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IL QUINTO SECOLO

Nell’opera di Erodoto l’uomo greco, oltre che come cittadino della polis, appare anche come

membro di una più ampia comunità, omogenea sul piano etnico, linguistico e culturale, in cui i

contrasti interni lasciano spazio alla contrapposizione col mondo persiano.

L’impero persiano si forma nella seconda metà del VI secolo, dopo che Ciro il Grande, re dei

Persiani, sconfigge la Media (550/49) e annette la Lidia (546), di seguito entra in Babilonia (539)

e il figlio Cambise completa la conquista dell’Egitto. Con Dario I l’impero persiano vede la sua

massima espansione: il Gran Re delega la propria autorità a governanti locali (satrapi) incaricati

dell’amministrazione, dell’esazione fiscale e del rapporto col potere centrale; con la spedizione

del 513/12 contro gli Sciti annette come satrapia anche la Tracia. All’interno del territorio persia-

no città e popoli godono di una certa autonomia e sono liberi di esprimere la propria identità cul-

turale, ma l’esazione fiscale e il controllo territoriale sottraggono risorse e proventi derivanti da

possibili forme di mobilità e scambi commerciali.

È così inevitabile una rivolta ionica, promossa da Aristagora di Mileto, consigliere di Dario e

tiranno di Mileto; nel 500 propone una spedizione al satrapo di Sardi, Artferne, contro Nasso che

però fallisce e Aristagora stabilisce l’isonomia a Mileto, che si ribella alla Persia. Nel 499 Arista-

gora chiede aiuto contro l’oppressione persiana prima a Cleomene di Sparta, che rifiuta, poi ad

Atene, da cui ottiene 20 navi, altre 5 da Eretria. Nel 498 le città greche d’Asia conseguono qual-

che successo, dopodiché si rivoltano anche Cipro, la Caria e le città dell’Ellesponto, Atene ed

Eretria richiamano in patria le proprie navi e tra il 497 e il 494 la Persia riprende completamente

il controllo della situazione.

Nel 492 Mardonio viene inviato da Dario in Macedonia e in Tracia, dove viene sconfitto dai Tra-

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ci Brigi e nel 491 ambasciatori del Gran Re vengono mandati a chiedere atti di sottomissione in

tutta la Grecia: diversamente dalle altre città greche, Atene e Sparta rifiutano, uccidendo gli araldi

e considerando Egina colpevole di tradimento (Sparta solo fino alla morte di Cleomene,

nell’autunno dello stesso anno), motivo per cui nel 490 la Persia avvia una spedizione punitiva

contro Atene ed Eretria, che viene distrutta; 20 mila persiani si attestano nella pianura di Marato-

na, forse su suggerimento di Ippia, che spera di riottenere la tirannide; Milziade convince gli

Ateniesi ad andare incontro ai nemici persiani e ad attaccare battaglia (10 mila Ateniesi + 1000

Plateesi): l’esercito greco aggira l’armata persiana sfondando ai lati e cedendo al centro; Atene ri-

sulta vincitrice della battaglia, ma Nasso e le Cicladi sono state conquistate. Milziade viene accu-

sato di corruzione e condannato a una multa, muore per le ferite riportate e lascia il figlio Cimone

al proprio posto, mentre tra Atene ed Egina è guerra aperta, con tanto di battaglia navale in cui

Egina ha la meglio.

Atene vive in questi anni molte novità: nel 488/7 si applica per la prima volta l’ostracismo con-

tro Ipparco di Carmo, nel 487/6 viene introdotto il sorteggio per la designazione degli arconti, nel

483/2 Temistocle, con la cosiddetta “legge navale”, convince l’assemblea a utilizzare le risorse

delle miniere d’argento del Laurion per la costruzione di una flotta (dove i teti serviranno come

rematori, integrandosi nelle forze militari cittadine e ottenendo in cambio una promozione sociale

e politica).

A Sparta il re Cleomene I muore nel 491 e gli succede il fratello Leonida, mentre la corte persia-

na diviene un asilo per i Greci delusi dalle vicende della madrepatria (Ippia, lo spartano Demara-

to, esponenti dei Pisistratidi e dei tessali Alevadi).

Dario I muore nel 486 e gli succede il figlio Serse, che dal 483 organizza una nuova spedizione

con un ponte di barche attraverso l’Ellesponto, previ richiesta e ottenimento di sottomissione dai

Macedoni e da gran parte della Grecia settentrionale e centrale: nell’autunno del 481 le truppe di

terra e la flotta si raccolgono nella capitale Sardi e nel giugno 480 l’esercito passa l’Ellesponto. In

Grecia si forma invece la Lega degli Hellenes, costituita da 31 membri tra cui Atene, Sparta e

Corinto, dove Sparta ha il comando militare; dichiarano la neutralità e si mantengono fuori del

conflitto Argo, la Sicilia, Creta e Corcira; nell’agosto del 480 vengono inviati alle Termopili

4000 opliti tra cui i 300 al comando del re Leonida; l’esercito spartano dopo 3 giorni di resistenza

viene accerchiato dai Persiani, la flotta greca riesce ad avere la meglio su quella persiana all’Ar-

temisio, da cui poi si ritira verso Salamina, mentre l’Attica viene invasa e Atene saccheggiata.

Temistocle ottiene di dirottare la battaglia nello stretto braccio di mare tra Salamina e l’Attica,

dove la flotta persiana, non potendo far valere la propria superiorità numerica, non riuscendo a

manovrare viene in gran parte distrutta. Serse lascia Mardonio in Tessaglia e nell’ottobre del 480

rientra a Sardi; Mardonio allora invade l’Attica, che viene nuovamente evacuata, e si accampa a

Platea, dove si scontra con l’esercito guidato da Pausania (reggente per il figlio minorenne di

Leonida), viene abbattuto e l’accampamento persiano cade in mano greca.

Anche in Ionia, a Capo Micale, i greci hanno la meglio: le fortificazioni e le navi persiane ven-

gono date alle fiamme, seguiti da una ribellione greca generalizzata; nella primavera del 478 gli

Ateniesi e gli Ioni prendono Sesto, l’ultima base persiana in Europa. Dalle guerre persiane l’iden-

tità greca esce fortemente consolidata, anche se durante tutto il conflitto i Greci mostrano profon-

de divisioni tra loro e all’interno della stessa Lega degli Hellenes e queste divisioni riemergono

subito dopo la vittoria.

Contemporaneamente alla vittoria di Salamina, Gelone di Siracusa (che per questo aveva rifiuta-

to l’intervento in Grecia) e Terone di Agrigento sconfiggono ad Imera l’esercito cartaginese: è

probabile che gli attacchi persiano e cartaginese siano stati concordati vista l’alleanza dei due re-

gni; si conclude così la cosiddetta “guerra degli empori”, che impegnavano Sicilia e Cartagine

dal 491 per il controllo degli scali commerciali nella Sicilia Occidentale.

Gelone è tiranno dal 485/4, dopo aver sconfitto i Cilliri; sposa la figlia di Terone, tiranno di Agri-

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gento, che nel 483 conquista Imera e ne scaccia il tiranno filopunico Terillo; la vittoria ad Imera

assicura alla Sicilia greca decenni di pace e di sicurezza.

Quindi, Gelone organizza la Sicilia sotto l’egemonia siracusana e isituisce rapporti di alleanza

militare (symmachia) con diverse città, ritrovandosi a capo di un grande stato territoriale. Gli suc-

cede il fratello Ierone, che provoca una crisi tra Agrigento e Siracusa (quasi immediatamente ri-

solta) per motivi di ereditarietà, caccia gli abitanti di Catania e di Nasso e li trasferisce a Leontini

e rifonda Catania col nome di Etna, dove insedia il figlio Dinomene. Ierone si dedica soprattutto

alla tutela della grecità contro gli Etruschi e così Siracusa diviene la protettrice degli interessi gre-

ci in area tirrenica e magnogreca. Morto Ierone, gli subentra il fratello Trasibulo, che entra in

contrasto coi Siracusani e dopo la caduta delle tirannidi la Sicilia all’eutheria e a regimi costitu-

zionali, passaggio che determina reazioni decise contro i mercenari naturalizzati.

In Grecia, dopo la battaglia di Micale, emergono interessi contrastanti fra i membri della Lega,

soprattutto sulla punizione da infliggere ai greci medizzanti: mentre Sparta vuole espellerli, Te-

mistocle cerca di evitare inutili stravolgimenti dell’assetto politico greco e difende i Greci d’A-

sia, in cui intravede uno strumento della futura egemonia ateniese.

Il reggente Pausania riesce allora a farsi inviare in Asia come stratego dei Greci, con 20 navi pe-

loponnesiache, con cui occupa Cipro ed espugna Bisanzio; gli alleati contestano però l’egemonia

spartana incarnata da Pausania e passano tutti dalla parte di Atene, tranne i Peloponnesiaci. Pau-

sania viene sostituito con Dorchide, la cui egemonia non viene riconosciuta dagli alleati, quindi

gli Spartani semplicemente rinunciano all’impegno nell’Egeo, del tutto disinteressati alla conti-

nuazione della guerra contro la Persia, più propensi a restare una potenza terrestre (oplitica) nei

proprio territorio e lasciando così ad Atene l’egemonia sul mare. Atene, infatti, nel 478 assume il

patronato dei Greci d’Asia.

Nel 478/7 si istituisce la lega navale detta Lega delio-attica, dalla sede nell’isola di Delo della

cassa e delle riunioni; è un’alleanza militare difensiva che nasce dalla volontà di continuare la

guerra contro la Persia e che comprende gli Ioni d’Asia, che ormai individuano in Atene il loro

paladino, egemonia riconosciuta autonomamente e spontaneamente dagli alleati. Atene stabilisce

che chi tra gli alleati non è in grado di fornire navi, può contribuire con denaro (phoros): fin da

subito risulta evidente che gli alleati che pagano il tributo anziché offrire la propria flotta si trova

in posizione subordinata (anche per la mancanza di una difesa militare) e che Atene utilizza la

lega navale per contrappore la propria egemonia a quella di Sparta. Tra il 476 e il 467 la lega de -

lio-attica, al comando di Cimone, figlio di Milziade e prosseno degli Spartani, prende Eione sulle

foci dello Strimone, conquista l’isola di Sciro, sconfigge Caristo in Eubea e reprime la rivolta di

Nasso, il primo alleato ribelle. L’egemonia di Atene all’interno della lega si esprime anche in altri

modi: con lo spostamento nella capitale attica della cassa della lega, l’unificazione di moneta

(dracma), pesi e misure (“decreto della monetazione”, dagli anni 20, che vieta agli alleati di bat-

tere moneta), l’accentramento dei processi, l’imposizione di guarnigioni e di governatori, l’invio

di cleruchie, l’instaurazione di regimi democratici. Le liste dei tributi ateniesi (ATL) o liste delle

sessagesime sono rendiconti epigrafici che riportano, per ciascun stato membro appartenente a un

certo distretto, l’entità della sessantesima parte del tributo. In Atene si concentrano i processi de-

rivanti dalla concessione del diritto di appello agli alleati; Atene impone inoltre delle guarnigioni

militari (cleruchie per sorvegliare gli alleati poco affidabili) e dei governatori (a vegliare sugli in-

teressi di Atene e sull’applicazione delle decisioni della lega). Dopo la rivolta di Nasso gli obiet-

tivi non sono più solo la continuazione della guerra contro la Persia, ma anche il control

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
31 pagine
11 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher claudietta376 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Zunino Maddalena.