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UNA LEGGE PER LA STAMPA, IL FAR WEST PER LE TV (anni 80)
1. I prodigi di Berlusconi
All'inizio degli anni 80 nascono le reti televisive commerciali mentre la legge per l'editoria salvamolti quotidiani e consente di compiere le indispensabili riorganizzazioni tecnologiche. I priminetwork (= rete privata) sono Canale5 di Silvio Berlusconi e Prima Rete del Gruppo Rizzoli. Fra le 2iniziative però c'è una differenza notevole:
- BERLUSCONI ha capito le potenzialità della televisione e ha intuito che in Italia sta crescendo il bisogno di pubblicità commerciale; di essere abile come un impresario di spettacoli aveva dato prova con Telemilano 21
- PRIMA RETE, invece, fa parte di un Gruppo editoriale che è già in difficoltà e che appare privo di idee chiare; si è già accennato al deludente tentativo del telegiornale Contatto
Canale5 parte dal 1980 e attira rapidamente un buon numero di telespettatori e di inserzionisti;
subito dopo nascono: - Italia1 dell'editore Rusconi - Retequattro della Mondadori e alcuni editori minori - EuroTv dell'imprenditore Callisto Tanzi Le emittenti che si raggruppano in queste reti però non possono usare la 'diretta' e quindi devono limitarsi a telegiornali locali. Tra le poche trasmissioni informative che reggono alla mancanza della 'diretta' si distinguono una serie di interviste di Enzo Biagi su Retequattro. Quello che conta è ben altro: sono i telefilm, il Mondiale di calcio che Berlusconi soffia alla Rai e i giochi a premi dei quali Mike Bongiorno, passato a Canale5, resta il sovrano. Berlusconi batte Rusconi e la Mondadori dimostrando così che il mestiere dell'editore è diverso da quello dell'imprenditore televisivo. Entro il 1984 compra Italia1 e Retequattro. La concorrenza senza legge ha portato alla costituzione di un oligopolio che è in grado di contrastare la potentissima Rai. I dirigenti del servizioPubblico accettano la sfida che si svolge in un clima che richiama l'immagine del Far West. Di una legge regolatrice del sistema misto se ne parla molto, ma manca la maggioranza per farla, perché Berlusconi può contare su molti appoggi politici. La fulminea avanzata delle reti commerciali:
- Influenza la programmazione della Rai, indirizzata verso maggiori scelte di intrattenimento evasivo
- Insidia l'editoria giornalistica con la concorrenza pubblicitaria
2. Le nuove tecnologie
I fattori specifici che contribuiscono in misura notevole a far uscire la stampa quotidiana da una crisi economica grave sono essenzialmente 2:
- Il rinnovamento tecnologico
- La legge dell'editoria
Il fattore tecnologico, che ha il suo perno nel computer, si rivela fondamentale per la sopravvivenza della stampa nell'era della televisione e di fronte ai nuovi media che la 'telematica' (la congiunzione dell'informatica con le telecomunicazioni) consente di realizzare.
Ottimizza e accelera la produzione di giornali e ne abbatte i costi, ma modifica radicalmente anche i processi di raccolta, elaborazione e immagazzinamento dell'informazione. La rivoluzione comincia negli Stati Uniti e in Giappone intorno al 1960 e si propaga, in tempi e misura diversi, negli altri Paesi industrializzati. Comporta prezzi alti: sia perché riduce drasticamente l'occupazione dei tipografi e tende a cancellarne il mestiere sia perché richiede cospicui investimenti. In una prima fase, il rinnovamento riguarda la composizione. Al vecchio sistema detto 'a caldo' per l'impiego del piombo, subentra quello della fotocomposizione, detto a 'freddo'. La linotype, la macchina regina delle tipografie, va in soffitta. A partire dal 1972-73 comincia in Italia l'impiego della teletrasmissione in facsimile, che assicura ai quotidiani a diffusione nazionale una distribuzione tempestiva e molto meno costosa. La tappa più importante.è l’ingresso del computer nelle redazioni con l’impiego dei videoterminali (Vdt). Ora è la macchina da scrivere ad andare in soffitta. Si delinea così un sistema produttivo unico e flessibile chiamato 'sistema editoriale', che segue tutte le elaborazioni necessarie ai fini redazionali e di composizione. La possibilità di colloquiare con l’elaboratore da qualsiasi punto e da qualsiasi distanza sovverte le regole che imponevano un modello produttivo rigido e obbligato. La comparsa dei Vdt in redazione avviene nei primi anni 70 negli Stati Uniti; in Europa il primo paese a adottarli è la Germania federale. In Italia la strada è piena di difficoltà e di ostacoli. Fra gli editori, tradizionalmente legati a concezioni imprenditoriali miopi e viziate da tornaconti politici e dall’assistenzialismo pubblico, si manifestano incomprensioni e scelte contraddittorie o improvvisate che si intrecciano alle più.
comprensibili preoccupazioni finanziarie. Comunque, la Fieg si converte alla necessità di affrontare la sfida tecnologica. I sindacati dei poligrafici e dei giornalisti oppongono rifiuti e riserve:
- i primi sanno che il loro mestiere, così come è venuto configurandosi alla fine dell'800 in poi, ne uscirà stravolto, e difendono i livelli occupazionali
- i secondi solidarizzano con i tipografi e non vogliono sostituirli in alcune loro mansioni, ma soprattutto temono che il nuovo sistema editoriale danneggi l'autonomia professionale e il lavoro in équipe
In effetti, il computer consente l'accentramento decisionale e persino, con l'immagazzinamento dei notiziari delle agenzie, di compilare un quotidiano con l'intervento di pochissime persone. Certo, al fondo di grossi contrasti come questo ci sono:
- il desiderio di difendere le situazioni esistenti
- la tendenza a sottovalutare i vantaggi delle nuove tecnologie
- questioni di potere
parte degli editori) la tendenza a considerare il nuovo sistema come un toccasana finanziario e basta 22La situazione si sviluppa a piccoli passi e si sblocca con i contratti stipulati nel 1982, sotto la spinta della crisie in seguito alle garanzie sociali previste dalla legge sull'editoria per la ristrutturazione delle imprese.L'applicazione dei sistemi editoriali avviene in tempi diversi: fra i grandi quotidiani il primo a realizzare unpiano organico è La Stampa, mentre è in grave ritardo il Corriere della sera. Per il lavoro dei giornalisti unaltro aspetto importante della rivoluzione tecnologica è l'immagazzinamento delle informazioni: letecniche dell'elaborazione elettronica e quelle della microfilmatura consentono di trasformare i polverosi epoco pratici archivi di redazione in moderne banche di notizie e di dati. In Italia l'iniziativa di maggiorportata è quella dell'Ansa con l'istituzione di una banca di
notizie (la Dea, Documentazione Elettronica Ansa) nella quale sono memorizzate le sintesi dei fatti più rilevanti, biografie e altri dati dal 1975 in poi. 3. La legge dell'editoria L'ammodernamento e le ristrutturazioni delle imprese trovano l'indispensabile supporto nella legge dell'editoria, la n. 416 del 5 agosto 1981, la cui preparazione è particolarmente laboriosa. Non sono però le 'provvidenze per l'editoria' a creare complicazioni e scontri di natura politica, bensì gli intenti riformatori da tradurre in uno statuto particolare delle imprese giornalistiche. Nel dibattito alla Camera pesano gli interessi: - delle parti in causa, a cominciare dal Gruppo Rizzoli che ha realizzato la maggior concentrazione di testate mai vista in Italia (più del 23% della tiratura globale dei quotidiani) - dei partiti più forti ai quali la crisi della stampa ha dato maggiori possibilità di manovrare per il controllo o ilCondizionamento di molti giornali
Così all'accordo finale si giunge attraverso una serie di compromessi che renderanno più complicata e controversa l'applicazione della legge. La 416 è divisa in 2 Titoli:
- Le norme contenute nel Titolo I, Disciplina delle imprese editrici di quotidiani e di periodici, sono permanenti (salvo interventi legislativi)
- Quelle del Titolo II, Provvidenze per l'editoria, che hanno effetto dal 1° gennaio 1981, durano un quinquennio e, quindi, sono decadute il 31 dicembre 1985
I fini dei 2 gruppi di norme sostanzialmente convergono perché lo scopo delle cospicue provvidenze previste dalla legge è l'indipendenza delle imprese e delle testate dall'assistenzialismo statale e da altri condizionamenti finanziari.
I punti principali del I Titolo sono le norme dirette a:
- Assicurare la trasparenza delle proprietà, dei finanziamenti e dei trasferimenti delle aziende o delle testate
- Stabilire limiti