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II.III. Bilanciare il dualismo tra nord e sud
L'agricoltura è il settore maggiormente colpito. La proprietà fondiaria è caratterizzata da una scarsa meccanizzazione, ed è principalmente basata sull'autoconsumo, a causa di una mancanza di capitale per colpa della politica agraria del fascismo che aveva puntato sui cereali a discapito di altre colture molto più redditizie. Quando si ritorna nelle campagne dopo la guerra ci si trova a discutere circa le modalità, metodi, contratti e scienze agrarie.
I comparti industriali invece sono molteplici, e si muovono con diverse velocità settore per settore. Alcuni settori sono molto dinamici (automobile), altri invece sono stagnanti (edilizia), ed hanno una caratteristica in comune: sono comparti ad alta manodopera. Tutti i comparti però si trovano indistintamente a dover fare i conti con la riconversione post-bellica. Tutti i settori manifatturieri erano stati sovradimensionati, e i
più colpiti erano quelli che avevano il compito di fornire lo stato (es: alfa romeo). Si ha un esubero di manodopera, anche perché viene emanato un provvedimento che impedisce i licenziamenti oltre che ad introdurre dei minimi salariali che andavano adeguati in base al costo della vita.
Nel 1944 nasce la CGL e vi confluiscono diverse forze operaie non necessariamente comuniste. Nel 1948, dopo un attentato a Togliatti, viene proclamato uno sciopero generale indetto dai dirigenti. Questo porta all’uscita dei cattolici-democristiani socio-comunisti che confluiscono nella CISL. Nel 1949 esce anche la parte repubblicana e va a formare la UIL.
- Il ruolo dello stato nella fase di ricostruzione:
La presenza dello stato italiano nel settore produttivo è molto pervasiva e non ha eguali in Europa, e ci si trova a fare i conti con le molteplici possibilità di soluzioni ai problemi: le diverse parti politiche presentano situazioni differenti.
La sinistra dice che serve una
La ricostruzione per ammodernare le industrie per attenuare il divario sociale oltre che territoriale. Per arrivare a ciò c'era bisogno di un intervento massiccio dello stato che doveva finanziare attraverso una politica finanziaria rigorosa attraverso la nazionalizzazione. Contro l'inflazione si sarebbe potuto cambiare la moneta, applicando una tassa sulle giacenze liquide. Bisognava inoltre razionalizzare i generi di consumo primario.
La destra invece, che puntava al liberismo e che mirava ad una politica di contenimento dei salari, si opponeva alla sostituzione della valuta. La decisione del liberismo si concretizza con un'apertura agli scambi internazionali (ammissione nel 1947 al fondo monetario internazionale e ad altri organismi di cooperazione economica).
Attivare una politica liberista significa non frenare l'incremento della circolazione monetaria. Si ha poi lo sblocco dei licenziamenti, oltre che la liberalizzazione valutaria. Gli
effetti di questa politica sono sia positivi che negativi: Innanzitutto la prima fase è caratterizzata da una ripresa economica che fa ritornare velocemente ai livelli pre-conflitto; la speculazione (nel 1946 si ha un boom borsistico grazie al quale le azioni crescono. Il corso dei titoli è mantenuto da detassazioni e altri provvedimenti). Si ha inoltre una svalutazione della moneta. Il 1947 è un anno di svolta sia politica che economica. Il partito comunista esce dalla coalizione e De Gasperi attua una politica rigorosa. Il ministero del bilancio è affidato a Luigi Einaudi. Si hanno due obbiettivi primari: 1) Stabilizzazione monetaria: lotta all'inflazione e alla svalutazione della lira evitando gli attacchi speculativi 2) Economia di mercato: polizia economica temperata: il governo crea le condizioni favorevoli per gli investimenti nelle imprese. Manovra Einaudiana: l'obbiettivo è laalla disoccupazione. Si punta sulla domanda interna, aumentando i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese. Si favorisce l'industrializzazione del paese, con la creazione di nuove fabbriche e l'incremento della produzione. Si promuove anche l'agricoltura, con politiche di sostegno e incentivi per gli agricoltori. Si cerca di ridurre la dipendenza dalle importazioni, favorendo la produzione interna e l'autosufficienza. Si investe anche nella formazione e nell'istruzione, per aumentare le competenze della forza lavoro e favorire l'innovazione tecnologica. Si promuove l'apertura al mercato internazionale, cercando di attrarre investimenti stranieri e aumentare le esportazioni. Si favorisce la creazione di infrastrutture, come strade, ponti e ferrovie, per facilitare gli scambi commerciali e la mobilità delle persone. Si cerca di ridurre le disuguaglianze sociali, con politiche di redistribuzione del reddito e di sostegno ai più deboli. Si promuove la tutela dell'ambiente, con politiche di sviluppo sostenibile e di riduzione dell'inquinamento. Si cerca di favorire l'innovazione e la ricerca scientifica, per stimolare la crescita economica e la competitività del paese. Si promuove anche il turismo, come fonte di reddito e di sviluppo delle aree più marginali. Si cerca di attrarre investimenti esteri, offrendo agevolazioni fiscali e infrastrutture moderne. Si promuove la cultura e l'arte, come fattori di attrazione turistica e di sviluppo delle industrie creative. Si cerca di valorizzare le risorse naturali del paese, come l'energia solare, l'eolico e le risorse idriche. Si promuove la cooperazione internazionale, per favorire lo scambio di conoscenze e l'apertura verso nuovi mercati. Si cerca di ridurre la burocrazia e semplificare le procedure amministrative, per favorire gli investimenti e l'apertura di nuove imprese. Si promuove la trasparenza e la lotta alla corruzione, per garantire un ambiente favorevole agli investimenti e alla crescita economica. Si cerca di favorire l'accesso al credito per le imprese, con politiche di sostegno e agevolazioni finanziarie. Si promuove la diversificazione dell'economia, per ridurre la dipendenza da settori specifici e favorire la resilienza alle crisi. Si cerca di favorire l'occupazione giovanile, con politiche di formazione e incentivi per le imprese che assumono giovani lavoratori. Si promuove l'innovazione tecnologica, con politiche di sostegno alla ricerca e all'innovazione. Si cerca di favorire l'accesso alle tecnologie digitali, per favorire la trasformazione digitale delle imprese e migliorare la loro competitività. Si promuove la creazione di start-up e di nuove imprese innovative, per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e stimolare la crescita economica. Si cerca di favorire l'equità di genere, con politiche di sostegno alle donne imprenditrici e di promozione della parità di opportunità. Si promuove la sostenibilità ambientale, con politiche di riduzione dell'inquinamento e di tutela delle risorse naturali. Si cerca di favorire l'accesso alle infrastrutture e ai servizi pubblici, per migliorare la qualità della vita dei cittadini e favorire lo sviluppo delle aree più marginali. Si promuove la partecipazione dei cittadini alla vita politica ed economica del paese, con politiche di trasparenza e di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni pubbliche. Si cerca di favorire la cooperazione tra imprese e istituzioni, per favorire la creazione di reti di collaborazione e lo scambio di conoscenze. Si promuove la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico del paese, come fattore di attrazione turistica e di sviluppo delle industrie creative. Si cerca di favorire l'accesso all'istruzione e alla formazione, per aumentare le competenze della forza lavoro e favorire l'innovazione tecnologica. Si promuove la diversificazione delle fonti di energia, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili. Si cerca di favorire l'accesso alle tecnologie digitali, per favorire la trasformazione digitale delle imprese e migliorare la loro competitività. Si promuove la creazione di start-up e di nuove imprese innovative, per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e stimolare la crescita economica. Si cerca di favorire l'equità di genere, con politiche di sostegno alle donne imprenditrici e di promozione della parità di opportunità. Si promuove la sostenibilità ambientale, con politiche di riduzione dell'inquinamento e di tutela delle risorse naturali. Si cerca di favorire l'accesso alle infrastrutture e ai servizi pubblici, per migliorare la qualità della vita dei cittadini e favorire lo sviluppo delle aree più marginali. Si promuove la partecipazione dei cittadini alla vita politica ed economica del paese, con politiche di trasparenza e di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni pubbliche. Si cerca di favorire la cooperazione tra imprese e istituzioni, per favorire la creazione di reti di collaborazione e lo scambio di conoscenze. Si promuove la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico del paese, come fattore di attrazione turistica e di sviluppo delle industrie creative. Si cerca di favorire l'accesso all'istruzione e alla formazione, per aumentare le competenze della forza lavoro e favorire l'innovazione tecnologica. Si promuove la diversificazione delle fonti di energia, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili.Alla disoccupazione. Vengono attuati dei provvedimenti a sostegno del mezzogiorno:
Riforma fondiaria: riguarda l'agricoltura e pone il problema della redistribuzione dei terreni. Viene attuata in tre tempi e prevede l'espropriazione di 650000 ettari di terreni da assegnare alle famiglie contadine, ripartendoli in fondi tali da assicurare un livello di reddito adeguato (circa sei ettari).
Costituzione della cassa per il mezzogiorno (1950): costituita come un'agenzia per la gestione di un intervento straordinario. Beneficerà degli aiuti del piano Marshall (100 miliardi). Inizialmente si procede mediante la costruzione di infrastrutture, precondizione allo sviluppo imprenditoriale. Interviene in modo assistenziale e non propulsivo, in favore dell'agricoltura più che all'industria.
Nel 1953 finisce l'età di De Gasperi che lo vede sconfitto alle elezioni anche a causa della legge elettorale. Questa legge è del 1943, e introduce un
Fanfani ritiene determinanti per lo sviluppo economico sono la ricerca scientifica, il progresso tecnologico, le fonti di energia e il capitale umano.
Quale deve essere il ruolo delle imprese pubbliche?
Spetta al potere politico il compito di indirizzare le imprese pubbliche. Sono considerate il "banco di prova" per sperimentare nuove relazioni industriali e per rafforzare i fattori di sviluppo. Il ruolo delle spese pubbliche è fondamentale (Es: ENI). Bisogna rivedere la struttura dell'IRI potenziandole, per renderla il motore dello sviluppo industriale.
Nel 1956 si ha la nascita del ministero delle partecipazioni statali sulla linea dell'interventismo.
Sistema Vanoni:
Provoca un certo equilibrio tra iniziativa privata e intervento pubblico. Viene presentato a congresso del 1954.
Fanfani inizia una stagione della programmazione economica, il cui primo schema è il sistema Vanoni. È un disegno di medio-lungo
Il termine "Piano Senigallia" si riferisce a un piano economico che è stato approvato dal governo ma non è stato trasformato in legge. Questo piano ha tre obiettivi principali:
- Pieno utilizzo della forza lavoro esistente nel paese.
- Progressiva riduzione del divario Nord Vs Sud.
- Pareggio nel bilancio dei pagamenti.
Per raggiungere questi obiettivi, era necessario che il reddito nazionale aumentasse di almeno il 5% in modo ampio. Tuttavia, lo schema mancava di istruzioni operative.
I settori considerati come propulsivi erano l'agricoltura, le imprese di pubblica utilità e le opere pubbliche. I settori regolatori, invece, dovevano essere utilizzati per frenare o accelerare lo sviluppo.
La creazione di posti di lavoro doveva iniziare dai settori propulsivi, ma lo stato doveva prima creare le condizioni per favorire gli interventi privati.
Con lo schema Vanoni, il governo si assumeva una responsabilità nei confronti del paese.
Il Piano Senigallia è stato attuato tra il 1947 e il 1948 e si è concluso all'inizio degli anni '60.
quando viene costruito il quarto centro per la produzione di prodotti siderurgici a Taranto, permettendo al settore siderurgico italiano di poter competere a livello europeo. 04/12/2012
Il miracolo economico è il più grande periodo di sviluppo che l'Italia abbia mai visto. La forza attiva nel primario è per la prima volta inferiore a quella del secondario.
Negli anni del boom economico, la crescita media della produzione industriale italiana è al 9,2% (uno dei più alti al mondo). Quando si apre questa fase di crescita si sta aprendo agli scambi internazionali. Si sente una forte influenza dell'amministrazione pubblica nelle industrie e da un costo del lavoro contenuto e da una forte disoccupazione. È sistema creditizio, caratterizzato un sistema polarizzato nella struttura industriale.
Inoltre, l'industria di base non è ancora concorrenziale.
Storia Economica. Pag. 37
gli obiettivi sono tre e spesso si presentano incompatibili:- Investimenti produttivi elevati.
- Stabilità monetaria (nel 1958 la lira è ritenuta la moneta più stabile d'Europa).
- Equilibrio nella bilancia dei pagamenti (non ci sono disavanzi continui nei conti con l'estero).
- Gli alti tassi di sviluppo si connettono ai bassi livelli di partenza che caratterizzano il sistema economico italiano. Gli indirizzi di politica economica di collocare l'Italia tra le economie dell'occidente, portando avanti una politica economica liberista: inserimento nel sistema internazionale dei pagamenti, che vede ruotare le economie intorno agli Usa, i quali impongono il dollaro come divisa chiave.
- La Banca d'Italia si muove per la lotta all'inflazione e per il rafforzamento della lira.
- Si beneficia degli aiuti internazionali (UNNRA) fino al 1946, e successivamente dal piano Marshall, che danno