si poteva constatare, di estrema importanza per il papato: essa si riferiva alla concreta possibilità, in caso di bisogno, di ricevere un valido aiuto dai Franchi, difformemente da quanto accadeva con dell'impero orientale troppo.

Lontano e militarmente inesistente. La nascita di una nuova unione tra Stato e Chiesa ebbe la più alta affermazione nell'incoronazione di Carlo Magno da parte del Papa Leone III nella notte di Natale dell'800.

In una lettera Carlo Magno dichiara:

  • di proteggere all'interno la Chiesa e di procurarle in modo di ottenere il raggiungimento di tutti sui fini
  • di difendere all'esterno la Chiesa contro gli attacchi sia dei pagani e degli eretici come degli arabi e dei saraceni che la minacciavano.

La concezione fondamentale alla base è di riunire tutto il mondo cristiano in una unità e a questo scopo l'autorità politica e l'autorità religiosa vengono riunite in una sola persona. Di conseguenza gli imperatori franchi tornano ad avere i medesimi poteri degli antichi imperatori, di nuovo ad essi viene attribuita la potestà legislativa in materia ecclesiastica; anche questi nuovi imperatori regolano questioni interne, liturgiche.

Il sistema delle relazioni fra potere civile e potere spirituale subì una profonda modificazione nelle strutture a causa di un complesso fenomeno che coinvolse la politica, l'economia e tutto il sistema di vita dell'Europa occidentale: il feudalesimo.

Esso trova origine nelle popolazioni nordiche che lo diffusero ampiamente in tutti i paesi europei e consiste nell'assegnazione da parte del sovrano ad un compagno, distintosi in modo particolare per il valore e per fedeltà, di una porzione di territorio conquistato.

L'assegnazione avveniva attraverso l'atto formale dell'investitura con la quale il beneficiato aveva il diritto per la durata della sua vita di amministrare la giustizia, di percepire i frutti del territorio assegnatogli, poteva godere di non poche immunità ma doveva essere fedele al sovrano, doveva aiutarlo con le proprie milizie durante le guerre, doveva fornirgli ospitalità e partecipare alle assemblee dogmatiche eccetera.

Dalle convocate. Diritti e obblighi divennero trasmissibili per via ereditaria. Ogni feudo era in pratica autosufficiente, il tipo di economia praticato era prevalentemente agricolo ed il centro di tale economia era il castello.

La Chiesa fu fortemente con penetrata nel sistema feudale; i telescopi divennero missi dominici accanto agli emissari del potere centrale. Adesso incombeva l'obbligo di rendere giustizia nelle varie province dell'impero e di amministrarle; i vescovi e più alti dignitari ecclesiastici entrarono a far parte delle assemblee feudali nazionali nelle quali facevano presenza all'imperatore i bisogni e le necessità di ciascuna provincia. D'altra parte, soprattutto nel periodo carolingio, la Chiesa si trovò ad operare in un sistema di rapporto col potere civile non molto dissimile dal cesaropapismo orientale.

Il principe raffermare era sempre quello della ordinatio ad unum e nella figura dell'imperatore si concentrarono entrambi i poteri.

Capitularia Il dualismo cesaropapistico trova inoltre conferma nei Capitolari, raccolte di Capitularia ecclesiastica leggi emanate sotto la dinastia carolingia: essi si dividono in Capitularia mundana (Capitolari ecclesiastici) e in Capitularia mondani, dunque da un lato le leggi ecclesiastiche dall'altro le leggi civili. Si afferma progressivamente il principe decostruzionismo e nella sottoposizione della chiesa al potere politico: è il potere politico che fortifica la Chiesa, sul presupposto che la religione cristiana costituisce il cemento che unisce le varie popolazioni dell'impero. Alla morte di Carlo Magno nell'814 l'unità dell'impero carolingio si frantumò in una serie di potentati grandi e piccoli. Fu un periodo di grande decadenza non solo della Chiesa in generale, ma anche e in particolare del papato: l'una infatti si era tanto profondamente mondanizzata da perdere di vista ogni obiettivo di natura spirituale, l'altro, predadelle fazioni delle varie famiglie romane era diventato null'altro se non una carica politica, svuotata di ogni collegamento con le finalità prime della sede di Pietro. Uno dei fattori di mondanizzazione della Chiesa ci è offerto da un particolare collegamento esistente tra feudo e successione del feudo. Man mano, infatti, che si andava consolidando la prassi di rendere i feudi trasmissibili per via ereditaria, in mano a mano che essi venivano a rafforzare i criteri di autonomia del feudo, si poneva per ciò stesso il problema di ridurre tale fenomeno, destinato a limitare e condizionare il potere del sovrano. Si era già verificato il caso di vescovi eletti anche i feudatari dell'impero; tale commistione di funzioni, sacre e profane, presentava l'indiscusso vantaggio per il sovrano, di rendere impossibile la trasmissione del feudo stesso per via ereditaria perché in feudo ecclesiastico alla morte del titolare ritornava nella disponibilità del sovrano.liale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2005-2006
10 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca d. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Sociali Prof.