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USA.

Accorciare le vie di navigazione aveva un enorme beneficio sui noli (spesa che si pagava per caricare le

merci a bordo delle navi) e se si abbatte il costo del trasporto, si abbatte anche il costo generale della

merce (il prezzo di vendita sarà più basso): questo abbattimento dei costi del nolo fu accompagnato anche

dalle nuove tecnologie (ad esempio tecnologie di raffreddamento) che favorirono il commercio di merci che

prima erano difficilmente spostatili (merci deperibili).

L’Europa, che esporta manodopera e capitali, vuole qualcosa in ritorno dalle colonie e le rende esportatrici

di materie prime grezze non lavorate (es. materiali minerari e grano) che vanno a nutrire la popolazione

europea in costante crescita.

Con i (pochi) soldi guadagnati dall’esportazione delle materie prime questi paesi riescono a diventare

consumatori delle industrie europee.

Insieme a prodotti minerari e grezzi si esportano i tipici prodotti coloniali che hanno reso l’Europa fin

dall’700 dipendente dalle proprie colonie: tabacco, zucchero, caffè, cacao e la gomma (?).

Tuttavia, le colonie dagli anni ’70 dell ‘800 iniziano a incontrare un piccolo problema per le esportazioni in

Europa: l’Europa inizia ad erigere barriere doganali e innalza i dazi proprio su quei pochi prodotti coloniali

che davano più guadagno alle colonie.

Ciò poca i paesi coloniali a cercare di diversificare le proprie produzioni: per esempio la Giamaica, uno dei

più grandi esportatori di canna da zucchero, incontra difficoltà a esportare in Europa e decide di buttare su

un prodotto che ancora non è gravato da dazi ovvero le banane dunque comincia una monocoltura di

banane sul proprio territorio.

Le colonie si adattano in due modi alle azioni daziarie europee:

1. cambiando coltivazione (cambiando il prodotto da esportare)

2. cessando completamente la produzione di alcuni materiali

La specializzazione produttiva avviene in maniera generalizzata nel mondo coloniale (non solo in Giamaica)

portando il mondo coloniale a esportare quei pochi prodotti che era possibile coltivare a quelle latitudini:

ciò portò a un livellamento verso il basso dei prezzi che compromise ancora di più le economie coloniali.

La problematica dei grani economici che venivano dall’estero (es. Francia che dice di entrare in un regime

liberoscambista ma si ritrova in difficoltà poiché i grandi esteri sono molto più economici) fu una

problematica che coinvolse tutta l’Europa che se da un lato permetteva ai consumatori di accedere a grani

a minor costo, dall’altra portava l’agricoltura, su cui molti paesi ancora si basavano (Italia), in crisi.

Per limitare tutto questo, i governi decisero dunque di imporre dazi sull’importazione di grani che furono

aumentati fino al 125% rispetto a prima facendo innalzare i prezzi per il grano.

Le guerre daziali avvengono quando un paese innalza le priore barriere doganali e tutti gli altri seguono

effetto domino. !

20

Queste politiche protezionistiche sempre più forti furono applicate soprattutto da quei paesi in via di

industrializzazione o con un’economia ancora arretrata, una delle eccezioni fu la Germania.

Anche un paese come gli USA iniziò ad applicare forti dazi doganali e l’unico paese che rimane

liberoscambista è la Gran Bretagna: questo fu perché la popolazione inglese non accettava di veder

aumentare i prezzi dei beni a causa di politiche protezionistiche di stile europeo.

Si viene a creare un dualismo a livello globale: Gran Bretagna e colonie britanniche (libero scambio) VS il

resto del mondo (politiche protezionistiche intense su merci in entrata).

Il sistema per cui i paesi applicano dazi molto alti si definisce nazionalismo economico e fino alla prima

guerra mondiale prevale sulla libera concorrenza.

Qual né il riodo dello Stato nello sviluppo economico? Per proteggere i settori in via di sviluppo economico

nei propri confini, vuole erigere barriere daziarie. Questo lo sia fa per due motivi:

1. La promozione di infrastrutture (ferrovie, canali, strade, …)

2. L’incentivazione di alcune industrie strategiche (siderurgia in primis) perché per costruire navi e ferrovie

ho sogno di materiali minerari, così non li devo comprare (diventa costoso perché ho dazi da me imposti

ahah lol)

Questo intervento dello Stato va a proteggere quei settori meno strategici e ricchi e meno efficienti (per

l’Italia, l’agricoltura, fondamentale ,a meno efficiente).

Da un punto di vista aziendale, visto che non è possibile importare per la grande quantità di dazi, l’azienda

estera apre filiali nel paese a cui vuole vendere dove produrrà e non sarà soggetta a dazi: questo fu

fondamentale perché questi sedi estere (spesso cartelli internazionali che stabilivano controllo

sovranazionale su prezzo, qualità e guadagni), con i prodotti, esportano anche tecnologie conoscenze nel

paese in cui mettono lo stabilimento e fanno sorgere produzioni che da sole non sarebbero nate.

Fu fondamentale per la trasmissione delle conoscenze da un paese all’altro.

In questo periodo cambia anche però l’equilibrio di sviluppo economico perché a fine ‘800 inizio ‘900 il

nuovo colosso industriale è la Germania e questo è stato possibile grazie alla manodopera specializzata

(data dall’istruzione garantita): l’investimento dell’istruzione nelle scuole tecniche ha permesso di superare

la Gran Bretagna dove la formazione avveniva sul posto di lavoro e dunque era più pratica e meno teorica.

L’Inghilterra però rimane il primato finanziario (capitali).

Gli USA ancora non ottengono un primato internazionale perché, seppur avevano una crescita economia

esponenziale, la forte crescita della popolazione e l’enorme entità territoriale facevano in modo che il

grosso della produzione venisse ancora consumato all’interno dunque facendo molta fatica ad esportare

poiché il mercato interno è vestissimo.

Nei secoli precedenti il continente europeo conquista gli altri e diventa egemone e questo è vero per

quanto riguarda l’epoca preindustriale soprattutto per Spagna e Portogallo (primi colonizzatori) tuttavia, nel

corso di ‘600 e ‘700, vediamo che l’equilibrio coloniale tende a spostarsi verso i paesi più settentrionali

(Francia, Olanda e Gran Bretagna).

Da un punto di vista dei colonizzati abbiamo un cambiamento molto forte delle colonie europee: si passa

da Americhe e Asia all’Africa, che viene spartita nel corso della seconda metà dell’800.

Questa spartizione viene fatta in contemporanea a due fenomeni: la guerra daziaria (protezionismo) e la

corsa agli armamenti.

Per descrivere questo clima parliamo di imperialismo.

L’IMPERIALISMO

ASIA: nonostante l’eurocentrismo è rimasta l’economia più avanzata del mondo perché da qui venivano

tutti i prodotti che gli europei volevano (sete, ceramiche, spezie), le tecnologie che gli europei volevano

!

21

(lavorazione de cotone, costruzione di canali) ed è per questo che gli europei ad un certo punto decidono

di provare a sfruttare in maniera diretta questi territori che prima del ‘600 esportavano senza essere

colonizzati.

Gran Bretagna e Olanda decisero di provare a saldare l’intermediazione italiana e araba e andarsi a

prendere i prodotti direttamente in India e l’Inghilterra lo fa fondando delle compagnie privilegiate

chiamate anche Compagnie delle Indie (fondate a inizio ‘600, diventeranno il braccio commerciale-armato

dei futuri imperi coloniali).

I primi paesi che vengono toccati dalle conquiste inglesi e olandesi sono soprattutto l’India, la Malesia e le

Isole delle spezie.

Si continua la conquista del continente asiatico andando verso la Cina, esportatrice di sete e ceramica

insieme alle più svariate innovazioni (carta e polvere da sparo), e la sua conquista comincia con la così detta

Guerra dell’oppio, guerra fondamentale poiché gli inglesi riescono ad inserirsi in Cina, che in quel

momento cede poche diversa da problemi politici interni.

Due furono gli effetti della guerra: gli inglesi si presero Hong Kong e con la forza riuscirono ad ottenere dei

privilegi di esportazione nei porti cinesi.

Data la vastità dell’impero britannico, la Gran Bretagna decise di non applicare un governo diretto sulle

colonie e invece creò delle forme di governo autonomo limitato nelle colonie dove erano presenti ufficiali

inglesi: queste forme di governo con limitata autonomia vengono chiamate dominions e il più grande

venne creato nel 1858 ed è il dominion indiano.

A differenza dell’Inghilterra, la Francia, che prese l’Indocina, applicò un colonialismo diretto senza

intermediari.

Le potenze iberiche, ossia Portogallo e Spagna, non sono messe particolarmente bene.

Uno dei territori a cui la Spagna teneva di più, le Filippine, vengono conquistate dagli USA nel 1898: la

Generazione del ’98 in Spagna parte dalla problematica della perdita dell’Impero.

Il Giappone si industrializza come fosse parte dell’economia europea e fa parte dunque dei second comers,

si industrializza dalla seconda metà dell’800.

Il Giappone è il primo a industrializzarsi in Asia, soprattutto per i rapporti con gli USA.

Un’altra eccezione (anni 60-70 del ‘900) sono le cosiddette quattro tigri asiatiche: Hong Kong, Corea,

Taiwan e Singapore.

AFRICA: vede nel corso dell’800 la spartizione del proprio territorio tra le potenze europee.

Una grossa fetta del commercio coloniale era il commercio di persone (tratta degli schiavi e schiavitù abolite

in Europa negli anni 30-40 dell’800.

In Africa o si depredavano le risorse sul territorio o si utilizzavano gli schiavi per l’acquisizione di altre

materie prime in altri continenti.

L’Africa iniziò ad essere spartita tra le potenze europee da un punto di vista legale nella Conferenza di

Berlino (1884-85):

Tra Germania e Belgio per quanto riguarda il Congo e l’Africa centro-meridionale

• Italia non partecipa a spartizione per questioni di prestigio internazionale richiede dei territori: Eritrea,

• Somalia e poi Libia e Etiopia

Perché ci si spartisce l’Africa?

Aumento della popolazione ossia bisogna fare in modo che la gente emigri (serve un’ulteriore

• valvola di sfogo)

Dall’Africa si potevano esportare tutte le materie prime (cereali, oro, pietre preziose, tabacco, spezie)

• e nel corso di 20 anni le esportazioni aumentano in maniera esponenziale in concomitanza con la

spartizione dei territori africani.

DIVERSIFICAZIONE COLONIALE !

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Ci sono tre processi che hanno condizionato la diversificazioni dei prodotti importati dalle colonie:

1. Il fatto che l’Europa si stia industrializzando e abb

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elettragugole di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Montemezzo Stefania.