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Riassunto esame Letteratura, prof. De Salvo, libro consigliato Contro il crepuscolo dell'educazione, Henry Pag. 1
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Jonh Henry è stato assunto come “simbolo” nella scuola e nel

processo educativo che sta attraversando un profondo periodo

di crisi, sia dal punto di vista della trasmissione dei saperi, che

da quello educativo. Figura leggendaria per aver sfidato una

trivella a vapore che avrebbe dovuto sostituire il lavoro

dell’uomo nel piantare chiodi specifici per i binari della ferrovia

in costruzione negli USA e per essere morto vincendo

comunque la sfida, con il martello in mano. È uno schiavo ed è

stato uno dei tanti che è andato a lavoro per ricostruire i paesi

del Sud i cui territori erano stati devastati dalle guerre civili. È

come se rappresentasse un eroe per la classe operaia ed una

sorte di riscatto dell’uomo nei confronti di quelle aziende che

sono interessate più all’efficienza e alla produzione che non alla

salute e al benessere dei dipendenti (soprannominato anche

uomo d’acciaio).

• Perche possiamo considerare John Henry come un personaggio che offre spunti per la

riflessione educativa? Perché grazie alle gesta compiute, è stato considerato un archetipo,

termine che etimologicamente rimanda al greco antico e il cui significato è appunto di

“modello originale”. Ma è anche un simbolo di lotta per la classe operaia, di motivazione,

simbolo che rimanda alla leggenda, che si rivolge alla collettività e spiega le regole e i

modelli da seguire allo scopo di risaldare i legami d’appartenenza alla comunità. Infatti la

narrazione di John Henry può essere utile al fine di proporre modelli nuovi e originali nel

campo educativo utili per ritrovare il profondo significato dell’umanità che rinviene il suo

nucleo nell’attuazione di quei valori che difendono la dignità umana.( come se fosse una

sorte di guida interiore) Divenne leggenda proprio per essere morto lottando contro un

sistema che non lasciava spazio alla speranza umana. Oggi ci troviamo ad affrontare una

stagione attraversata dalla decadenza delle istituzioni educative le cui espressioni più

sintomatiche sono una scuola che istruisce e non educa e una famiglia il cui baricentro

oscilla tra l’assenteismo e l’iperprotezione e gli spazi educativi lasciati vuoti riempiti da

forme educative rintracciabili in reti private; assistiamo ad un declino culturale, umano ed

esistenziale dove il gossip appare la parola chiave che intercetta i profondi bisogni

educativi. Anche la paura per lo straniero ha dato forma ad un’educazione impaurita degli

adulti che hanno timore di tutto. Demetrio sollecita un’educazione che non deve confinarsi

nella giovinezza ma estendersi a tutto l’arco della vita. Così come John Henry reagì in

modo indocile, opponendosi ad una situazione in cui la produttività avrebbe sostituito sia il

lavoro che l’uomo, anche l’educazione dovrebbe essere indocile perché si può imparare a

dire di no. C’è chi sostiene che potrebbe esserci una fine dell’educazione se questa viene

affidata solo alla narrazione tecnologico-aziendalistica. Ma sappiamo che l’educazione non

è finita perché le vicissitudini esistenziali sono eventi che segnano l’azione dell’uomo sul

contesto, che comprende relazioni, sistema di regole con le quali le persone interpretano e

stabilizzano i rapporti reciproci, poiché proprio nell’incontro e nel confronto con l’altro da sé

che nasce l’incontro come testimonianza. 1

• Il nome si John Henry è stato utilizzato solo in pedagogia dove prende nome un effetto che

consiste nel fatto che quando un gruppo di controllo sa di essere in “competizione” con un

gruppo di trattamento sperimentale, cambia il suo comportamento e attraverso lo sforzo

extra ottiene gli stessi effetti o risultati, proponendo una diversa visione del contesto. Il

valore simbolico che invece assumerebbe, costituirebbe una nuova direzione verso la

costruzione di una nuova paideia definita dall’intersezione dello spirito del tempo, contesto

sociale e strategie riflesse. La modernità è definita dalla ricerca incessante della felicità,

nonostante incontri diversi ostacoli sia perché è difficile dire cosa sia la felicità sia perché i

suoi sinonimi rinviano a cosa transitorie. È la capacità di utilizzare la stessa insoddisfazione

per superarla. La crisi della modernità, nasce appunto per mancanza di prospettive, di

promesse non mantenute, per la negazione delle emozioni, modernità che si trasforma in

sensazione di insicurezza. Con il termine di postmodernità invece evidenziamo i

cambiamenti storico-culturali che hanno le loro radici nella fusione delle tecniche e delle

scienze nell’apparato tecno-scientifico, trasformazioni che conducono ad una successiva

classificazione della società; si contraddistingue per la caduta di certezze stabili che

possano dire all’uomo qual è il percorso definitivo. La realtà di oggi è contraddistinta da

nuovi scenari, da cambiamenti che si nutrono di quei cambiamenti che rimandano ad un

relativismo culturale in base al quale le trasformazioni avvengono anche all’interno delle

società stesse ed è proprio per questo che è opportuno rintracciare quelle strategie

educative in grado di rispondere alle necessità del tempo. Nella postmodernità è infatti

presente una scienze che modifica costantemente il senso della realtà, annullando la

permanenza di qualsiasi significato e consegnando all’uomo un processo di alienazione

esposto continuamente alla ricerca di orizzonti che diano un significato più profondo. Con

postmoderno intendiamo anche lo sviluppo tecnologico e scientifico che ha delle ricadute

immediate sulla vita quotidiana e sulla politica, un’industria culturale che esige dei prodotti

che possono essere consumati, come merci. Può avvenire una mediazione tra uomo e

macchina purchè sia lo stesso essere umano a indirizzare l’uso della tecnologia verso

l’oggettivazione della realtà; la possibilità di affidare tutto alle tecnologie ha prodotto una

relazione tra uomo e tecnica. L’analisi che fa Umberto Galimberti mette in evidenzia

l’impossibilità dell’uomo di sopravvivere se non avesse avuto l’ausilio della tecnica che ci

configura come essenza dell’uomo, si è trasformata da mezzo in fine, segnando il

passaggio da un’alienazione tecnologica ad un’identificazione tecnologica. Nell’attuale

postmodernità l’educazione viene vista come una delle chiavi della costruzione della civiltà

occidentale, consistente soprattutto nel considerare la sequenza persona-educabilità-

educazione come la storicizzazione e la contestualizzazione delle figure culturali entro le

quali si presenta l’azione educativa finalizzata al soggetto persona. Modernità significa

ancora persona, ma il suo progetto vede la persona come individuo irrelato e non come

relazione trascendentale. Dobbiamo quindi volgere uno sguardo pedagogico sulla difficile

transizione tra modernità e postmodernità. Educare entro e ad un orizzonte di senso

significa ricercare, dirigersi verso la faccia intenzionale della paideia. La validità simbolica

di John Henry sta nel farci vedere l’educazione come promotrice, oltre che dei valori che

rispettino la dignità umana anche come possibilità, occasione di offrire risorse a chi risulta

svantaggiato e di intenzionalità posta come elemento cardine all’interno di ogni agire

educativo.

• La rivoluzione industriale è un momento storico che si delinea per la trasformazione

profonda e irreversibile del sistema produttivo ma anche per il cambiamento che avviene

nei rapporti, nelle relazioni. È il momento della nascita della classe operaia, ma anche alla

nascita del melting pot, che è stato usato come immagine del processo idealizzato di

immigrazione e colonizzazione che hanno prodotto culture e razze nuove. Sia il concetto 2

che l’idea di melting pot appaiono associati soprattutto in riferimento a modelli di gruppi

immigrati presenti negli Stati uniti nel XIX secolo, e ciò ha determinato forme di

assorbimento dei modelli culturali prevalenti che hanno inciso sulla strutturazione delle

identità originarie, native. Nei primi anni del Novecento questa idea venne modificata ed il

melting pot venne identificato sia con l’acculturazione che con l’assimilazione totale di

immigrati europei. Considerando il fenomeno della migrazione, movimento naturale della

specie umana, potremmo dire che le motivazioni che spingono certa gente a lasciare il

proprio paese si riconducono nella maggior parte dei casi nel ricercare nuove condizioni di

vita sottraendosi al destino di povertà, per benessere economico insomma.

Successivamente a questo processo si è assistiti a quello di acculturazione, con il cui

termine si sosteneva che la cultura americana era stata fortemente influenzata dalla cultura

afro-americana che doveva essere presa in giusta considerazione. Fu considerata anche

come seconda cultura dell’apprendimento successiva al processo di inculturazione che era

la prima cultura dell’apprendimento. John Henry assume in questo contesto una certa

rilevanza, per aver lavorato con uomini che possedevano culture diverse. La motivazione,

l’empowerment che hanno fatto da contraddistinto la condizione di John Henry hanno fatto

da collante per la coesione del gruppo, dove le distinzione sono state ridotte al minimo.

L’identità è così intesa come appartenenza ad una comunità che costituisce indubbiamente

una risorsa e un capitale, perché non lascia l’individuo solo di fronte ai problemi e rende la

sua vita ricca di senso, di relazioni e di riferimenti certi. La teoria dell’identità sociale mette

in luce come attraverso il processo di categorizzazione, di identificazione, si perviene ad un

confronto sociale dove prevale in favoritismo per il proprio gruppo di appartenenza, a

discapito di altri gruppi con la finalità di mantenere un’immagine positiva del gruppo e di

essi e sostenere una concreta identità sociale. Comunque il rapporto tra identità e diversità

è conflittuale e contraddittorio. Appartiene ai deterministi l’attribuire colpe e/o errori delle

proprie azioni ad un qualcosa già fissato nel nostro DNA e ripercorrendo le argomentazioni

platoniche, scopriremo che già il filosofo ateniese consigliava di affidarsi alla trasmissione

dei geni per impedire la decadenza della società, evidenziando così la decadenza della

razza. Ma il mondo vero si basa su altre realtà e verità, su singole identità che sono

influenzate dai contesti di appartenenza. John Henry è un&rsq

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/04 Pedagogia sperimentale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ritacarbone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof De Salvo Dario.