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Estratto del documento

NOTE

1. È detto “collina di Ares” perché, secondo un mito, su quella collina fu giudicata una causa per omicidio

avvenuta tra gli dei. Ares, il dio della guerra, uccise il figlio di Poseidone perché gli voleva violentare la figlia.

Così, Poseidone citò in giudizio Ares e tra i due iniziò una disputa. Zeus instaurò una corte formata da dei

per giudicare l’omicidio volontario di Ares, che alla fine venne assolto e il suo nome rimase legato alla

collina su cui si svolse il processo. Zeus, accortosi della bontà legata alla risoluzione di un problema in tal

modo, donò agli uomini l’invenzione del tribunale.

Storia greca: lezione n. 11 (16-03-2017).

Breve digressione iniziale. A Pitecussa è stata ritrovata la Coppa di Nestore (Museo Archeologico Nazionale

di Napoli), una delle più antiche attestazioni di scrittura in greco. Nestore era il più anziano tra tutti i Re

greci che avevano partecipato alla guerra di Troia. Sulla Coppa vi è un’iscrizione che dice: «Questa è la

coppa di Nestore e chi la beve subito sarà catturato dal desiderio della dolce Afrodite» (desiderio amoroso).

Successivamente, la traduzione fu rivista: «La coppa di Nestore era piacevole da bersi, ma chi berrà da

questa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite».

Aristotele disse che l’Areopago si occupava di tutte le questioni principali della città: la sua giurisdizione era

stata estesa a tutti i reati, non soltanto agli omicidi volontari. Si pensa, dunque, che l’Areopago si occupasse

di tutti i delitti e le condotte irregolari. Successivamente, tale potere venne ridimensionato, perché verso la

metà del V secolo a.C. vi fu una riforma che limitò nuovamente la sua portata ai soli delitti volontari.

Un’altra fetta di potere era appannaggio dei componenti delle famiglie aristocratiche partecipanti alle

quattro tribù gentilizie. Dello Stato Ateniese arcaico sappiamo anche che verso il 640 a.C. divenne arconte

eponimo un personaggio di cui sappiamo pochissimo: Draconte (o Dracone; “grande serpente”), il quale

avrebbe stabilito le prime leggi scritte; avrebbe dunque codificato la legislazione. La scrittura delle leggi è

fondamentale, perché, essendo scritta, tutti potevano confrontare il verdetto alla legge scritta. Le leggi di

Draconte erano molto dure, per questo si pensò, in seguito, che fossero scritte col sangue. Una legislazione

molto severa è necessaria, soprattutto in uno stato debole, come appunto gli stati greci arcaici: la severità

elimina le faide (contese tra famiglie), etc. Della legislazione di Draconte, in età storica, sopravvivevano

molti provvedimenti: alla fine del V secolo a.C., quando fu decisa una riforma generale della legislazione,

perché si erano accumulate le leggi e non si capiva più quali fossero in vigore, una commissione fu

incaricata di rivedere le leggi ed eliminare quelle contraddittorie, della legislazione di Draconte rimase solo

una legge: quella sull’omicidio involontario. Il testo di questa legge è noto ed è presente nelle dispense date

da Costa.

Lettura. Se un uomo uccide un altro senza intenzione, la pena per l’omicidio involontario è l’esilio. I Re (gli

arconti basilei) devono valutare se il caso in questione è un omicidio realmente involontario o meno;

devono anche valutare, nel caso in cui l’omicidio sia volontario, se l’omicida ha ucciso per sua intenzione o

dietro mandato di qualcuno. Se l’omicidio era involontario, si chiedeva ai parenti stretti (genitori, fratelli,

figli) della vittima se volessero perdonare l’assassino: se non lo perdonano, l’omicida andava in esilio;

altrimenti, la questione finiva lì. Ma se la vittima non aveva genitori, fratelli o figli, si chiedeva ai suoi

parenti fino al cugino di primo grado e tutti dovevano essere d’accordo; bastava un solo disaccordo per

causare l’esilio dell’omicida. Se, infine, la vittima non aveva neppure parenti, allora si interrogavano i

membri della fratria, i quali sceglievano dieci persone che dovevano stabilire se perdonare o meno. Anche

in questo caso, serviva il consenso di tutti. Questa norma è, apparentemente, punitiva verso l’assassino

involontario, perché è difficile che si raggiunga l’unanimità (c’era sempre qualche rancoroso che non era

d’accordo), però era una garanzia per l’omicida, poiché se questi fosse stato perdonato, nessuno si sarebbe

potuto più vendicare su di lui; e chi lo avesse fatto, sarebbe stato perciò stesso giudicato come assassino

volontario (insomma, non erano ammessi ripensamenti). Questa norma, dunque, va a favore dell’assassino

perché una volta che fosse stato perdonato, sarebbe potuto rimanere senza rischi nella comunità. Se però

qualcuno non fosse stato d’accordo, all’assassino conveniva andare in esilio, perché rimanendo nella città si

sarebbe esposto al rischio della vendetta. Dell’età di Draconte e degli anni successivi sappiamo che in

Attica, pian piano, la proprietà terriera, inizialmente molto frazionata, furono acquisite dagli aristocratici.

Perciò, l’Attica col tempo divenne meno frazionata: gli aristocratici iniziarono a raccogliere le terre dei

piccoli contadini – a volte pagandole, altre come compenso per prestiti che i contadini non avevano

ripagato. Queste terre erano molto piccole; servivano per ricavare l’indispensabile per vivere. I contadini

s’indebitavano perché magari un anno il raccolto non gli andava bene, così non avevano soldi per comprare

le sementi e si facevano prestare il denaro dagli aristocratici, i quali potevano rifarsi sul terreno, qualora il

contadino non avesse estinto il debito. Gli aristocratici, col tempo, avevano messo insieme dei piccoli

latifondi; sempre meno contadini avevano potuto mantenere il possesso dei suoi terreni. I contadini, una

volta che avevano rinunciato al loro pezzo di terra, non avendo altro da vendere, vendevano la propria

libertà; se il contadino non riusciva a restituire il debito, diventava schiavo del suo creditore, cioè degli

aristocratici. Nuove modalità di combattimento: doveva partecipare l’intera popolazione maschile, mentre

prima erano solo gli aristocratici che combattevano contro altri aristocratici; poi, però, pian piano iniziarono

a coinvolgere negli scontri anche i contadini o i nullatenenti. I poveri, che non possedevano più niente,

rischiavano di diventare schiavi dei loro creditori; contemporaneamente, non erano esentati dalle guerre.

Così, ad un certo punto, scoppiò una ribellione: i non-aristocratici rifiutarono le oppressioni degli

aristocratici. In Attica, soprattutto sulla zona costiera, si era sviluppato una piccola industria artigianale ed

era ricominciato il commercio marittimo. Vi era quindi una anche una parte della popolazione che non

viveva di agricoltura, ma era comunque sotto il potere degli aristocratici, che erano sempre in minor

numero rispetto alla popolazione. In un certo punto, gli scontri tra popolo e aristocratici divennero così

violenti che si decise di nominare un arbitro per decidere cosa fare, nel 594 a.C. L’arbitro era un arconte

eponimo, ma in quell’anno vi fu una novità: invece del collegio dei nove arconti, se ne scelse uno solo (un

solo arconte straordinario: arconte diallaktes; diallaso: separare): Solone (oggi sinonimo di “sapiente”). Egli

dovette prendere in mano la situazione e cambiare le leggi. Doveva introdurre una nuova legislazione

adatta sia agli aristoi sia al popolo; compito difficile. Si deve barcamenare: deve dare un po’ agli uni un po’

agli altri. Solone passò alla storia, anche secondo gli antichi, per essere il primo ad aver dato ragione al

popolo, quantunque non totalmente. Egli era di lignaggio aristocratico, sebbene Aristotele dicesse che

fosse di classe media. Anzitutto, abolì la possibilità di contrarre prestiti dando la propria libertà in cambio:

abolì, cioè, la schiavitù. Non sappiamo se gli schiavi che già erano tali vennero liberati; probabilmente no.

Solone è il primo di cui conosciamo le intenzioni per sua diretta testimonianza; fu anche poeta e parlò della

sua legislazione in alcune poesie. Secondo provvedimento di Solone: cancellazione di tutti i debiti in corso

(cominciò ad urtare gli aristocratici). Iniziarono a circolare voci, sulla cui consistenza ancora si discute tra gli

studiosi, secondo cui Solone abbia preavvertito i suoi amici delle decisioni che stava per prendere e questi

avevano contratto debiti sapendo in anticipo che non avrebbero dovuto estinguerli. Queste misure, come

dice Solone stesso, furono chiamate “seisàchtheia” (seis: svellere; acthos: peso; “tirar via i pesi”). In questa

età non c’erano notai, perciò un aristocratico che voleva comprare un terreno, per sapere se esso fosse già

stato dato in garanzia ad un’altra persona, ci si metteva un cippo con un’iscrizione. Quando Solone abolì la

cancellazione di tutti i debiti in corso, tutti i terreni ipotecati ritornarono ad essere liberi. Perciò furono tolti

dai terreni tutti i cippi, i quali, appunto, indicavano l’ipoteca. Terzo provvedimento: cambio delle unità di

misura. Prima i prestiti erano in natura, non in denaro. Solone intervenne anche sulla costituzione,

riformando le tribù.

Storia greca (22-03-2017)

Solone, nel 594 a.C., venne eletto arconte separatore per fare da arbitro tra il demo e agli aristocratici di

Atene, in lotta reciproca per il problema dell’indebitamento. L’arbitro doveva essere un aristocratico,

perché solo gli aristocratici avevano la cultura necessaria per risolvere il problema, e anche perché gli altri

aristocratici non avrebbero accettato un giudizio che venisse da uno inferiore. Costituzione, in greco, si dice

“politeia”, che anticamente aveva un’accezione diversa da quella corrente. Oggi s’intende la legge

fondamentale dello stato, quella da cui discendono tutte le leggi particolari; è un testo che raccoglie i

principi fondativi dello Stato. Nell’Antichità per costituzione s’intende qualcosa di più vago: l’insieme delle

leggi della città e delle istituzioni; la costituzione non era superiore rispetto alle altre leggi. Non esisteva un

testo costituzionale. La riforma costituzionale è fondamentale nella riforma di Solone. Nell’Atene arcaica

(primitiva) esistevano quattro tribù gentilizie, alle quali non poteva partecipare il popolo. Solone cambiò

questo sistema: sostituì alle quattro tribù altre quattro tribù, che però erano composte diversamente: in

esse, infatti, furono inseriti anche gli Ateniesi (solo i cittadini maschi) che non appartenevano

Dettagli
A.A. 2017-2018
58 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher truceboyz.most.wanted di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Costa Virgilio.