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La politica e l'economia italiana nel secondo dopoguerra
Tra i partiti di sinistra e quelli di destra: condivisione di fondo di alcuni obiettivi, quali la progressività delle imposte, lo sviluppo dei consumi sociali, l'attribuzione di maggiori poteri di controllo allo Stato su settori considerati di importanza strategica.
I danni della guerra per la caduta del regime autoritario e le disgregazioni socio-economiche.
Problema istituzionale e nascita della repubblica con il ritorno alla democrazia parlamentare.
Accordo tra USA e URSS per l'inserimento dell'Italia nella zona di influenza anglo-americana.
Aiuti UNRRA e progetti statunitensi sull'Italia per promuovere un efficace rilancio dell'economia italiana e contrastare l'influenza dei partiti di sinistra.
Il Vaticano come principale referente per l'Italia presso gli alleati fino agli inizi del 1946, a causa della loro diffidenza.
i primi governi di "solidarietà nazionale" L'economia italiana nel II dopoguerra- Limiti dell'operato dei partiti di sinistra nei governi tripartiti degli anni '45-'47
- Impegno sul fronte del rinnovamento delle istituzioni
- In campo economico, rinvio delle scelte di fondo per contrasti programmatici ed attuazione di provvedimenti soltanto in risposta ai problemi più impellenti
- Incapacità di proporre un vero e proprio programma di risanamento economico basato sulla qualificazione della spesa statale o di raggiungere un accordo di politica economica condiviso dalla Democrazia cristiana
- Aggravio dell'eccesso di liquidità, nel 1945, con l'introduzione generalizzata dell'indennità di "contingenza" (quale meccanismo permanente di "perequazione sociale" in tutto il territorio nazionale) e con la stipula di contratti
“treguasalariale“• Svolta dei primi mesi del 1947 (grazie ad un prestito degli Usa e all’ammissione dell’Italia al FMI e alla Banca mondiale)
L’economia italiana nel II dopoguerra• Decisivo mutamento di rotta del nuovo governo costituito da De Gasperi nell’autunno del 1947, con l’interruzione della collaborazione governativa con i partiti della Sinistra
• Singolare forza d’urto del partito liberale, dopo una lunga estromissione dai posti di potere, grazie all’autorevolezza di alcuni dei suoi rappresentanti, primo fra tutti, Einaudi, stimato accademico e governatore della Banca d’Italia
• Tra luglio e novembre 1947, con Einaudi al Ministero del Bilancio: avvio di una rigida politica deflazionistica
L’economia italiana nel II dopoguerra• Aumento delle riserve bancarie obbligatorie, aumento del tasso di sconto e fissazione del cambio con il dollaro a livelli tali da bloccare le manovre speculative
Consolidamento dell'iniziativa padronale nelle fabbriche, sblocco dei licenziamenti, mobilità della manodopera- Aumento della disoccupazione (soprattutto nel Mezzogiorno)
- Processi di concentrazione e riorganizzazione tecnica
- Sostegno creditizio alla ripresa dell'attività produttiva
- Incentivazione del credito agevolato a sostegno delle imprese in difficoltà (creazione del FIM, aumento del fondo di dotazione dell'IRI, sussidi all'industria serica e a quella mineraria, fondi per il finanziamento delle medie e piccole imprese, agevolazioni creditizie per le industrie da impiantare nel Mezzogiorno)
- Ulteriore attenuazione degli effetti della politica deflativa grazie agli aiuti finanziari Usa, quali, in particolare, quelli del piano Marshall (o ERP), varato nel 1947
- Ampie ristrutturazioni nelle grandi imprese dei comparti siderurgico, cantieristico, meccanico, elettromeccanico ed
L'economia italiana nel II dopoguerra:
- Buon esito della lotta all'inflazione
- Successo di De Gasperi e rafforzamento della coalizione della DC
- Esordio di un'alleanza tra DC e partiti laici protrattasi per oltre quindici anni, con risvolti positivi per la stabilità politica del Paese
- Rafforzamento delle riserve auree anche attraverso l'utilizzo improprio di parte degli aiuti del piano Marshall (in particolare dei fondi di contropartita)
- Critiche del Country Study sulle scelte del governo italiano, ritenute incompatibili con lo spirito e le finalità del piano Marshall
L'economia italiana nel II dopoguerra:
- Principale obiettivo del piano Marshall: sviluppo delle economie occidentali sulla base di principi di tipo keynesiano per la lotta alla disoccupazione
- Situazione italiana nel 1949, in controtendenza rispetto a quella degli altri paesi assistiti dall'ERP
- Su sollecitazione del governo USA e
delle lottesociali, avvio di una graduale correzione in sensoriformista della politica governativa (riformaagraria, piano Ina-Case, Cassa per ilMezzogiorno)
- Riforma agraria (nel 1950): serie di leggi stralcioper aree comprensoriali volte all’espropriazionedei terreni scarsamente produttivi da distribuirealle famiglie contadine
L’economia italiana nel II dopoguerra
- Istituzione della Confederazione dei coltivatoridiretti (delegata al controllo degli Enti di riformaed alla difesa dei diritti dei piccoli e mediproprietari terrieri)
- Risultati della riforma agraria: in generelargamente inferiori alle aspettative
- Piano Ina- Case: varato nel 1949 su proposta delministro Fanfani
- Conseguente costituzione presso L’INA di unasezione immobiliare (finanziata con contributidello Stato, dei datori di lavoro e dei lavoratori)per la costruzione di alloggi a basso costodestinati ai lavoratori dipendenti (affitto conpossibilità di
Riscatto)
L'economia italiana nel II dopoguerra
- Nel 1950: istituzione della Cassa del Mezzogiorno sulla base della proposta maturata dalla SVIMEZ (costituita, nel 1946, da un gruppo di personalità legate all'IRI)
- Con la SVIMEZ: avvio di un "nuovo meridionalismo" pragmatico e favorevole all'intervento statale integrato (sulla base del modello USA del TVA)
- Con la Cassa per il Mezzogiorno (finanziata dalla BIRS e dal governo): avvio di una nuova fase per il Meridione
- Interventi iniziali della Cassa: inizialmente orientati al potenziamento delle infrastrutture per la valorizzazione agraria del Meridione
L'economia italiana nel II dopoguerra
- In un secondo tempo, estensione degli incentivi della Cassa del Mezzogiorno anche alle iniziative industriali e artigianali
- Incremento del reddito e dei consumi nel Meridione
- Nel 1948: adesione dell'Italia all'OECE
- Nel 1950: adesione dell'Italia alla UEP
Contrazione dell'incidenza del settore agricolo:
- Fattori peculiari del successo italiano: abbondanza di manodopera a basso costo, adozione di tecniche già ampiamente collaudate nei paesi più avanzati, utilizzazione di nuove fonti energetiche, disponibilità notevole di capitali, formazione di un ampio mercato nazionale
- Persistenza di una disoccupazione elevata anche grazie alle migrazioni dal Sud verso le città industriali del Nord
Il miracolo economico:
- Crescita contenuta dei salari in contrapposizione ad una crescita molto rapida della produttività
- Elevata stabilità monetaria, pareggio dell'bilancia dei pagamenti e del bilancio statale, aumento dei redditi, della propensione al risparmio e degli investimenti
- Ristrutturazioni dei comparti siderurgico, chimico, e metalmeccanico; forti investimenti nel comparto petrolchimico ed in settori innovativi
- Aumento del numero delle imprese a partecipazione statale dopo il 1948
- Ruolo di supplenza o di integrazione della mano pubblica nei confronti dell'iniziativa privata
- Il miracolo economico
- Creazione (nel 1953) dell'Eni, grazie ad Enrico Mattei, ed accesso ai prodotti petroliferi a prezzi concorrenziali rispetto a quelli imposti dalle "Sette Sorelle" (multinazionali del petrolio)
- Istituzione nel 1956 del Ministero delle Partecipazioni statali