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Estratto del documento

I panni delle Fiandre erano tessuti di lana grossa, con un buon mercato in Europa, che si

convertirono nel principale prodotto di esportazione nel Medio Oriente attraverso i porti

italiani.

L’Italia e le Fiandre continuarono a essere i grandi centri commerciali durante tutto il

medioevo, ma dopo la Peste Nera ne apparvero di nuovi. I principali furono l’Inghilterra, le

città anseatiche (Amburgo, Lubecca e Colonia), la Germania del sud e la zona compresa

tra lo stretto di Gibilterra e la foce del Tago. L’Inghilterra nel quattordicesimo secolo

cominciò a esportare tessuti a buon mercato, mentre i suoi marinai si trasformarono nei

principali trasportatori internazionali. La Germania del sud si sviluppò grazie alla sua

posizione a metà strada tra le Fiandre e Venezia, ma acquistò importanza soprattutto per

la sua enorme ricchezza mineraria, specialmente di argento

Le grandi scoperte permisero una relativa integrazione del commercio mondiale in uno

spazio che copriva gran parte dell’Europa, zone concrete delle coste dell’Asia e

dell’America e più tardi anche dell’Africa. I paesi che avviarono l’espansione europea

furono Portogallo e Castiglia, seguiti nel diciassettesimo secolo da Olanda, Gran Bretagna

e Francia. Le zone di espansione del Portogallo e della Castiglia erano molto diverse e

pertanto si differenziarono anche le forme di colonizzazione.

La Castiglia non trovò in America una vita commerciale organizzata; lo sfruttamento del

nuovo continente si basò sul saccheggio, sull’occupazione del territorio e sulla

sottomissione o sull’annichilimento degli indigeni e, più tardi, sull’organizzazione della

produzione.

Il Portogallo invece organizzò lo sfruttamento delle colonie come una impresa

commerciale: si trattava di portare in Europa i prodotti dell’India a un prezzo migliore di

quello della rotta tradizionale del Medio Oriente.

Il principale problema era come pagare gli acquisti: le manifatture europee offrivano pochi

prodotti appetibili per il commercio orientale. Un finanziamento sufficiente fu possibile solo

con l’arrivo dei metalli preziosi dall’America (oro e soprattutto argento). Il metallo prezioso

americano fu l’elemento decisivo per l’integrazione commerciale mondiale.

A partire dal diciassettesimo secolo il commercio europeo e lo sfruttamento delle altre parti

del mondo subirono cambiamenti sostanziali. L’abbondanza dell’argento provocava una

perdita di valore che si traduceva in un aumento dei prezzi (la rivoluzione dei prezzi)

mentre la sua produzione risultava sempre più cara, sia perché il minerale si doveva

estrarre da maggiore profondità sia perché l’abuso aveva fatto scomparire gran parte della

manodopera indigena.

Proprio quando gli arrivi di argento in Europa si stavano esaurendo le uscite cominciarono

ad aumentare rapidamente. La ragione principale è la rottura dell’anteriore monopolio

transoceanico di Castiglia e Portogallo in favore dei paesi del nordovest: Olanda,

Inghilterra e Francia.

A partire dalla Peste Nera, sia l’Inghilterra che i Paesi Bassi avevano sperimentato una

crescita economica superiore a quella del resto d’Europa, con un forte incremento del

lavoro salariato, della specializzazione e dell’innovazione. Questi progressi resero i loro

prodotti altamente competitivi.

In questo contesto l’Olanda attaccò le colonie portoghesi tanto in Brasile come nell’oceano

indiano. I principali vantaggi ottenuti dagli olandesi furono la scoperta di un percorso più

diretto verso le isole delle spezie, un migliore ordinamento del commercio e soprattutto

l’occupazione e lo sfruttamento del territorio.

Sia l’Inghilterra che la Francia imitarono prontamente la via olandese.

Lo sfruttamento delle colonie restò principalmente nelle mani di grandi compagnie

commerciali privilegiate, che ben presto si convertirono in società di capitali, cioè nelle

prime società anonime. Le principali compagnie commerciali privilegiate furono le

compagnie olandese e inglese delle Indie Orientali.

Accanto alla creazione delle grandi compagnie, a partire dal 17esimo secolo il principale

strumento di sfruttamento coloniale fu l’organizzazione della produzione, basata

soprattutto sulle piantagioni. Si tratta di grandi coltivazioni dedicate alla monocoltura di un

prodotto con domanda in Europa, realizzate con manodopera schiava o soggetta. I

principali prodotti di piantagione furono in un primo momento lo zucchero, il cacao e

l’indaco, più tardi il tabacco e il cotone.

In America l’irruzione dei conquistatori aveva provocato una grande diminuzione della

popolazione, d’altra parte gli indigeni americani, abituati a economie poco esigenti in

lavoro, mal sopportavano quello forzato nelle piantagioni, per cui queste dipesero dal

traffico di schiavi deportati dall’Africa.

Il traffico di schiavi nel 16esimo secolo era monopolio portoghese, che agli inizi del

17esimo secolo venne rotto dagli olandesi e nella seconda metà dello stesso secolo dagli

inglesi e dai francesi.

In Asia le piantagioni arrivarono molto più tardi in quanto la Compagnia Olandese delle

Indie Orientali organizzava a proprio vantaggio anche la produzione degli indigeni:

assicurava l’autorità dei piccoli monarchi locali in cambio di forti tributi.

Con l’organizzazione della produzione nelle colonie il commercio mondiale comincia a

basarsi più sulla quantità venduta che sui guadagni unitari: è l’inizio del commercio di

massa.

A partire dalla metà del 17esimo secolo l’Olanda cessò rapidamente di essere l’economia

predominante, soprattutto a causa delle politiche mercantilistiche ostili della Gran

Bretagna e della Francia. Il principale motivo della sua decadenza furono i Navigation Acts

del Regno Unito (1651) che permettevano di introdurre merci in Gran Bretagna solo alle

navi inglesi o del paese di origine dei prodotti, eliminando così il ruolo dei trasportatori

olandesi.

Come conseguenza del malessere creato da queste misure discriminatorie si verificarono

3 guerre commerciali tra Gran Bretagna e Olanda. Da parte sua la Francia aumentò le

imposte alle navi olandesi per attraccare nei suoi porti e addirittura tentò di invadere

l’Olanda. Questa riuscì a resistere agli attacchi, ma la sua economia ne risentì fortemente.

Il predominio commerciale nel futuro sarebbe stato della Gran Bretagna, l’Olanda sarebbe

restata dietro alla Francia, ma Amsterdam avrebbe continuato ad essere la prima piazza

finanziaria del mondo.

La superiorità commerciale inglese fu dovuta in gran parte all’uso deciso della capacità

legislativa e perfino della violenza per favorire la sua economia, un altro fattore importante

fu l’alleanza con il Portogallo. La Gran Bretagna divenne anche la potenza dominante in

Asia grazie principalmente all’occupazione di gran parte dell’India e dell’apertura della

Cina al commercio mondiale con il porto di Canton.

Nel 18esimo secolo la Francia si convertì nella seconda potenza commerciale, dopo la

Gran Bretagna. Nonostante lo scarso successo dei tentativi di colonizzazione nell’America

del nord aveva alcune isole con piantagioni di tabacco e canna da zucchero nelle Antille.

Nell’oceano indiano si era assicurata il dominio del Madagascar e di altre isole che

facilitavano il viaggio verso l’India, dove governava alcune zone.

In complesso, nel corso dell’Età Moderna l’espansione commerciale europea,

accompagnata in molte zone dal dominio politico, significò la creazione di una serie di reti

mercantili interrelate, nelle quali l’Europa era la principale beneficiata per il suo ruolo di

intermediazione, per il valore aggiunto delle sue manifatture e per la pressione politica e

militare che esercitava.

La crescita e l’espansione del commercio non sarebbero state possibili senza disporre di

una serie di istituzioni, strumenti e tecniche destinate essenzialmente a migliorarne

l’organizzazione, ridurne i rischi, facilitare il credito e agevolare il controllo degli affari.

In primo luogo bisogna parlare della moneta. Fino al 13esimo secolo l’Occidente europeo

coniava solo monete d’argento piccole mentre le monete internazionali, quelle utilizzate

per il commercio a lunga distanza, erano arabe o bizantine. All’inizio del 13esimo secolo le

grandi città mercantili italiane prima coniarono monete di buon argento, mezzo secolo più

tardi coniarono monete d’oro, sbancando le preesistenti monete orientali. A partire dalla

metà del 17esimo secolo cominciò ad apparire la cartamoneta, di fatto certificati di

deposito emessi dalle banche. Questo strumento di pagamento però ebbe poca

importanza prima della Rivoluzione Industriale.

Le prime istituzioni importanti per il miglioramento del commercio furono i mercati e le

fiere. Sono punti di incontro tra domanda e offerta. I mercati hanno un ambito locale e una

periodicità breve, le fiere invece sono meno frequenti ma hanno maggiore rilievo. Nascita

fiere finanziarie → attività di credito e regolazione rapporti fra mercanti → sostituite poi

dalle piazze bancarie.

La crescita dell’attività mercantile non sarebbe stata possibile senza il credito e la banca.

Le forme più semplici di credito commerciale apparvero molto presto e dappertutto. La

banca e soprattutto la tecnica bancaria derivano dal cambio della moneta: il cambista o

banchiere era lo specialista che conosceva il valore delle diverse monete e ne facilitava

l’intercambio guadagnandoci una commissione. Ben presto i banchieri aggiunsero al

cambio il deposito: il banchiere disponeva di una cassaforte e accettava che i clienti vi

depositassero i loro denari. Molto presto i mercanti trovarono comodo mandare i propri

creditori a incassare quanto dovuto in banca. Il punto più alto di questo processo era il

credito: i banchieri, ne fossero o meno a conoscenza i loro clienti, utilizzavano una parte

dei fondi ricevuti in deposito per prestarli a terzi ricevendo in contropartita un interesse; è

l’attività bancaria. I progressi successivi vennero dalla creazione delle banche

specializzate nella girata e delle banche centrali. Le prime banche di girata, cioè dedite

all’attività delle cambiali, apparvero in Italia, da dove furono imitate e perfezionate nelle

Fiandre: il Wisselbank di Amsterdam servì da modello per molte banche di girata nel nord

dell’Europa. La tratta, un ordine di pagamento da fare in un altro luogo, in un’altra moneta

e dopo un certo tempo fu il principale strumento del credito commerciale e dei pagamenti

a lunga distanza.

Anche se esistevano banchi pubblici fin dal 15esimo secolo, la loro trasformazione i

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A.A. 2016-2017
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Edo_MI di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Carera Aldo.