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TURISMO BALNEARE

Non è la prima forma di turismo che si afferma (la prima sono i pellegrinaggi), ma è quella che diventa, soprattutto a partire dall'età del turismo di massa, la più rilevante in termini quantitativi. Il discorso dell'utilizzo del mare inizia in un modo diverso da come lo consideriamo noi (ossia turismo estivo nei mari caldi), in quanto nasce nei mari freddi, ossia Mare del Nord (Inghilterra) e nei paesi che si affacciano sull'Atlantico.

Inoltre, anche la prima forma di utilizzo del mare in modo turistico nasce con finalità curative, non c'è idea di svago o divertimento, (anni 20/30 dell'Inghilterra) nasce come variante delle cure termali, si pensa che l'acqua del mare faccia bene, questo si inizia a pensare quando a Scarborough si infiltra l'acqua del mare fino a raggiungere le sorgenti termali e ci si accorge che fa bene. Un ruolo molto importante ce l'hanno i medici (Russell in...)

Inghilterra fa degli studi sul rachitismo). Altra cosa che decreta il successo, è che queste località diventano famose quando iniziano ad andarci i vip dell'epoca, cioè i reali che girano per l'Europa (alta nobiltà inglese va a Brighton). Il modello di queste località ricalca il modello delle città termali, c'è una struttura che è il Kursaal, staccata dalla spiaggia, che contiene i luoghi del ritrovo (ristoranti, biliardo) dove l'attività di relax e svago è importante, sono frequentate dall'aristocrazia e non c'è nessun utilizzo della spiaggia. Si ritiene che il sole non faccia bene e che chi è al vertice della società debba avere la pelle bianca. C'è di mezzo anche un grande cambiamento culturale (che si vedrà soprattutto nel caso della montagna): per tutta l'età moderna le persone avevano avuto una grande diffidenza nei confronti

della montagna e del mare, perché la natura era al di fuori del controllo dell'uomo e quindi erano ambienti pericolosi. A partire dall'800 c'è un cambiamento dal punto di vista culturale, inizia l'attrazione per questi ambienti, ma anche una visione di tipo salutistica e di tipo sportivo. Le cose iniziano a cambiare, soprattutto, quando arriva la ferrovia, le persone iniziano a spostarsi maggiormente, le località iniziano a essere raggiunte da un numero crescente di persone, arriva la classe media e negli anni 80 arrivano anche gli operai (che frequentano Blackpool). All'inizio, quando servono pochi soldi, i capitali possono essere messi dall'élite (proprietari terrieri e commercianti) della zona, quando la località cresce i soldi però non bastano più e arrivano i finanziatori esterni (Brighton viene costruita con capitali che vengono da Londra). Questo discorso di utilizzo del mare in località dove essoÈ freddo dura fino alla fine dell'800, quando diventa più rilevante la concorrenza dei mari caldi (Mediterraneo). Fino a qui si sta parlando di utilizzo del mare d'estate, e quindi in località che si affacciano sull'oceano (fa freddo d'estate, figuriamoci in inverno). Fino a metà dell'800 le località più frequentate alla moda erano affacciate sull'oceano, quindi dove si sfruttavano i mari freddi, ma d'estate ed erano località dove il fatto della valorizzazione del mare aveva portato a costruire molto, quindi molto urbanizzate. Si sviluppano tre aree: Mare del Nord: (modello Brighton) hanno finalità curative, sono quelle ad esempio olandesi, ma hanno meno successo delle località inglesi perché la concorrenza delle terme è enormemente più forte di quella che c'è in Inghilterra, qui c'è SPA, una delle località termali più alla

Moda di tutto l'800 Nord della Francia: Bretagna e Normandia, un caso interessante è quello di Dieppe che è un modello di stabilimento balneare, è una struttura polifunzionale, cioè consente di fare tante cose (biliardi, sale ricreative, giochi, ristoranti).

Nord della Spagna: soprattutto San Sebastian e Santander, da quando la famiglia reale spagnola e l'aristocrazia inizia a passarci dei momenti di relax.

Il discorso del Mediterraneo: inizia a metà dell'800, è un discorso diverso dall'idea che abbiamo in mente noi, fu scoperto dagli inglesi dal punto di vista turistico, quando arrivano nel Sud della Francia e iniziano a costruire ville, ma in un periodo diverso rispetto a quando vanno al mare in Inghilterra. Stanno nelle località termali fino a settembre, poi vengono a passare l'inverno nel Mediterraneo, dove il clima è più caldo. Loro vanno per curarsi (dicono che l'aria di mare fa bene per).

La tubercolosi, ma poi i medici di Montpellier parlano anche dell'utilità del sole), ma se prima ci andavano solo i malati adesso iniziano ad andarci anche gli aristocratici perché la Costa Azzurra è uno dei posti più belli dell'Europa. Quando arrivano i vip, arrivano i grandi alberghi, ma continua a essere un mare d'inverno. In queste località inizialmente i capitali sono stranieri (inglesi), quindi almeno all'inizio c'è una separazione fra comunità locali e turisti (es palese è Nizza dove vivono di pesca e agricoltura). Le cose iniziano a cambiare nel ventesimo secolo, ma ci sono già dei precedenti: i viaggiatori che vengono in Italia nel sud nel corso del 700 e nei primi decenni dell'800 notano che in quelle zone là, c'è un uso del mare diverso, non legato alle cure e utilizzato soprattutto d'estate per scappare dal caldo. Notano che la gente sta in mare per ore e che

Si diverte. Arriva l'apporto della scienza, che con gli studi certifica che sia l'aria, l'acqua e il sole fanno bene per vari malanni. Inizia a esserci un rapporto diverso con la spiaggia. Negli anni 20/30 del Novecento c'è una volta completa perché cambia il discorso dell'abbronzatura, che inizia a essere considerata una cosa appetibile -> si arriva al mare d'estate. Per quanto riguarda il Mediterraneo, per una fase che arriva fino alla Seconda guerra mondiale dal punto di vista turistico ci sono tre poli: (1) gli anglosassoni continuano a essere legati a un modello del mare d'inverno. I locali già dagli anni 20/30 del 900 vanno al mare d'estate, quindi c'è un (2) turismo locale d'estate. Molta importanza ha il (3) turismo locale domenicale del sud -> in questa condizione di allargamento del turismo balneare ha molta importanza il turismo sociale (terme), divenuto rilevantissimo con il fascismo (colonie).

C’è da dire però che la consacrazione del turismo balneare arriva con l'ultima stagione del turismo di massa, che vede milioni di italiani andare al mare d'estate, a cui si aggiungono tedeschi e inglesi (che abbandonano il mare d'inverno).

LA PERCEZIONE DELLA MONTAGNA TRA ETA' MODERNA E CONTEMPORANEA

Nel discorso del turismo montano, ancora più del turismo balneare, è il caso in cui si vede maggiormente l'influsso del flusso culturale, dell'inclinazione e dei gusti delle persone. Per secoli la montagna rimane ai margini perché si crea una contrapposizione fra la città, vista positivamente (ha il principio dell'ordine, con le terre attorno che diventano giardini), e la montagna, che è il contrario in quanto è un posto dove l'uomo riesce a incidere in maniera poco significativa, fa paura, ed è vista come il caos massimo che ci può essere in natura, Burnet dice che non capisce come Dio

Che è così bravo abbia potuto creare la montagna che è l'assoluto disordine. Si viene a realizzare un binomio negativo fra mare e montagna, che sono i due ambienti dove l'uomo si sente più indifeso e meno capace di controllare la situazione. Ci sono, per questo, moltissimi rimandi fra i due ambienti (il ghiacciaio più grosso sul Bianco si chiama merde glace, mare di ghiaccio, le onde sono paragonate a montagne liquide) -> c'è il disordine della montagna e del mare contrapposto all'ordine del mondo urbano, fatto di buone maniere. La percezione negativa della montagna e degli spazi montani, si riflette sull'idea che i cittadini hanno dei montanari, li credono più simili agli animali che agli uomini. A sancire la distanza è anche il regime alimentare, nell'età moderna sono convinti che latte e formaggi facciano molto male (questo conferma che i montanari siano bestie in quanto ne mangiano tantissimi).

I cittadini che attraversano le montagne sono pochi, cioè chi non ne può fare a meno, come i pellegrini, i mercanti e alcuni scienziati, mentre sono moltissimi quelli che dalle montagne vanno in città, scendono nelle grandi città migliaia di montanari che vanno a fare una serie di lavori in cui sono specializzati (muratori, facchini), i cittadini hanno conferma delle loro ipotesi negative in quanto è gente da evitare perché bestemmiano etc. C'è coincidenza fra lo stereotipo e il contatto diretto fino al XVIII secolo, quando c'è un cambiamento di tipo culturale che non ha niente a che fare con la realtà della montagna, perché ora questo stereotipo diventa positivo: c'è cambiamento della percezione della montagna, dal punto di vista culturale si sommano tante cose: (1) di tipo filosofico ed estetico, viene avanti all'inizio del '700 l'estetica del sublime, che dice che questi spazi enormisonobellissimi; (2) di tipo ideologico, legato all'illuminismo, fatto soprattutto da Russeau(svizzero) che crea il mito del buon selvaggio: secondo la tradizione l'uomo attraversa due fasi, prima e dopo la civiltà, la prima fase è sempre stata vista negativamente, mentre le cose cambiano quando arriva la civiltà. Russeau ribalta la situazione e dice che lo stato ideale migliore per l'uomo è quello di natura (in armonia con ciò che lo circonda senza conflitti), dicendo che l'introduzione della civiltà rovina tutto -> il montanaro inizia a essere visto positivamente; (3) di tipo politico, che viene avanti quando Napoleone conquista la maggior parte dell'Europa, ed emerge il mito politico della Svizzera, che ha un ordinamento di tipo repubblicano ed è libera grazie al fatto che i suoi abitanti sono montanari non corrotti dalla civiltà. È dunque un altro stereotipo, solo che questa volta è positivo. Uno

Uno sguardo più oggettivo sulla montagna nel XVIII secolo ce l'hanno gli scienziati che parlano di come si è sviluppata la terra e sulla sua origine.

Dettagli
A.A. 2019-2020
110 pagine
3 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simona.romerio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica del turismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Mocarelli Luca.