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Estratto del documento

Teofrasto, e il lino tratto dal Cardo descritto da Plinio

Le materie di origine minerale : si tratta dell’Asbesto “inestinguibile” e

 dell’Amianto “incorruttibile” varietà di agugite e orneblenda molto resistenti e

che venivano usati per foulard-asciugamani-abiti mortuari: per Plinio il primo

era detto “lino vivo” dato che di colore rossastro in natura, difficile da lavorare

perché corto, e in grado di diventare bianco e non distruggersi con il fuoco;

erano reperibili a Cipro-Arcadia-Caristo in Eubea

La follatura e il lavaggio

I tessuti in lana prima di essere pronti per l’uso erano follati, attraverso un

 procedimento che li vedeva posti nella buca per la follatura e pestati con i

piedi, con bicarbonato di sodio ed urina, che li rendevano grezzi e ruvidi, per un

migliore risultato si usava la peculiare argilla detta terra da follone, secondo il

processo inventato da Nicia di Megara e detto Knepheutike, con maggiori

qualità a Lemno-Samo-Argentiera; dopo la stoffa era lavata e pressata, mentre

se era bianca candeggiata con zolfo, eliminando poi tutti i difetti di tessitura o

fibre sporgenti come mostrano le pitture parietali di Pompei= si tratta di

un’attività specializzata, dato che appunto Filocleone nelle Vespe spende 3

oboli dal follatore per lavare il mantello del padre

La tintura dei Vestiti

La Tintura (Baptein) doveva essere una tecnica antica quanto la filatura e nata

 per armonizzare il naturale cromatismo dei materiali, ma per la segretezza delle

tecniche e realizzazione delle sfumature si conosce solo quella a porpora: in

ogni caso si ipotizza come dovesse essere attuata prima della filatura, ma per

render il colore uniforme serviva un tessuto con fibre ben disposte, lavato con il

mezzo dello Struthismos, trattato al mordente “stypsis”, essiccato e posto in

soluzione con Sali minerali (la ma durata del colore dipendeva dalla fibra); in

ogni caso si tratta di un “immersione” (da Baptein) e non bollitura come per i

romani la Porpora era la sostanza più preziosa dell’antichità ed era tratta da

un particolare tipo di Murice gasteropode scoperto dai Fenici, la cui tecnica ha

apice a Tiro e Sidone essendo descritta da Aristotele e Plinio: una volta catturati

i Murici erano schiacciati se piccoli o uccisi e poi schiacciati, dato che il rosso

era prodotto da una ghiandola bianca, che rilasciava una sostanza bianco-gialla

che passava al giallo limone-verde-viola fino al rosso (molte sfumature fino al

nero di cui più famosa è quella di Tiro); tal liquido era purificato, messo con

miele in una conserva per 6 settimane, poi posta 3 giorni nel sale e fatta bollire

per 10 fino a giungere ad ¼ del contenuto precedente

Il rosso era tratto anche dal Coccus Ilicis o Chermes, coccinellide che si

 attaccava alle querce assomigliando ad un frutto, Pausania infatti parla di una

bacca, e forse il colore si estraeva dalle femmine essiccate, ma anche dal

Lakos Chromatinos, parassita dell’Asia che portava alla tintura delle vesti dei re

di Persia, e la pianta dell’Oricello (phykos), zostera mediterranea, che sostituiva

la porpora, o infine le radici della Robbia o Garanza e Buglossa da cui si

ricavava anche una sostanza per il trucco= per ottenere il Blu si usava l’Indikon

dell’India Orientale, che posta a fermentare in acqua secerneva, con

l’ossidazione, una sostanza colorante sotto forma di massa lavorabile, o il suo

sostituto Guado, pianta orientale e del Sud Europa e i Fiori di Catarmo davano

un rosso-arancione; per il giallo si usava lo Zafferano (Krokos), rendendo le

vesti dette Krokotà, o le foglie di Reseda o corteccia Tapsia per il verde si

usavano i murici, mescolanza di blu-giallo o cardo Ramnus Catharcica mentre le

Galle secernevano sostanze nere: la tintura era sempre fatta in laboratori come

quello travato a Istimia vicino a Corinto, su un altura per venti e non dare odori,

posto vicino ad un fiume per l’acqua, ed essendo ovunque conosciuto in età

classica per la qualità della sua porpora= della ricca policromia oggi rimangono

solo le tracce in statue-pitture-vasi e pochi reperti, compensati dalla tradizione

letteraria che mostra come i nomi degli abiti fossero dati in base al colore

(melion per il verde mela) e quindi gli ateniesi vestissero con colori sgargianti

per gusto e per il loro significato apotropaico-simbolico nelle feste

IV Confezione degli abiti

Taglio e cucito : l’attività di sartoria era molto sviluppata sin dall’età minoico-

 micenea per la composizione di vestiti tramite le pezze realizzate a telaio (0.5-

2m) o rammendi con aghi in avorio-bronzo-ferro: una delle principali attività di

una casalinga, oltre al cucinare ed educare i figli, era la produzione di vesti,

dato che in ogni classe sociale le donne dovevano sempre essere in grado di

trasformare le materie prime che acquistavano al mercato (gli uomini lo davano

per scontato: problema del bere che nuoce alle “cose di casa e telaio” nelle

Tesmoforiazuse); la produzione domestica però non soddisfa tutto il fabbisogno,

per questo si hanno i laboratori specializzati, di cui Senofonte tratta

presentando a Collio (Atene) Demea e Mnemone creare mantelli, ed Eschine

rimproverando Timomarco per avere in casa un ricamatore e donna che creava

vesti amorgiche (portandole poi nell’agorà)= Senofonte mostra poi come sia un

impiego rispettabile, come Socrate che durante l’egida dei Trenta Tiranni invita

Aristarco a provvedere in tal modo alla famiglia: se a Megara si hanno

laboratori per abiti da lavoro da Corinto-Taranto-Laconia venivano vesti che non

potevano essere preparate da donne per i particolari materiali e tecniche e vi

erano sartorie sotto l’amministrazione statale, come nei Santuari con i Tolomei

(pagamento di un canone annuo)

Il laboratorio poteva vendere al compratore in modo diretto o attraverso il

 mercato: solo mercato di vestiti è a Taranto, dato che di solito si hanno zone

particolari come quello per articoli femminili Agorà Ghynaikeia e Speiropolis

Agorà in cui si hanno bancarelle con vestiti, come mostra Pausania nella

descrizione della festa di Iside a Titora in Focide; non si hanno notizie sui costi

di produzione e prezzi, o quando vi sono non possono essere usati per

comprendere lo stile di vita o fare un denominatore comune, mostrando solo

come gli abiti delle donne potessero andare da 20 a 1000 dracme e un isomide

costasse 7 dracme nel 388 AC, come un mantello 10

I motivi e le guarnizioni : bisogna passare oltre il pregiudizio purista che le

 vesti dei greci fossero tinta unita o bianche, dato che loro amavano colori

sgargianti e fantasie: esse erano realizzate con l’abilità nella tessitura,

servendosi di Armature (modo di intrecciare i fili tra trama ed ordito) con diversi

fili e colori sulla stessa base; tecnica più semplice è l’Armatura a Tela, in cui un

filo della trama passa sopra e sotto quello dell’ordito, creando una struttura

compatta (dritto e rovescio uguali), in cui si creano quadrati quando 2 fili della

trama si incrociano con 2 dell’ordito; i motivi a coste sono realizzati facendo

invece passare (e intrecciati) 2 fili della trama nel motivo aperto e lo stesso

avviene per l’ordito se presenta un filato più sottile e fitto di quello della trama,

creando strisce orizzontali con altri colori rispetto alla trama e verticali con altri

colori nell’ordito e giungendo agli scacchi se si combinano tali due tecniche= i

motivi ornamentali e figurativi erano per Intaglio o Tessitura figurativa, che

presenta 2 tecniche, quella del filo aggiunto nell’armatura a tela per la

lunghezza del motivo o la Tecnica Kelim-Intreccio, in cui si hanno diversi motivi

di colore nella stessa trama (fatti entrare o uscire dal passo secondo lo schema

del motivo); la tessitura figurativa porta a schemi geometrici o ornamentali a

striscia o a nastro, o fantasie come quelle che Penelope dovrebbe realizzare con

diversi colori nel tessuto funebre di Laerte

Il tessuto funebre di Filippo II, trovato nella tomba di Verghina, mostra una

 trama a lana per lo sfondo ed ordito in porpora con tecnica per la tessitura

detta Graphai apo Kerkidos: si tratta di un tipo molto presente nella pittura e

letteratura, tanto che Elena nell’Iliade viene mostrata a rappresentare su una

tela Troiani e Greci che combattono e nel IV AC gli ateniesi realizzano un peplo

bianco con rappresentazione di Demetrio Poliorcete e suo padre; maggiore però

è l’Himation di Alchimene, esposto nella festa di Hera Lancina, larga 15 cubiti

con intessuti motivi di animali-chimere-Sibari-Achimede, essendo ricomprato da

Dioniso di Siracusa per 150 talenti quando venne venduto dai cartaginesi come

bottino di guerra il ricamo è un’arte antichissima praticata su tessuti e pelli,

ma non se ne conoscono i dettagli dato che la pittura mostra solo la grande

fantasia nella realizzazione di ricami e non in cosa consistesse la Poikilemata:

gli autori latini dissero che era diffusa in tutto il mediterraneo e in particolare in

Babilonia e Frigia= si conoscono dall’antichità il Punto Plumarius (piatto) e

Phrygius (Croce) e il termine Phrygionie indica le stoffe frigie e le loro

caratteristiche-materiali-colori: in alcune tombe in Russia Meridionale si

riscontrano frammenti di stoffe con ricami greci, come quella violetta del IV AC

con ricamo di un’Amazzone a cavallo con punto piano nella veste verde-oro e

punto cretese chiuso nelle calcature e testa del cavallo, mentre in un altro con

viticci e rampicanti si ha un punto a catenella con impunture, ed infine in un

frammento nero vi è un’edera in fili d’oro con punti a erba

Gli antichi conoscevano quindi un gran repertorio di punti, ma non si conoscono

 le tecniche con cui erano realizzati: altro dilemma era se le donne greche

conoscessero e usassero il telaio da ricamo (più piccolo e stretto in fondo), che

compare in alcune raffigurazioni ma forse era solo utilizzato per creare retine

per capelli= la varietà dei materiali tessili sbalzati è molto superiore a quella

dei motivi intessuti, infatti di solito si applicano stelle-rose in lamina d’oro ma si

possono avere anche motivi ornamentali e figurativi come mostra la tomba del

520 AC vicino a Sindo, in cui si ha una lamina d’oro trapezoidale con foro ad

ogni angolo, con decorazione a foglie attorno ad una rosetta a forma di stella

le lamine in oro era di solito poste all’orlo dei vestiti, ma non si hanno notizie

precise per le esigue possibilità di indossare tali abiti e persone che se li

potevano permettere (ritrovati in tombe micenee-macedoni-sciite-Kurgan della

Russia): fonte precisa è il Discorso di Demostene contro Midia, accusandolo di

voler distruggere la sua corona d’oro e Himation Diachrysion, ovvero una ves

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
18 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Melissa. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Berlinzani Francesca.