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GOVERNOSTAMPA E RADIO DEL REGIME FASCISTA (CAP.6)

L'assetto che Mussolini vuole dare alla stampa è la conseguenza pratica ed emblematica della natura del Regime e della strada scelta per dargli stabilità. Il consigliere di Mussolini in molte operazioni di stampa è il fratello Armando ha contatti con il mondo degli affari e con quello editoriale.

Alla direzione del <<Corriere>>, nel giro di 3 anni si susseguono 3 giornalisti, ognuno fa compiere qualche passo in avanti nella fase di fascistizzazione:

  • Il primo è Pietro Croci, dura pochi mesi.
  • Il secondo è Ugo Ojetti, ha dato prova di lealtà al fascismo.
  • Il terzo è Maffio Maffi, aveva lavorato nell'ufficio stampa del <<Corriere>> e dirige la <<Gazzetta del Popolo>>.

Il 30 novembre 1926 <<La Stampa>> torna in edicola edita da una nuova società controllata dalla Fiat, il cui direttore è Andrea Torre.

direttore del giornale. Il <<Mattino>> diventa così un organo di propaganda del regime fascista. ◼ Il <<Corriere della Sera>> rimane sotto il controllo della famiglia Crespi, ma Mussolini esercita una forte influenza sul giornale attraverso il suo direttore, Aldo Borelli. ◼ Il <<Messaggero>> viene acquisito dalla Società idroelettrica piemontese nel 1926 e il suo direttore, Virginio Gayda, diventa uno dei principali sostenitori del regime fascista. ◼ Altri giornali, come il <<Popolo d'Italia>> di Mussolini e il <<Resto del Carlino>>, mantengono la loro indipendenza ma sono comunque influenzati dal regime. In questo modo, Mussolini riesce a controllare gran parte dei principali giornali italiani, utilizzandoli come strumento di propaganda per diffondere la sua ideologia e consolidare il suo potere.

<<Roma>> primo caso di proprietà ufficiale di due quotidiani da parte di un entepubblico

Più sbrigativi sono gli interventi del partito fascista nella stampa provinciale.

Alcuni quotidiani di provincia vengono chiusi: <<La Nuova Sardegna>> di Sassari, <<Il Cittadino>> di Brescia

Oppure vengono incorporati dal foglio fascista locale: <<Libertà>> di Piacenza, <<Gazzetta di Parma>>

Alcuni quotidiani vengono invece fondati nelle zone di confine: <<Il Popolo di Trieste>>, <<Corriere Istriano>>, <<Provincia di Bolzano>> → <<Il Brennero>> quotidiano di Trento

Verso la stampa cattolica il regime adotta un particolare tatto nel complesso i fogli cattolici assecondano le propensioni della Chiesa a favore di Mussolini con un atteggiamento molto prudente.

Nel 1929 avviene la conciliazione tra Stato e chiesa e tutti i fogli restanti si allineano.

Mussolini decreta il blocco dei numeri di quotidiani a 70 per mettere ordine al moltiplicarsi di giornalini personali e per favorire la diffusione del suo giornale e dei fogli più deboli a scapito delle testate ricche. ➔ È una decisione che soddisfa gli editori già colpiti dal provvedimento che limita a 6 il numero delle pagine➔ Dopo aver vanamente protestato, gli editori dei giornali che raccolgono più pubblicamente si rifanno in parte del danno passando dall'impaginazione a 6 colonne a quella a 7 colonne. Il divario editoriale e tecnico fra la stampa italiana e quella dei paesi più industrializzati aumenta. La maggiore spinta in questa direzione e alla modernizzazione degli impianti viene dalla diffusione della radio che da noi si farà sentire soltanto all'inizio degli anni '30. Al riassestamento della mappa della stampa quotidiana si accompagnano un progressivo aumento dei controlli e delle direttive.l'irreggimentazione dei giornalisti. Lo strumento principale di sorveglianza e di direzione è l'Ufficio Stampa che Mussolini potenzia nel 1925 e da cui partono i comunicati telegrafici ai prefetti con le direttive per intervenire presso i direttori dei quotidiani. All'inizio sono solo pressanti inviti e richiami, poi diventano degli ordini. Esempio: Telegramma circolare che Mussolini invia ai prefetti la sera del 21 dicembre 1927 in occasione del decreto sulla cessazione del corso forzoso della lira che fissa il cambio con la sterlina a quota 90. Il telegramma inoltre ordina ai prefetti di intervenire perché i giornali evitino ogni allarmismo che può favorire speculazioni politiche e finanziarie. Dal 1926 sono in aumento anche i fondi segreti per la sovvenzione dei giornali e Mussolini fa scomparire la cronaca nera. L'agenzia Stefani, sotto la direzione di Manlio Morgani, è un altro strumento per il controllo del regime. In primo luogo, perché.

I giornali che non hanno corrispondenze particolari dall'estero e hanno pochi corrispondenti in Italia devono ricorrere per forza ai dispacci di questa agenzia. In secondo luogo, perché l'Ufficio stampa ordina con sempre maggior frequenza di servirsi della Stefani per le notizie che riguardano Mussolini, le decisioni del governo e i fatti politici delicati. L'irreggimentazione "legale" dei giornalisti avviene tra il 1927 e il 1928 con il via ufficiale al Sindacato fascista e con l'istituzione dell'Albo (26 febbraio 1928).

L'iscrizione al sindacato è aperta ai giornalisti aderenti al Pnf e a "coloro che abbiano dato prova di fedeltà al Regime". Si impone la funzione educativa della stampa e che i direttori siano camicie nere fedelissime. Nel 1928 i professionisti iscritti al Sindacato sono 1644, i praticanti 83. D'ora in avanti per esercitare la professione occorre essere iscritti in uno dei

tre elenchi dell'Albo: professionisti-praticanti-pubblicisti

La gestione dell'Albo è in mano al Sindacato sotto la sorveglianza del ministro di Grazia e Giustizia.

La funzione dei giornali in un <<regime totalitario>> è uguale per tutti: servire questo regime evitando ciò che è nocivo e facendo ciò che è utile.

Nel 1930 al giornalismo cartaceo si affianca quello radiofonico, che però inizialmente resta in secondo piano rispetto a quello di altri giornali anche perché questo nuovo strumento di comunicazione di massa è all'inizio monopolio statale, che deve essere compilato unicamente con le notizie provenienti dalla Stefani e con quelle riprese dai quotidiani.

Mentre viene avviato il potenziamento della stampa quotidiana, il Guardasigilli Rocco prepara il Codice che porta il suo nome. Le nuove norme penali e di procedura penale, varate nell'ottobre 1930, integrano i punti lasciati in sospeso dalla

legge del 31 dicembre 1925. Per i reati commessi a mezzo della stampa viene accentuata la responsabilità del direttore, il quale vede aumentare il proprio potere all'interno del giornale.

Il processo di modernizzazione della stampa prende il via alla fine degli anni Venti a Torino sede dell'enteradiofonico e si sviluppa su 3 piani:

  • Tecnico con costruzione di nuovi stabilimenti e l'ammodernamento degli impianti di produzione, miglioramento per riprodurre foro, rotative più veloci
  • Editoriale con aumento delle pagine, rilancio dei giornali della sera, infittirsi delle edizioni straordinarie nelle numerose occasioni che il regime offre
  • Giornalistico con maggiore diversificazione dei contenuti, impiego più esteso delle fotografie, ampliamento dello sport, impaginazione di tipo orizzontale con titoli che tagliano le colonne delle pagine e una ricerca continua di prestigio attraverso le grandi "firme" (inviati speciali)

ecollaboratori della terza pagina). Aumentano gli organici redazionali. Nei quotidiani maggiori si conteranno ben presto più di 50 traredattori e inviati speciali.

L'aumento della foliazione nella maggior parte dei quotidiani crea problemi seri per il costo elevato della carta che il regime affronterà con una soluzione corporativa. Il regime ha potenziato anche la Stefani. Si ha una vera è propria "settimanalizzazione del quotidiano", con l'introduzione di argomenti che vanno dalla scienza alla tecnica, dall'arte al teatro e si rivolge a tutta la famiglia.

La terza pagina diventa una delle cinghie di trasmissione tra il potere politico e il mondo intellettuale → La grande novità degli anni '30 in Italia è l'arrivo delle prime macchine per stampare in rotocalco, procedimento che riproduce con efficacia le fotografie anche su carta non patinata.

Nascono così i nuovi settimanali femminili, sportivi, di

cinema e per ragazzi➔ Re del rotocalco saranno Rizzoli e Mondadori

Accanto agli sviluppi della stampa arrivano radio e cinema e il sistema di comunicazione di massa si fa moderno; diventa ora necessario coordinare il tutto e quindi Ciano (genero di Mussolini) diventa capo dell'ufficio stampa mostrando grande interesse per il cinema e per la radio.

Mussolini poi istituisce il sottosegretario per la stampa e la propaganda e per controllare i giornali direttamente istituisce uffici distaccati presso le prefetture dei più importanti capoluoghi.

Mobilitazione per l'impero il primo segnale Mussolini lo dà il 14 ottobre 1933 in un discorso ai dirigenti del sindacato dei giornalisti: ora il linguaggio è militare.

Lo scopo del discorso è la volontà di serrare le file, di alzare il tono e il tiro dei mezzi dell'informazione.

Con la costituzione del Sottosegretario per la stampa e la propaganda, Ciano riesce ad estendere il suo controllo.

sulla radio.➔ Risalgono a lui due iniziative importanti nel giornalismo radiofonico
  1. Mandare in onda (dopo il giornale delle 20, il più seguiti) un commento ai fatti del giorno
  2. Estendere ad avvenimenti politici l’uso delle radiocronache in diretta
MINCULPOPCon la vittoria nella guerra in Etiopia, Mussolini affida a Ciano il ministero degli esteri e resta luisovraintendente della stampa.- Il 1937 cambia insegna e diventa Ministero della Cultura popolare (MINCULPOP), volendoaffermare che il fascismo ha una propria culturaIn questo periodo le pagine dei quotidiani sono più vistose per la presenza di fotografie e per i titoli più altie più neri.
  • Le redazioni diventano più numerose.
➔ Alla vigilia della guerra il <<Corriere della Sera>> conta 90 giornalisti; <<La Stampa>> 67 e la<<Gazzetta del Popolo>> ne conta 57➔ Nel 1939 il primato del <<corriere>> appare di nuovo inattaccabile con 600.000

copie.◼ Le testate

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
62 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martatzori di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione e giornalismo nell'età contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pignotti Marco.