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BUR
collane tascabili costituivano una “casa editrice” all’interno della casa editrice (es.
Rizzoli: rappresentava il 30% del fatturato totale).
Stagione produttiva per collane economiche e nuove sigle, come la TEA (’87), nata da
Messaggerie + UTET.
Libri economici = 29% del totale dei libri venduti. Fondamentale investire sulla pubblicità
per i tascabili.
• sviluppo anche nell’editoria professionale e di cultura bisogno di formazione di un
pubblico sempre più esigente, in cerca di risposte per il lavoro e per la vita. In crescita:
filosofia, cultura religiosa, saggistica economico-commerciale, editoria turistica e
manualistica.
80s: chiusura positiva rispetto all’inizio del decennio.
La fine del secolo XX e l’inizio del nuovo.
Dal ’91 crollo (economia negativa a livello nazionale e intern.): fatturato dimezzato e
poi sceso a 0.
Aumento titoli pubblicati, ma calo della tiratura media per opera. Regressione anche nel
settore scolastico.
1992: stasi completa del mercato. Di nuovo: risparmiare su tutto, cercando di
“guadagnare” spendendo meno.
Magazzini alleggeriti: libri al macero/svendite/supersconti. Intere collane finivano nei
remainders o nelle librerie dell’usato. Case editrici maggiori diminuivano le novità e
diversificavano il catalogo, senza capire in che direzione andare: procedevano per
tentativi, con prudenza, con un occhio a quotidiano.
Tuttavia: iniziative coraggiose Donzelli (’92) per saggistica culturale e Aragno (’98)
per letteratura impegnata.
• Aspetto societario. Mondadori controlla la Electa, Einaudi, Sperling&Kupfer,
Baldini&Castoldi.
Rizzoli-Corriere della Sera (dal ‘03 RCS MediaGroup) controlla il vecchio gruppo Fabbri +
Sansoni e Nuova Italia.
Longanesi: gruppo editoriale comprendente Guanda, Salani, Corbaccio, Neri Pozza.
UTET negli anni incorpora la Vallardi e le Grandi Opere Garzanti.
Giunti acquista Camunia, Astrea e Demetra.
Millelire
Il fenomeno dei e il nuovo tascabile.
Millelire,
1992: libretti di poche pag, piccolo formato (tipo opuscoli), costo 1000 lire. Idea
geniale e coraggiosa della casa ed. Stampa alternativa di Roma all’inizio sottovalutata
ma in realtà rivoluzionaria per il settore. Insieme alla Newton Compton vende milioni di
Oscar
copie, determinando l’assetto del settore tascabile – fino alla sotto-collana degli
I miti
Mondadori, , lanciata nel 1995 primi 4 titoli fecero 700k copie in 2 mesi: la prova
che con un marketing efficace e una politica editoriale accorta si potevano raggiungere
risultati ottimi.
I miti = scrittori famosi e best-seller di qualità ad un prezzo conveniente (5900 lire). Forza
commerciale e distribuzione capillare della Mondadori + copertine vivaci col bollino dorato
che evidenziava il prezzo aiutavano molto. Importante! Catturare l’occhio spesso significa
Miti
aver già venduto il libro. Grazie ai il settore si rianima: +7,2% di vendite.
Tascabilizzazione dell’editoria: ondate di libri piccoli, agili, economici (’94: libri con
prezzo <5000 lire erano aumentati del 49%). Libri sempre più sottili (anche a causa
dell’aumento della carta). Prezzi: crollo del prezzo di copertina (-26% rispetto ai 20 anni
precedenti). CONSEGUENZE:
- Politiche editoriali più calibrate sulle reali possibilità di spesa degli italiani
- Si puntava tutto sui tascabili/economici diminuzione del prezzo medio del
venduto
Tascabile = punto di riferimento a livello concettuale, tutto il resto gli girava attorno.
Io speriamo che me la cavo
• Mercato ravvivato da raccolte leggere (“stupidari”): es. (’00)
di Marcello d’Orta.
Va’ dove ti porta il cuore
• di Susanna Tamaro (’94, edito da Baldini e Castoldi): successo
travolgente di grande impatto comunicativo, 3 mln di copie vendute solo in Italia, unico ad
essere rimasto in classifica 3 anni di fila.
Necessità di ulteriori interventi sulla scia dei grandi gruppi europei che si erano espansi.
Sempre più fusioni e acquisti di case ed. anche a livello internazionale. Non solo acquisti
di medie case ed.: si puntava su interi gruppi – operazioni da centinaia di miliardi.
Contributo delle società extra-editoriali, spec. colossi della comunicazione. mercato più
movimentato, ma anche più instabile. Italia cercava d’irrobustirsi ma guardava al
mercato interno e puntava anche alla riorganizzazione delle reti di vendita,
all’ampliamento dei canali, a investire su H.R.
Mercato non poteva più essere affrontato in modo tradizionale: flessibilità!
La svolta del nuovo secolo.
Fine 90s: svolta. Accelerazione processi d’integrazione tra edit. tradizionale e
edit. elettronica/multimediale. Determinante la Si pensava che ci sarebbe stata
tempestività con cui si colsero i cambiamenti in atto. un’unica entità produttiva, in cui
quanto sviluppato sul piano
Editoria tradizionale s’identificava con l’”industria dei creativo, tecnologico, gestionale
contenuti”, un serbatoio d’idee concepite in fase progettuale e sarebbe stato legato al resto, mai
poi sviluppate. L’editoria multimediale era l’altra faccia di a sé stante.
quella tradizionale: comunicazione e diffusione capillare per cui
i contenuti vengono veicolati con diversi canali e punti vendita.
Integrazione tradizione multimedialità.
Prospettive positive vengono invece deluse: il libro elettronico non conquistò nessuno
net economy
spazio e la crollò. Si pensò che il futuro fosse nella carta. Si iniziò a fare il
viaggio inverso rispetto agli anni precedenti: da Internet si voleva tornare alla carta.
Entrambi approcci sbagliati: è un ciclo continuo di fasi transitorie. L’aspetto rilevante del
processo è la simultaneità dei cambiamenti in atto. Oggi è difficile fare previsioni perché
la mobilità del processo ne causa l’occasionalità e la casualità. Dopo 9/11 ancora più
paure ed incertezze: crisi economica internazionale e aumenti di prezzo col passaggio
all’€. Editori cercavano di verificare le proprie scelte per minimizzare i rischi: primi anni 00
nomadismo editoriale,
= perché si tratta di uno stato di permanente trasloco, mentale ed
operativo.
Editore di oggi ≠ editore del passato: necessità di più competenze manageriali – rischio
business.
di trovarsi in una editoria senza editori, governata dalla logica del
Apparati editoriali > letterati editori più attenzione alla vendita del singolo titolo che ad
progetto
un rischio di perdere la ricchezza umana tipica dell’editoria del passato.
Disomogeneità del pubblico dei singoli editori = non riconducibile solo a questa perdita
d’identità, ma anche alla necessità degli editori di misurarsi con una realtà sfaccettata
lettori non interpretabili con gli schemi sociologici del passato. Questo può far credere sia
che l’editoria di cultura sia morta, sia che (al contrario), possa ancora esserci spazio per i
libri “a bassa tiratura”.
È cambiato il modo di concepire l’azienda editoriale in relazione agli obiettivi da
in progress,
raggiungere: serve una progettualità attenzione al mercato e spirito
d’adattamento a contesti generali o locali. Serve sforzo per dare consistenza e visibilità al
prodotto editoriale.
Editoria italiana è ancora fatta di editori, nonostante prevalgano spesso i manager. È sì
condizionata dal mercato, ma può ancora frenare il fenomeno dell’”editoria senza editori”
(= fine dell’avventura intellettuale).
Dieci anni dopo.
Primi ’00 = cambiamenti nel settore + problemi dati dalla situa economica.
Priorità = fronteggiare l’emergenza: resistere e programmare strategie di sviluppo.
Aziende: licenziamenti, ridistribuzione del personale, formazione di nuove competenze
professionali.
Case ed nate tra ’00-’10 media di 700-800 all’anno – spesso tentativi velleitari o
esperienze occasionali che non decollano è più sufficiente “vivere alla giornata”:
non
una casa ed. con pochi titoli non regge col mercato, contemporaneamente frammentato e
concentrato.
Oggi l’editoria deve pensare per progetti, avere una linea editoriale chiara che
costituisca identità e che si faccia riconoscere dal pubblico. La creatività può fare molto
ma non garantisce il successo se non è sostenuta da supporti quali informazione,
promozione, distribuzione.
Competizione: non più per i contenuti dei libri ma per la forza dei gruppi editoriali, che
cercavano di rafforzare la propria struttura e di accrescere la forza commerciale. Tuttavia,
lo spazio occupabile si ridusse di molto, specie dopo le acquisizioni e le alleanze da parte
del gruppo GeMS (Gruppo editoriale Mauri Spagnol).
Netta divaricazione tra tipi di editoria e mercati editoriali:
1. Binario veloce a rendimento immediato dell’offerta di consumo (best-seller);
2. Binario lento di altre proposte rivolte a pubblico specializzato e ristretto.
Novità: i best-seller raggiungono le vette in tempi molto più brevi rispetto al passato,
trainati dai mass media.
Rimane però invariato il n° di case editrici che pubblicano questi best-seller
fondamentale per la narrativa mettere in catalogo buoni autori e romanzi, ma soprattutto
avere un marchio editoriale riconoscibile (spec. dai librai), per sopperire ad un
eventuale risparmio su marketing e pubblicità.
In saggistica è più facile ottenere risultati se il volume è stato scritto da un personaggio
noto / autorevole, o se il tema suscita dibattiti, veicolati da radio, TV e giornali
giornalismo librario.
Spesso 8/10 best-seller sono firmati da noti giornalisti/opinionisti.
È però il “binario lento” a fare gran parte del fatturato, poiché rappresenta il vero e
proprio catalogo delle case.
I best-seller e le loro classifiche.
2 fenomeni editoriali di rilievo:
Il codice da Vinci
1. di Dan Brown;
Harry Potter
2. di J. K. Rowling.
Perché un best-seller diventa tale? Perché gli editori studiano il mercato, investono,
preparano il terreno per il successo, che quando arriva deve essere mantenuto e
preferibilmente prolungato. A volte “resuscitano i morti”, pubblicando di anno in anno
libri di autori famosi scomparsi perpetuano la memoria dei defunti ma anche i
commerci dei vivi.
• Maggior n° rispetto al passato di autori stranieri in cima alle classifiche. Non solo i &ldquo