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ALTO ARCAISMO
MEDIO ARCAISMO
TARDO ARCAISMO (che inizia nel VI secolo. Periodo in cui iniziamo ad avere le fonti)
Questa è la cronologia adottata da Domenico Musti nel suo manuale di Storia greca.
Questa cronologia rende conto meglio della situazione in cui ci troviamo. Prima si aveva una
cronologia di tipo archeologico, divisa in due, basata sulla ceramica corinzia e sulla sua diffusione.
Questa cronologia tiene conto delle nostre conoscenze.
Mentre il tardo arcaismo è un periodo che possiamo dire di conoscere anche in base alla
tradizione letteraria, il medio arcaismo è un periodo che conosciamo su base archeologica
documentaria, l’alto arcaismo è un periodo poco notto per noi che si intreccia con l’età oscura
però è un periodo in cui è già avvenuto qualcosa di molto importante cioè, la NASCITA DELLA
CITTA’ (polis). 23
In pieno VIII secolo, quando abbiamo la grande colonizzazione verso occidente e oriente, quando
vengono fondate le colonie greche nel mar Nero o in Italia meridionale, le città non solo esistono
già ma sono in grado di produrre un’ondata coloniale.
Quello che ci sfugge è lo snodo tra età oscura e alto arcaismo però questa cronologia tiene
presente questa problematica. 24
STORIA GRECA 20 OTTOBRE 2014
ALTO ARCAISMO
Periodo cruciale per la nascita della civiltà greca, è un periodo in cui si registra l’uscita progressiva
da quella regressione che l’età post micenea aveva comportato.
Uscita dalla regressione vuol dire superamento dell’isolamento, ripresa di tutta una serie di attività
tra cui quella commerciale, crescita demografica, sviluppo dei santuari e delle prime comunità
cittadine. Se parliamo di santuari e di città parliamo di alcuni aspetti che sono definitori
dell’identità greca.
È un fenomeno di fioritura che noi sappiamo dall’VIII secolo, quando cominciamo ad avere una
serie di informazioni da parte della nostra tradizione ma il suo sviluppo ci sfugge.
Alto arcaismo vuol dire riscoperta della scrittura: si ricomincia a scrivere in modo del tutto diverso
adattando al greco l’alfabeto usato dai fenici quindi un alfabeto usato soprattutto in ambito
commerciale. Adattamento consistente nel tener conto che il fenicio (è una lingua semitica) e il
greco hanno una fonetica diversa (alcuni segni utilizzati per suoni non perfettamente
corrispondenti all’originale) e soprattutto adattamento che consiste nell’inserimento delle vocali,
dell’uso di alcuni segni per indicare le vocali perché le lingue semitiche non indicano le vocali
attraverso segni alfabetici.
La prima attestazione di una scrittura greca risale al 770 a.C. e viene da una necropoli italica, di
Osteria dell’osa, nell’entroterra laziale. Questa iscrizione che contiene le prime tracce di un
alfabeto greco non è stata compresa, si capisce solo che sono lettere greche ed è attualmente la
più antica attestazione di un testo scritto in greco.
La Grecia alto arcaica, in omaggio alle situazioni dell’età oscura da cui esce, ha una
caratterizzazione regionale assai spiccata: ha caratteristiche diverse a seconda delle regioni quindi
non ha una faces unitaria dal punto di vista culturale.
LA GRECIA OCCIDENTALE ha una faces culturale complessivamente arretrata salvo il santuario di
Olimpia. È uno dei centri santuariali di fondamentale importanza. I centri santuariali costituiscono
luoghi di incontro, di scambi che contribuiscono allo sviluppo della civiltà greca.
GRECIA CENTRALE: Tessaglia, Beozia, Locride con una faces culturale relativamente unitaria.
ATTICA (zona di Atene) E EUBEA (isola di Eubea): zona molto avanzata nell’VIII secolo sul piano
tecnologico, è una zona in cui c’è una produzione molto avanzata di tipo economico e di tipo
metallurgico. È un’area che ha contatti di scambio: cerca materie prime ed esporta manufatti.
Quindi è un’area che ha contatti anche con l’area orientale.
Alla fine dell’età oscura, dall’Attica e dall’Eubea parte un movimento di spostamento delle
popolazioni che va verso l’Asia Minore e la penisola calcidica (migrazione ionica).
L’Attica e l’Eubea sono aree di popolamento ionico.
L’Attica, in realtà, per molto tempo non è protagonista della storia greca. Nel periodo della
colonizzazione, nel VII secolo, l’Attica non ha una parte in questo fenomeno fino all’epoca di
Pisistrato, nel VI secolo.
L’Eubea è, al contrario, una grande protagonista del movimento coloniale, in particolare, Calcide,
tant’è che noi parliamo di colonie calcidesi più che ioniche. 25
È significativo che a quest’epoca ci troviamo di fronte ad un’area molto avanzata dal punto di vista
degli scambi. In particolare, per l’Eubea sono molto uniti i rapporti con l’oriente, ci sono dei siti in
Eubea dove sono stati trovati arredi tombali di eccezionale ricchezza che attestano rapporti con
l’oriente.
Un’altra area importante è il PELOPONNESO ORIENTALE, in particolare, l’area dell’Istmo e
dell’Argolide, dove troviamo città come Argo (che esercita un controllo del Peloponneso), Corinto,
Sicione: sono città importanti nell’alto arcaismo , hanno centri religiosi molto frequentati e
controllano aree di passaggio di grande importanza come l’Istmo di Corinto e il Golfo Saronico
(golfo tra l’Argolide e l’Attica al centro del quale si trova l’isola di Egìna). Anche quest’area è ricca
di santuari di grande rilievo come il santuario di Era Argiva.
Questo è il quadro culturale della Grecia alto-arcaica.
È nell’alto arcaismo che si forma, molto lentamente, anche il nome dei Greci che in greco si dice
HELLENES. È un nome che si forma tardivamente.
In Omero questo nome non ha carattere generale ma riguarda genti della Grecia settentrionale,
della Tessaglia. Come nome collettivo delle popolazioni che abitano nell’area greca si forma
piuttosto tardi.
Di questo ha piena consapevolezza Tucidide il quale, nell’Archeologia, sottolinea questa
formazione tardiva e lo fa sulla base della testimonianza omerica. Nell’Archeologia, Tucidide si
trova costretto a lavorare su fonti particolari, non ha testimoni oculari da interrogare, quindi usa
l’archeologia, l’epigrafia, la poesia.
TUCIDIDE III pag.1: sta parlando di uno dei suoi temi preferiti: la debolezza della Grecia arcaica.
- Idea che potenza vuol dire “saper operare insieme”, al contrario, la divisione è un segno di
debolezza.
- In Grecia, nella Ellàs, non c’erano ancora i Greci. C’erano vari nomi di popoli e il più diffuso
è quello dei PELASGI. Questo è un nome con cui i Greci individuavano il sostrato
mediterraneo di popolazioni che esisteva in Grecia prima del loro arrivo. Anche Erodoto sa
dell’esistenza di questi Pelasgi.
- FTIOTIDE: in Grecia centro settentrionale.
Lo sviluppo di un nome unitario per tutti è tardivo. Lo testimonia soprattutto OMERO che è vissuto
molto tempo dopo la guerra di Troia, infatti, non chiama mai tutti i Greci Hellenes.
È una testimonianza interessante non solo per l’affermazione tardiva del termine Hellenes ma
anche per l’uso di Omero come fonte da parte di Tucidide.
A proposito dei dori, Omero conosce solo i dori della zona di Rodi, non conosce i dori del
Peloponneso.
Omero è la fonte principale per questo periodo della storia greca. Esiodo da un tipo di
informazione diversa, più di carattere economico-sociale.
Uno studioso francese, PIERRE CARLIER, studioso dell’età micenea e post micenea, ha sottolineato
che Omero è testimone dell’età oscura dell’alto arcaismo.
I poemi omerici non riflettono un unico stadio cronologico.
Anche noi possiamo usare le cose che dice Omero per capire meglio la società di quest’epoca: una
società di passaggio della monarchia all’aristocrazia. Lo capiamo dal fatto che in Omero esistono re
il cui nome è BASILEUS che non è un signore assoluto, come il Minosse cretese o come il WANAX 26
miceneo, ma è un primus inter pares cioè, è una persona riconosciuta come superiore agli altri,
soprattutto sul piano militare (è il caso di Agamennone che è il più potente dei basileus
dell’epoca), un re molto condizionato dal consiglio degli aristocratici i quali discutono con lui il da
farsi e qualche volta possono bloccare l’iniziativa (è il caso della lite tra Achille e Agamennone).
Il re è condizionato dagli aristocratici ma è anche accompagnato nella sua attività dall’assemblea
dell’esercito del popolo in armi.
Questo è importante perché un re non è tale se non è riconosciuto dall’assemblea. Questa idea del
re come capo militare riconosciuto ha una lunga permanenza nel mondo greco. Per esempio, i re
macedoni e i sovrani ellenistici sono dei capi militari riconosciuti dall’assemblea. Questo risale al
mondo omerico. Infatti, si dice che in Macedonia si viveva secondo Omero (IV-III secolo, società
che si modella sul mondo degli eroi omerici).
Questa questione dell’assemblea del popolo in armi è importante anche per un altro aspetto.
Anche nelle città aristocratiche, democratiche l’assemblea del popolo non perde mai questa
caratteristica di essere prima di tutto l’assemblea dei soldati.
È per questo che anche in democrazia l’assemblea ateniese è fatta dai cittadini liberi maschi adulti.
Non si poteva chiedere alla società di far votare in assemblea le donne perché le donne non
avevano alcun ruolo nella difesa della città.
Dal punto di vista sociale, l’assemblea è ciò che riunisce i soldati. Il modello tipico del cittadino
greco è quello del piccolo proprietario contadino in grado di procurarsi le armi per difendere la
città. Tutto questo affonda le radici in Omero.
Il fenomeno principale che caratterizza la fine dell’età oscura e la nascita della Grecia tardo-arcaica
è la FORMAZIONE DELLA POLIS.
Questo fenomeno è importante però ci sfugge nella sua evoluzione perché noi passiamo dalla
società dei palazzi micenei attraverso il periodo oscuro che segue alla caduta di questi centri
palaziali ad una società fatta di comunità cittadine molto numerose. La presenza di queste
comunità dà alla Grecia il suo aspetto particolare.
Possiamo parlare di frazionamento politico. Il mondo greco è un mondo culturalmente unitario (in
senso etnico, linguistico, religioso e anche dal punto di vista dei costumi giuridici,
dell’organizza