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Polibio contro Timeo porta a non conoscere le tesi di Eforo, ma di certo diffidava

degli artifici della retorica, dato che allontana e avvicina oggetti nello spazio-

tempo a discapito della loro vera collocazione= Appunto Polibio nel II libro, 56,

afferma come “non deve lo storico cercare di stupire i suoi lettori col racconto di

fatti prodigiosi, né inventare discorsi verosimili, né enumerare tutte le possibili

conseguenze dei fatti” riconoscendo tal compito ai tragediografi, ma deve ”fare

menzione delle cose veramente dette e compiute, anche se siano del tutto

mediocri”: qui si scontra con Senofonte, che nelle Elleniche 4.8.1 dichiara

“passerò ora a descrivere le operazioni svoltesi sul mare o nelle città costiere,

anche se l’esposizione si limiterà a riferire gli avvenimenti più meritevoli di

memoria, tacendo quelli che non ne sono degni”= Polibio continua affermando

che i fini della Storia e della Tragedia sono opposti “il poeta tragico deve, con le

parole più convincenti, stupire e commuovere al momento gli ascoltatori”

mentre lo storico “con l’esposizione dei fatti e delle parole reali deve prefiggersi

di ammaestrare e convincere in modo duraturo chi è desideroso di

apprendere” nella tragedia prevale “anche se menzognera” la Verosimiglianza

che crei l’illusione negli ascoltatori, mentre nella storia la “veridicità per chi ama

apprendere”

La retorica ha il fine di colpire e trascinare verso un obiettivo, ma la diffidenza

 che ne avevano gli storici non era colta anche alla formazione dei sapienti

dell’epoca, infatti Timeo ed Eforo polemizzano contro i discorsi epidittici,

orazioni per le gesta di un sovrano o che giustificano l’egemonia di una polis; i

discorsi epidittici erano infatti costruiti attraverso dati storici, con sequenze

narrative del passato e grandi exempla della cultura condivisa, ma anche di

eventi non più messi in discussione per creare una dimostrazione-esortazione

proiettando il passato nel presente= si tratta quindi di un terreno comune tra lo

storico che viaggia-raccoglie prove-studia e il retore che conosce la tradizione la

pone in un contesto narrativo per sollecitare il consenso Aristotele nella

Poetica 1451b 1-15 tratta della Verosimiglianza, affermando che “l’opera del

poeta non consiste nel fatto di riferire eventi reali, bensì fatti che possano

avvenire e fatti che sono possibili, nell’ambito del verosimile e necessario” per

cui la differenza tra storico e poeta non sta nella forma in versi, infatti “gli scritti

di Erodoto si possono svolgere in versi e restano sempre un’opera di storia”

infatti la vera differenza sta nel fatto che “lo storico espone eventi reali e il

poeta fatti che possono avvenire”

Sempre nella Poetica presenta la poesia come “attività teoretica più alta della

 storia” dato che espone una visione generale mentre la storia del particolare,

mostrando nel primo caso tutti i fatti che potrebbero accadere secondo

necessità e verosimiglianza (dando solo un nome ai personaggi), mentre nel

secondo le azioni compiute nello specifico: l’esempio storico viene quindi usato

con una struttura dialettica ampia al fine di persuadere, lasciando come sono le

strutture del passato e cambiando solo il modo di presentarle, ovvero

presentando il presente come passato e il passato vicino, storicizzando ed

arcaicizzando sul piano formale per ottenere l’attenzione= il Retore agisce con

preziosismi semantici e chiaroscuro, per cui Eforo parla di un’operazione simile

all’Historia ma anche sua antitesi essendo di coloro che si “diffondono a parlare

della loro selvatichezza sapendo che il terribile e il mirabile hanno il potere di

sconvolgere e condizionare”, ma la storia rifugge il mestiere del prestigiatore,

altrimenti diverrebbe performance orale Eforo nel suo proemio mostra la

musica come ingannatrice e quindi il pericolo di farsi catturare dall’epidittica,

difendendo l’autonomia della storia (anche se attaccato dagli storici-retori

discepoli di Isocrate)

La storia è un terreno incolto in cui si può pretendere di dettare le regole del

 gioco senza esaurire ogni casistica: nella nostra epoca si hanno il fascino del

passato e tendenza secondo cui ognuno può esprimere la sua opinione sugli

avvenimenti, rendendo la storia di tutti e creando particolari equivoci, come il

fatto che gli storici ammicchino a favore del Demos per attuare una serena

divulgazione, ma esso con il tempo pensa di avere competenze sulla storia

redendola solo un’attività verbale= su tal falsa idea lavora il retore, cercando di

farsi ascoltare dal pubblico con la sua soggettiva competenza, anche se la storia

trionfa sull’utilità, avendo come scopo il bene comune-comportamenti virtuosi; il

retore invece usa i fatti per introdurre conclusioni-emozioni come nel moderno

marketing-politica, usando il passato come serbatoio di persuasione e

modellando per giustificare la sua propaganda lo storico, quando la pressione

esterna non supera il suo senso morale, cerca di minare alle basi dell’opinione

comune ponendosi controcorrente, per questo spesso finiscono in esilio, dato

che la Historia ha il fine di mostrare quello che è nascosto e smentire l’opinione

diffusa, non facendo impadronire nessuno del passato

L’abuso dei fatti storici è alla base della dialettica politica, infatti Anassimene di

 Lamsaco, nel suo trattato di retorica del IV AC, mostra come gli elementi del

passato dovessero entrare nella struttura del Logos; nelle Storie Sugli Sciiti

Eforo mostra la sua sensibilità per la tradizione, mettendo in luce come

l’obiettivo perseguito dai più sia piegare l’animo degli spettatori mostrano la

selvatichezza degli sciiti attirando l’attenzione (terribile-mirabile)= questo è il

modo in cui viene scritta la storia per l’istante, convincendo il pubblico con i

media che avvenga in tempo reale, rendendoli protagonisti di essa (illusione del

controllo); la democrazia telematica si estende quindi ai saperi, mostrando la

tecnologia in grado di contrastare il potere economico che pare schiacciarci, ma

il vero nemico nella storia è il Retore Ideologo che piega gli eventi a favore di

un’idea, o il Retore dell’Autopsia e Istantaneità che rende la storia immediata e

accessibile a tutti mettendo da parte l’attività degli esperti

Per chi vuole creare un’Historia ogni immagine-filmato (in eccesso) è un

 documento, ma è essenziale l’Autopsia, detta da Tucidide “vedere e rivedere”,

anche se gli storici si devono guardare dalla forma retorica del dominio del

presente sul passato, secondo il concetto che ciò che ci è vicino ci tocchi

maggiormente e dello storicismo che ci vede prodotto di ciò che ci ha

preceduto= la maggior conoscenza dei fatti contemporanei non rende in grado

di comprenderli, dato che la storia non è solo opposizione alla communis opinio

ma anche allontanamento dai conflitti, per cui la conoscenza di fatti

documentati porta la “storia del presente” ad essere una contraddizione,

necessitando essa di tempo-fatica-distanza la storia si nutre dell’ars dicendi,

dato che attraverso la creazione di nessi storici cerca di persuadere l’uditorio: lo

storico diventa quindi un retore, che usa marcatori causali-temporali per

accostare i fatti e metterli in ordine di dipendenza-conseguenza avendo

un’indagine approfondita alle spalle; la differenza tra storico e retore sta quindi

nella loro finalità, dato che per il primo è importante il fatto storico in sé e il

secondo lo usa per ciò che vuole evocare (dal IV AC si amplia la disciplina

storica ma la si fa concentrare sul dettaglio)= con l’Apodhexis la storia, per

Polibio, rende un’immagine lineare e nitida, rendendo quindi l’effetto di verità

massimo nemico della Historia, messa in pericolo ogni volta che non presenta

più la fatica

V l’Utilità della Storia

L’idea che la storia presenti un passato con ripercussioni sul presente giustifica

 l’interesse nei suoi confronti e la sua base nelle virtù civiche (è una disciplina

scissa tra incrollabili certezze e labili conoscenze): l’utilità della storia si riferisce

al discorso che muove, ovvero la retorica, ma si tratta sempre di una disciplina

che comprende il viaggio, decalages, tempi morti, contro la necessità di

conoscenza immediata, per questo Tucidide polemizza, per dubbi fondati e

invidia (tratto negativo degli storici antichi per Giuseppe Flavio) contro

l’eccessivo successo di Erodoto= gli antichi non rinunciano al diletto narrativo, il

destare attenzione ricreando gli eventi , ma le concessioni eccessive sono

considerate tradimenti: l’utile della storia non ha quindi relazione con i fatti che

presenta, dato che il passato vale più della sua ricostruzione, dato che la storia

si rende memoria collettiva e identità di nazioni, ovvero monumento e

ammaestramento grazie ai ricordi funesti la storia cade quindi nell’ambito di

retorica e politica, portando a diversi paragoni tra passato e presente, ma anche

al presupposto che chi abbia conoscenza storia sia eticamente evoluto: la storia

nelle mani della retorica non cessa di essere un racconto di fatti, ma ottiene

anche un fine, che per Cicerone è l’essere Magistra Vitae, anche se Montale e

Nietzsche ne dubitano; infatti la storia non presenta solo la necessità della

visione ma anche il desiderio di rispondere a domande di senso (nel XX sec si

ipotizza di eliminare il passato per immergersi nel solco degli eventi ma non

fuori dal contesto sociale), fortificando, per l’essere nelle mani della retorica, il

potere della storia contemporanea su quella antica

Sul piano scientifico non ha valore il concetto che i fatti a noi più vicini siano più

 significativi, ma la retorica genera una miopia che porta a concentrarsi sulla

posizione (non sulla visione che era istanza dell’Historia) considerando quindi

solo ciò che è essenziale-utile, eccedendo i limiti delle sue osservazioni, infatti

Tucidide affermava che la storia fosse utile per l’immutabilità del

comportamento umano e per Polibio era al servizio dei generali-strateghi= il

dato specifico della ricerca storica sta nell’Oran, il desiderio di narrare e svelare,

per questo non conta la distanza degli oggetti da noi ma gli strumenti usati per

decifrarli; la Storia diventa quindi utile nella prospettiva immediata della prassi,

infatti bisogna mantenere una distanza dagli oggetti per non cadere in

interpretazioni preconcette, come mostra la moderna paideia che si avvale

dell&r

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
16 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Melissa. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Berlinzani Francesca.