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La Banca Mista

Il sistema bancario italiano prima degli anni '90 (1890) era composto da: - Banche locali che finanziavano l'artigianato e l'agricoltura locali; - Grandi banche, banche che si erano sviluppate sul modello francese cioè sul raccoglierei medio-grandi patrimoni e sul loro impiego in affari sicuri come l'acquisto di titoli di stato o l'acquisto di obbligazioni del settore ferroviario; - Ex banche nazionali che continuavano a battere moneta. Questo sistema non sarebbe stato adeguato per finanziare la rivoluzione industriale. Negli anni '80 finiscono le grandi costruzioni ferroviarie: questo business diventa così meno attrattivo di quello sulla speculazione edilizia delle grandi aree urbane: tutte le grandi banche investono in questo nuovo business. Negli anni '90, con la crisi del settore edilizio, le grandi banche crollano perché sono troppo coinvolte nella speculazione immobiliare. Nel 1893 nasce quindi la Banca d'Italia come istituto di

sorveglianza sulle altre banche, come prestatore di ultima istanza e come controllore della quantità di moneta all'interno del paese.

Nel 1894-1895 nascono 2 importanti banche: il Credito italiano (CREDIT,1894) e la banca commerciale italiana (COMIT,1895). Queste banche sono fondate con capitale prevalentemente estero (tedesco e austriaco) e si fondano sul modello di banca mista:

  • raccolta di capitale;
  • investimento, impiego del capitale nell'industria nascente.

Si ha un finanziamento industriale tramite crediti a medio-lungo termine, acquisto di obbligazioni emesse dal sistema industriale e le banche sono anche coinvolte nelle emissioni azionarie delle imprese.

Le imprese emettono azioni, le collocano in borsa e le banche comprano la maggior parte di tali azioni che poi collocano progressivamente in borsa: le banche possedendo azioni di imprese diventano quindi un soggetto economico.

Il management delle grandi banche è straniero, ha un comportamento diverso rispetto a

quellodegli imprenditori italiani ed esercita sulle aziende pressioni importanti. La banca ha quindi unaforte voce in capitolo nella gestione delle imprese e siccome il management è influenzato dallepressioni esterne si ha una trasmissione delle competenze e delle conoscenze attraverso lostrumento banca.N.B. tutti i settori ad alta intensità di capitale fanno ampio ricorso alle banche miste,specialmente quello siderurgico.Chi è responsabile del take- off?Importante è il "NUOVO": nuovi settori, nuove imprese, nuovi imprenditori.NUOVI SETTORI- Elettricità: l'industrializzazione italiana dell'inizio è sinonimo di elettricità.Nasce l'industria idroelettrica e l'Italia incomincia così a liberarsi del problemadella carenza di risorse energetiche e del trasporto dell'energia.È un settore a forte contenuto tecnologico in cui sono necessari ingegnerimeccanici e civili (ad esempio per lacostruzione di dighe) ed in cui la scienza gioca una grande funzione. Quello dell'energia è un settore ad altissima intensità di capitale, che chiede molto alla banca mista per il finanziamento. È un settore che nasce inizialmente molto frammentato, con poche grandi imprese che però acquisiscono tutte quelle piccole (si verifica così un processo di concentrazione): queste grandi imprese sono monopoli regionali, distribuiscono l'energia solo in alcune regioni a causa di problemi tecnici. Dietro alle società che operano nel settore elettrico si trovano anzitutto le banche miste che sono i principali azionisti di tali società; nei primi anni però è decisivo anche l'intervento di grandi imprese elettromeccaniche straniere che in questo modo riescono a creare un importante mercato per i propri macchinari. All'interno di questo contesto è da sottolineare la capacità dell'Italia.di questa situazione è che Milano diventa un importante centro industriale, attrattivo per imprenditori e investitori interessati alle nuove tecnologie e alle opportunità di mercato. Il Politecnico di Milano svolge un ruolo chiave nella formazione di professionisti altamente qualificati nel settore tecnico-scientifico, fornendo loro le competenze necessarie per realizzare complesse opere ingegneristiche, come ad esempio gli impianti in alta montagna per alimentare le centrali elettriche. Un settore che si sviluppa notevolmente a Milano è quello della siderurgia. Sebbene la siderurgia pubblica dominante, esiste anche una siderurgia privata che effettua grandi investimenti. Un esempio di impresa siderurgica di successo è la TALK, che si concentra sulle esigenze del mercato locale offrendo una vasta gamma di prodotti come profilati, tubi saldati, travi, ecc. La TALK non adotta una produzione a ciclo integrale, ma si focalizza sulla produzione da rottame, che richiede investimenti contenuti. Tutto ciò contribuisce a rendere Milano un centro industriale dinamico e innovativo, in grado di attrarre imprenditori e investitori interessati alle nuove opportunità offerte dal mercato.è che, nonostante le difficoltà della siderurgia nazionale, l'impresa riesce sempre a remunerare il capitale e a dedicare ingenti somme agli ammortamenti. La terza generazione dei Talk nel 1906 capisce che c'è la possibilità di effettuare il triplice investimento: da Lecco sposta tutta la produzione a Sesto dove c'era la ferrovia che conduceva a Venezia. Fondamentalmente si investe nelle grandi dimensioni (appoggiandosi alla Banca d'Italia) per sfruttare le economie di scala. La Talk però non diventa moderna dal punto di vista della siderurgia: continua ad usare la vecchia tecnologia, quella della rifusione del rottame (no ciclo integrale). NUOVE IMPRESE - La Pirelli: Pirelli inizia con la produzione della gomma per poi seguire una politica di espansione fondata sulla diversificazione produttiva che gli permette di cogliere le occasioni rese disponibili dalla tecnologia del settore in modo da ripararsi dalle fluttuazioni del mercato. Inizia

A produrre articoli tecnici (tubi, valvole) poi commerciali (es. indumenti impermeabili) e infine cavi e fili telegrafici sottomarini (questa produzione viene effettuata soprattutto su committenza straniera).

Per superare le difficoltà del protezionismo estero l'impresa assume dimensioni multinazionali e la capacità di sostenere la competizione globale, la politica di autofinanziamento e legami non subalterni col mondo della finanza permettono a Pirelli di dimostrare che nell'Italia di inizio secolo si possono raggiungere buoni risultati senza contare esclusivamente sulla protezione dello stato. La Pirelli diventa la prima multinazionale italiana.

NUOVI IMPRENDITORI- Agnelli: la FIAT e il triplice investimento

Storia economica 7

La Fiat nasce nel 1899, in mezzo al take-off, a Torino, una città già predisposta per certi versi ad accoglierla (in un ambiente quindi ideale): Torino appariva ai contemporanei il maggior centro automobilistico italiano, vi erano

Elevati capitali immobilizzati nell'agricoltura e che potevano essere utilizzati per l'industria, vi era l'Arsenale, una potenziale domanda e la specializzazione nella produzione di carrozzerie.

La Fiat nasce con grandi mezzi ed ambizioni, con un capitale iniziale di 800000 lire che era molto elevato, considerando il fatto che a quel tempo la più grande impresa aveva 6000 lire di capitale.

Nella fase iniziale dello sviluppo del settore automobilistico c'erano varie imprese con struttura fortemente artigianale (auto personalizzate, dei giocattoli) la cui produzione di automobili era "poca", non standardizzata e accompagnata da altri prodotti.

Agnelli entra nel settore discostandosi da questa formula imprenditoriale artigianale: prima di tutto intuisce che l'auto non deve essere un mezzo solo per ricchi, un giocattolo, ma una commodity; poi attua una produzione su vasta scala per ridurre i costi e punta sulla diversificazione. Inoltre, sin dall'inizio la

Fiat punta sull'integrazione verticale (con acquisizioni e partecipazioni) che congiunge produzione e distribuzione. Alcuni punti forti:
  1. Agnelli, diversamente da tutti gli altri imprenditori, crea a valle una rete di garage e di assistenza;
  2. la Fiat non entra nelle competizioni sportive: investe in
    • strutture produttive
    • strutture di distribuzione
    • pieno controllo di Agnelli (il management non è ancora sviluppato, solo più tardi si investirà in esso)
Questo è il triplice investimento della Fiat che la configura come grande impresa in senso moderno. Lo sviluppo economico dell'età giolittiana coinvolge anche i settori tradizionali che intraprendono un certo sviluppo seppure inferiore rispetto a quello dei settori ad alta intensità di capitale. Mentre i settori più avanzati crescono rapidamente, quelli leggeri raggiungono comunque risultati positivi: dello scarso livello tecnologico risente la produttività, (bassa rispetto aquelladei settori capital intensive), ma ciò è contrastato dal dinamismo commerciale di questo Madein Italy sia sui mercati nazionali che su quelli internazionali. In questi settori è sporadicol'intervento di capitale esterno anche perché non vi è il bisogno di ingenti investimenti, macomunque non si rimane stranei al progresso di fine secolo: vengono adottate sempliciinnovazioni tecniche (come il motore elettrico) che consentono di aumentare la produzione e sicreano le condizioni per trasformare il laboratorio artigiano in una piccola impresa di fasespecializzata in uno o pochi segmenti del ciclo di lavorazione.Il setificio italiano rimane primo in Europa e terzo al mondo in termini di produzione edesportazioni, ma nonostante l'introduzione di alcune innovazioni (come l'utilizzo dell'elettricitàcome fonte energetica) il settore rimane labour intensive soprattutto nelle fasi a monte.Presenta un forte dinamismo laIl testo formattato con tag HTML sarebbe il seguente:

tessitura che però è caratterizzata da forte contraddizioni: accanto all'accentramento della produzione ed all'utilizzo del telaio meccanico vi è ancora la lavorazione domestica ed il telaio a mano il che si riflette sulla qualità della produzione, poco competitiva rispetto ai + sofisticati manufatti francesi e tedeschi.

Il cotoniero è il settore che + subisce gli effetti dello sviluppo di fine secolo: l'avanzamento tecnologico è accompagnato da aumenti considerevoli della produzione soprattutto grazie all'impiego del vapore e dell'elettricità come fonti di energia. Vi sono comunque forti limiti: anche tra le maggiori imprese predominano strutture organizzative tradizionali, fondate sulla figura dell'imprenditore-proprietario.

Storia economica 8

Imprenditori e imprese dei settori leggeri hanno tratti comuni: le dimensioni dell'impresa sono ridotte e si associano al lavoro casalingo. Si

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Publisher
A.A. 2001-2002
21 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Gangemi Maurizio.