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Peloponneso, poi si sposta nel nord della Grecia, fino alla Sicilia e alle coste dell’Asia
Minore. È durata 27 anni e ha suscitato forti impressioni nei contemporanei; le fasi si
possono distinguere in:
- Guerra archidamica 431 -421 a.C. = invasioni del re spartano Archidamo
- Pace di Nicia
- Guerra deceleica 413 – 404 a.C. = gli Spartani hanno smesso di invadere
l’Attica e si erano stabiliti a nord di Atene nella fortezza di Decelea.
Tucidide è colui che racconta alla meglio le vicende della guerra: comincia a prendere
appunti dopo lo scoppio, visto anche il fatto che l’aveva vissuta sotto diverse prospettive;
prima era attivo nella vita politica e militare di Atene, poi, nel 424 a.C. non viene eletto
come stratega e viene costretto all’esilio. L’opera è incompleta, poiché si interrompe nel
411 a.C. § Le cause della guerra del Peloponneso.
Nel 432 a.C. a Sparta si stabilisce che Atene ha violato la pace stipulata nel 446 a.C.
Atene rifiuta gli ultimatum di Sparta e le due entrano in guerra. Nella “pentecontetia”,
ossia nei 50 anni che separano le guerre persiane dalla guerra del Peloponneso, la lega
guidata da Atene si era rinnovata: Atene giunge così ad avere un potere enorme. Prima di
Atene però era Sparta la potenza militare più forte della Grecia: gli stati erano vincolati
da accordi bilaterali a condividere le scelte della potenza egemone, Sparta. Nel 478 -477
a.C. Atene diventa la potenza egemone di un’altra lega, la prima lega navale attica. Dal
460 a.C. gli Ateniesi non si lasciano sfuggire occasioni per intervenire su tutti gli scenari
di battaglia, come lo scontro diretto fra Atene e Sparta per il controllo della vicina Beozia,
scontro che si conclude con la sconfitta ateniese nella battaglia di Coronea nel 446.
Atene così stipula una pace, in cui viene riconosciuto il Peloponneso e la regione
dell’Istmo fino a Megara come sfera egemone spartana; gli Spartani accettano il
predominio ateniese nella Lega Delio –Attica. Nel 439 a.C. gli Ateniesi sconfiggono l’isola
di Samo che si era ribellata nel 441, mentre nel 437 viene fondata Anfipoli, base ateniese
per eccellenza nell’Egeo settentrionale.
Quando Samo nel 440 a.C. chiedono aiuto a Sparta, gli Spartani non vedono nessun
motivo per intervenire e rompere la pace del 446 a.C., lo stesso accade quando Megara e
Corinto nel 432 si lamentano dei soprusi perpetrati da Atene. Corinto fin dal principio,
non ha mai lasciato perdere le sue ambizioni per il predominio sul mare; nel 435 a.C. i
Corinzi vengono sconfitti però dai Corciresi nella battaglia di Leucimma; Corinto cerca la
rivincita e i Corciresi chiedono aiuto ad Atene, che concedono un’alleanza speciale la
“epimachia”, ossia Atene si impegna a intervenire a fianco dei Corciresi, solo nel caso in
cui essi siano attaccati direttamente. Scoppia un conflitto tra Corinto e Atene anche per
il possesso di Potidea,in Calcidica: era di grande importanza, sia strategica che
economica. (Potidea è stata fondata da Corinto, i rapporti con la madrepatria sono buoni,
persino veniva inviato in colonia un magistrato, l’epidemiurgo ). Potidea in questo
frangente, è stata costretta a entrare nella lega ateniese. Atene impone agli abitanti di
Potidea un ultimatum che prevede l’interruzione del rapporto con la madrepatria.
Potidea tratta sia con gli Ateniesi che con Sparta, di nascosto; nel 432 Potidea, insieme ai
Calcidesi e ai Bottiei lascia la Lega. Nel 429 a.C. Potidea viene assaltata, e offre la resa a
delle condizioni. La miccia per la guerra del Peloponneso è innescata, ma ancora deve
arrivare un altro casus belli: il conflitto con Megara, una piccola polis della Lega
Peloponnesiaca, vicina di Atene. Gli Ateniesi non sono in buoni rapporti con Megara,
perché nel 446 si era separata da Atene e aveva fondato persino Bisanzio. Importante è il
decreto megarese, secondo cui gli Ateniesi avevano escluso Megara dal mercato e dai
porti della lega. Sparta continua a chiedere che Atene restituisca la libertà agli alleati; a
questo punto Atene si trova di fronte a un problema, entrare in guerra o rimanerne fuori.
Si decide per la prima opzione.
§ La guerra archidamica. 431 – 421 a.C.
Pericle ha fatto evacuare gli abitanti ateniesi dalle campagne, per farli rifugiare all’interno
delle Lunghe Mura; dopo la sua morte nel 429 a.C. si continua a usare la sua strategia
per tutto il periodo in cui l’Attica è invasa da Sparta.
- L’inizio della guerra, 431 -430 a.C., è segnato dal fallito attacco dei Tebani alla
città di Platea, schierata a fianco di Atene, che si rifiuta di essere annessa alla
Lega Beotica guidata da Tebe. Il re spartano Archidamo invade l’Attica per la
prima volta nello stesso momento, e gli Ateniesi rispondono con l’invio di una
flotta di 100 triremi che devastano l’Elide e provocano la reazione di Corinto. Una
seconda flotta ateniese parte poco dopo e devasta la Locride.
- Nel secondo anno, scoppia l’epidemia detta “peste”, e il re Archidamo invade
l’Attica per la seconda volta; la risposta è l’invio da parte di Atene di un esercito
contro Potidea, sotto assedio. Potidea si arrende e alla popolazione viene garantita
la ritirata libera e vengono insediati dei cleruchi, cittadini ateniesi. Pericle parte
con 100 triremi e devasta il Peloponneso, la regione di Epidauro e la Laconia.
- Nel terzo anno i Peloponnesiaci marciano fino all’istmo; Platea viene cinta con un
muro e un anno dopo capitola, perché gli Ateniesi dopo aver preso Potidea nel 429
a.C., si concentrano sulla Calcidica.
- Nel quarto anno ( 428 a.C.), i Peloponnesiaci continuano ad invadere l’Attica; la
città di Mitilene, sull’Isola di Lesbo, alleata di Atene, decide di uscire dalla Lega.
Atene invia quindi una flotta, e assedia la città.
- Nel 427 una flotta spartana sotto il comando di Alcida si dirige verso Lesbo.
Purtroppo gli Spartani falliscono e tentano di invadere Corcira, in cui vi è una
guerra civile fra i sostenitori di Sparta e quelli di Atene. Gli Ateniesi giungono in
Sicilia con una flotta in aiuto di Lentini, contro Siracusa. Lo stratega ateniese
riesce a porre sotto controllo ateniese Mile e Messene (Messina).
- Nel sesto anno gli Ateniesi sotto la guida di Demostene, subiscono inizialmente
delle sconfitte nelle battaglie contro gli Etoli, poi però riescono a rifarsi nella
battaglia di Olpai.
Nella guerra archidamica Sparta prevale nel combattimento oplitico, mentre Atene in
quello di battaglie navali; la supremazia navale ateniese si spiega grazie
all’organizzazione e al funzionamento delle triremi: il mantenimento è costoso, si richiede
uno spazio adeguato, come cantieri navali, arsenali ma soprattutto buoni porti, come il
Pireo. Lo scafo è costruito con tavole di abete rosso, la chiglia con legno di quercia;
l’imbarcazione è impermeabilizzata con la pece. Le proporzioni di queste navi da guerra
sono enormi, veloci, ma in alto mare corrono grandi rischi, per questo il loro comando è
affidato ad un timoniere e a generali validi. Vi sono 170 rematori che compongono quasi
l’intero equipaggio, di norma di 200 persone. Gli Spartani possono contare sulla fanteria
pesante; la tattica del combattimento oplitico, inventata nel 7° sec. a.C., a Sparta è
l’unica occupazione degli Spartiati, i cittadini con piedi diritti. L’oplita porta un grande
scudo rotondo, con una Lambda e sul petto una pesante corazza; l’elmo corinzio sta a
protezione del viso, e permette di avere un campo visivo limitato; le gambe sono protette
dai parastinchi; come arma d’attacco si usa una lancia appuntita, su entrambe le punte;
lo scudo con due manici si porta nella mano sinistra, la lancia nella destra, il compagno
sulla destra proteggeva il lato scoperto. Quindi l’ala destra è sempre più forte di quella di
sinistra.
Importante è il ruolo della peste: gli Ateniesi meditano di porre fine al conflitto con
Sparta, e per questo inviano un’ambasceria al nemico, senza conclusioni positive. Un
quarto della popolazione ateniese cade vittima della peste. Atene e Sparta continuano nel
conflitto. La guerra civile di Corcira è il primo di una serie di conflitti interni nell’Ellade:
questa guerra civile è durata dal 427 al 425 a.C. e ha inizio con il rientro in patria dei
prigionieri di guerra, che appartengono all’aristocrazia di Corcira; Corcira fa un’alleanza
con Atene e ciò comporta una divisione all’interno delle fazioni politiche, i ricchi oligarchi
pro-Corinto e Sparta, contro gli aristocratici pro-atene. Il tutto è finito con un accordo
dettato dall’intervento dell’ateniese Nicostrato: gli oligarchi vengono relegati su un’isola di
fronte al tempio di Era di Corcira. Nel 431 a.C. Platea giustizia i prigionieri tebani; Atene
decreta che ogni Megarese fatto prigioniero sia ucciso. La disumanità aumenta fino al
punto in cui gli Ateniesi, per mancanza di denaro, rispediscono in patria i mercenari
traci che massacra la popolazione civile di Micalesso, città beotica.
Gli ultimi anni della guerra archidamica sono segnati dallo scontro fra Cleone e Nicia: il
primo vuole allontanarsi dalla tradizione, e con la retorica violenta, l’abbigliamento
volgare e il comunicare con lettere private, si avvicina al demos. Il ricco Nicia invece,
proviene da una classe sociale più alta, e come modello ha i politici e gli strateghi del
passato. Nel 425 a.C. la guerra ha una svolta: Demostene durante una traversata, riesce
a conquistare Pilo e la trasforma in fortezza. Gli Spartani occupano l’isola di Sfacteria.
Sparta propone un trattato di pace ma Cleone fa interrompere il tutto e prende in
ostaggio gli Spartiati. Nel 424 a.C. vi è il successo di Nicia con l’occupazione di Citera, e
la conquista del porto megarese di Nisea; più tardi l’esercito ateniese subisce una
sconfitta nella battaglia di Delio: l’ufficiale spartano Brasida ha raggiunto praticamente la
Calcidica e si stabilisce nella Grecia settentrionale, così colpisce Atene e la sua flotta,
riuscendo anche a portarsi vicino Acanto e Stagiro. Brasida non si ferma qui: attraversa
il ponte dello Strimone e coglie a sorpresa Anfipoli. Nel 423 a.C. gli Ateniesi decidono di
chiedere una tregua a Sparta; la richiesta viene accettata perché i politici spartani
vedono Brasida come una minaccia ormai. Nel mentre, Brasida assedia Scione che esce
dalla Lega; i politici come Cleone vedono questo atto come una violazione delle clausole
del trattato. Cleone è rieletto stratego nel 422 a.C., vince il dubbioso Nicia e mobilita gli
Ateniesi ad una spedizione; ma qui avviene la catastrofe. Cleone rischia una avanzata
inutile verso Anfipoli, visto che non riesce a guidare un numeroso esercito di opliti che lo
disp