Riassunto esame Storia greca, prof. Berlinzani, libro consigliato La guerra del Peloponneso, Bleckmann
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economica. (Potidea è stata fondata da Corinto, i rapporti con la madrepatria sono buoni,
persino veniva inviato in colonia un magistrato, l’epidemiurgo ). Potidea in questo
frangente, è stata costretta a entrare nella lega ateniese. Atene impone agli abitanti di
Potidea un ultimatum che prevede l’interruzione del rapporto con la madrepatria.
Potidea tratta sia con gli Ateniesi che con Sparta, di nascosto; nel 432 Potidea, insieme ai
Calcidesi e ai Bottiei lascia la Lega. Nel 429 a.C. Potidea viene assaltata, e offre la resa a
delle condizioni. La miccia per la guerra del Peloponneso è innescata, ma ancora deve
arrivare un altro casus belli: il conflitto con Megara, una piccola polis della Lega
Peloponnesiaca, vicina di Atene. Gli Ateniesi non sono in buoni rapporti con Megara,
perché nel 446 si era separata da Atene e aveva fondato persino Bisanzio. Importante è il
decreto megarese, secondo cui gli Ateniesi avevano escluso Megara dal mercato e dai
porti della lega. Sparta continua a chiedere che Atene restituisca la libertà agli alleati; a
questo punto Atene si trova di fronte a un problema, entrare in guerra o rimanerne fuori.
Si decide per la prima opzione.
§ La guerra archidamica. 431 – 421 a.C.
Pericle ha fatto evacuare gli abitanti ateniesi dalle campagne, per farli rifugiare all’interno
delle Lunghe Mura; dopo la sua morte nel 429 a.C. si continua a usare la sua strategia
per tutto il periodo in cui l’Attica è invasa da Sparta.
- L’inizio della guerra, 431 -430 a.C., è segnato dal fallito attacco dei Tebani alla
città di Platea, schierata a fianco di Atene, che si rifiuta di essere annessa alla
Lega Beotica guidata da Tebe. Il re spartano Archidamo invade l’Attica per la
prima volta nello stesso momento, e gli Ateniesi rispondono con l’invio di una
flotta di 100 triremi che devastano l’Elide e provocano la reazione di Corinto. Una
seconda flotta ateniese parte poco dopo e devasta la Locride.
- Nel secondo anno, scoppia l’epidemia detta “peste”, e il re Archidamo invade
l’Attica per la seconda volta; la risposta è l’invio da parte di Atene di un esercito
contro Potidea, sotto assedio. Potidea si arrende e alla popolazione viene garantita
la ritirata libera e vengono insediati dei cleruchi, cittadini ateniesi. Pericle parte
con 100 triremi e devasta il Peloponneso, la regione di Epidauro e la Laconia.
- Nel terzo anno i Peloponnesiaci marciano fino all’istmo; Platea viene cinta con un
muro e un anno dopo capitola, perché gli Ateniesi dopo aver preso Potidea nel 429
a.C., si concentrano sulla Calcidica.
- Nel quarto anno ( 428 a.C.), i Peloponnesiaci continuano ad invadere l’Attica; la
città di Mitilene, sull’Isola di Lesbo, alleata di Atene, decide di uscire dalla Lega.
Atene invia quindi una flotta, e assedia la città.
- Nel 427 una flotta spartana sotto il comando di Alcida si dirige verso Lesbo.
Purtroppo gli Spartani falliscono e tentano di invadere Corcira, in cui vi è una
guerra civile fra i sostenitori di Sparta e quelli di Atene. Gli Ateniesi giungono in
Sicilia con una flotta in aiuto di Lentini, contro Siracusa. Lo stratega ateniese
riesce a porre sotto controllo ateniese Mile e Messene (Messina).
- Nel sesto anno gli Ateniesi sotto la guida di Demostene, subiscono inizialmente
delle sconfitte nelle battaglie contro gli Etoli, poi però riescono a rifarsi nella
battaglia di Olpai.
Nella guerra archidamica Sparta prevale nel combattimento oplitico, mentre Atene in
quello di battaglie navali; la supremazia navale ateniese si spiega grazie
all’organizzazione e al funzionamento delle triremi: il mantenimento è costoso, si richiede
uno spazio adeguato, come cantieri navali, arsenali ma soprattutto buoni porti, come il
Pireo. Lo scafo è costruito con tavole di abete rosso, la chiglia con legno di quercia;
l’imbarcazione è impermeabilizzata con la pece. Le proporzioni di queste navi da guerra
sono enormi, veloci, ma in alto mare corrono grandi rischi, per questo il loro comando è
affidato ad un timoniere e a generali validi. Vi sono 170 rematori che compongono quasi
l’intero equipaggio, di norma di 200 persone. Gli Spartani possono contare sulla fanteria
pesante; la tattica del combattimento oplitico, inventata nel 7° sec. a.C., a Sparta è
l’unica occupazione degli Spartiati, i cittadini con piedi diritti. L’oplita porta un grande
scudo rotondo, con una Lambda e sul petto una pesante corazza; l’elmo corinzio sta a
protezione del viso, e permette di avere un campo visivo limitato; le gambe sono protette
dai parastinchi; come arma d’attacco si usa una lancia appuntita, su entrambe le punte;
lo scudo con due manici si porta nella mano sinistra, la lancia nella destra, il compagno
sulla destra proteggeva il lato scoperto. Quindi l’ala destra è sempre più forte di quella di
sinistra.
Importante è il ruolo della peste: gli Ateniesi meditano di porre fine al conflitto con
Sparta, e per questo inviano un’ambasceria al nemico, senza conclusioni positive. Un
quarto della popolazione ateniese cade vittima della peste. Atene e Sparta continuano nel
conflitto. La guerra civile di Corcira è il primo di una serie di conflitti interni nell’Ellade:
questa guerra civile è durata dal 427 al 425 a.C. e ha inizio con il rientro in patria dei
prigionieri di guerra, che appartengono all’aristocrazia di Corcira; Corcira fa un’alleanza
con Atene e ciò comporta una divisione all’interno delle fazioni politiche, i ricchi oligarchi
pro-Corinto e Sparta, contro gli aristocratici pro-atene. Il tutto è finito con un accordo
dettato dall’intervento dell’ateniese Nicostrato: gli oligarchi vengono relegati su un’isola di
fronte al tempio di Era di Corcira. Nel 431 a.C. Platea giustizia i prigionieri tebani; Atene
decreta che ogni Megarese fatto prigioniero sia ucciso. La disumanità aumenta fino al
punto in cui gli Ateniesi, per mancanza di denaro, rispediscono in patria i mercenari
traci che massacra la popolazione civile di Micalesso, città beotica.
Gli ultimi anni della guerra archidamica sono segnati dallo scontro fra Cleone e Nicia: il
primo vuole allontanarsi dalla tradizione, e con la retorica violenta, l’abbigliamento
volgare e il comunicare con lettere private, si avvicina al demos. Il ricco Nicia invece,
proviene da una classe sociale più alta, e come modello ha i politici e gli strateghi del
passato. Nel 425 a.C. la guerra ha una svolta: Demostene durante una traversata, riesce
a conquistare Pilo e la trasforma in fortezza. Gli Spartani occupano l’isola di Sfacteria.
Sparta propone un trattato di pace ma Cleone fa interrompere il tutto e prende in
ostaggio gli Spartiati. Nel 424 a.C. vi è il successo di Nicia con l’occupazione di Citera, e
la conquista del porto megarese di Nisea; più tardi l’esercito ateniese subisce una
sconfitta nella battaglia di Delio: l’ufficiale spartano Brasida ha raggiunto praticamente la
Calcidica e si stabilisce nella Grecia settentrionale, così colpisce Atene e la sua flotta,
riuscendo anche a portarsi vicino Acanto e Stagiro. Brasida non si ferma qui: attraversa
il ponte dello Strimone e coglie a sorpresa Anfipoli. Nel 423 a.C. gli Ateniesi decidono di
chiedere una tregua a Sparta; la richiesta viene accettata perché i politici spartani
vedono Brasida come una minaccia ormai. Nel mentre, Brasida assedia Scione che esce
dalla Lega; i politici come Cleone vedono questo atto come una violazione delle clausole
del trattato. Cleone è rieletto stratego nel 422 a.C., vince il dubbioso Nicia e mobilita gli
Ateniesi ad una spedizione; ma qui avviene la catastrofe. Cleone rischia una avanzata
inutile verso Anfipoli, visto che non riesce a guidare un numeroso esercito di opliti che lo
disprezzano. Alla fine, i soldati si disperdono e Brasida attacca gli Ateniesi. Nel 421 a.C.
la guerra archidamica è giunta alla fine, viene stipulato a Sparta un trattato di pace.
§ La Pace di Nicia e la spedizione in Sicilia. 421 – 413 a.C.
Il testo del trattato della Pace di Nicia viene riportato fedelmente da Tucidide: in primis,
sono stati conclusi accordi religiosi, come per es. il libero accesso a tutti i Greci ai
santuari panellenici e l’autonomia di Delfi; le clausole prevedono una pace di 50 anni tra
Atene e Sparta coi loro alleati. Sparta si impegna a restituire i territori conquistati da
Brasida nella Grecia settentrionale, come Anfipoli. I Beoti, alleati di Sparta, devono
abbandonare la fortezza di Panatto, strappata agli Ateniesi. Gli Ateniesi si impegnano a
liberare i prigionieri di guerra lacedemoni, soprattutto quelli di Sfacteria; inoltre devono
restituire Corifasio (Pilo), l’isola di Citera e abbandonare gli avamposti sulla costa del
Peloponneso e in Grecia centrale. A sorte è stabilito che Sparta sia la prima a mettere in
pratica le clausole: il comandante spartano si rifiuta di consegnare Anfipoli agli Ateniesi.
Anche gli Ateniesi non riconsegnano tutti gli ostaggi di Sfacteria, e Pilo non viene
restituita. Megara e Corinto rifiutano di riconoscere la Pace di Nicia; la tregua fra Sparta
e Argo cade in questo periodo. Nel 421 a.C. gli Spartani sottoscrivono un trattato di
alleanza con gli Ateniesi, in cui entrambi si impegnano ad aiutarsi nel caso di attacco di
terzi. I Beoti concludono nel 420 a.C. un’alleanza con gli Spartani; mentre Atene stipula
un’alleanza con le città democratiche ( Argo, Elide, Mantinea).
Sparta anche lei è responsabile del fallimento della Pace di Nicia, che cessa di essere in
vigore nel 420 a.C. In questo anno viene eletto stratego Alcibiade, che attraverso
l’alleanza con Argo raggiunge il suo obiettivo, la rottura dell’accordo con Sparta. Alcibiade
vuole innanzitutto eliminare Nicia con la sua politica estera; nel 419 viene rieletto
stratego, finchè tutti non vedono la politica di aggressione di Alcibiade, e ne hanno
paura. Infatti nel 418 Alcibiade non viene rieletto stratego, ma comunque si esita ad
abbandonare la politica interventistica contro Sparta. A Mantinea l’esercito di Atene,
Argo e Mantinea stessa, riescono dapprima a sorprendere il re spartano Agide; però gli
Spartani hanno più capacità, più disciplina e vincono. Ad Argo la fazione oligarchia pro-
sparta ha la meglio e viene abolita la democrazia. Con la sconfitta a Mantinea, la politica
di Alcibiade ha subìto un primo fallimento: nel 417 a.C. viene rieletto stratego insieme al
rivale Nicia. Per eliminare l’altro si decide per l’uso dell’ostracismo: chi viene esiliato però
non sono i due strateghi ma Iperbolo, l’innocente che ha consigliato il suo uso.
L’assemblea popolare ateniese nel 415 opta per la spedizione in Sicilia, perché gli abitanti
di Segesta hanno chiesto aiuto ad Atene, per combattere contro la vicina Selinunte,
promettendo che i costi della spedizione se li sarebbero assunti loro. Come generale viene
scelto Nicia, insieme ad Alcibiade e Lamaco; Nicia desiste fino all’ultimo perché in
disaccordo coi progetti di Alcibiade. Già prima di partire, l’ottimismo viene stroncato a
causa di un attacco alla religione: le statue di Ermes durante la notte sono state
mutilate. Gli Ateniesi pensano che i colpevoli siano i nemici della democrazia, ma non si
escludono altre ipotesi. Nel 415 a.C. la flotta giunge allo Stretto di Messina, e qui sorgono
le prime difficoltà. Gli Ateniesi capiscono che Segesta li ha ingannati, e Nicia propone
una spedizione contro Selinunte. Lamaco è favorevole ad attaccare direttamente Siracusa
mentre Alcibiade vuole guadagnare tempo; gli Ateniesi riescono a portare dalla loro parte
solamente Catania, che viene trasformata in un accampamento ateniese; da Catania
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