Storia - Garibaldi e la spedizione dei mille - Riassunto esame, prof. De Leonardis
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GARIBALDI E LA SPEDIZIONE DEI MILLE
I sabaudi cedendo le loro proprietà di oltralpe perdevano la loro potenza. Poteva essere
soddisfacente, ma i democratici volevano qualcosa di più per il Mezzogiorno e
principalmente per il regno delle due Sicilie.
Due mazziniani, Pilo e Crispi, idearono la spedizione di volontari in Sicilia, però prima si
assicurarono una rivolta lì; infatti nel 1860 scoppiò una rivolta a Palermo che fu guidata da
Pilo. A capo della spedizione dei volontari, Crispi, mise Giuseppe Garibaldi, l’unico capace
di raccogliere attorno a sé, diverse correnti. Era un repubblicano che faceva parte della
Società Nazionale. Aveva combattuto a Milano per i sabaudi, per poi prendere il comando
dei governi provvisori dell’Italia centrale. Né Cavour né Vittorio Emanuele poterono
fermare quest’evento, che fu organizzato con scarso equipaggiamento e armi.
Tra il 5 e il 6 maggio del 1860 dopo essersi impossessati di due navi, il Piemonte e la
Lombardia presero il mare a Quarto e poi sbarcarono a Marsala. Il 15 maggio Calatafimi fu
conquistata e i sabaudi messi in fuga. Palermo insorse e con l’aiuto delle avanguardie
garibaldine i sabaudi scapparono, e Garibaldi proclamò la caduta della Monarchia
Borbonica.
Mentre si proclamava un regno civile con a capo Crispi si cercò di attuare qualche riforma
sociale; nel frattempo arrivarono altri 15.000 soldati con cui Garibaldi attaccò i borboni,
sconfiggendoli a MILAZZO e facendogli lasciare il territorio italiano. La spedizione
garibaldina era diventata una vera epopea, tanto che Cavour e i moderati rividero la loro
strategia. Da un lato Cavour voleva agevolare questo buon esito, dall’altro tentò di
bloccare gli sviluppi.
L’entusiasmo con cui i garibaldini erano stati accolti, ben presto svanì perché i contadini
speravano di liberarsi dai Borboni, ma anche dello sfruttamento a cui erano sottoposti. A
loro avviso avevano dato più importanza alla lotta contro i borboni mettendo in secondo
piano la esigenze dei contadini, cosa che cozzava con la <<coscrizione obbligatoria>>.
Tra i patrioti e i contadini nacque così uno scontro insanabile, e il più violento fu quello di
BRONTE, dove alcuni ribelli furono fucilati per ordine di Bixio, spalla destra di Garibaldi 27
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Cattolica del Sacro Cuore - Milano Unicatt o del prof De Leonardis Massimo.
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