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VALORI RIVOLUZIONARI
RIVOLUZIONE assume l’accezione moderna di frattura radicale rispetto all’Ancien
Regime. Da una parte ci sono i rivoluzionari più accesi (Robespierre, Marat) a favore del
prolungamento della rivoluzione, dall’altra i termidoriani e la borghesia costituente vogliono
porle fine o limitarla.
RIGENERAZIONE DELL’UOMO NUOVO il nuovo mondo rivoluzionario riguarda
politica, società e morale e ha le sue basi nel DIRITTO NATURALE (retaggio dei Lumi). Va
realizzato tramite la PEDAGOGIA CIVICA (e politica) delle masse.
SOVRANITA’ POPOLARE/NAZIONALE trasferimento di sovranità dall’arbitrio regio
alla nazione tramite la Costituzione come garanzia dei diritti dell’uomo e della sua libertà
come mezzo per evitare il dispotismo.
PRINCIPIO DI RAPPRESENTANZA rifiuta il mandato imperativo e costituisce un
esperimento di democrazia e l’accesso alle masse alla politica e ai diritti civili (la
rivoluzione crea la cittadinanza).
DIVISIONE DEI POTERI Per creare un equilibrio al più vasto potere legislativo i
costituenti e i termidoriani cercano di contrapporre all’Assemblea un esecutivo forte (re e
Direttorio), mentre la Costituzione democratica del 1793 si basa sulla preminenza del
legislativo in quanto emanazione diretta della sovranità popolare.
UNITA’ E INDIVISIBILITA’ espressione spontanea della coscienza nazionale collettiva;
viene usata come giustificazione per eliminare il dissenso durante il Terrore (mito di
Armageddon: idea di un popolo puro che deve combattere contro le contaminazioni interne
ed esterne). Collegato con i concetti (anch’essi collegati tra loro) di REPUBBLICA,
NAZIONE, PATRIA, LIBERTA’ la repubblica è collegata all’idea di libertà nel senso di
rifiuto del dispotismo; la nazione e la repubblica riempiono lo spazio vuoto lasciato dalla
caduta della monarchia; la guerra contro l’Europa provoca l’identificazione patriottica tra
nazione, popolo e patria.
ABOLIZIONE DEI RESIDUI FEUDALI E DEI PRIVILEGI
LAICITA’ DEL DIRITTO
ISTITUZIONI RIVOLUZIONARIE
L’evoluzione delle istituzioni si riflette nel valore rivoluzionario dell’UNITA’ E INDIVISIBILITA’
evoluzione progressiva verso l’ACCENTRAMENTO POLITICO E AMMINISTRATIVO
(tramite razionalizzazione, organizzazione e uniformazione) che ha il suo culmine nell’anno II e che
poi il Direttorio non correggerà e verrà ripreso in tutta la sua forza nel periodo consolare e
imperiale.
La borghesia costituente, ispirata ai principi del liberalismo e liberismo, instaura nel 1790 uno dei
sistemi più decentrati della Francia nella sua storia ma questo non regge alla pressione delle
circostanze. Con la Costituente inoltre inizia l’applicazione del PRINCIPIO ELETTIVO
(correzione dell’interpretazione centralista in quanto si estende ai massimi nell’anno II).
AMMINISTRAZIONE LOCALE
COSTITUENTE Dal 1790 le vecchie amministrazioni regie sovrapposte vengono
sostituite e ai poteri locali vengono affidati poteri vasti: 83 DIPARTIMENTI di superficie
equivalente (si cerca di ricalcare le antiche suddivisioni storiche) divisi in DISTRETTI,
divisi in CANTONI (con pochissima importanza: vi risiedono solo le assemblee dei
cittadini attivi), divisi in COMUNI retti da municipalità. Esiste un CONSIGLIO
GENERALE, un DIRETTORIO PERMANENTE e un PROCURATORE-REVISORE in
rappresentanza del re. Il ricorso sistematico al principio elettivo non funziona in campi
(fiscale, amministrativo) dove occorrono competenze.
DITTATURA MONTAGNARDA Il decreto di Frimaio formalizza un sistema in realtà
già in atto dall’inizio della dittatura: i dipartimenti vengono privati dei poteri a favore dei
DISTRETTI. A tutti i livelli locali è centrale la figura dell’AGENTE NAZIONALE
(nominato dal governo e dai rappresentanti in missione) che esegue le disposizioni
rivoluzionarie insieme alla rete di COMITATI DI SORVEGLIANZA.
TERMIDORO E DIRETTORIO Annullato il potere dei comitati di sorveglianza e
restituito potere ai DIPARTIMENTI a scapito dei distretti che vengono soppressi: i
dipartimenti vengono governati da 5 AMMINISTRATORI (scelti dagli elettori) e affiancati
da un COMMISSARIO DIRETTORIALE. Le municipalità delle città più grandi vengono
frazionate favorendo i grandi notabili privati del potere nell’anno II.
FISCALITA’
Problema centrale nella rivoluzione: realizzare una FISCALITA’ EQUA eppure per risolvere il
problema del deficit viene data poca importanza alla tassazione, ricorrendo ad altri metodi
(nazionalizzazione dei beni del clero e degli aristocratici esiliati, emissione di carta-moneta sotto
forma di assegnati, prestiti forzosi, drenaggio nei paesi conquistati durante il Direttorio).
Eliminazione imposte indirette (dazi e gabella sul sale), a cui si ritornerà sotto il Direttorio e
l’Impero a favore della CONTRIBUZIONE FONDIARIA DIRETTA durante la Costituente
imposte dirette corrispondono all’eguaglianza di fronte alle tasse. Per riscuotere la tassa si
costituisce un CATASTO NEI COMUNI (non portato a termine), rielaborato durante l’Impero sotto
forma di catasto napoleonico. Il principio elettivo affida l’esazione alle autorità locali (funzionari
specializzati solo a livello dipartimentale) la tassa colpisce comunque in modo ingiusto in
quanto NON PROGRESSIVA IN PROPORZIONE AL PATRIMONIO e il proprietario può
incorporarla nel contratto d’affitto facendola pagare al contadino.
DIRITTO RIVOLUZIONARIO
UMANIZZAZIONE E LAICIZZAZIONE DEL DIRITTO
L’idea iniziale è quella di un diritto che esprima gli IDEALI ILLUMINISTICI (libertà individuale,
rifiuto delle pene crudeli e non necessarie, abolizione della tortura e pena di morte) espressi
nella Dichiarazione dei diritti. Il nuovo diritto borghese è volto ad allentare la morsa della famiglia
tradizionale, a concedere i diritti politici ai gruppi che prima non li avevano (conseguenza della
dichiarazione universalistica) ed è laico e fondato sulla proprietà. Viene abolita la venalità delle
cariche quindi l’amministrazione della giustizia è affidata a giudici eletti che per i reati penali più
gravi sono assistiti da una giuria popolare su modello inglese.
1787: Editto di Tolleranza i protestanti godono di diritti civili per la prima volta dall’editto di
Fontainebleau (1685).
1788: Monarchia abolisce la tortura giudiziale e della sellette in via provvisoria.
Dicembre 1789: Diritti politici ed eguaglianza civile concessi a protestanti, boia e attori.
1791: Istituito matrimonio civile.
Maggio-giugno 1791: Leggi Allarde e Le Chapelier aboliscono corporazioni e gilde.
27 settembre 1791: Diritti politici concessi a tutti gli ebrei.
Maggio 1791: Diritti politici concessi a tutti i neri liberi.
10 agosto 1792: Diritti politici estesi a tutti gli uomini eccetto servi, donne e disoccupati.
20 settembre 1792: Introdotto il divorzio sulle stesse basi giuridiche per uomini e donne.
Aprile 1792: Introduzione della ghigliottina per limitare il dolore nell’esecuzione.
1793: Divisione uguale delle successioni.
4 febbraio 1794: Abolizione della schiavitù nelle colonie.
DEGENERAZIONE NEL TERRORE
Le circostanze contingenti (guerra alle frontiere, guerra civile interna, paura della
controrivoluzione) trascinano la giustizia rivoluzionaria verso le misure repressive. Dopo la caduta
della monarchia viene istituita un’ALTA CORTE per giudicare i diritti politici ma la sua relativa
moderazione porta alla rivendicazione della GIUSTIZIA POPOLARE (massacri di settembre).
Nella primavera del 1793 viene istituito il Tribunale rivoluzionario e i tribunali penali criminali
emettono giudizi “secondo la situazione rivoluzionaria” l’emigrazione diventa reato passibile di
pena di morte senza appello. Nell’anno II viene emanata la LEGGE DEI SOSPETTI (17
settembre 1793), i quali devono rimanere in carcere fino alla pace. La repressione raggiunge il
culmine con la LEGGE DEL 22 PRATILE. Dopo Termidoro il tribunale rivoluzionario viene
soppresso (12 pratile anno III) ma le leggi repressive, in particolare quelle contro gli emigrati,
vengono riprese dal Direttorio.
RIVOLUZIONE COME APPRENDISTATO DELLA POLITICA
STAMPA E OPINIONE PUBBLICA
Nel periodo pre-rivoluzionario (soprattutto 1788) la censura viene molto criticata e lascia spazi di
tolleranza (diffusione gazzette straniere in francese e fioritura di opuscoli e libelli). La svolta
decisiva avviene con la Dichiarazione dei diritti, la quale proclama il principio della LIBERTA’ DI
OPINIONE ED ESPRESSIONE, mai più messo in discussione ma ristretto e controllato
specialmente nell’anno II e durante il Direttorio (contro i monarchici), per poi venire negato con
Napoleone.
LIBERTA’ DI STAMPA (estate 1789-caduta della monarchia) stampa d’opinione sia patriottica
che realista (Mirabeau, Brissot, Marat). Nasce anche una stampa popolare, talvolta volgare
(Hebert). ANNO II stampa d’opposizione girondina completamente imbavagliata; grande
diffusione del Journal de la Montagne. TERMIDORO E DIRETTORIO ritorno vivace della
stampa moderata e cripto-monarchica: il governo termidoriano sovvenziona stampa repubblicana,
a volte di tendenza giacobina. L’ondata babuvista dell’anno IV ha i suoi giornali (Le tribun de
peuple, Babeuf).
POLITICHE ECONOMICHE RIVOLUZIONARIE
ESPANSIONE INFRANTA?
Spesso la rivoluzione viene accusata di aver infranto lo slancio economico francese, che nel
“glorioso XVIII secolo” aveva visto la lenta crescita di prezzi, rendita e profitto borghese: si
paragona sempre la Francia all’Inghilterra non rivoluzionaria che continua la rivoluzione industriale
ma bisogna considerare che negli ultimi decenni dell’ancien regime la Francia stava per
raggiungerla in sviluppo economico lo si vede dall’esplosione demografica, dal progresso del
grande commercio e dallo sviluppo industriale nel settore cotoniero e siderurgico; però non ci sono
innovazioni nel mondo agricolo.
In ogni caso gli avvenimenti politici rivoluzionari influenzano i naturali moti dell’economia: la
guerra sconvolge gli scambi internazionali, costa molto sforzo economico alla nazione e richiede
l’instaurazione di un’economia dirigista di guerra che turba i meccanismi produttivi.
Due misure economiche collegate che modificano tutta la storia economica del periodo sono la
NAZIONALIZZAZIONE DEI BENI DEL CLERO e l’AVVENTURA DEGLI ASSEGNATI,
intrapresi per risolvere il problema del deficit.
LIBERISMO O CONTROLLO STATALE?
LIBERO MERCATO (1789-93) Nel primo periodo (Costituente-Legislativa) prevalgono,
nonostante la pressione popolare, l’ideologia liberale e liberista: la LIBERTÀ DI IMPRESA
è un valo