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L’EVOLUZIONE DELLA SITUAZIONE EUROPEA. L’ITALIA “FRA ALLEANZE E

AMICIZIE”.

I primi anni del trionfo dell'imperialismo avevano visto il secondo rinnovamento della Triplice

Alleanza e l'Alleanza franco-russa nell'ambito della politica continentale europea.

Nel 1896 l'Italia cominciò a staccarsi dai suoi alleati e entrò nella via che a poco a poco la condusse

nel campo dei suoi avversari. L'inizio del processo va senza dubbio individuato nella crisi della

politica di Crispi in seguito alla sconfitta di Adua, politica che era stata sì triplicista ma soprattutto

colonialista e antifrancese. Dopo Adua per il nuovo governo Rudinì il problema più urgente era

quello di porre termine alla guerra con l'Etiopia. I negoziati di pace portarono il 23 Ottobre 1896

alla firma di un trattato per cui l'Italia stabiliva con l'Etiopia un confine provvisorio con la colonia

Eritrea. L'Italia rimaneva in possesso dell'Eritrea sul mar Rosso e della Somalia sull'Oceano

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indiano. Con ciò l’equivoco circa l’esistenza di un protettorato italiano sull’Etiopia, provocato dai

testi, in amarico e in italiano, dal trattato italo-etiopico di Uccialli del 1889, veniva dissipato.

L'Italia avviò una politica di normalizzazione dei rapporti con la Francia. Il primo passo fu la firma

di tre convenzioni tra l'Italia e la Tunisia, come si sa protettorato francese, che tutelavano la

posizione giuridica, economica e culturale della comunità italiana nel paese nordafricano e ne

regolavano i rapporti commerciali con l'Italia.

Il superamento della “guerra doganale” con la Francia, ci fu tramite la firma di un accordo

commerciale tra Francia e Italia, il 21 Novembre 1898. (Guerra doganale = nel marzo 1888, la

Francia, indispettita per l'accordo militare stipulato tra l'Italia e Germania, ,applicò una tariffa

doganale discriminatoria nei confronti dei prodotti italiani, Crispi replicò aumentando del 50 per

cento le tariffe sulle merci francesi. Cominciò così la "guerra doganale" tra Italia e Francia).

Il governo di Roma intendeva anche ottenere l’avallo dalla Francia per la realizzazione della

penetrazione italiana in Tripolitania Cirenaica.

Ci fu l'accordo Visconti Venosta-Barrère del 1900, che consisteva in uno scambio di note fra il

ministro degli esteri italiano (Visconti Venosta) e l’ambasciatore francese a Roma (Barrère) dove

l'Italia si impegnava a non intromettersi nella questione franco-marocchina in cambio del via libera

francese alla penetrazione in Tripolitania-Cirenaica. L'accordo svuotava la Triplice Alleanza di una

parte del suo contenuto, eliminando quel contrasto tra Italia e Francia nel Mediterraneo che fin dal

primo rinnovamento del trattato nel 1887 aveva alterato secondo alcuni il suo carattere difensivo.

A oriente ci fu una svolta sconcertante: un’intesa austro-russa dell’8 maggio 1897 che sembrava

porre termine ad una rivalità fra le due grandi potenze orientali nei Balcani che risaliva all'età

bismarckiana. Questa intesa impegnava la Russia, in caso di impossibilità nel mantenere lo status

quo, ad accettare l'annessione della Bosnia-Erzegovina e Novi Pazar (municipalità serba), da parte

dell'Austria-Ungheria, mentre l'una e l'altra potenza si impegnavano a promuovere la creazione di

un Principato di Albania escluso da qualsiasi dominazione straniera.

L'intesa violava la Triplice Alleanza e in ogni caso sbarrava la strada a ogni iniziativa italiana. Un

varco alla diplomazia italiana nelle questioni balcaniche si aprì con uno scambio di note tra

Austria-Ungheria e Italia tra 1900 e 1901, dove si stabiliva che le due potenze dovevano agire

affinché le modifiche (eventuali allo status quo, che, al solito, si dichiarava di voler conservare)

potessero realizzarsi nel senso dell'autonomia e ad intendersi preventivamente per trovare una

soluzione che tenesse conto, in misura eguale, dei loro interessi rispettivi e dei loro impegni

reciproci.

L’ultimo sviluppo di questa fase della politica italiana si ebbe dopo che Giulio Prinetti successe a

Emilio Visconti Venosta al ministero degli esteri nel governo Zanardelli Anti triplicista come il

presidente del consiglio e come, a quanto molti pensavano, il nuovo re Vittorio Emanuele III, il

successore di Visconti Venosta si trovava nella situazione politica adatta per un ulteriore

avvicinamento alla Francia, sotto la sollecitazione del sempre attivo ambasciatore Barrère.

Quest’ultimo cercava di creare con l'Italia rapporti di cordialità tali da indurre il governo italiano a

eliminare le eventuali clausole antifrancesi della Triplice.

Però l'Italia rinnovò la Triplice, in seguito al “brusco avvertimento” tedesco, con in più l'aggiunta

della dichiarazione dell'ambasciatore austroungarico a Roma, il quale disse che l'Austria-

Ungheria non avrebbe ostacolato un'azione italiana in Tripolitania-Cirenaica.

La dichiarazione austroungarica veniva comunque poco dopo lo scambio di note italo britannico

dell’11-12 Marzo 1902, in cui l’Inghilterra dava il suo cauto assenso a un’iniziativa italiana nella

regione nordafricana, condizionandolo a un impegno italiano non ostile nei suoi confronti del

Mediterraneo  Gaetano Salvemini definirà tale accordo l’“intesa mediterranea”.

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Il 10-11 Luglio 1902 un nuovo scambio di note impegnava Italia e Francia non soltanto a

riconoscersi mano libera in Tripolitania Cirenaica e in Marocco, non soltanto a rimanere neutrali nel

caso in cui una di esse fosse stata attaccata, ma anche nel caso in cui una di esse, per difendere il

proprio onore, fosse stata costretta ad intraprendere un’azione di guerra.

Giulio Prinetti aveva portato nel 1902 la politica estera italiana a risultati significativi:

• Per l’espansione nell'Africa mediterranea, aveva ottenuto l'assenso, sia pure cauto e

interlocutorio, degli alleati della Triplice, dell'Inghilterra e soprattutto della Francia;

• Per quanto riguardava il suo indirizzo di fondo e le conseguenze che questo avrebbe avuto

sulla situazione generale europea, la politica italiana era pervenuta a creare quello che è

stato chiamato il sistema del 1902. Un sistema difensivo, conservatore e pacifico che

contribuì a rendere più mosso all'origine e meno rigido in seguito e alla fine il periodo dei

blocchi di potenze contrapposte con cui si concluse l'ultimo secolo del sistema europeo.

L’EVOLUZIONE NELLA POLITICA EUROPEA. L’“INTESA CORDIALE” ANGLO-

FRANCESE E IL COMPLETAMENTO DEI BLOCCHI.

Le crisi extraeuropee dell’ultimo decennio dell’800 e la Germania guglielmina, ondeggiante fra

volontà di espansione mondiale, iniziative per promuovere un blocco continentale e la ricerca di

un’intesa con l'Inghilterra, costituiscono i due fattori determinanti dell'abbandono da parte del

governo di Londra della politica di "splendido isolamento".

La situazione internazionale dell'Inghilterra non era rosea:

• Non si riuscì a stabilire un'intesa fra Inghilterra e Germania, in quanto la Germania rifiutò

l’alleanza anglo-tedesca proposta da Lord Landsdowne in chiave antifrancese, che facesse

perno sulla questione marocchina. La Germania esitava perché voleva portare l’Inghilterra a

maggiori cedimenti.

• Nel 1901 morì la regina Vittoria, che aveva ottimi rapporti con la dinastia imperiale tedesca.

Con lei scompariva un’epoca di frequentazione personale e di affinità spirituale fra la

famiglia reale inglese e la famiglia imperiale tedesca.

• Il governo di Londra si disponeva a stabilire in Asia orientale un'alleanza con il Giappone.

L'impegno britannico in Estremo Oriente aveva un significato antirusso e l'alleata della

Russia era la Francia.

• Negli anni che precedettero l'intesa con la Francia, la politica inglese cercava di porre

termine ad un isolamento internazionale che secondo la maggior parte dei suoi governanti

poteva rivelarsi dannoso, fino ad accettare una riconciliazione con la Francia nelle questioni

extraeuropee; solo nelle questioni extraeuropee perché non arrivava seriamente ad anticipare

un pericolo tedesco in Europa, non cercava la spada continentale per fronteggiarlo, perché

non era ancora seriamente motivata dal desiderio di sbarrare la strada alle ambizioni

tedesche fuori dal continente: nella potenza navale, nel commercio marittimo mondiale,

nell'acquisizione di basi e di colonie.

La Francia invece aspirava alla Revanche contro la Germania. Questa aspirazione è uno stato

d'animo che nasce con la sconfitta del 1870 e accompagna due generazioni di francesi fino al 1914.

Il modo per uscire dalle politiche d’isolamento internazionale in cui Bismarck aveva relegato la

Francia, era quello di creare una coalizione antitedesca; l'accordo anglo-francese del 21 marzo

1899 escluse i francesi dal Nilo ma riservò loro tutta la regione sudanese dal Darfur a oriente al lago

Ciad a occidente.  questo non può essere considerato un cedimento francese, poiché la Francia, al

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contrario della Germania, consapevole della sua relativa debolezza, seppe mostrarsi moderata e

paziente, accontentandosi di un limitato accordo coloniale, non cercando di ottenere dalla gran

Bretagna impegni politici in Europa.

Il nuovo Re d'Inghilterra Edoardo VII, tanto francofilo quanto la regina Vittoria, sua madre, era

stata tedescofila, quando fece visita a Parigi nel 1903, riuscì ad influire sul corso della politica

internazionale; i parigini non lo accolsero molto bene inizialmente, ma la visita fu un successo.

Quando il presidente della repubblica francese Loubet si recò a sua volta a Londra, i due governi

poterono avviare conversazioni sui punti più nevralgici del contenzioso coloniale franco-inglese,

che portarono l’8 aprile 1904 alla firma dell'Intesa Cordiale da parte dei governi francese e

inglese.

L’Intesa cordiale prevedeva che la Francia non avrebbe ostacolato l'azione inglese in Egitto

chiedendo che fosse fissato un termine all'occupazione britannica o in qualsiasi altro modo.

L'Inghilterra riconosceva il compito francese di vigilare sulla tranquillità del Marocco e di

prestargli assistenza per tutte le riforme amministrative, economiche, finanziarie di cui aveva

bisogno: ossia stabilire un protettorato.

Poi ci furono diversi articoli segreti che riguardavano la posizione e le prospettive entro l'Impero

marocchino della Spagna che riuscì a riservarsi un certo spazio nell'intesa che, con l'inclusione di

questa terza potenza occidentale e mediterranea assumeva un importante significato strategico.

Ci fu anche una successiva convenzione franco-spag

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Publisher
A.A. 2016-2017
73 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sprint Notes di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof De Leonardis Massimo.