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SPOSTAMENTO DELL'ASSE ECONOMICO VERSO L'ATLANTICO

I prodotti italiani vengono eliminati anche nel mercato interno. Perdita dei mercati esteri e di quelli interni:

  1. Massiccio fenomeno di disinvestimento nel settore manifatturiero, ma anche nei servizi
  2. I prodotti e i servizi italiani vengono soppiantati da quelli stranieri → quelli inglesi, olandesi, francesi vengono offerti a dei prezzi più bassi rispetto a quelli italiani

Perché questa disparità nei prezzi?

  1. I prodotti italiani erano di qualità migliore
  2. I costi di produzione erano più alti:
    1. Eccessivo controllo delle corporazioni → costringe i manifatturieri italiani a continuare con metodi superati e a non introdurre le innovazioni
    2. Pressione fiscale → negli stati italiani è alta e congegnata male
    3. Costo del lavoro → è troppo elevato rispetto ai paesi concorrenti. In Italia i salari non risentono della “rivoluzione dei prezzi”

→ I salari vengono adeguati alla crescita dei prezzi, mentre in Europaciò non accade. Questi alti livelli salariali non sono compensati da una produttività più alta, anzi èpiù bassa rispetto alle altre realtà europee.

Conseguenze:

  1. Drastico declino delle esportazioni che si protrae per decenni aggravandosi sempre di più
  2. Prolungato processo di disinvestimenti manifatturieri, armatoriali e bancari
  3. Tendenza delle manifatture a spostarsi dai grossi centri urbani ai piccoli centri rurali o semirurali (chi non vuole disinvestire)
  1. il costo del lavoro è meno elevato (contadini che come attività principale coltivano la terra
  2. in questi luoghi è più facile sfuggire alla vigilanza degli organi fiscali
  3. in questi luoghi è più facile sfuggire ai controlli delle corporazioni

DIFFERENZE NOTEVOLI CON LA PROTOINDUSTRIA RURALE CHE SI SVILUPPA NELL’EUROPACENTRALE E SETTENTRIONALE

protoindustria si sviluppò in Europa tra il XVI e il XVII secolo. Nelle aree in cui si affermò l'industria a domicilio, con il metodo definito Verlag system, l'attività manifatturiera avveniva nelle case dei contadini. Dato che la produzione artigianale era ostacolata e limitata dai regolamenti delle corporazioni, il settore della manifattura a domicilio fu quello più dinamico dell'intera Europa seicentesca. Diffuso nelle campagne, in particolare in ambito tessile, questo modello prevedeva un mercante-imprenditore proprietario di telai e materie prime che consegnava alle famiglie dei contadini, i quali integravano il lavoro nei campi con quello svolto al telaio. I vantaggi del modello si devono al basso costo e alla flessibilità della manodopera. L'inizio della decadenza della protoindustria si può fissare nei primi decenni del Settecento, quando John Lombe, in Inghilterra, fonda uno stabilimento dotato di una macchina per

Lavorare la seta, nel quale vengono impiegati 300 operai. Un ulteriore elemento incide sul declino dell'Italia, l'epidemia di peste. (1630/31) La peste non si diffonde in tutta Europa, per quanto riguarda l'Italia, solo al Nord. Questo perché la maggior parte della popolazione viveva lì. La mortalità legata all'epidemia non contribuisce ad abbassare il livello dei salari. La ripresa demografica fu immediata ma i salari rimasero invariati.

Nell'Italia meridionale non era un territorio povero, l'economia si basava su un'agricoltura estensiva. L'agricoltura era gestita da nobili scarsamente interessati ad aumentare la produttività dei loro latifondi. E nei terreni lavoravano braccianti sfruttati. Manca uno spirito imprenditoriale, le manifatture sono arretrate e i commerci sono controllati dagli inglesi. Gli spagnoli gestiscono l'Italia meridionale soltanto per sfruttamento. Si entra in una fase di stagnazione e di

crisi.Declino che è alimentato:

  1. Declino di natura fiscale alimentato dagli onerosi costi che l'amministrazione deve sostenere nel tentativo di modernizzare le strutture dello Stato
  2. Costi per la crescente burocrazia
  3. Contributi da versare a Madrid che tendono a salire
  4. Forte divario tra entrate ed uscite
  5. La forte pressione fiscale schiaccia tutti i settori produttivi, ma soprattutto la vera ricchezza dell'Italia meridionale, cioè l'agricoltura
  6. Struttura sociali "feudali": nobili e borghesi che vivono alle spalle dei baroni

FENOMENO DELLA RIFEUDALIZZAZIONE

Per rifeudalizzazione si intende un aumento dello sfruttamento del lavoro dei contadini e un conseguente peggioramento delle loro condizioni di vita, che è però accompagnato da un incremento della produttività agricola con l'intensificazione e l'inserimento di nuove colture come il mais di antiche coltivazioni, come il limone e l'arancio, e il riso.

Alla fine del Seicento, l'Italia importa su larga scala da Francia, Olanda e Inghilterra. Esporta solo materie prime o semilavorati come olio, grano, vino, lana e soprattutto seta grezza, che è sinonimo di arretratezza. La ripresa economica dell'Italia e le basi del suo decollo industriale sono da individuare nell'accumulazione di capitali consentita dalla vendita della seta grezza, soprattutto nelle regioni del Nord. La posizione passiva dell'Italia anche nei servizi marittimi aumenta la popolazione rurale su quella cittadina ed aumenta la povertà. La nobiltà afferma il suo predominio economico e sociale, con schemi mentali superati, a danno della borghesia. Si ribadisce la centralità della rendita e della terra rispetto al profitto e alle attività manifatturiere, con una rifeudalizzazione. Dopo il forte dinamismo del basso medioevo in Italia si crea un sistema che ha un suo equilibrio interno. Nell'economia mondo dei primi secoli.

Dell'età moderna l'Italia è ai margini. Ulteriore aumento in Italia della povertà. La povertà diventa un problema di ordine pubblico, poiché i poveri si riversavano nelle città per cercare opportunità di lavoro o per andare nelle strutture di beneficenza. Si iniziano a costruire gli alberghi dei poveri, dove i miserabili vengono reclusi. All'interno di queste strutture i poveri vengono abbandonati a se stessi o sfruttati dagli artigiani.

L'OLANDA TRA IL CINQUECENTO E SEICENTO

Lo sviluppo dell'Olanda si spiega anche attraverso ad uno sviluppo della cultura. Processo segnato dalle scoperte scientifiche e dallo sviluppo delle tecniche. Queste conoscenze scientifiche contribuiranno allo sviluppo economico che poi porterà alla rivoluzione industriale. Tra il Cinquecento e il Seicento, anche la leadership nelle innovazioni delle tecniche di affari è conquistata da olandesi e inglesi.

grandi compagnie di commercio

Società anonime

Borsa

Banca centrale (Inghilterra)

La rivoluzione scientifica

Si tratta di una rivoluzione culturale: sfericità della terra, invenzione della stampa, perfezionamento delle armi da fuoco, sviluppo delle costruzioni navali e della navigazione.

Si cerca di dare un'espressione quantitativa ai fenomeni: prime stime economiche e demografiche nel Seicento. La cultura si muove verso problematiche concrete: metodo sperimentale (importanza della tecnica e nuovo legame tra scienza e tecnica, distinte nel medioevo).

I fabbricanti di strumenti di precisione svolgono un ruolo centrale e importante.

Aumenta notevolmente l'alfabetismo. Il mondo europeo chiude con il passato e guarda al futuro.

Tutto questo è alla base dell'Illuminismo e della Rivoluzione Industriale (contraddizioni con la cultura barocca e controriforma cattolica).

Per comprendere il miracolo economico olandese tra Cinquecento e Seicento è

È necessario guardare a due dati, che rimandano agli scenari che caratterizzano il XV secolo:

  1. Lo sviluppo della cultura dal Quattrocento alla Rivoluzione Scientifica del Seicento

  2. L'evoluzione del quadro politico riguardante l'Impero

ERASMO DA ROTTERDAM è il prototipo dell'intellettuale cosmopolita del Rinascimento. In lui è forte l'avversione nei confronti dell'intolleranza e della superstizione. Afferma il bisogno di libertà nella ricerca intellettuale e di autonomia spirituale e religiosa. Erasmo punta al rinnovamento della Chiesa. Introduce nello studio dei testi sacri il metodo della filologia umanistica. Non a caso è olandese.

L'evoluzione del quadro politico:

Dopo la morte di Carlo V, che cerca di rispettare l'autonomia dei Paesi Bassi, e la successiva ascesa al trono da parte di Filippo II, che invece cerca di limitare l'autonomia, i Paesi Bassi si dividono in settentrionali (Olanda che conquista

L'autonomia dei Paesi Bassi è un tema centrale durante il regno di Carlo V. Da un lato, il Belgio rimane nell'impero e va incontro al declino, mentre i Paesi Bassi meridionali cercano di preservare la propria autonomia.

Carlo V rispetta l'autonomia dei Paesi Bassi, ma Filippo II cerca di limitarla. Maria di Borgogna è duchessa di Brabante, Lussemburgo, d'Artois, Fiandra, Olanda e Zelanda. I domini territoriali si ampliano verso la parte settentrionale dello stato borgognone.

Il conflitto dei Paesi Bassi si intensifica quando Filippo II, pressato da esigenze finanziarie e militari e dalla volontà di combattere il protestantesimo, cerca di limitare l'autonomia dei Paesi Bassi. Le proteste contro la Spagna iniziano soprattutto da parte dei nobili come Guglielmo d'Orange, Lamoral conte di Egmont e Philippe de Montmorency conte di Hornes. Anche i borghesi e la piccola nobiltà si schierano contro la repressione religiosa.

La rivolta contro la Spagna nel 1567 porta Filippo II a inviare il Duca di Alba nei Paesi Bassi. La guerra provoca la rovina economica delle Province meridionali. I conti di Egmont e di Hornes vengono decapitati a Bruxelles, mentre Guglielmo d'Orange riesce a fuggire all'estero. Guglielmo viene proclamato STADHOUDER, governatore da parte degli stati di ZELANDA e OLANDA, e riprende la guerra contro la Spagna.

Nel 1576 si forma l'Unione di Gand, che promuove l'idea dell'indipendenza nazionale. Vi partecipano tutte le province, sia quelle del sud (attuale Belgio) prevalentemente cattoliche, sia quelle del nord, desiderose di maggiori libertà politiche ed economiche.

Nel 1578 viene nominato governatore Alessandro Farnese, il quale riesce a trovare un accordo con le province cattoliche, le quali si staccano dalla lega di Gand.

Nel 1579 le province settentrionali rispondono con la costituzione della Repubblica delle province unite, nota come Lega di Utrecht.

Nel 1581 viene dichiarata l'indipendenza delle province unite dalla Spagna.

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A.A. 2020-2021
114 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nico_paoletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Ciuffetti Augusto.