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La destra storica raggiunse il pareggio di bilancio ma ad un costo ovvero la perdita dellamaggioranza in parlamento .Rivoluzione parlamentare

La sinistra va al governo e l'ideologia politica è tutta contenuta nel discorso di depretis:

  • Estensione del diritto di voto a tutta la popolazione maschile alfabetizzata
  • Attenuazione del rigore fiscale (tassa sul macinato)
  • Istruzione elementare obbligatoria e gratuita fino i 9 anni

Crisi agricola

La sinistra storica si ritrova a governare nel contesto della grande depressione. L'Italia cercò di reagire alla crisi con innovazioni tecnologiche e conversioni di coltura. I prezzi dei cereali caddero per via della concorrenza dei paesi esteri e questo provocò la riduzione dei redditi dei piccoli e dei grandi proprietari terrieri. La crisi colpì profondamente l'economia italiana e le innovazioni non furono in grado ad evitare che un paese con un'economia prevalentemente agricola.

fosseprofondamente colpito dalla crisi agraria. Per effetto della crisi migliaia di contadini vengonoespulsi dalle campagne avviando un processo di emigrazione prima temporaneo poi definitivo.L'emigrazione provocò dei costi e dei benefici

Costi= gli emigranti erano prevalentemente uomini e lasciavano una popolazione di anziani e di donne

Benefici (incerti)= la rarefazione di manodopera portò ad un aumento salariale

Benefici (certi)= Molto importanti per il riequilibrio della bilancia dei pagamenti furono le rimesse.Le rimesse erano gli invii di denaro alle famiglie in patria effettuate in valuta dei paesi ricchi.Furono importanti per il primo decollo industriale.

Il boom deprestisianoAvvio lo spostamento degli investimenti dall'agricoltura all'industria. Portò all'abolizione del corsoforzoso e all'adesione del gold standard con il conseguente afflusso di capitali esteri. Moltoimportante per lo sviluppo economico fu l'intervento dello

stato nell'economia, un primo intervento dello stato in economia fu l'introduzione di una tariffa doganale che offriva protezione ad alcuni settori industriali. Altro provvedimento fu la legge Boselli che incentivò la cantieristica e la promozione dell'industria pesante da parte dello stato italiano che era funzionale al potenziamento degli armamenti, questo portò alla creazione della Terni. Lo stato andava quindi a sostituirsi alla domanda privata divenendo il principale cliente di questi settori. Altri settori industriali avviarono una relativa espansione come il settore dell'energia elettrica con la creazione dell'Edison. La principale conseguenza di questa espansione fu la concentrazione industriale nel triangolo Genova-Milano-Torino che non fece altro che accentuare il divario tra nord e sud. Lo stato cercò di incentivare anche il settore primario con la legge Beccarini che avviò la bonifica di alcune aree paludose. La crisi

Agraria aveva però aumentato le criticità ed il malumore crebbe quindi la richiesta di una revisione in senso protezionistico della politica commerciale. Questa richiesta venne accolta nel 1887 con la tariffa protezionistica che aumentò i dazi sull'importazione di grano ed elevò la protezione per i prodotti dell'industria tessile, siderurgica e zuccheriera. Venne a crearsi una sorta di guerra doganale con la Francia nostro principale partner commerciale.

Crisi Bancaria

A questa guerra doganale si aggiunsero gli effetti della crisi bancaria. Le banche di credito ordinario avevano esteso le loro attività al sostegno della costruzione ferroviaria ed al settore edilizio, il quale conobbe un'espansione per via dell'ammodernamento delle città di Napoli e Roma. L'attività edilizia subì però un rallentamento e le banche che erano esposte verso le società immobiliari iniziarono a trovarsi in condizioni di illiquidità.

Venne quindi aumentata la circolazione monetaria e venne sospeso la Riscontrata, ovvero la compensazione periodica dei reciprocibiglietti, e venne sostituita con la rispendita ovvero l'obbligo di ciascun istituto di rimettere in circolazione i biglietti delle altre banche.

Inchiesta alvisi-biagini

Accertò le irregolarità della banca romana la quale stampava biglietti non autorizzati per 9 milioni ed aveva accertato anche come tra i vari istituti di emissione c'era competizione per collocare i biglietti. L'inchiesta in un primo momento non venne resa pubblica e soltanto nel 1892 venne letta in senato e si rischiò il dissesto finanziario.

Inchiesta Finali

Lo stato quindi indisse un'altra inchiesta e si vide come era presente una circolazione abusiva di circa 65 milioni di lire ed un ammanco di cassa di circa 20 milioni ed inoltre la banca romana cercava di emettere serie di duplicati di biglietti per 40 milioni. Ciò che ne derivò da tutto

Questo fu la svalutazione della lira e la sua riuscita dal gold standard. Si cercò di risanare la finanza pubblica e vennero proposti dei disegni di legge decretando un forte aumento della pressione fiscale sia diretta sia indiretta. Ad esempio Sonnino propose un'imposta sul reddito delle classi sociali più ricche e la reintroduzione dei due decimi dell'imposta fondiaria.

Dopo la crisi, la banca romana fallisce ed anche le principali banche d'emissione del nostro paese. Il nostro paese, avendo un'economia bancocentrica, ne risente tantissimo di questa crisi. Venne approvata nel 1893 la legge bancaria che fondeva 3 istituti di emissione dando vita alla Banca d'Italia che ancora non aveva però il monopolio di emissione che avrà soltanto nel 1926. La Banca d'Italia inizia a svolgere il ruolo di banca delle banche comportandosi come una vera e propria Banca Centrale, ovvero come prestatore di ultima istanza ma anche come istituto di.

Controllo sul sistema bancario. Vennero introdotte nel nostro sistema bancario le banche miste, ovvero banche sia di deposito sia banche di credito mobiliare. I due principali istituti misti che prendono vita sono Comit e Credit, che vengono sostenuti in particolare il Comit da fondi esteri.

La crisi di fine secolo. I fattori che determinarono la crisi furono la reazione alle sconfitte coloniali (disastro di Adua) e le crescenti tensioni sociali (culminate nella ribellione di Milano). Si può parlare di una crisi sistemica poiché colpì svariati settori del nostro paese. L'Italia si scontrò con l'impero Etiope e perse ad Adua, determinando un malcontento generale e l'espansione del debito pubblico con la conseguente sfiducia nella classe dirigente, dando vita alle insorgenze popolari capitanate dai proletari. Nel 1898 la popolazione di Milano si ribellò contro il carovita. Le rivolte si estesero alle altre città italiane ed il governo.

proclamò lo stato d'assedio reprimendo con il sangue queste rivolte. Ciò che segna questa crisi è la manifestazione di problemi tipici dei sistemi economici arretrati caratterizzati da un basso potere d'acquisto della popolazione.

2 punto di svolta

Età giolittiana

Lo stato risponde a questa crisi con riforme moderate e progressiste. Si forma una base industriale ed il PIL cresce mediamente annualmente del 2,6%. I fattori che hanno portato a questo consolidamento dell'industria si possono suddividere in due gruppi diretti ed indiretti:

  • Indiretti: mutamenti di carattere demografico e sociale e progresso dell'agricoltura.
  • Fattori diretti: (fattori sostitutivi+iniziativa privata)

I governi non intervengono più per reprimere le lotte del lavoro e lasciano la soluzione delle vertenze alla trattativa tra le parti. Nasce il Welfare con l'istituzione della cassa di previdenza della malattia e la cassa nazionale di

maternità obbligatoria. Per usufruire delle agevolazioni fiscali previste dalla legge per il risorgimento economico di Napoli, le principali imprese siderurgiche italiane convergono nell'Ilva a Bagnoli. Nel 1905 venne deciso di porre fine al sistema delle convenzioni ferroviarie, la rete ferroviaria italiana diviene statale e nasce quindi Ferrovie dello Stato. Sul versante della finanza, i governi giolittiani approfittano del ristabilito valore della lira e operano un profondo risanamento finanziario. Ciò determina la conversione della rendita dei titoli di stato dal 4% al 3,5%. La comit finanziava le società ferroviarie, prima della nazionalizzazione, e le società metallurgiche, cantieristiche ed elettriche. La credit invece le imprese chimiche e siderurgiche. Le banche, in caso le aziende non riuscissero ad adempire al debito, diventano azionisti di quelle aziende indirizzando anche la politica industriale. Emergono inoltre le nuove imprese moderne con acapo i grandi capostipiti delle famiglie che segneranno le dinastie imprenditoriali del nostro paese. Si costituisce allora il capitalismo delle grandi famiglie che si affidavano alle banche per i finanziamenti e non alle borse. Nascono e si affermano industrie che vengono dallo stato come l'eridania e la cirio. Si forma inoltre un trust siderurgico formato dalla Terni-Ilva-Elba-Siderurgia Savoia e nel 1897 si forma la società di Piombino. L'industria cantieristica vede il suo massimo sviluppo con la nascita dell'Ansaldo e della Fiat. Si consolida inoltre l'industria elettrica e nacque la Edison la Sade e la SME. Crisi del 1907 Il 1907 però segna una decrescita dei prezzi per via di una sovrapproduzione e si notano gli elevati costi di produzione e la scarsa competitività internazionale delle industrie protette ed in particolare quella siderurgica. Ciò che si notò fu l'insufficienza della domanda interna. L'industriaper far fronte a questa crisi impose la formazione di un cartello che ne controllava l'85% della produzione. La crisi siderurgica invece impose l'intervento della banca d'Italia, la quale nel 1911 impose la formazione di un consorzio tra banche ed imprese. Le industrie salvate furono costrette a cedere in affitto i propri impianti all'Ilva. La crisi ebbe effetti drammatici anche per la società bancaria italiana che finanziava le industrie siderurgiche e fu salvata da un consorzio. Le difficoltà collegate alla crisi economica del 1907 e del 1913 inducevano i maggiori gruppi industriali a premere per una politica favorevole allo sviluppo degli armamenti. La guerra contro l'impero ottomano sul piano economico si tradusse in un'enorme dilatazione del debito pubblico. Si formò un gruppo di forze favorevoli all'entrata in guerra dell'Italia, questo perché ci fu la dissoluzione dell'illusione di

poter trarre profitto dalla neutralità rifornendo di prodotti industriali i paesi belligeranti. Questo gruppo di forze era formato da: il re, gli alti gradi dell'esercito, gli

Dettagli
A.A. 2019-2020
16 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giancarlobengy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Fornasari Massimo.