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TURISTA TURISTA RELIGIOSO PELLEGRINO
MOTIVAZIONE MOTIVAZIONE MOTIVAZIONE
Divertimento Cerca significati Cerca Dio
Evasione Incontra la divinità Si stacca dal mondo
Edonismo Curioso e riflessivo Persegue la sobrietà
Rilassamento Ama arte e cultura Crescita interiore
PREVALENZA PREVALENZA PREVALENZA
Umano Umano-divino Divino
Profano Sacro-profano Sacro
Dopo la massiva diffusione di forme di turismo consumistiche e legate ai cosiddetti non-luoghi (=
luoghi senza connotati identitari, ma studiati a tavolino) come le cosiddette cattedrali del
consumo, ossia i centri commerciali, c’è una forte ripresa del pellegrinaggio dovuta ad
un’insoddisfazione legata ad una società troppo consumistica.
Oggi il pellegrinaggio si riscopre come forma di turismo lontana e all’opposto di queste forme,
proprio per allontanarsi dal consumismo e staccare la spina.
I viaggi legati alla salute
La ripresa del termalismo
Durante il Medioevo le terme (che ai tempi dei romani erano rilevantissime) subiscono una
battuta d’arresto in quanto danno troppa importanza al corpo e non all’anima ed in più non era
accettabile la nudità moralmente in quanto sono molto vicini al peccato (corpi nudi).
Nell’età moderna c’è una ripresa delle terme in Europa, a partire dal XV secolo per alcuni motivi in
particolare:
• Con la diffusione dell’umanesimo vi è una rivalutazione del corpo e della sua
cura;
• Cambiamento della posizione della Chiesa circa le acque, idea di purificazione ed
espiazione;
• Importanza dei medici e dei loro trattati, prevale l’aspetto curativo.
Questa ripresa dura un paio di secoli (‘400-‘500) ma nel Seicento vi è un nuovo stop per la crisi
economico-demografica (peste) e per i cambiamenti dei gusti dell’upper class (la caccia diventa
l’attività preferita).
La ripresa dell’attività nel ‘600 non accade solo in Italia, ma anche in Europa:emergono località
termali come Baden (Germania), Spa (Belgio), Plombieres (Francia), Karlsbad (Germania) e anche
Inghilterra (dove erano vietate fino al 1534 dal re Enrico VIII perché le considerava legate al
cattolicesimo e lui si stava scindendo dalla chiesa, ma quando si accorgono che le famiglie nobili
continuano a frequentare terme non inglesi, si accorgono che c’è domanda e riprendono).
La rivoluzione di Bath
Nel 1596 inizia lo sviluppo di Bath (già sfruttata ai tempi dei romani), dopo il trattato del medico
Turner (che scrive libro sulle proprietà curative dell’acqua di bath) e grazie alle opere di Pembroke
(un nobile locale che possiede gran parte dei terreni intorno alle sorgenti termali).
Nella prima fase è ancora una località rudimentale (villette, no servizi ricreativi, no fogne, il
comune sistema le fonti per renderle fruibili); Nel XVII secolo iniziano le prime strutture ricettive e
i primi piccoli stabilimenti termali intorno alle fonti (il medico e le comunità locali sono due tasselli
fondamentali per lo sviluppo di una località turistica).
Il XVIII è il secolo d’oro per i miglioramenti apportati alle strade (quindi diventa facilmente
raggiungibile), e per il boom di investimenti che trasformano le città.
Una grande innovazione che poi viene esportata in tutta EU: da terme a città del loisir/svago con
tre caratteristiche:
• Creazione dei parchi termali (non solo piccoli stabilimenti, ma anche altre strutture come
parchi con fontane, passeggiate, giardini..)
• Creazione delle strutture ricreative (teatri, caffè, locali da ballo.. perché si sta poco tempo
dentro l’acqua termale e quindi si pone il problema di cosa fare al di là della pratica
termale, tra una seduta e un’altra)
• Costruzione dei grandi alberghi (perché la clientela è molto esclusiva).
Si entra in una fase dove le località sono il luogo dove si va per relax e divertimento (aspetto
curativo importante ma in secondo piano).
Bath ha tanto successo:
- per i negozi esclusivi (località esclusiva per clientela esclusiva),
- lo svago,
- la presenza dell’alta società,
- la posizione, in quanto è né troppo vicina né troppo lontana da Londra che è il centro più
importante della domanda inglese (nel 1680 60 ore, nel 1800 solo 10 ore).
Il declino del XIX secolo concorrenza del mare, che viene utilizzato freddo ed ha le stesse finalità
curative delle terme, e cambio di clientela, arriva una fascia di clienti più bassa perché i nobili
preferiscono le terme dell’Eu continentale e non inglesi.
Il secolo d’oro delle terme
Già nel XVIII secolo ripresa e splendore del settore termale (Goldoni 1753, “I bagni di Abano”) ma
è il XIX quello del massimo splendore. Le terme si inseriscono infatti nel circuito di turismo
“aristocratico” (inverno nel Mediterraneo, estate alle terme o in Svizzera in montagna) e quindi le
più note sono in Europa centrale (Spa, Vichy, Baden, Kissingen, ecc.) e non sono necessariamente
quelle con le acque migliori, ma quelle alla modo con svago e divertimento fondamentali.
A fine secolo sono in gran voga le località termali montane (es. Merano frequentata dalla
principessa Sissi) e si sviluppa la talassoterapia, il termalismo marino (all’origine del moderno
turismo balneare).
A metà Ottocento la moda delle terme sono al culmine (quindi si affermano località come parchi,
giardini, luoghi d’incontro e lussuosi alberghi) e le finalità curative vanno declinando, vengono
superate dalle motivazioni turistiche cioè offrire ai clienti svago e mondanità.
“Se le terme sono molto frequentate è perché il malato spera di trovare nelle acque quel che ha
cercato invano negli altri tipi di cura. Il benportante spera di trovare nella compagnia dei presenti
un’alternativa alla monotonia della vita domestica (=svago); il giocatore spera che la fortuna gli
sorriderà (=casinò), la civetta spera in qualche pretendente, il dandy in qualche conquista, la zitella
in un marito”.
Dopo la prima guerra mondiale nuova trasformazione: arriva la scienza moderna e si analizzano le
caratteristiche delle acque e quindi ci sono legami universitari (l’università certifica i benefici delle
terme, non più i libri medici) e “termalismo sociale” con l’inserimento delle cure termali nel
servizio sanitario nazionale SSN; inoltre al concetto di cura si affianca quello di benessere con una
vastissima offerta tra attività fisiche e trattamenti per le cure del corpo, percorsi e piscine termali
(attrae chi sta bene-senza malattie gravi- ma vuole rilassarsi e stare meglio).
Nel secondo dopoguerra le terme si rinnovano ulteriormente, restando forti sul versante delle
cure e della ricerca scientifica, ma si risponde anche alla nuova domanda di benessere e salute.
Diventano quindi vere e proprie oasi di relax dove il benessere delle acque termali si fonde con il
piacere del soggiorno.
Lezione 11 16/11/15
I viaggi legati all’istruzione
Hanno un primo avvio con la ripresa economico medievale, all’inizio erano soprattutto le persone
di Chiesa che si spostavano per insegnare a chi poteva permetterselo (Clerici vaganti), via via
iniziano a nascere luoghi fisici dove studiare, le università.
Tra il 16° e il 17° secolo la cultura araba era la più progredita e avanzata, per questo viene fondata
la prima università a Fez (859) e poi quella de Il Cairo (988).
La prima università fondata in Occidente è quella di Bologna (1088); è una struttura molto
complessa in quanto arrivavano studenti da tutta Europa, per questo viene organizzata in nazioni e
subnazioni; le discipline più praticate sono la teologia, il diritto, la filosofia e la medicina. In questa
fase gli studiosi cercano di seguire soprattutto le orme degli antichi studiosi greci.
Nel 1218 è la volta dell’università di Salamanca, (che nel 16° secolo conta quasi 7000 studenti) è
molto importante in quanto è un tramite del passaggio della cultura araba in Europa. Nel 1222
nasce a Padova, e tra il 16° e 17° secolo si afferma come una delle più importanti università dal
punto di vista scientifico (Morgagni e Galileo). Da studio particolare a studio generale.
Dopo la Riforma della Chiesa inizia a farsi strada una mentalità più laica, questo incoraggia la
ricerca scientifica e gli esperimenti; però il peso della Chiesa è ancora molto opprimente, per
questo il primato della ricerca va all’Inghilterra.
Il grand tour nel XVI-XVII secolo
Importanza e influenza dell’umanesimo (uomo al centro della storia, cerca luoghi d’arte e cultura,
e non più luoghi sacri-non più pellegrinaggi ma crescita personale).
Il Grand Tour è un’usanza, che diventa via via un’istituzione sempre più importante.
Ruolo degli inglesi: Viene svolto soprattutto dai giovani (20-25anni) rampolli inglesi appartenenti
alla upper class, si parte soprattutto per confrontarsi con chi è più istruito, chi ha altre culture,
usanze, per ampliare le proprie vedute, per arricchire lo spirito, per forgiare le buone maniere e
per rimuovere i pregiudizi.
Non utilitarismo ma curiosità.
Durano due o tre anni e la meta privilegiata è l’Italia, ricca di cultura e punti di interesse artistici.
Questi giovani vengono accompagnati nel loro viaggio dagli istitutori.
Nascono le prima guide di viaggio, intese come scritti che indicano la strada che è meglio seguire
( parola provenzale guis cammino).
Nel 1552 Estienne pubblica La guide des chemins de France; la Francia era molto un paese di
transito per l’Italia.
R. Lassels nel “Italian Voyage”(1670) adotta per primo il termine Grand Tour, e sulla falsa riga di
questo si conierà il neologismo Petit Tour, un giro più breve che si affermerà in seguito (es. giro del
nord Italia).
In quei secoli c’è un indiscusso primato dell’Italia, infatti l’Italia si afferma come il “paese delle 100
città” perché è un paese che non ha solo una capitale ma ha una ricchezza urbana con svariate
città disseminate in tutto il territorio, e corti che vantano i più famosi e bravi artisti; questo
contribuisce al diffondersi del Rinascimento (nomi italiani primato in molti ambiti culturali).
Roma è il centro del mondo per il suo grandissimo patrimonio culturale (soprattutto perché amore
per l’antichità classica e disprezzo per il medioevo); molto spesso è l’ultima tappa per chi visita la
nostra penisola, in quanto facevano Milano, Firenze, Roma e poi Venezia (primato editoriale
d’Europa). Solo in pochi s