Riassunto esame Letteratura, prof. De Salvo, libro consigliato Contro il crepuscolo dell'educazione, Henry
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che l’idea di melting pot appaiono associati soprattutto in riferimento a modelli di gruppi
immigrati presenti negli Stati uniti nel XIX secolo, e ciò ha determinato forme di
assorbimento dei modelli culturali prevalenti che hanno inciso sulla strutturazione delle
identità originarie, native. Nei primi anni del Novecento questa idea venne modificata ed il
melting pot venne identificato sia con l’acculturazione che con l’assimilazione totale di
immigrati europei. Considerando il fenomeno della migrazione, movimento naturale della
specie umana, potremmo dire che le motivazioni che spingono certa gente a lasciare il
proprio paese si riconducono nella maggior parte dei casi nel ricercare nuove condizioni di
vita sottraendosi al destino di povertà, per benessere economico insomma.
Successivamente a questo processo si è assistiti a quello di acculturazione, con il cui
termine si sosteneva che la cultura americana era stata fortemente influenzata dalla cultura
afro-americana che doveva essere presa in giusta considerazione. Fu considerata anche
come seconda cultura dell’apprendimento successiva al processo di inculturazione che era
la prima cultura dell’apprendimento. John Henry assume in questo contesto una certa
rilevanza, per aver lavorato con uomini che possedevano culture diverse. La motivazione,
l’empowerment che hanno fatto da contraddistinto la condizione di John Henry hanno fatto
da collante per la coesione del gruppo, dove le distinzione sono state ridotte al minimo.
L’identità è così intesa come appartenenza ad una comunità che costituisce indubbiamente
una risorsa e un capitale, perché non lascia l’individuo solo di fronte ai problemi e rende la
sua vita ricca di senso, di relazioni e di riferimenti certi. La teoria dell’identità sociale mette
in luce come attraverso il processo di categorizzazione, di identificazione, si perviene ad un
confronto sociale dove prevale in favoritismo per il proprio gruppo di appartenenza, a
discapito di altri gruppi con la finalità di mantenere un’immagine positiva del gruppo e di
essi e sostenere una concreta identità sociale. Comunque il rapporto tra identità e diversità
è conflittuale e contraddittorio. Appartiene ai deterministi l’attribuire colpe e/o errori delle
proprie azioni ad un qualcosa già fissato nel nostro DNA e ripercorrendo le argomentazioni
platoniche, scopriremo che già il filosofo ateniese consigliava di affidarsi alla trasmissione
dei geni per impedire la decadenza della società, evidenziando così la decadenza della
razza. Ma il mondo vero si basa su altre realtà e verità, su singole identità che sono
influenzate dai contesti di appartenenza. John Henry è un’allegoria che si manifesta come
opposizione al dominio. Per favorire l’integrazione si è fatto avanti un processo di
interculturalità che offre nuove visioni dell’immigrazione e si propone con corollari che
possono essere efficaci antidoti alla xenofobia ed al razzismo, di attivare programmi come
l’educazione bilingue e una serie di azioni positive per arginare i rapporti asimmetrici tra
maggioranza e minoranza. Mira a favorire il processo di integrazione avvalendosi di alcune
considerazioni da realizzare nei contesti e nello stesso agire educativo; evita forme di
oppressione, discriminazione, favorendo politiche inclusive. Se nei rapporti umani vige il
principio del rispetto della dignità umana, l’incontro è determinato dall’uomo con l’uomo e
non con l’altro e questo faciliterà l’integrazione nel rispetto della differenza. Occorre
misurarsi con la tolleranza, il rispetto e la solidarietà in maniera diretta sia vivendo le
situazioni di multiconvivenza sia lavorando in cantiere. John Henry ci propone un nuovo
modo di vedere l’integrazione e l’Intercultura appare come un sapere pratico-poietico che
utilizza strategie di integrazione multilaterali realizzandole direttamente nel contesto di
Appuntamento a la Goulette
riferimento e è un testo che mette in evidenzia non solo
un’emigrazione anomala ma le diverse forme di integrazione che sono avvenute. Ci spinge
a concepire l’integrazione come un processo di partecipazione ed anche come processo
volto a promuovere quella coscientizzazione che orienta l’essere umano a liberarsi da
pregiudizi, stereotipi e forme di oppressione, proiettandole verso dimensioni maggiormente
significative ampiamente più educative. 3
• A contribuire al cambiamento della società sono stati l’avvento tecnologico e i flussi
migratori: siamo passati da un paradigma lineare-sequenziale che scomponeva le relazioni
in termini di causa-effetto, ad un paradigma complesso, che trova origine nella sua stessa
etimologia: complexus (tessuto assieme), complector (unire tutto in se). Da un punto di
vista delle relazioni sociali e dell’educazione, la teoria della complessità, trova il suo
maggior referente in Edgard Morin, Bocchi e Ceruti. L’armonia degli elementi presenti in un
contesto determinano il fiorire delle risorse utili per la stessa sopravvivenza dell’uomo e
dell’ambiente. Per comprendere il senso ultimo dell’atteggiamento complesso è necessario
approdare verso visioni olistiche e globali tali da permettere la penetrazione più intima della
teoria. Sarebbe utile anche ricollegarsi alla teoria dei sistemi, attraverso la quale si ha la
possibilità di escludere una concezione meccanicistica e orientarsi verso l’organizzazione e
l’ordine che unificano delle parti che stanno in interazione tra loro. Esistono anche modelli,
principi e leggi che si applicano a sistemi generalizzati e indipendentemente dalle relazioni
che si hanno tra esse. Il contesto si lega così alla situazione e al significato. Se il contesto è
determinato da relazioni ed esperienze, queste vanno considerate anche come eventi
marcatori che segnano lo spazio ed il tempo dei soggetti. John Henry compie un’azione
che modifica un contesto, un’azione ch esprime come un essere umano può erigersi con
dignità e responsabilità nello scenario dell’esistenza; azione che mette in luce il coraggio e
l’entusiasmo con i quali ci si ribella a logiche di mercato che annichiliscono la stessa
umanità, azione dell’uomo sul mondo. In una prospettiva formativa complessa, il contesto
educativo è costituito da persone e dalle loro interazioni. Ogni esperienza umana si
riferisce ad un agire che si concretizza nel preciso riferimento storico e contestuale del
momento. Il contesto in cui si colloca John Henry è un setting dove gli uomini possono
rivendicare la loro dignità e da questa angolazione l’organizzazione dell’ambiente educativo
è sempre correlata ad un organizzazione più complessiva del contesto educativo che
comprende anche relazioni, sistemi di regole con le quali le persone interpretano e
stabilizzano i rapporti reciproci. L’educazione presuppone che da parte dell’individuo ci sia
responsabilità, crescita, scelta, orientamento, intenzionalità e inter educativo, creare quindi
un contesto con quelle forme di interdipendenza che consentono di superare le difficoltà,
disegnare anche una sorte di geometria delle relazioni dove vige un recupero dell’affettivo
e dell’emozionale, sull’idea di un rapporto educativo strutturato sul legame, su un I care
indirizzato. Far percorrere un viaggio educativo mettendo in evidenzia ad ogni soggetto, la
sua esperienza, il suo background culturale ed esistenziale.
• Nel pensiero di Paulo Freire viene messo in luce un’educazione coscientizzante che si
oppone ad un’educazione bancaria attraverso la quale maestri, educatori considerano
l’allievo, educando come un vaso all’interno del quale travasare contenuti; è un processo
che mira ad una nuova concezione delle persone, viste tutte come soggetti di storia. Altro
tema trattato è quello dell’oppressione nella quale vengono denunciate le lezioni pedanti e
la distanza tra educatore ed educando. Un’educazione problematizzante agendo in virtù
della liberazione degli oppressi, stimola l’azione e la riflessione dell’uomo sulla realtà, per
cui il compito storico e umano degli oppressi è quello di liberare se stessi e i loro
oppressori, grazie ad uno spirito critico che deriva dal confronto degli uomini con i loro
problemi. Nessuno possiede la libertà, è necessario lottare per essere liberi; la liberazione
è un parto doloroso, ma da questo parto nascerà un uomo nuovo. Lo strumento
maggiormente utilizzato da Paulo Freire è la parola, che può far uscire l’uomo dalla sua
cappa d’ignoranza e a far valere le proprie ragioni. D’altro canto anche Augusto Boal lottò
contro l’oppressione del Teatro Dell’ Oppresso: tratta contenuti popolari e temi sociali sentiti
dal popolo e nelle sue diverse forme si rintracciano quelle modalità che mirano a rendere lo
spettatore protagonista dell’azione scenica, per allenarlo a divenire protagonista della 4
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ritacarbone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Messina - Unime o del prof De Salvo Dario.
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