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Il Giappone
Il Giappone è l'unico paese asiatico ad industrializzarsi. Viene definito paese feudale fino ad un momento in cui il feudalesimo in Europa non c'è più per le sue caratteristiche molto simili all'Europa feudale, per quanto riguarda la politica. Dal 1693 il Giappone si era chiuso a qualsiasi contatto con l'Occidente e solo gli Olandesi potevano attraccare in Giappone e commerciarvi, sotto un controllo serrato delle autorità giapponesi.
Gli olandesi si erano proposti per primi alle autorità per l'importazione di armi da fuoco e munizioni, di cui il Giappone era molto povero e di cui necessitava. Per questo viene garantita loro la possibilità di commerciare, dando loro la disponibilità di un'isola su cui potevano vivere e commerciale. Per questa chiusura, il Giappone aveva preservato una cultura feudale molto forte, caratterizzata da una forte divisione in classi e dal ruolo semidivino.
dell'imperatore. L'economia feudale era fondata sull'agricoltura e alla base della dieta alimentare c'era il riso, che si affiancava ad altri cereali come soia e orzo e molto forti erano anche le coltivazioni di tè. Chi abitava sulle coste integrava questa alimentazione integrale, di verdure, riso e cereali, con il pesce, mentre chi abitava all'interno tendeva ad avere una dieta estremamente povera, ma che ha garantito al Giappone per centinaia di anni un primato per aspettativa di vita, tanto che il Giappone è inserito tra le cosiddette "zone blu", in cui l'alimentazione è caratterizzata da alimenti integrali perlopiù vegetali, che garantivano una bassa incidenza di malattie cardiocircolatorie.
Per quanto riguarda l'economia, chi abitava sulle coste poteva integrare il settore primario basato sull'agricoltura con la pesca e il commercio di pescato, mentre chi abitava nei territori interni poteva integrare
Il proprio reddito con produzioni artigianali, soprattutto tessili, come cotone, canapa e seta. Per quanto riguarda le produzioni, il livello è poco più che di sussistenza e comunque destinato ad un commercio regionale. Solo nell'attività estrattiva e nella produzione del sakè esistevano le cosiddette produzioni accentrate. Queste manifatture erano controllate dalla classe nobiliare e dagli himio. Per quanto riguarda le produzioni artigianali, naturalmente presenti anche in campagna, erano tuttavia tipiche dell'ambito urbano come in Europa, e all'interno vi operavano artigiani e mercanti organizzati come in Europa incorporazioni a numero chiuso. La popolazione vive in un contesto rurale per l'80%. L'isolazionismo nipponico, che inizia alla fine del 1600, termina a metà 1800, quando una corvetta americana comandata dal comandante Perry entra in porto a Edo (Tokio).
con un piccolo contingente militare guidato portava l'arichiesta degli USA, che nel 1848 avevano conquistato la California, di avvio di rapporti diplomatici. Per rapporti diplomatici, gli USA intendevano uno scalo sulle coste giapponesi per la linea navale appena avviata tra San Francisco e Shanghai. Si trattava dunque di una richiesta economica. I Dahimio, la classe nobiliare, si espresse contro l'arichiesta americana, ma l'imperatore decise di concedere agli americani di risiedere e commerciare in Giappone, con strategie adottate con gli Olandesi, ossia la possibilità di risiedere era limitata a due porti. Questa apertura fu però non l'unica, tanto che tra il 1854 e il 1859 altri stati occidentali come Russia, Francia, Olanda e Portogallo imposero dei trattati simili a quello americano. Per concludere questo periodo di prime aperture giapponese ai mercati internazionali, nel 1864 lo Shogun firmò un trattato che aboliva l'autonomia doganale del.Giappone: il Giappone fa un accordo estremamente sconveniente alla sua economia, cedendo di fatto parte della propria sovranità agli USA, dato che accettano di imporre alle merci in entrata un massimo di 5% di dazi, un valore irrisorio. Questo cambiamento legato al commercio internazionale comincia a dissestare gli equilibri giapponesi: il Giappone vede uscire le proprie riserve auree, che tenevano l'economia in equilibrio, e aumentare il disavanzo della bilancia commerciale: importa molto più di quanto esporta. Legato all'uscita delle riserve auree e l'aumento delle importazioni vediamo un deprezzamento della moneta, con il contestuale rialzo dei prezzi.
Questa destabilizzazione dell'economia giapponese portò ad uno scontro interno, di fatto una guerra civile di 3 anni che sconvolge il paese e si concluse nel 1871 con l'imperatore che torna a riprendere la sua carica.
Conseguenze:
- la guerra fa in modo che vengano meno le strutture feudali,
A quello europeo, se non per l'istruzione, ispirata al sistema tedesco. Anche in agricoltura, oltre che in industria, lo sviluppo tende ad essere peculiare e avviene dal 1870, dalla fine della guerra civile e vede:
- La vecchia classe fondiaria, espropriata delle terre, dedicarsi alla finanza privata
- I terreni coltivati da contadini capitalisti, che vanno con la tassazione a finanziare investimenti pubblici
Il contrario di quanto accade in Europa: in periodo napoleonico viene riformato anche il diritto ereditario. In Giappone si fa il contrario e negli anni 80 del 1800 viene varata una legge che permette la trasmissione dei possedimenti fondiari ad un solo erede per fare in modo che i terreni giapponesi non siano troppo frammentati e che dunque siano detenuti da soggetti che detengano un certo capitale.
L'ultima caratteristica sul piano rurale è che il coltivare con maggiore resa la terra porta alla
liberazione di manodopera con due direzioni:
- Spostamento verso le città e dunque fornitura di manodopera alle industrie cittadine
- Parte di popolazione che rimane in contesto rurale andando a lavorare in imprese e industrie che in Giapponesi costituiscono anche in aree rurali a differenza di quanto avveniva in Europa
Per quanto riguarda le aziende, l'economia privata si organizza in forma di società finanziarie in accomandita per azioni, che controllavano un gran numero di aziende minori. Queste aziende erano collegate secondo il modello del clan familiare, in mano dunque a grossi gruppi familiari. Il capo famiglia comandava la compagnia più grande, mentre gli altri familiari erano a capo di aziende più piccole comunque collegate all'azienda madre. Se un membro della famiglia decideva di non entrare in una delle aziende famigliari, entrava in politica, con l'ovvio fine di favorire le aziende di famiglia (lobbista).
Questo sistema chiamato Zaibatsu,
da un lato accentrava la proprietà e la ricchezza in mano a poche famiglie, ma dall'altro aveva fatto in modo di vedere quella diffusione delle attività produttive su tutto il territorio, anche in ambito rurale, perché queste imprese tendevano a non concentrarsi in città. Col passare del tempo questo accentramento finanziario e di potere aveva fatto sì che appena 8 Zaibatsu controllassero metà del capitale investito nel paese. Tra queste, le più antiche 4 sono: - Mitsui - Mitsubishi - Sumitomo - Yasuda Si tratta di gruppi tutt'oggi operanti. A questi se ne aggiunsero altri, oggi ancora più conosciuti, come Kawasaki, Nissan, e Suzuki. Il modello giapponese riusciva a concentrare il potere finanziario in maniera molto forte e a disperdere le attività produttive su tutto il territorio. Il perché è legato alla mentalità che questi grandi proprietari di Zaibatsu avevano: evitare con tutti i mezzi la concentrazione del potere in un'unica zona geografica.concentrazione della manodopera nei sobborghi cittadini, perché grazie al vantaggio di arretratezza avevano non solo osservato l'evoluzione tecnologica degli altri paesi ma anche i problemi che si erano sviluppati e avevano capito che concentrare la manodopera nei sobborghi avrebbe comportato gli stessi.