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La crisi economica in Germania dopo la prima guerra mondiale
La Germania risentiva ancora degli effetti negativi della prima guerra mondiale. Casopeggiore, un paese fortemente in difficoltà, fu il più colpito dalla depressione dopo gli Stati Uniti. Il problema principale era la mancanza di capitali e la debolezza del mercato finanziario a causa della scarsa tecnologia industriale e del deficit del settore pubblico.
I disavanzi della bilancia commerciale venivano coperti con crediti dall'estero, soprattutto dagli Stati Uniti, ma quando l'afflusso di capitali americani cominciò a diminuire, le banche tedesche ne risentirono e gli investitori si precipitarono a ritirare i loro capitali dalla Germania. Questa crisi bancaria portò al fallimento di molte imprese, aumentando così la disoccupazione.
La disoccupazione raggiunse livelli molto alti nel 1933, con il 33% di disoccupati. Per affrontare questa situazione, furono adottate misure restrittive e deflazionistiche: l'idea era che i prezzi bassi avrebbero reso i prodotti tedeschi più competitivi sul mercato internazionale e avrebbero stimolato la ripresa economica.
prodotti tedeschi competitivi all'estero e la ripresa economica arrivò dalle esportazioni. Ciò non ha prodotto gli effetti desiderati perché i prezzi di altri paesi diminuirono più rapidamente rispetto a quelli tedeschi. Nel frattempo aveva inizio l'ascesa nazista: che trasformò la legalità parlamentare in una dittatura di partito unico. Il riassorbimento della disoccupazione e l'uscita dalla depressione furono affidati a un piano di investimenti pubblici finanziato mediante un inasprimento delle imposte. Il governo si concentrò sulle opere pubbliche.
A partire dal 1936 le opere pubbliche passarono in secondo piano e la spesa dello stato venne concentrata nella preparazione della guerra e nella produzione degli armamenti. Nel 1936 ci fu il riarmo e nel 1938 si raggiunse la piena occupazione grazie al sistema basato sull'industria bellica. L'aumento della spesa pubblica generò in 5 anni un aumento di attività economica (aumento di...
produzione industriale e raddoppiamento del reddito nazionale) -> che ridusse la disoccupazione. Hitler intervenne in spesa pubblica, ma in modo selettivo: presa d'atto che ci sono attese della di condizioni di vita della popolazione tedesca che erano superiori a quello che lo stato poteva sostenere, da qui nacque l'idea di garantire condizioni di vita migliori solo alla popolazione ariana, indirizzando le forme di tutela solo alle forze più coerenti con le espressioni politiche che avevano portato Hitler a vincere le elezioni (le risorse non bastano per tutti quindi hanno scelto quelli che meritavano di essere maggiormente tutelati rispetto ad altri)
GIAPPONE
Fu colui che guadagnò maggiori vantaggi dalla prima guerra mondiale. Il PIL crebbe di un 40% e l'industrializzazione ricevette una forte spinta. Il Governo giapponese voleva però tornare al sistema aureo, per cui l'economia giapponese degli anni 20 fu caratterizzata da politiche deflazionistiche
E dal ritorno alla convertibilità. Nel 1930 il governo giapponese tornò ufficialmente alla parità aurea (convertibilità dello yen con la parità aurea di anteguerra); tuttavia il crollo della borsa di New York e il fatto che molti paesi avessero già abbandonato il sistema aureo esercitarono un forte impatto depressivo sul Giappone, che diede inizio alla sua fase recessiva. L'aumento della disoccupazione e il peggioramento delle condizioni di vita spinsero i contadini e gli operai a ribellarsi contro il governo, fu così che nel 1931 il potere passò nelle mani di partiti politici vicini ai fascismi europei. Il nuovo governo, sempre nel 1931, scelse di abbandonare il sistema aureo. Aumentò la spesa militare, aumentando così le importazioni (nonostante il buon andamento delle esportazioni, la bilancia commerciale era comunque in forte deficit). La forte svalutazione dello yen (a causa dell'abbandono del sistema aureo)...
(aureo)favorì le imprese sostitutive delle importazioni, ciò generò una grande ripresa economica, in solo 3 anni (1929-1932) il Giappone si riprese dalla sua fase recessiva, e nei successivi 6 anni il Pil aumentò del 40%.NB tutti volevano inizialmente tornare al Gold Standard perché pensavano che tale sistema fosse quello che garantisse maggior stabilità all'economia del Paese, ma in realtà la stabilità del Gold Standard era possibile solo perché il sistema stesso del paese era in equilibrio.
6) 2 GUERRA MONDIALE E LA COSTRUZIONE DI UN NUOVO ORDINE INTERNAZIONALE
Iniziò con l'invasione della polonia da parte della Germania nazista, il primo settembre 1939 e finì 6 anni dopo, il 2 settembre 1945, con la resa del Giappone.
1) ECONOMIA DI GUERRA (NB differenze con prima)
2) DISTRUZIONI E COSTI
3) RICADUTE DI TIPO ECONOMICO (sul fronte delle relazioni commerciali, sul fronte del mercato del lavoro e sul fronte delle
- innovazioni tecnologiche
- IMPORTANZA DELLA GUERRA FREDDA
- BERETTON WOOD INIZIO RISTRUTTURAZIONE NUOVO ORDINE
- EFFETTI SULLA RICOSTRUZIONE
- ERP (PIANO MARCHALL)
- ECONOMIA DI GUERRA
Il problema riguardava le spese militari, spese molto superiori rispetto alla prima guerra mondiale, è una guerra dinamica (guerra guerreggiata, che presenta un potenziale distruttivo superiore) a differenza della prima che era statica. Proprio il fatto che fosse dinamica richiedeva costi maggiori che arrivarono a coprire molti paesi più del 50% del PIL.
Il primo aspetto dal punto di vista produttivo è stato l'ottimizzazione di tutte le attività produttive.
Recupero di fattori produttivi sottoutilizzati
Mobilitazione di risorse sottoutilizzate, come il lavoro femminile, l'orario di lavoro -> più manodopera (le donne iniziano a lavorare in fabbrica e a fare lavori che prima facevamo gli uomini, ora in guerra) e aumento degli orari di lavoro e forte
contenimento dei consumi. Definire le derrate disponibili ripartita per tutte le persone che vivono all'interno del paese.
Mercato nero -> i produttori hanno tutto l'interesse ad ottenere il massimo dalla loro vendita, che lo ottengono dall'acquisto dei privati e non dalle commesse dello stato.
4.2) DISTRUZIONE E COSTI
È durata a lungo e il potenziale distruttivo si è esteso ovunque anche a causa dell'aviazione e dei progressi tecnologici. Fu la più distruttiva e costosa di qualsiasi altro conflitto bellico precedente.
40 Milioni di morti 14 milioni di feriti ne invalidi di cui il 40% civili.
La guerra ha comportato trasferimenti obbligati di popolazione: tedeschi, polacchi e giapponesi.
Si stima che la guerra sia costata tra i 730 e i 3000 milioni. È costata Il triplo della prima guerra mondiale, le maggiori spese umane e monetarie riguardano l'est.
Gli elementi più danneggiati dai bombardamenti sono quelle su cui si è
giocatala politica di sviluppo per rilanciare l'economia e dare lavoro. Cioè le infrastrutture: ponti, ferrovie... Vi furono poi gravissimi danni nell'industrie e nel settore agricolo. 4.3) RICADUTE SUL SISTEMA ECONOMICO Commercio - Mercato del lavoro - Ricerca tecnologica Commercio - interruzione delle relazioni tra i paesi in conflitto: Blocco delle relazioni commerciali - interferenza tedesca nei commerci dei paesi occupati -> fu in grado di impedire l'arrivo delle risorse nei paesi nemici, attraverso gli attacchi con i sottomarini e le occupazioni nei paesi nemici. - vantaggi per i paesi neutrali: Stati Uniti, che andavano a rifornire tutti i paesi. Crescita commerciale e produttiva degli Stati Uniti Mercato del lavoro 1) Incremento della manodopera femminile -> diversi effetti: stabilizzazione in fasi successive (in Italia no -> lavoro femminile utilizzato solo come emergenza, con il ritorno alla pace si è ritornati al modelloprecedente)- Crescente valorizzazione delle persone non residenti all'interno del paese, è accaduto in modo libero e forzato (popolazione obbligata a trasferirsi) -> lavoratori stranieri che si sono trasferiti poiché obbligati a lavorare nelle fabbriche.
- Disoccupazione dove la guerra era più forte sul territorio (eserciti che lottano su un determinato territorio = guerra guerreggiata). Il sistema dei trasporti mette in comunicazione segmenti diversi del mercato del lavoro, ma vi furono limiti di mobilità, cioè difficoltà nei trasporti.
- Limiti produttivi -> il più evidente fu quello delle materie prime: la mancanza di materie prime determinò la creazione di disoccupazione.